Buonanotte a tutti! CATRAME SARDO. Mare inquinato grazie alla cosca burlesquoni.

CATRAME SARDO – DA PORTO TORRES FINO ALLE COSTE DELLA GALLURA LE SPIAGGE DELLA SARDEGNA SONO INVASE DA OLIO COMBUSTIBILE
GOVERNO E REGIONE SOTTO ACCUSA, PER LE OPERAZIONI DI BONIFICA INADEGUATE – L’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA MA LA RICHIESTA DI DICHIARARE LO STATO DI EMERGENZA È FERMA SULLA SCRIVANIA DELLA PRESTIGIACOMO…

Gianni Bazzoni e Serena Lullia per “La Nuova Sardegna”

Si continuano a raccogliere palle di catrame. Da Porto Torres fino alle coste della Gallura. Il grecale ha centrifugato l’olio combustibile presente in mare e l’ha spiaggiato in punti dove finora non c’era traccia. Alcuni pezzi sono comparsi sulla spiaggia e sulle rocce della Renaredda, a Porto Torres, molto nota perchè frequentata d’estate soprattutto da famiglie con bambini. Le operazioni di bonifica proseguono, ma sotto accusa finiscono Regione e Governo.
Ugo Cappellacci

L’impressione – a dodici giorni dall’incidente che si è verificato a Fiume Santo – è che non siano state messe in campo tutte le forze necessarie per contrastare fin dal primo momento il fenomeno inquinante, specie perchè accaduto in un’area molto sensibile, dove sono presenti parchi nazionali e Siti di interesse europeo (basterebbe citare solo il Santuario dei cetacei).

E siccome con il passare dei giorni le macchie di catrame saltano fuori quasi a sbeffeggiare le decine di operai impegnati nelle attività di pulizia, viene da pensare anche a quanto affermato dal comandante della Capitaneria che – in una conferenza stampa – aveva reso noti i risultati delle verifiche effettuate dall’aereo della Marina militare, un Atr 42 che aveva «radiografato» le acque dal Golfo dell’Asinara fino a Santa Teresa, senza ravvisare tracce di combustibile in mare. Ma allora da dove proviene l’olio che colora di nero scogliere e spiagge? C’è qualcosa che non torna e sarà interessante sentire il resoconto in Parlamento, mercoledì, del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

C’è attesa anche per le prime decisioni della magistratura. L’inchiesta giudiziaria, infatti, va avanti e uno dei punti chiave è rappresentato dalla banchina dove si è verificato l’incidente. Quella struttura era stata voluta dall’Enel (nel 1999) per non dipendere dalla condotta dell’Eni. Una scelta che ha dovuto tenere conto di una situazione molto complicata quale è, appunto, la costruzione di un oleodotto con una banchina già esistente.

Così è stata elaborata una soluzione, con il tubo passato in un cavedio, sotto il piano di calpestio, senza possibilità di ispezione. E.On ha ereditato il «problema» che è stato di Enel prima e Endesa poi, senza avere conoscenza di quel rischio, anche perchè la struttura risulta collaudata nel 2002. Ieri la segreteria della Cgil di Sassari, tornando sull’incidente, ha sostenuto «che certe cose non devono accadere» e auspicato «che gli Enti locali e la Regione assumano un atteggiamento che porti a un maggiore rispetto del territorio».

Sulla vicenda dell’inquinamento, si mobilita anche lo sport. I tifosi del gruppo «Nuova Guardia» della Torres – sensibili alle questioni sociali – hanno esposto uno striscione allo stadio “Vanni Sanna”: «Inquinare terra e mare è criminale, la politica sta a guardare. Popolo sardo fatti rispettare».

E in Gallura è stata un’altra giornata con le mani nel catrame per cercare di salvare il paradiso. Il mare porta sulle spiagge altre zolle bituminose, da Monte Russo a Capo Testa. Gli operai E.On hanno concentrato gli sforzi sul litorale di Vignola. Circa 100 i chili di catrame raccolti sul lido. Le squadre di volontari hanno invece passato di nuovo al setaccio le coste battute giorni prima. Per trovare altro catrame tra i granelli. Ma i comuni di Aglientu e Santa Teresa da soli non ce la possono fare. E puntano il dito contro il silenzio della Regione e del Governo. La richiesta di dichiarare lo stato di emergenza nazionale è ferma sulla scrivania del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo da sabato.

«A distanza di due giorni il ministero non ha ancora adottato il provvedimento – scrivono in un documento i sindaci di Santa Teresa e Aglientu, Stefano Pisciottu e Gabriela Battino -. Un ritardo inqualificabile, che non è coerente con le procedure d’urgenza che dovrebbero essere adottate. Un ritardo che ha già provocato problemi di funzionamento nel debole apparato di intervento». I due primi cittadini accusano Regione e Stato di snobbare l’emergenza.

«La colpevole superficialità del ministero dell’Ambiente non è meno grave del disinteresse della Regione, che fino a oggi ha ritenuto di dover limitare la propria azione politica all’invio di messaggi di solidarietà – concludono Pisciottu e Battino -. Di fronte alla concreta prospettiva di un gravissimo danno ambientale ed economico leviamo il nostro grido di allarme. Nella speranza che almeno una tardiva presa di coscienza delle istituzioni e della opinione pubblica, possa favorire l’adozione dei necessari interventi».

gasparri-facceculu

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