#Coronavirus Attenti ai facili allarmismi. Gli esperti: “è meno pericoloso di Sars e Mers”

Coronavirus, gli esperti: “Niente allarmismi, è meno pericoloso di Sars e Mers”

Coronavirus, gli esperti: "Niente allarmismi, è meno pericoloso di Sars e Mers"
(reuters)

La Società Italiana di Terapia Antinfettiva tranquillizza: mortalità al 2%. Per la Sars il dato era del 10% e per Mers del 30%

di VALERIA PINI

I DATI sul nuovo virus dalla Cina spaventano. Più contagi della Sars, l’epidemia di coronavirus ha già superato in Cina la diffusione della sindrome del 2003: sono 5974 i casi confermati (contro i 5327 della Sars, in nove mesi), mentre i decessi sono saliti a 132. Da un paese all’altro l’attenzione è sul nuovo coronavirus (2019-nCoV) e il mondo sembra quasi fermarsi. Ma sulla mortalità gli esperti della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (Site)  e dell’Istituto superiore di Sanità tranquillizzano e ricordano quanto sia importante leggere i numeri con attenzione.

Per capire quanto sia aggressivo questo nuovo virus è infatti necessario mettere i dati a confronto con quelli di altri due coronavirus che hanno causato epidemie diffuse nel recente passato: quello della Sars del 2003 e quello della Sindrome respiratoria mediorientale (Mers). Patologie che si sono diffuse fra il 2013 e il 2019 uccidendo molte persone e diffondendo la paura. La Sars ha provocato 813 decessi su 8.400 casi, con una mortalità quindi del 10% circa, mentre la Mers ha colpito 2.500 persone causando 858 decessi, con un indice di letalità del 30%.

“Numeri limitati”

Stando ai numeri attuali, che vanno comunque considerati con cautela perché al momento l’unica fonte di informazione sono i media e le istituzioni cinesi, il tasso di mortalità del coronavirus 2019 n-cov si attesterebbe poco sopra al 2%. E per questo gli esperti tendono a considerare la situazione gestibile: anche se l’epidemia si espanderà rapidamente, la mortalità dovrebbe essere limitata. A oggi può risultare molto più pericolosa una polmonite del virus cinese. “Stiamo assistendo a numeri limitati, con sporadici casi di trasmissione interumana al di fuori dalla Cina, soprattutto se li paragoniamo all’epidemia di un qualsiasi virus influenzale nel nostro paese, con milioni di casi da dicembre ad oggi – spiega Matteo Bassetti, professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica Malattie infettive, Ospedale San Martino di Genova, presidente della Sita – oppure se consideriamo l’impatto delle polmoniti che curiamo nei nostri ospedali. È opportuno ricordare che la polmonite batterica, prima causa di morte per malattie infettive nei paesi occidentali, provoca ogni anno 11.000 decessi solo in italia e che nel nostro paese ogni anno circa 5.000 persone muoiono a causa di complicanze respiratorie da influenza”.

Rezza: “Probabilmente non è letale come la Sars”

Un’opinione confermata anche dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss). “Il tasso di mortalità è irrilevante se consideriamo la popolazione cinese e su quello di letalità restano grossi dubbi. Non possiamo fare calcoli in questo momento per quanto riguarda i morti registrati ufficiali sul totale dei casi registrati ufficiali, perchè mentre i morti sono un dato quasi attendibile, per i casi non è così: quelli registrati sono solo i più gravi e rischieremmo di sovrastimare la letalità o di sottostimarla – dice Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore sanità, al termine della prima riunione del tavolo tecnico-scientifico sul coronavirus all’Iss. “Probabilmente non siamo ai livelli di letalità della Sars, forse qualcosa di leggermente maggiore dell’influenza. I morti sono perlopiù anziani o affetti da malattie croniche, la differenza è che per l’influenza abbiamo un vaccino, mentre per questo no”.

I sintomi

I sintomi più frequentemente riportati sono stati febbre alta, affaticamento, tosse secca e difficoltà respiratorie con situazioni variabili, che vanno da quadri abbastanza blandi a casi di gravi polmoniti, che hanno necessitato di assistenza rianimatoria. Il tempo di incubazione è di 14 giorni. In Italia sono state adottate tutte le procedure sanitarie di contenimento e di gestione: il nostro paese è perfettamente attrezzato con reparti di malattie infettive di altissimo livello, dotati di stanze a pressione negativa dove, qualora necessario, si possono ricoverare in isolamento i pazienti con coronavirus. I nostri laboratori di virologia e microbiologia, inoltre, sono già attrezzati per poter effettuare lo screening e capire rapidamente se una persona è stata contagiata.

“Situazione sotto controllo”

“Il sistema sanitario per la gestione delle malattie infettive è pronto, rodato e maturo- spiega Bassetti- il messaggio per la popolazione è quello di stare tranquilli perchè al momento non esiste alcun motivo per agitarsi. La situazione va vigilata attentamente ed è bene tenere alta la guardia sugli eventuali casi sospetti provenienti dalle aree epidemiche, ma non bisogna creare allarmismi. Non andare più al ristorante cinese per la paura infondata che questo virus si trasmetta attraverso il cibo o rinunciare a un viaggio in un luogo non considerato a rischio sono comportamenti a mio parere eccessivi. Il rischio vero è quello di dare troppa enfasi a qualcosa che in realtà è molto lontano da noi e poco o per nulla pericoloso, sottovalutando problemi veri e tangibili come l’epidemia influenzale, che non è ancora del tutto passata e rappresenta, questa sì, un vero pericolo per le categorie a rischio”.

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/01/29/news/coronoavirus_gli_esperti_niente_allarmismi_e_meno_pericoloso_di_sars_e_mers_-247091361/?ref=RHPPLF-BH-I247116169-C8-P2-S5.2-T1
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