La Russa è ospite con la sua signora a una rassegna di film osè. Dopo una proiezione, i due cenano al ristorante dell’hotel e al caffè li raggiunge il presidente della giuria, Rocco Siffredi. ‘Gnazzio comincia subito con le battute pesanti e i soliti volgarissimi doppisensi dei fasci, mentre la signora si mangia con gli occhi il pornodivo. ‘Gnazzio non se ne accorge nemmeno, preso com’è a guardarsi intorno per mostrare al popolo che lui conosce persone importanti. Entrano tre zoccole che vogliono mettersi in mostra, sperando in qualche vallettaggio in tv, e La Russa si intrattiene con loro, facendo il tacchino e portandole al bar. Un’ ora dopo, il sedicente ministro torna al tavolo, ma… non c’è più nessuno. Fa un giretto in terrazza, niente. E’ passata da poco l’una e quindi decide di salire in camera. Mai l’avesse fatto! La moglie è nuda sulla moquette, che si fa sbattere violentemente da Siffredi. Lei mugugna, geme e ulula. ‘Gnazzio, da bravo siciliano e per giunta fascio, lancia saette con gli occhi mefistofelici, sbatte per terra la giacca e comincia a urlare:
” Ma che minchia fai, zoccola! Bottana! Io ti ho dato tutto: la bella vita, i viaggi, la ricchezza… Ti ho dato un nome onorato… una… MA… CAZZO !! Non ti potresti fermare un attimino?! STO PARLANDO, CAZZO !!!”