FINANZE PDL – BANCAROTTA ANNUNCIATA

È metà settembre quando i tesorieri del Popolo della Libertà, Rocco Crimi e Maurizio Bianconi, prendono carta e penna e scrivono al segretario nazionale Alfano e per conoscenza a Silvio Berlusconi. L’oggetto è la situazione disastrosa della cassa del partito: solo sei mesi al crack.

Dalla primavera prossima tutti i dipendenti, consulenti a progetto e partite Iva rischiano infatti di non vedere più un euro. Circa 200 persone tra i quali anche qualcuno del personale di servizio a Palazzo Grazioli. Ma la preoccupazione dei tesorieri si spinge più in là. Le fatture dei fornitori delle passate elezioni amministrative, gli affitti delle sedi territoriali, i ridotti rimborsi elettorali (da 15 milioni di euro ai 7 realmente incassati) gravano tragicamente sul bilancio del Pdl.

ANGELINO ALFANO E SILVIO BERLUSCONIANGELINO ALFANO E SILVIO BERLUSCONI

E se a questo si aggiunge che i parlamentari, i consiglieri regionali e gli eurodeputati ritardano o “dimenticano” troppo spesso il pagamento delle quote mensili al partito, la situazione diventa preoccupante. E la fidejussione di 100 milioni di euro garantita da Berlusconi sembrerebbe bastare solo a coprire i debiti con gli istituti di credito. Crimi e Bianconi non lo scrivono ma il messaggio è chiaro: se Berlusconi non scende in campo per risanare le casse del partito, ci sarà solo da dichiarare bancarotta. E intanto, in via dell’Umiltà a Roma, qualcuno auspica che il nuovo partito sognato dal Cavaliere diventi realtà. Nuova denominazione, nuova gestione finanziaria. I debitori? Si arrangino. M. Br.

°°°Capito perché vuole rottamare il popolo dei ladri? Per scappare senza pagare nessuno. Come sempre. Bravo, silvio!

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