Caso Perego, parla l’ad Campo Dall’Orto: «Solo un incidente ma ora cambiamo i palinsesti di Rai1» E sarebbe ora di fare televisione vera e non più ciarpame di berlusconi!

Si può parlare di tutto, ma con il tono giusto. Il nostro sforzo quotidiano è finalizzato a far sì che la volgarità sia ogni giorno meno presenza nella Rai, al contrario della leggerezza, che è ben accolta. È proprio quella volgarità che condurrebbe la Rai al bigottismo cui allude – bigottismo che porta alla malizia e all’ipocrisia, lontane da ogni gioia e dalla possibilità della leggerezza.

Mi riconosco nei valori fondanti del Servizio Pubblico, valori che, a mio giudizio, negli ultimi anni si erano un po’ diluiti nell’inseguimento di logiche commerciali. Solo partendo dai nostri valori si può affrontare la sfida dell’innovazione e del cambiamento. Inoltre, non bisogna accontentarsi di rispondere alla domanda su cosa sia “accettabile” per il Servizio Pubblico. La domanda deve essere: cosa è necessario e desiderabile per il Servizio Pubblico? Ritengo che i contenuti di cui stiamo parlando fossero lontani anni luce dall’essere desiderabili o necessari e che uscissero anche dal perimetro dell’”accettabile”. E dunque si è deciso di interromperne la programmazione. Il moltiplicarsi delle opinioni e la decisione percepita come improvvisa hanno fatto sì che diventasse un caso.

E’ stato sì un incidente di percorso, ma un incidente lungo un cammino già tracciato e su cui stavamo lavorando da tempo: l’evoluzione dei programmi quotidiani di Rai1. In verità Abbiamo semplicemente ritenuto che quei contenuti non fossero in linea con i valori del Servizio Pubblico e con le linee editoriali indicate fin dall’inizio del nostro mandato. Un ultimo punto, se avrà avuto la pazienza di leggermi fino a qui. Ogni nostra decisione deve essere letta in proiezione futura; il punto non è interrompere o meno un programma. Quello è, come le dicevo, un incidente di percorso. Il punto è costruire una Rai sempre più vicina alla sua mission e ai suoi cittadini, che non rincorra gli ascolti come legittimamente fanno gli operatori commerciali e che sia sempre più plurale, universale e contemporanea. Quella mezz’ora di brutta televisione non rispondeva a nessuno di questi obiettivi.

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