Berlusconi contumace in tribunale

Riparte il processo sui fondi neri per i diritti tv di Mediaset.
Non presentato il legittimo impedimento. Oltre al premier, imputato di frode fiscale, altre undici persone incriminate,
tra cui Fedele Confalonieri
MILANO
Il premier Silvio Berlusconi è stato dichiarato contumace, perché non presente in udienza, dai giudici, stamane alla ripresa del processo Mediaset. Dunque, come già si era saputo, i difensori del premier non hanno presentato alcun legittimo impedimento per l’udienza odierna.
La ripresa del processo è avvenuta tra molti fotografi e giornalisti, presenti i due difensori del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, ovviamente bersagliati dai flash. L’udienza è stata dedicata solo alla stesura del calendari: l’udienza di oggi segna la ripresa di tutti i processi contro Silvio Berlusconi.
Oggi si tratta del processo sui fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset. Oltre al premier, imputato di frode fiscale, ci sono altre undici persone incriminate, tra cui Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset. In questo procedimento, a lungo sospeso in attesa dei pareri della Corte costituzionale su Lodo Alfano e legge sul legittimo impedimento, la Procura milanese ipotizza che delle major americane abbiano ceduto diritti televisivi a due societa’ off shore collegate a Fininvest, le quali li avrebbero in seguito rivendute a Mediaset a prezzi maggiorati.
Per sabato prossimo 5 marzo è prevista anche un’altra udienza riguardante il processo cosiddetto Mediatrade (l’accusa e’ di appropriazione indebita per aver sottratto, secondo i magistrati milanesi, alle casse di Mediaset e, prima ancora, di Fininvest, i proventi della compravendita di film e pellicole cinematografiche acquistate da majors americane e rivendute al gruppo italiano con l’intermediazione dell’uomo d’affari egiziano Frank Agrama. In questo processo il sostituto procuratore generale di milano Laura Bertolé Viale ha gia’ chiesto la condanna a tre anni di reclusione per il deputato del pdl ed ex consulente Finvest Mssimo Maria Brruti, accusato di riciclaggio di presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset (il prelevamento in contanti di 484mila franchi svizzeri sul conto corrente Yasran della Sbs di Lugano il 21 novembre del 1995). Berruti era gia’ stato condannato a otto mesi di reclusione per favoreggiamento nell’ambito del processo sulle tangenti pagate dalla Fininvest alla Guardia di finanza.
L’udienza del 5 marzo dovrebbe essere dedicata alle eccezioni preliminari.In una udienza successiva i giudici si dovranno esprimere sulla richiesta di rinvio a giudizio per Berlusconi e altri imputati, tra cui Confalonieri e Piersilvio Berlusconi (quest’ultimo e’ vicepresidente di Mediaset). I legali di Berlusconi non hanno sollevato eccezioni o richieste di rinvio per le udienze di oggi e di sabato prossimo, com’era possibile grazie alla legge sul legittimo impedimento.
Molto probabilmente non sara’ cosi’ per l’udienza dell’11 marzo che riguarda un altro processo, quello riguardante la presunta corruzione dell’avvocato David Mills (avrebbe ricevuto da Berlusconi 600 mila dollari in cambio di testimonianze reticenti nei processi sulle tangenti alla guardia di finanza). Per quel giorno e’ convocata una riunione del Consiglio d’Europa a Bruxelles in cui e’ prevista la partecipazione di Berlusconi.
Per mercoledi’ 6 aprile e’ intanto fissata a Milano la prima udienza del processo per il ”caso Ruby”, nel quale Berlusconi deve rispondere delle accuse di concussione e di prostituzione minorile. Anche in questo caso potrebbe essere chiesto il legittimo impedimento. L’agenda del premier prevede per quel giorno una visita ufficiale in Abruzzo per ricordare il terremoto del 6 aprile 2009. Per quanto riguarda quest’ultimo processo, i legali del premier sarebbero intenzionati ad appoggiare la linea che prevede di sollevare il conflitto di attribuzione con uno specifico voto della Camera.
L’ostacolo e’ pero’ rappresentato da un primo via libera dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, dove potrebbe risultare decisivo il voto del presidente Gianfranco Fini. ‘Il Pdl quando parla di immunita’ parlamentare e di conflitto di attribuzioni per il caso Ruby non è mosso da problemi istituzionali quanto dalla ricerca di una corazza per Berlusconi contro i giudici”, ha dichiarato a questo proposito Fini in una intervista al settimanale ”L’Espresso”.