SOTTOSCRIVO PAROLA PER PAROLA


Editoriale

Christian Rocca

18 Giugno 2023

Se non sull’Ucraina, quando?

La catastrofe morale del Pd e il coraggio dei riformisti 

Non stupisce l’abbraccio di Schlein all’avvocato del populismo che con i suoi saltimbanchi difende il suprematismo russo, perché sono evidenti i segnali di un disimpegno del Partito democratico dalla battaglia più importante del nostro tempo. È arrivato il momento di prenderne atto

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Sono stato a Napoli a parlare di Ucraina e di Europa (perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare) con la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini e il deputato Alessandro Alfieri, tutti esponenti del Partito democratico, assieme al premio Nobel per la pace 2022 Oleksandra Matviichuk e al premio Sacharov 2022 Yulia Paievska, una paramedica che i russi hanno rapito e torturato a Mariupol per mesi, colpevole di aver curato le vittime di guerra di entrambi i fronti e di essere ucraina, quindi di non essere un essere umano, secondo il secolare suprematismo russo con cui sono stati lavati i cervelli di intere generazioni russe e di molti farabutti italiani che inondano le piazze televisive e politiche del nostro paese. 

Nessuno ha difeso, difende e difenderà il popolo, le istituzioni e i governi dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo libero più di Picierno e di Guerini, veri paladini della resistenza antifascista del XXI secolo. È commovente ascoltarli mentre raccontano le visite a Kyjiv o a Bucha, gli incontri istituzionali, le iniziative legislative e di governo a favore di chi oggi si trova in prima linea nel grande scontro globale tra la dittatura criminale e assassina russa e la speranza di una vita libera, democratica e prospera dell’Ucraina e dell’Europa, a favore di chi si trova al fronte tra le tenebre e la luce a combattere per la propria sopravvivenza fisica e indirettamente anche per noi. 

Picierno e Guerini sono esponenti di primo piano del Pd, il partito italiano che più di ogni altro il 24 febbraio 2022 si è schierato senza tentennamenti dalla parte dell’aggredito e della libertà e contro l’aggressore e la barbarie criminale del dispotismo imperialista. 

Sedici mesi dopo il Partito democratico però non è più lo stesso, ha una nuova leader, una vecchia classe dirigente e una ritrovata sintonia con i gruppettari che in questi anni hanno alimentato odio e risentimento innanzitutto contro il Pd.

Oggi la Schlein guida come una leader studentesca una fazione minoritaria di ex civatiani, peraltro senza nemmeno Pippo Civati, di movimenti surreali come le sardine e di vecchie ciabatte, di reduci e di combattenti salvati dall’umido. 

Schlein, inoltre, conta su un grottesco establishment di partito che la detesta ma che finge di sostenerla per ragioni puramente di interesse personale, e anche su una base di amministratori locali e di militanti che vorrebbe urlare il proprio malcontento a squarciagola, ma che rinuncia perché non sa dove sbattere la testa e quindi aspetta terrorizzata e sfiduciata che passi la nottata. 

Qui non si tratta di criticare per l’ennesima volta il rapporto subalterno del Pd nei confronti di Giuseppe Conte e del populismo becero, perché di ciò sono colpevoli quasi tutti i predecessori dell’attuale segretaria, ma di segnalare la prossima capitolazione civile e morale del Pd sulla questione più rilevante del nostro tempo.  

Sull’Ucraina, sull’Europa, sulla democrazia e sulla libertà europea sotto scacco di Putin, a parole la linea del Partito democratico non è ancora cambiata, ma i segnali sono eloquenti: sono cominciate le distinzioni scabrose alla Conte, gli ammiccamenti osceni alla propaganda russa e le stravaganti manovre di personaggi inadeguati al compito come il capogruppo a Bruxelles Brando Benifei, uno che è anche sfortunato perché aveva puntato tutto sulla sconfitta di Schlein alle primarie e per questo ora si agita in modo scomposto per recuperare terreno, per moderare l’entusiasmo democratico pro Ucraina e per convincere i socialisti europei a frenare, ottenendo una sonora e splendida pernacchia.

Lo sbandamento del gruppo Pd in Europa che sull’Ucraina vota sì, vota no e si astiene, e i trucchetti parlamentari sul no all’emendamento pro Ucraina seguito dal sì al voto finale, per non perdere del tutto la faccia, sono passi goffi e imbarazzati ma in realtà anche spediti e decisi verso un cambio di linea del Pd a favore del disimpegno italiano ed europeo nei confronti del popolo ucraino che lotta contro l’imperialismo russo.

La via è segnata. Per questo non stupisce che sabato Schlein sia andata in piazza  a baciare la pantofola del Masaniello di Volturara Appula, impegnato assieme ai soliti utili saltimbanchi a diffondere la propaganda di Putin e del suprematismo russo contro l’Occidente, l’America e l’Europa, come ormai non fa più nemmeno la destra estrema e reazionaria. 

E così il partito che, piaccia o no, ha mantenuto in piedi il paese nella tempesta politica ed economica degli ultimi dieci anni e che, nonostante le scivolate populiste, ha tenuto la barra dritta sulla questione cruciale dell’attacco militare e ideologico russo all’Europa adesso sta accelerando una corsa scellerata verso la catastrofe civile e morale di una comunità politica che si definisce democratica e progressista, ma che si sta inesorabilmente trasformando in un agente della conservazione reazionaria e in volenteroso carnefice di Putin. 

Guerini, Picierno, Alfieri, Gentiloni, Gori, Orfini, Quartapelle, Sensi, Maran e gli altri eroi democratici che per dignità personale su questo punto non intendono arretrare di un millimetro dovrebbero però cominciare a prendere il coraggio a due mani e staccare la spina prima che il nuovo corso Schlein travolga anche loro. 

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IL PEGGIOR GANGSTER EUROPEO DEL DOPOGUERRA

Morto Silvio Berlusconi, aveva 86 anni. Finisce un pezzo di storia italiana

Tre volte premier, fondatore di Forza Italia e di un impero televisivo che aveva plasmato l’immaginario nazionale per oltre un ventennio E ROVINATO TRE GENERAZIONI PORTANDO I NAZISTI AL POTERE.

Quando crepa una carogna che ha sempre riciclato, truffato, rubato e corrotto, non merita nessun rispetto.

IL RISPETTO SI CONQUISTA DA VIVI, SPENDENDO BENE LA PROPRIA ESISTENZA.

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CAZZARI SCELLERATI IN LIBERTA’

Due cosette…

1) Non guardo quelle porcate della #rai da almeno 8 anni, ma immagino come possa ancora peggiorare tutto in maniera esponenziale con gli amici ignoranti e incapaci (come loro) dei famigerati #meloni, #selfini e #gasparri.

2) NON E’ AFFATTO VERO CHE TUTTI I GOVERNI HANNO PIAZZATO I LORO AMICI NEI POSTI DI POTERE E DI GRANDE RESPONSABILITA’. QUESTA E’ LA MALATTIA DELLA DESTRA (m5s compreso). La verità è CHE i migliori governi del dopoguerra: #Prodi, #Renzi e #Draghi hanno scelto i migliori manager su piazza: di provato valore, per i loro CV, e per i grandi risultati ottenuti. Nessuno dei tre Premier ha mai chiesto tessere o favori.

3) LA BORGATARACAZZARA HA SPESO PIù SOLDI CHE PER GIRARE “BEN HUR” IN RIDICOLI SPOT DOVE HA SPARATO DELLE MINCHIATE FALSE E SESQUIPEDALI. “Ho fatto il più grande taglio alle tasse della storia!” UN CAZZO! HAI TAGLIATO, UNA TANTUM (CHE PER GLI IGNORANTI SIGNIFICA PER UNA VOLTA E STOP) LA MISERA CIFRETTA DI 2,9 MILIARDI. 60€ L’ANNO A FAMIGLIA.

MATTEO RENZI AVEVA TAGLIATO IN MANIERA STRUTTURALE, CIOE’ PER SEMPRE, OLTRE 45 MILIARDI E MARIO DRAGHI, 11 MILIARDI… DI COSA CAZZO VAI BLATERANDO IN GIRO?

Per rispetto della verità. (Io c’ero).

Lucio

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ECCO LA SCUOLA PIU’ ARRETRATA DELL’OCCIDENTE, DOPO LA CURA “BURLESQUONI-FASCISTI E P2”

SCUOLA

Un 15enne italiano su cinque non sa leggere in modo fluente. E quasi uno su quattro ha difficoltà a comprendere un testo scritto.

PRIMA HANNO TOLTO LA DICITURA #PUBBLICA DA SCUOLA E SANITA’, POI HANNO PIU’ CHE DIMEZZATO I FONDI, CACCIATO I MIGLIORI INSEGNANTI PERCHE’ “COMUNISTI” E ASSUNTO MILIONI DI IGNORANTI CHE NON HA MAI LETTO UN LIBRO NE’ SANNO ACCENDERE UN COMPUTER – NELLE SCUOLE E IN TUTTI GLI APPARATI PUBBLICI (VOTO DI SCAMBIO MAFIOSO), – POI HANNO COMPLETATO L’OPERA. E CON LA MELONI CHE NON SA PARLARE NEMMENO L’ITALIANO… SIAMO A CAVALLO. ANZI: AD ASINI!

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TANTI SALUTI A MATTEO RENZI.

Caro Renzi, quindi, anche secondo te e il Riformista la “trattativa Stato-mafia” non è mai esistita e dunque Rocco CHINNICI,Rosario Angelo LIVATINOPietro SCAGLIONE,Francesco FERLAINO,Francesco COCO,il brigadiere Giovanni Saponara e l’appuntato Antioco Deiana,Vittorio OCCORSIO,Riccardo PALMA,Girolamo TARTAGLIONE,Fedele CALVOSA,Emilio ALESSANDRINI,Cesare TERRANOVA, il maresciallo dr P.S. Lenin Mancuso,Nicola GIACUMBI,Girolamo MINERVIN,Guido GALLI,Mario AMATO,Gaetano COSTA,Gian Giacomo CIACCIO-MONTALTO,Bruno CACCIA,Alberto GIACOMELLI,Antonino SAETTA,Antonio SCOPELLITI,Giovanni FALCONE,Francesca MORVILLO,Paolo BORSELLINO (e tralascio i nomi degli agenti di scorta non per scarsa importanza, ma per mancanza di spazio) si sono tutti suicidati?

E le stragi del ’92/’93, ordinate dai capi: #gelli#andreotti e #kossiga ai loro sguatteri con la coppola, per mettere al governo i loro servitori fedeli come #burlesquoni#previti e #dellutri, non erano propedeutiche?

E quindi sono reali invece le minchiate di certi magistrati collusi (e sempre promossi) e le Madonne che piangono sangue di porco? Ok. E per te il criminale mafioso, figlio-fratello e compare di mafiosi #silvioburlesquoni è un “politico, un imprenditore e quasi un santo”?

Ok. Grazie per tutto quello che hai fatto per l’Italia (non certo per me… mi spettava e mi spetta come minimo la “LEGGE BACCHELLI”. Ma tu mi hai ignorato.

Sai che c’è? D’ora in poi ti ignoto anch’io, te e il tuo giornaletto dimmmerda. Tanti auguri ddi buona vita.

Lucio Salis (assassinato civilmente, professionalmente e biologicamente dalla mafia comandata da quel lestofante di #gladio_kossiga, il 17 dicembre del 1990.)

https://scrivoquandoequantovoglio.blogspot.com/2013/08/lucio-salis-iocomico-irriverente.html

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