Beccato Puddu, sindachetto maiale e ladro di Portoscuso. Ora sta in galera.

Sesso con il sindaco oppure niente sussidio

Portoscuso, l’arresto di Puddu. Un’accusatrice: «A letto con lui e ricattate, poi ho detto basta. Quando ho deciso di ribellarmi il mio nome è stato cancellato dagli elenchi delle persone bisognose»

di Chiaramaria Pinna, Silvia Sanna e Felice Testa

Adriano Puddu

Adriano Puddu

PORTOSCUSO. Respinge tutte le accuse – corruzione, peculato, concussione sessuale, voto di scambio – contenute nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giorgio Altieri. Dal carcere, dove è rinchiuso da sabato mattina, dopo un
tentativo di fuga maldestro, il sindaco di Portoscuso Adriano Puddu, 65 anni, si proclama innocente. Ma contro di lui ci sono una valanga di intercettazioni e le testimonianze di alcune ragazze alle quali il sindaco-gentleman si rivolgeva così: «Vuoi trombare?». Se rispondevano di no, potevano dire addio ai sussidi sociali.

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Le donne, dicono le 38 pagine dell’ordinanza, erano una vera fissazione per Adriano Puddu. Non immaginava che sarebbero state proprio due donne ad incastrarlo. La prima è Valeria Sanna, ex assessore che si era dimesso dopo essersi ribellata al progetto delle pale eoliche. Per questo la Sanna si era beccata anche un calcio al seno dal sindaco. Dal suo esposto sono partite le indagini sulla questione delle mazzette. Un’altra ragazza, invece, ha scoperchiato il pentolone della concussione sessuale: prestazioni in cambio di sussidi fondamentali per sopravvivere. Lei, la grande accusatrice, è una di quelle donne che dopo un po’ non voleva più saperne di sottostare alle richieste di Puddu. E che, quando ha iniziato a dire di no, ha visto il suo nome scomparire dagl

i elenchi comunali delle persone in difficoltà. C’erano invece i nomi di altre donne, obbligate ad andare a letto con Puddu e con certi suoi amici.

“Ho voluto riferire queste cose solo ora perché sono stufa del comportamento di quest’uomo con noi ragazze di Portoscuso. Lui approfitta delle donne in stato di necessità per portarle a letto, compresa mia sorella”. La donna racconta che a coinvolgerla nel giro era stata la sorella. Poi, per convincerla, il sindaco Puddu le disse che se non avesse accettato di fare sesso con lui non avrebbe mai lavorato a Portoscuso. Lei ha paura, per questo cede. In cambio viene inserita nella categoria delle fasce deboli e assunta in una coop. Il Comune le paga le bollette della luce e parte dell’affitto, grazie – dice l’ordinanza – all’intervento di Puddu e Serena Galizia, assessore ai Servizi sociali, indagata. A un certo punto, la giovane si ribella. Capisce di essere vittima di un ricatto, racconta la sua storia e quella della sorella.

“Si incontra con Puddu per avere rapporti sessuali a pagamento, per fare in modo che lui non faccia mancare l’assistenza alla sua famiglia. A volte lui le chiede altre ragazze per fare sesso”. Dalle intercettazioni emerge anche la richiesta di rapporti con terzi “con persone nei cui confronti aveva motivi di riconoscenza politica”. Le conversazioni avvenivano davanti a testimoni: una delle donne aveva un telefono funzionante solo con il vivavoce e alle telefonate con Puddu assisteva spesso il fidanzato. L’accusatrice cita casi di altre ragazze coinvolte nel giro, tutte in condizioni di grave disagio.

Dalle intercettazioni viene fuori la storia di una giovane donna alla quale Puddu si rivolgeva per organizzare incontri con vicine di casa, in particolare con una che il solito gentleman chiama Porcahontas o Pornomamma. La stessa giovane donna aveva una relazione anche con il Padre Nostro, un sacerdote in buoni rapporti con il sindaco. Che però, evidentemente, non gradiva essere trascurato: al punto che quando la donna sollecita un aiuto economico, le risponde beffardo: «Chiedi al Padre Nostro, vediamo che può fare».

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