Le minchiate di Berlusconi sui giudici

Più produttivi e meno pagati

Il ‘manuale’ di autodifesa dei giudici

di Antonello Caporale

SILVIO & C. FICCATEVI UN DITO IN CULO E ANNUSATE!

suca
Un manualino per il pronto uso, libretto di istruzioni urgenti, “compendio” di dati e percentuali, classifiche e posizioni raggiunte. Da impugnare in tv o al bar, durante le cene con gli amici, nei confronti degli odiati avvocati, al cinema e persino nell’assemblea di condominio. Ovunque si trovi un giudice e con chiunque abbia la

ventura di parlare. “Autodifesa” recita il file che sta facendo capolino nei computer dei magistrati italiani. Iniziativa non autorizzata né organizzata. Iniziativa di alcuni volontari per illustrare con toni decisi l’innocenza completa.

Documentazione tecnica, memoria e numeri su cui far conto per stendere al tappeto gli avversari, tanti e temibili. Reazione spontanea “contro questa campagna diffamatoria che oramai non si manifesta più solo nell’ambito dei dibattiti pubblici o televisivi”.

Anche i giudici hanno i loro cobas: colleghi mediamente più giovani, più estranei al sistema e anche alla logica delle correnti, con meno anni di anzianità, meno sindacato, meno soldi e prestigio alle spalle ma con centinaia di fascicoli da smaltire, week end interi da maledire, figli piccoli da accudire.

Avviliti per le prove televisive incerte dei colleghi magistrati “che non sempre riescono a far emergere in modo efficace quale sia la verità”, ma decisi a contrastare “questa campagna diffamatoria”. Il pugnale con cui aggredire è il rapporto redatto dagli uffici della Commissione europea per l’efficienza della giustizia. Sono tabelle con percentuali che misurano indici di produttività, tenore di vita, dunque livello comparato degli stipendi, numero di pendenze evase per anno, numero di fascicoli aperti per anno.
La lettura, o rilettura di questi numeri dovrebbe illuminare la verità e contrastare il nemico. Capitolo per capitolo, le risposte da dare alle domande cattive.

A cena, tra amici, qualcuno insinua: siete in tanti, più numerosi di quelli europei ma producete di meno.
Ecco la risposta giusta: “Nell’effettuare un raffronto con ciò che accade negli altri paesi dell’Europa è sufficiente stabilire quanti magistrati ci sono in ogni Stato, quanti sono, ogni anno, i processi di nuova iscrizione e quanti quelli che vengono smaltiti dagli uffici giudiziari, e quale sia il rapporto tra processi sopravvenuti e definiti per ogni singolo magistrato”.

E dunque? “In Italia, rispetto alla popolazione (14,8 ogni 100 mila abitanti) il numero dei magistrati è lo stesso di Francia e Spagna, di poco superiore a quello del Regno Unito ma inferiore a tutti gli altri paesi europei, addirittura la metà rispetto a tedeschi (30,7), greci (33,1) e portoghesi (29,9)… Dividendo il numero delle sopravvenienze civili e penali per il numero dei giudici si ha un dato: in Italia ogni giudice riceve 438,6 sopravvenienze civili di 1° grado. Un numero di affari due volte superiore a Belgio, Francia e Spagna, 8 volte superiore a Germania (54,86), 17 volte superiore ai paesi scandinavi. Per quel che concerne gli affari penali ogni giudice italiano riceve affari due volte superiori (190,7) ai colleghi francesi e inglesi, quattro volte superiori ai colleghi tedeschi (42,41), dodici volte rispetto agli austriaci”.

A questo punto, sempre a cena, l’ipotetico interlocutore, piuttosto ostile, chiederà conto:
Quanti procedimenti smaltisce un giudice italiano?
Il bravo giudice, combattivo e documentato, risponderà: “411,33 procedimenti civili e 181,09 penali pro capite… In Italia ogni giudice, in media, definisce un numero di procedimenti civili e penali pari al doppio dei colleghi francesci, spagnoli e portoghesi; cinque volte superiore al numero di processi smaltiti in Germania”.

E se l’amico tignoso, o il giornalista cattivo o anche l’avvocato polemico dovesse dirigere lo sguardo verso la corporazione? Domandasse per esempio: I magistrati in Italia non vengono mai puniti perché il Csm è un organismo corporativo.

Anche qui – secondo il manuale totalmente innocentista – bisognerebbe rispondere nel modo che segue: “In Italia sono stati attivati nel 2006, anno dell’oggetto del rapporto, 92 procedimenti disciplinari ed applicate 66 sanzioni (…) Se tali dati vengono poi divisi per il numero di magistrati dei diversi paesi emerge che in Italia (7,5 magistrati ogni mille) vengono comminate sanzioni due volte maggiori di quelle comminate in Spagna; sette volte maggiori che in Germania, 15 volte maggiori che in Francia”.

Il nemico, in questo caso travestito da amico, non dà pace e giunge ai soldi: i magistrati italiani sono quelli che hanno la retribuzione più alta in Europa.

Qui il giudice combattivo non dovrebbe mettere da parte l’indignazione. “A inizio carriera la retribuzione è pari a 37.454 euro lordi l’anno. Somma che a fine carriera si eleva fino a toccare 122.278 euro. Lo stipendio iniziale degli italiani è analogo a quello dei francesi e portoghesi, inferiore a quello degli spagnoli, assolutamente non paragonabile a quello dei britannici… Solo lo stipendio massimo è superiore a quello dei francesi e tedeschi ma lì i magistrati beneficiano di vantaggi ulteriori di diversa natura come assicurazioni sulla salute, sistemazioni logistiche, in alcuni casi costi di rappresentanza”.

Il compendio si chiude così. E, secondo le intenzioni, dovrebbe condurre alla vittoria sicura.

(30 novembre 2009)

°°° Questa analisi esaustiva dà finalmente una tranvata sui denti a Berlusconi e ai suoi pappagallini ammaestrati e prezzolati (con poche briciole) e alle sue calunnie sui magistrati italiani

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