E dov’erano questi stronzi mentre berlusconi sfasciava l’Italia e aboliva le regole di sicurezza e gli ispettori del lavoro? E DOV’ERANO QUANDO SI POTEVA VOTARE SI’ AL REFERENDUM CHE AVREBBE RIFORMATO IL PAESE? MA ANDATE A CAGARE, IPOCRITI GRILLISTI!

“Basta morti sul lavoro”, i sindacati chiedono più sicurezza

Sindacati in piazza a Prato per la sicurezza. Cortei e manifestazioni sono stati organizzati anche in altre città, da Nord a Sud

Troppi morti sul lavoro. Quest’anno le celebrazioni per il Primo Maggio si sono concentrate anzitutto sugli incidenti sul lavoro, frutto – è il coro unanime dei sindacati – di troppi elementi che non vanno sul tema della prevenzione. Il drammatico conto dell’Inail è impetuoso: oltre tre morti al giorno nel 2017. Numeri dolorosi e angoscianti, che addirittura aumentano se si considerano i lavoratori in nero e le partite Iva. Sono le premesse numeriche per dire basta, dicono i sindacati, i quali dal corteo unitario di Prato rimarcano l’importanza della sicurezza che deve diventare il cuore del lavoro. La sicurezza, hanno sottolineato dal palco, non può essere messa sul piatto dei costi-benefici delle imprese perché “è la prima forma di rispetto delle persone”.

Un tema sottolineato anche dal Capo dello Stato nel suo discorso alle celebrazioni della Festa del lavoro. “La prevenzione va rafforzata con investimenti sulla sicurezza e controlli efficaci” ha detto Mattarella chiamando le istituzioni “a fare la loro parte”.

La scelta dei sindacati di celebrare il Primo Maggio a Prato non è casuale: rappresenta un’importante e simbolica realtà industriale dove il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è fortemente sentito per drammatici accadimenti (si pensi al Rogo di qualche anno fa in una fabbrica che provocò la morte di sette cinesi in un capannone dormitorio). Una realtà che ha saputo mettere in campo, più di altre città, nuove regole sulla prevenzione.

Nel corteo per i festeggiamenti del Primo Maggio era presente anche una delegazione Pd guidata dal segretario reggente Maurizio Martina. Anche per lui, chiaramente, la vera emergenza per il lavoro rimane la sicurezza: “Nell’era della digitalizzazione avanzata – sottolinea– è inaccettabile l’aumento di morti sul lavoro. 3 milioni nel mondo, oltre 220 dall’inizio dell’anno solo in Italia. Numeri dietro i quali ci sono vite spezzate, famiglie colpite, legami interrotti e, troppe volte, diritti negati”.

In mattinata è arrivato anche il messaggio del Papa che ha sottolineato quanto il lavoro sia fondamentale per la dignità della persona.

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