LA MAFIA NON SI ARRENDE: SFASCIO DELLA GIUSTIZIA

Alfano: “Non ci fermeremo su nessuna legge
il Pd vuole solo far cadere Berlusconi”

Il Guardasigilli: “In piazza per difendere la riforma costituzionale. Per piazza intendo comizi per le amministrative e piazze televisive, spiegherò le norme. Approvazione entro l’estate”. Legge ad personam? “Non si applica ai processi in corso, per il premier nessun beneficio”. Responsabilità dei giudici: “Chi sbaglia paga”

di CLAUDIO TITO

Alfano: "Non ci fermeremo su nessuna legge il Pd vuole solo far cadere Berlusconi" Angelino Alfano

ROMA – “Il voto sul conflitto di attribuzione? Certo che ci sarò, sempre che Fini mi permetta di votare”. Il Guardasigilli Alfano è in partenza per  gli Usa. Incontrerà l’omologo americano Eric Holder, e terrà una conferenza alla Hopkins University. Ma vuole prendere parte al primo dei voti ad alta tensione previsti per martedì: il conflitto di attribuzione, che mira a bloccare il processo Ruby.
Subito dopo ci sarà quello sul processo breve con la discussa norma sulla prescrizione. Due appuntamenti cui non vuole rinunciare. “Noi – conferma senza dubbi – su questo terreno andiamo avanti” e il Pd decida se confrontarsi sulla riforma costituzionale rinunciando al tentativo di “far cadere Berlusconi”: “Hanno paura di perdere le prossime elezioni” e sanno che in quel caso sarà la “fine” della loro attuale classe dirigente.

Scusi Ministro, ma quando ha presentato la riforma costituzionale della giustizia auspicava un confronto con l’opposizione. Quell’apertura sembra svanita.
“Invece è in campo. La nostra tabella di marcia prevede che subito dopo Pasqua inizi l’esame della legge. La approveremo alla Camera entro l’estate. E io lavorerò per un confronto serrato con l’opposizione. Oltre che in Parlamento ci batteremo nelle piazze”.

È pericoloso evocare la piazza per far passare una riforma costituzionale.
“Pure lei si mette a strumentalizzare? Contro chi dovremmo

agitare la piazza? Contro il governo guidato da noi o contro il Parlamento nel quale siamo maggioranza? Oppure vuole che cancelliamo la piazza dal vocabolario politico? Mi riferisco alle piazze per i comizi, alle amministrative. Mi riferisco alle piazze televisive. Vogliamo spiegare la riforma e rendere l’opinione pubblica consapevole della sfida che abbiamo davanti”.
E pensa di intavolare una trattativa essendoci di mezzo il conflitto di attribuzione che può paralizzare il processo Ruby e la prescrizione breve che può fa saltare il caso Mills?
“Finché si discute del conflitto di attribuzione e del processo europeo (il processo breve ndr), i democratici hanno un bel dire che non possono fare la riforma con noi perché siamo brutti e cattivi. Quando ci si troverà nelle commissioni di fronte a un ragionevole testo di riforma costituzionale, allora saranno chiamati a pronunciarsi nel merito e con serietà. E finalmente capiremo il loro disegno in materia di giustizia”.

In campo, però, c’è l’ennesima legge ad personam che lei aveva giurato di evitare.
“Capisco l’artificio retorico di chi in Parlamento e sui giornali sostiene che il sottoscritto aveva promesso di non fare leggi ad personam ma, per quanto astuta, la considerazione è fraudolenta”.

Perché?
“Perché io ho detto, e lo ripeto, che la riforma costituzionale non si applica ai processi in corso e infatti non ci sarà alcun beneficio per Berlusconi. Questa è la sacrosanta verità e basta leggere l’articolo 17 del ddl per verificarla. Se poi l’onorevole Paniz presenta un emendamento per gli incensurati, non si può affermare che equivale a tradire gli impegni assunti. È solo un pretesto grande come una casa per chi non vuole fare la riforma costituzionale”.

L’on Paniz, però, è un deputato del Pdl: bastava invitarlo a non depositare quell’emendamento.
“Per dirla con le parole che usa sempre il presidente del consiglio: visto il centinaio di provvedimenti a suo carico, non c’è norma in materia di giustizia che non lo coinvolga”.

Non è la dimostrazione del conflitto di interessi?
“Secondo me, è il contrario. Gli altri hanno interesse al conflitto. Vogliono tenerlo sulla corda giudiziaria per logorarlo. Il punto, comunque, è che oggi è complicato parlare di queste cose. La controversia è troppo calda. Tra due o tre settimane, quando si entrerà nel merito della riforma costituzionale, questi argomenti avranno già perso peso”.

Anche il presidente Napolitano vi ha invitato a sgombrare il campo da equivoci.
“Non è un caso che, insieme alla Lega e al relatore Pini, abbiamo rinviato la legge comunitaria che conteneva un intervento sulla responsabilità che, sebbene non esaustivo, avrebbe ottemperato alle indicazioni europee. Ne parleremo tra un paio di settimane. Per il resto, ho sempre orecchie attentissime per ciò che il capo dello Stato dice, per i suoi moniti e le sue preoccupazioni alle quali porgo sempre attenzione operosa anche quando non si vede e quando non ci sono dichiarazioni pubbliche in merito”.

Quando ha presentato il testo di riforma costituzionale le critiche non sono mancate. La responsabilità civile dei magistrati non è un’intimidazione nei confronti dei giudici.
“Ho grande rispetto dei magistrati, di tutti quei magistrati che ogni giorno lavorano con senso del dovere e grande abnegazione. Costoro sono la grandissima maggioranza ed è per questo che categoricamente rifiuto l’idea che la riforma sia punitiva per i magistrati. Sulla responsabilità civile, non intervenire sarebbe un torto ai cittadini. Chi sbaglia, paga. Se un alto dirigente dello Stato commette un errore, se un giornalista diffama, se un medico sbaglia un intervento chirurgico, può essere citato direttamente. Perché no i magistrati? Non mi rassegno a un privilegio di casta”.

Il centrodestra ha governato per quasi dieci anni degli ultimi 17 anni e il centrosinistra vi ha sempre accusato di varare norme volte a bloccare le toghe e a difendere il premier. Perché ora il Pd dovrebbe credervi?
“Intanto negli ultimi 14 anni abbiamo governato 7 anni ciascuno. Eppoi, il confronto non è una cortesia fatta a noi. Se lo vogliono, bene. Altrimenti, amen. Non dobbiamo noi meritare la loro buona grazia. Devono decidere loro se darsi un profilo schiacciato sullo status quo o se vogliono apparire riformatori. Sono stati contrari alla riforma costituzionale del 2006 con cui si dimezzava il numero dei parlamentari, sono stati contro la modifica dell’articolo 18, hanno criminalizzato la legge Biagi, e si sono opposti alla riforma dell’istruzione. Sono sempre contro, eppure qualche cosa di positivo ci sarà pure stata. Ci mettano alla prova con un confronto serio. Se poi risulteremo noi troppo rigidi o capricciosi, ne risponderemo agli elettori”.

In attesa della riforma costituzionale, su tutte le altre leggi andrete quindi avanti?
“Non c’è un obbligo giuridico, né politico, né morale per sospendere l’attività. Abbiamo portato al Senato anche un provvedimento per diminuire l’arretrato civile, nell’ultimo consiglio dei ministri è stato approvato un testo sulla sussidiarietà e al prossimo ne formuleremo uno sulla responsabilità giuridica degli enti. Senza compromettere le iniziative di origine parlamentare come il processo di ragionevole durata o processo europeo (processo breve ndr)”.

Ma queste sono tutte vostre iniziative.
“Propongo subito all’opposizione quattro temi da affrontare dopo la bagarre: lo smaltimento dell’arretrato civile, una seria ipotesi di depenalizzazione che elimini i reati considerati inutili, una più efficiente geografia giudiziaria e alcune proposte sul processo penale relative a formalismi che gli operatori ritiene superflui”.

Ma lei è sicuro che possiate davvero andare avanti? Non rispuntano le elezioni anticipate?
“Non credo proprio. La maggioranza ora è meno ampia ma più coesa. Il programma di governo è chiaro e coerente con i cinque punti su cui abbiamo ottenuto la fiducia. Presto sarà pronto anche il disegno di legge che rinnova la forma di governo e di Stato”.

Veramente il Quirinale ha paventato un rischio paralisi.
“A me non risulta. L’attività parlamentare negli ultimi mesi è stata significativa”.

Certo il 2013 sembra un traguardo lontano.
“La verità è che le opposizioni hanno fretta di far cadere Berlusconi. È l’ultima occasione per la generazione di quelli che erano ancora comunisti quando è caduto il Muro di Berlino. In tanti oggi ai vertici avevano incarichi nel Pci del 1989. È la loro ultima chance. Dunque o fanno cadere subito il Cavaliere o, se perdono nel 2013, un’altra generazione di quarantenni sostituirà loro e quelli del Terzo Polo. Rischia di essere la fine di un’intera classe dirigente della sinistra”.

Come la Lega anche lei chiede le dimissioni di Fini?
“Proprio giovedì ho vissuto sulla mia pelle una grave ingiustizia. Non mi è stato consentito di votare. Da dieci anni sto in Parlamento e non mi era mai capitata una cosa del genere. Non chiedo però le dimissioni di Fini: è un problema che appartiene alla sua coscienza. E mi pare l’abbia risolto… restandosene seduto dov’è”.

Molti, anche Berlusconi, sostengono che nel 2013 sarà lei il candidato premier con il Cavaliere al Quirinale.
“Nel 2013 il candidato premier sarà Silvio Berlusconi. Il resto è fantapolitica. Non gioco al Fantacalcio, figuriamoci alla fantapolitica”.

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