Buona domenica a tutti!

Notte bestia, ragazzi. Dormito pochissmo e male: nausea, vomito, dolori addominali e a tutte le cellule del corpicino. Ieri mi sono preso pure una bella congestione, mentre aspettavo il carro attrezzi che arrivava da Sadali. E per fortuna Tonio è un mio amico, altrimenti sarei ancora in mezzo alla 131!
Per ordine. Ieri mattina, sveglia forzata come al solito: muratori deficienti e arroganti. Preparativi veloci e partenza per Cagliari: due ore di viaggio. Sono andato pianino per non far star male le biondine. Siamo arrivati al teatrino di Alfredo Barrago, a Quartu, intorno alle 11,30. Lui era lì che ci aspettava con la sua piccola Ginevrina e aveva già preparato il tavolo con mozzarelle, bresaola, e insalata. Io ho portato il Cannonau. Le bambine sono subito salite sul palcoscenico a cantare e ballare, lasciando noi a chiacchierare nel piccolo foyer imbandito. Un teatrino davvero delizioso L’houdini di Alfredo: 50 posti, ma una vera bomboniera. L’unico teatro privato e dedicato alla magia in tutta l’Isola. Poco dopo l’una ci ha raggiunto Chiara, la signora Barrago: violinista e insegnante (era di commissione d’esame). Rapidi come fulmini, siamo volati all’aeroporto di Elmas. Roba da capre. Per fortuna sono stati tutti gentilissimi con noi e una ragazza della sicurezza mi ha persino tenuto un coltello Arburense, per permettermi di accompagnare Melina all’imbarco, anche se i documenti prevedevano solamente la scorta della madre. Dato che Melina doveva viaggiare da sola, ci hanno fatto andare lì due ore prima dell’imbarco. Due ore, du’ palle! La famigliola Barrago ci ha accompagnati fino allo scalo e poi ci hanno salutati. Tutto bene. Imbarcata la principessa, tutta felice e trepidante, perché c’era anche una 14enne che viaggiava da sola e avevano le poltrone 1 e 2, siamo andati a recuperare la vecchia Bmw. Multa. 40 euro per aver parcheggiato in un parcheggio autorizzato. Queste merde di vigili compaiono solamente per appioppare multe a tradimento, mica per informare il cittadino che lì si paga e che quindi si deve munire di bigliettino. Ausiliari del traffico?! Ma traffico di cosa?! Non la pago. Partiamo. Non vedo l’ora di tornarmene al fresco del mio castello in pietra. Lungo la strada, prima di Senorbì, mi fermerò a tagliare un po’ di canne per ingabbiare pomodori e fagiolini. Quelli che mi hanno lasciato le lumache. Faccio 13 km in un caldo torrido, quando… STROK! Ho preso un sasso? Lena subito si agita: “Amo’, la freccia! Fermati!”
La freccia è l’ago del liquido del radiatore, balzato in un attimo sul rosso sparato. Cazzo! Meno male che siamo a dieci metri dall’ombra di un sottopasso e che ho una tanica di liquido integratore nel baule. Supero di poco una piccola area di sosta e mi metto all’ombra. Le auto mi sfrecciano a 20 cm dal culo, mentre apro il cofano. E c’è un vento bello sostenuto che non mi lascia il cofano sollevato. A momenti mi decapita due volte. Scende Lena e me lo regge, mentre io svito il tappo del radiatore e verso il liquido.
“Guarda che sta andando tutto per terra.” mi informa la ballerina del Bolshoj. Oh merda! Il tubo di gomma è squagliato proprio a metà… Chiamo Alfredo e gli chiedo aiuto. Lui è già al teatrino ma non gli funziona Internet. Chiara è già a casa e incarica lei di trovare un meccanico e un negozio di ricambi. Un’ora passa senza costrutto. Vedo una città mercato a circa trecento metri. Lascio Lena in macchina e vado lì. Un percorso di guerra. Sembro un abigeatario coi sandali e la panza. Scavalco un guard rail altissimo e atterro sull’erba secca, tra siringhe e vetri rotti. Ancora un altro guard rail da saltare, una salita asfaltata, una discesa, ed eccomi dentro il tempio del commercio. C’è un ragazzo che vende autocarri, ma non conosce nessuno. “Chiedi a qualcuno della sicurezza, mi fa, sono tutti dei paesi qui intorno.” La faccio breve: spiego la situazione ad almeno dieci persone, ma tutte mi rispondono in un modo che mi fa girare le palle: E’ SABATO SERA, NON TROVERA’ NESSUNO NE’ NESSUN NEGOZIO DI AUTORICAMBI APERTO. A CAGLIARI? MA SCHERZA?!”
Al banco di una grande rivendita di mobili, una certa Luci è gentilissima e fa alcune telefonate ad amici e colleghi. Mi dà due numeri… inutili. Chiamo Wilson a Milano: è già in aeroporto per prendere la sorellina. E’ pure preoccupato perché l’aereo ha 40 minuti di ritardo… siamo in Italia. No, non conosce nessuno in zona. Perché non cerco di tornare all’aeroporto e prendo un’auto a nolo? Perché non ho un cent e sono piantato in mezzo a Le mans, coi pazzi che corrono e la mia auto è inchiodata in corsia d’emergenza. Chiara dà tre numeri a Lena. Lei me li trasmette, ma non posso scrivere. Le dico di chiudere la macchina, lasciare le frecce d’emergenza, e raggiungermi all’ipermercato. Almeno c’è l’aria condizionata. E’ un casino usare i cell: tutti i negozi fanno musica a volumi sparati ed è una bolgia; una cacofonia totale. Ie le odio le città mercato: vendono merda ed hanno ucciso tutti i piccoli negozi di cose buone. Chiamo i numeri di Chiara… inutili: mi risponde solamente uno, ma mi spiega che è sabato sera. Semmai è sabato pomeriggio, dico io e chiudo. Ma cazzo di Budda! State tutti nella merda, tutti disperati per i soldi che non ci sono, però non avete voglia di fare un cazzo! E’ SABATO SERA… I cinesi lavorano anche di sabato pomeriggio, sabato sera, domenica… e si stanno comprando il mondo!E voi, immense teste di cazzo, ce l’avete coi cinesi perché comprano negozi e palazzi IN CONTANTI. I vostri negozi e i vostri palazzi!!! In Usa si sono comprati anche le banche e le multinazionali. Voi parlate male di loro e loro… VI COMPRANO! Ma, dico io, a parte la scarsa voglia di lavorare… e il servizio ai cittadini? Soltanto un decerebrato massone come il sindachetto di Cagliari può parlare di “capitale del Mediterraneo” o di “città turistica”. Cagliari è un paesone sporco, morto, ignorante e arrogante. Zero turismo, zero cultura, zero servizi. Una tomba. Un sepolcro pieno di gente che il “sabato sera” chiude tutto, lasciando i cittadini privi di servizi, e si riversa nelle città mercato. Morti. Continuo a chiedere, con sempre meno fiducia, di un qualche meccanico locale: hai visto mai che nei paesi si trova gente più umana e interessata ad un guadagno extra? Nein. Chiamo Franco a Sadali e gli chiedo di allertare Tonio: il fratello che fa servizio di soccorso stradale. Mi chiama Alfredo: “Ho trovato un amico d’infanzia che fa soccorso stradale, ti rimorchia la Bmw fino al deposito e infila un pezzo di marmitta tra i due monconi di manicotto di gomma, due fascette e puoi tornare a casa. BENE! Arrivano dopo venti minuti. Nel frattempo, io e Lena ci siamo fatti una Céres e comprato due cose per domani. E sei litri di liquido per il radiatore. Scavalchiamo i guard rail e torniamo alla macchia, quasi contemporaneamente ad Alfredo e Andrea. Quest’ultimo apre il cofano… MERDA! “Minca, è un casino… non è il manicotto: è il pezzo metallico, forse il termostato che si è spaccato. Ne manca un pezzo, vedi?” Ma è bellissimo! Ma come sono contento! Ringrazio i due, pago 30 euro, al ragazzo per il disturbo, e richiamo Franco. “Non so se Tonio può venire, mi fa, stanno lavorando al campo sportivo per il torneo di calcio… Prova a chiamarlo tu. E mi dà il numero. Chiamo Tonio e lo convinco a mollare il calcetto. Ok, parto subito, mi dice, e noi ce ne torniamo alla città mercato. Mangiamo un pezzo di pizza orrida, una birretta fredda e via a fumare fuori. Meno casino e più ventilato. Sta facendo scuro e si è abbassata di molto la temperatura. Torniamo alla macchina. Lena ha freddo e le do il mio gilet con le tasche. Entro in macchia: anch’io ho freddo. Faccio per accendere la radio… unu cazzu! La batteria è morta: suicidata con le 4 frecce…
Finalmente arriva Tonio e alle 23,30. Morti. Lena con la nausea, io con un mal di stomaco bestiale: tra freddo e nervoso. Oggi viene Francesco a pranzo e spero che mi sistemi il pc. The end. BUONA DOMENICA A TUTTI!!!

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