Altri danni miliardari di Berlusconi e Scajola

EXPO SENZA L’EX SCIABOLETTA – LA CINA NON SA NEANCHE CHI È SCAJOLA, MA ’NO MINISTRO, NO PARTY’: VA IN TILT IL FORUM DELLE IMPRESE ITALIANE A SHANGHAI – AGENDA STRAVOLTA E INTESE A RISCHIO, IL PRESIDENTE HU JINTAO MANDA SOLO RAPPRESENTANTI DI TERZO LIVELLO – E’ QUESTIONE DI ETICHETTA ISTITUZIONALE: L´ACCOGLIENZA DEGLI OSPITI DEVE “AVVENIRE TRA PARI”…

Giampaolo Visetti per “la Repubblica”

I  CASINI  DI BERLUSCONI E SCAJOLA

casino

Non risulta che Claudio Scajola, in Cina, lo abbiano sentito nominare tutti. A Pechino le sue dimissioni da ministro per lo Sviluppo economico hanno però fatto più effetto che a Roma. Berlusconi si è limitato ad assumerne le deleghe. Il governo cinese, attentissimo ai dettagli politici, ha deciso invece di declassare il format della

missione economica italiana in Cina, al via domenica prossima.

Scajola, travolto dallo scandalo dell´appartamento con vista sul Colosseo, avrebbe dovuto guidare la delegazione di oltre 140 imprese italiane, organizzata da Confindustria, Ice, Abi e dai ministeri di Esteri e Sviluppo. Con lui Emma Marcegaglia, Umberto Vattani, alcuni tra i più importanti banchieri e industriali del Paese.

EMMA MARCEGAGLIA
Dopo la prima missione di sistema, organizzata dall´ex premier Romano Prodi nel 2006, sarà la visita commerciale di più alto livello: 500 uomini d´affari, impegnati in incontri a Chongqing (30 milioni di abitanti, prossimo eldorado del business), Shanghai e Pechino. Il viaggio, fino al 5 giugno, resta confermato.

L´assenza di un ministro alla testa della missione italiana, concordata un anno fa nel corso della visita a Roma del presidente Hu Jintao, ha però imposto alla liturgia del potere cinese di abbassare drasticamente il livello della propria rappresentanza.

umberto vattani – Copyright Pizzi
A ricevere il viceministro Adolfo Urso, per la settima volta in Cina, non ci saranno i funzionari di secondo livello, o i governatori locali, come l´emergente segretario del partito comunista di Chongqing, Bo Xilai. Saranno delegate le terze schiere, in certi casi nemmeno a livello ufficiale. Il Forum Economico Italia-Cina, a Pechino il 4 giugno, pur conservando la definizione sugli inviti prestampati è stato retrocesso a Convegno. In Cina non sono sofismi linguistici.

Se manca l´investitura e la presenza dell´autorità politica, ossia del partito-Stato, il potere economico recepisce il messaggio di un impegno marginale. È un metodo, la tradizione, non una scelta. Agli incontri vengono inviati i segretari dei vice, le aziende top cambiano agenda, la pressione del partito affinché si chiudano accordi, svanisce. Per i cinesi è una «questione di buona educazione».

ADOLFO URSO & FRIEND – copyright Pizzi
Hu Jintao
L´etichetta istituzionale prescrive che l´accoglienza degli ospiti deve «avvenire tra pari», per sollevare tutti dall´imbarazzo di non poter assumere impegni direttamente. Per l´Italia invece l´imbarazzo c´è. Scajola non avrebbe risolto un deficit dell´interscambio da 9 miliardi di dollari. Gli imprenditori di qualità sono maggiorenni e vedono gli affari da soli. Ma la Cina è la Cina.

Può essere considerata distante, ma vede sempre più lontano. Può essere definita «nazione in via di sviluppo», ma applica gli standard internazionali di una «potenza sviluppata». Anche in Italia chi produce lo sa e in questi giorni riflette sui nostri «tempi della politica». E inizia a pensare che la Grande Muraglia è meglio del Colosseo.

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