Diritti umani, il ritorno all’anno zero dell’Italia fascista e analfabeta.

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10 dicembre 2018

Diritti umani, il ritorno all’anno zero dell’Italia

Nel giorno del 70°anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, Amnesty international denuncia: “In Italia attacco ai diritti umani”

L’Italia assente al vertice dell’Onu per la ratifica del Global migration compact che si apre oggi a Marrakesh, Amnesty International che accusa il nostro Paese di stare sferrando un attacco ai diritti umani, e il presidente del Consiglio Conte che parla di principi da applicare “con coerenza rispetto alle sfide globali odierne” (qualunque cosa un’affermazione del genere voglia dire).
È questa l’immagine restituita dall’Italia, la patria di una delle Costituzioni più avanzate al mondo, nel giorno del 70° anniversario della Dichiarazione dei Diritti umani.

Prima un po’ di storia: il 10 dicembre del 1948, dopo la fine di uno dei conflitti più sanguinosi che il mondo abbia attraversato, l’Assemblea Generale della Nazioni Unite, allora formata da 58 Stati, adottò la Dichiarazione universale, diventata da allora parte vincolante del diritto internazionale oltre che costituire la base della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea, a sua volta parte integrante della Costituzione dell’Ue.

Un codice di un’importanza cruciale, che ha messo nero su bianco, per la prima volta nella storia, i diritti universali (cioè validi in ogni epoca e luogo) dell’essere umano: da quelli individuali a quelli sulle libertà di pensiero, opinione e fede religiosa. Norme frutto di conquiste sociali e civili costate molti sacrifici che hanno costituito, nel mondo occidentale, la base di una convivenza pacifica che resiste tutt’ora, ma che un mondo dominato da rabbia e paura sembra mettere in discussione.

I dati, con qualche luce e molte ombre, sullo stato dei diritti umani nel mondo, sono stati forniti dal rapporto annuale di Amnesty International, e quello sull’Italia in particolare è un vero e proprio j’accuse.

“Il nuovo governo– si legge nel Rapporto – si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio. Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo”.
E a proposito del dl sicurezza, per Amnesty contiene misure “che erodono gravemente i diritti umani e avranno l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia”.

Altro fenomeno additato dall’associazione, i cui riferimenti appaiono più che chiari, “il massiccio ricorso da parte di alcuni candidati e partiti politici a stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti”.
Del resto è la stessa Amnesty a denunciare un aumento dell’intolleranza in Europa e in Asia, “in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di libertà per la società civile”.

Un dato confermato dall’allarmante ricerca dell’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra) resa nota oggi e condotta fra maggio e giugno in 12 Paesi Ue, secondo la quale circa il 90% degli intervistati ritiene che l’antisemitismo stia crescendo nel loro Paese.
Un dato che sale anche in Italia e arriva all’81% (+14% rispetto al 2012). Una notizia che fa il paio, in un accostamento che mette i brividi, con quella del furto e la rimozione, a Roma, di venti “pietre d’inciampo”, le targhe della memoria a forma di sanpietrino dedicate alle vittime della Shoah. Per Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione culturale Arte e Memoria “un attacco inaudito di fascismo e antisemitismo. Purtroppo un governo come quello che abbiamo, che aizza all’odio per il diverso, legittima questi atti”.

Tra le iniziative in programma, la fiaccolata a Roma alle 18.30 al Colosseo.

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