COME SI COMINCIA A FARE MORIRE DALLE RISATE I GIORNALISTI VERI DELLA STAMPA VERA Di Maio: “No al governo istituzionale, il voto non ci spaventa. Padoan avvelena i pozzi”, COMINCIAMO A FARCI DEL MALE.

Cioè, un ebete analfabeta che non sa fare nemmeno una divisione a due cifre contesta uno dei più grandi e rispettati economisti del mondo. Pronti coi popcorn?

Di Maio a stampa estera: “No governo istituzionale. Voto non ci spaventa. Padoan avvelena i pozzi”

Di Maio a stampa estera: "No governo istituzionale. Voto non ci spaventa. Padoan avvelena i pozzi"
(ansa)

Il candidato premier alla Stampa Estera. “Le presidenze delle Camere non riguardano la questione del governo, ma sono figure di garanzia che hanno a che fare con il Parlamento”. “Accordo sui temi nel rispetto di un voto post ideologico”

di ALBERTO CUSTODERO e ANNALISA CUZZOCREA

ROMA – “Noi non contempliamo nessuna ipotesi di governo istituzionale e di governo di tutti, gli italiani hanno votato un candidato premier, un programma e una squadra”. Lo dice Luigi Di Maio rispondendo alle domande dei giornalisti della sala stampa estera. “Le presidenze delle Camere non riguardano la questione del governo, non devono essere legate a dinamiche di governo, ma sono figure di garanzia che riguardano il Parlamento”. “Non siamo disponibili a immaginare una squadra di governo diversa da quella espressa dalla volontà popolare: c’è stata una grande investitura”. Tradotto, il leader pentastellato ribadisce che il movimento è disponibile a farsi il proprio governo con i voti di qualcun altro non ancora individuato. Inutilmente i giornalisti della Stampa Estera cercano di incalzarlo sul tema delle alleanze. Come un disco, Di Maio risponde sempre nello stesso modo: “Undici milioni di italiani si sono espressi sul nostro programma. Siamo aperti al dialogo sui temi che interessano l’Italia, nessuno al momento si è fatto avanti. Chiediamo responsabilità. Gli italiani hanno dato un forte segnale post-ideologico. Il nostro programma non è mai stato estremista. La volontà popolare è sacra. I punti di programma rimangono quelli”.

“Le nostre misure economiche – ha aggiunto – saranno sempre ispirate alla stabilità del paese e alla qualità della vita degli italiani, vogliamo stare fuori dalle diatribe dei partiti”. “Ormai tutti concordano”, ha continuato sul tema dell’economia, sul fatto che il tetto del 3% “vada superato, vediamo come. Noi abbiamo a cuore l’idea di ridurre il debito pubblico ma con politiche espansive, non con l’austerity”.

Dopo aver parlato di dialogo, e dopo aver dato segnali di apertura, disponibilità e distensione, l’affondo, a freddo, contro il ministro dell’Economia del governo di Paolo Gentiloni. “Irresponsabile – ha attaccato Di Maio – il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che oggi a Bruxelles ha risposto ‘non so’ sul pericolo di instabilità. Quasi una provocazione, sembra che pensi ‘ora che vado all’opposizione avveleno i pozzì dicendo che c’è instabilità’. Tutti quanti dobbiamo avere responsabilità” ha ribadito. Immediata la replica del segretario reggente dem, Maurizio Martina: “Parole arroganti e non utili all’Italia. È solo farsa”.

dice no a governo istituzionale con tutti dentro. Ripetendo temi su cui punta cita lotta alla corruzione, alla povertà e abbattimento delle tasse (non la lotta all’immigrazione clandestina). E dice: non vogliamo aver nulla a che fare con i partiti estremisti europei

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