MA VEDETE QUESTA FACCIA DA CULO NAZISTA?

Invertìti, musulmani, darwiniani

Le crociate dello scienziato De Mattei

Continuano a far discutere le prese di posizione del vicepresidente del Cnr. A Radio Maria sostiene l’attualità di un autore cristiano del V secolo che imputava la caduta di Roma agli omosessuali puniti dai barbari invasori di MARCO PASQUA

Invertìti, musulmani, darwiniani Le crociate dello scienziato De Mattei Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr

DOPO le sue frasi choc 1 sulla tragedia che ha sconvolto il Giappone (le catastrofi “sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio”), sul web circola un nuovo intervento radiofonico del vicepresidente del Cnr, Roberto De Mattei: l’impero romano, sostiene lo studioso, sarebbe caduto per colpa degli “invertiti” che infestavano Cartagine. La Provvidenza, infatti, si sarebbe servita dei barbari per liberare l’impero romano dagli omosessuali.

De Mattei, le cui posizioni riecheggiano quelle dei cattolici integralisti, si serve dei microfoni di Radio Maria per dar voce alla posizione antistorica di un autore cristiano del V secolo, Salviano di Marsiglia, contenuta nell’opera “De Gubernatione Dei”. Non solo non ne prende le distanze, ma la avalla. Quest’opera, sostiene la seconda carica del Cnr, “mai perde la sua attualità”, nonostante i sedici secoli di differenza. L’intervento radiofonico, rilanciato dal sito laicista “Razionalismo”, risale allo

scorso mese di gennaio. E già raccoglie centinaia di commenti critici, da YouTube ai blog.

VIDEO LE CROCIATE DI DE MATTEI 2

“Cartagine, la capitale dell’Africa romana, contendeva

ad Alessandria e ad Antiochia il primato della dissolutezza e godeva della reputazione di essere il paradiso degli omosessuali”, esordisce De Mattei, che è anche docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa presso l’Università Europea di Roma. “Salviano interpreta l’invasione dei barbari come un castigo per questa trasgressione morale”. Cartagine, diceva questo autore del V secolo, era afflitta più che da “un vizio”, da una “peste, anche se i travestiti non erano moltissimi”. “Succedeva però che l’effeminatezza di alcuni pochi, contagiava la maggioranza”, legge De Mattei. “Si sa che per quanti pochi siano ad assumere atteggiamenti svergognati, sono molti a contagiarsi con le oscenità di quella minoranza. Un’unica prostituta, ad esempio, fa fornicare molti uomini. E lo stesso succede con l’abominevole presenza di pochi invertiti, che infettano un bel po’ di gente. E non saprei dire che sia più colpevole davanti a Dio, dal momento che sia gli invertiti che le loro vittime sono condannati alla medesima punizione. Gli uomini effeminati e gli omosessuali non avranno parte al Regno di Dio”.

L’omosessualità, secondo Salviano, non sarebbe stata presente tra i barbari. “Salviano  –  spiega ancora De Mattei – vuole dimostrare che il giudizio di Dio non si esercita solo alla fine del mondo, ma in ogni momento storico. I barbari che hanno invaso l’Occidente nel IV secolo sono uno strumento del giudizio di Dio. La Provvidenza, che trae il bene dal male, si serve di essi per purificare una società corrotta e decadente, quale era quella romana”. E a distanza di secoli, il pensiero di Salviano andrebbe tenuto ancora in considerazione: “Le sue parole meritano di essere meditate, perché noi oggi viviamo in un’epoca in cui i peggiori vizi vengono alimentati dai mass media e addirittura vengono iscritti nelle leggi come diritti umani. Dio non si disinteressa di quanto accade nella storia. Ogni male deve avere il suo castigo”.

Che l’omosessualità sia per il vicepresidente del Cnr qualcosa da “combattere”, risultava già chiaro quando, in un’intervista, De Mattei dichiarò: “Vale in politica l’effettività del risultato finale e mi sembra molto meglio avere al governo un omosessuale che lotti realmente contro la stessa, che un non-omosessuale che poi la tolleri o la  permetta. In sostanza meglio predicare bene e non razzolare male”.

Il pensiero di De Mattei, dichiaratamente antidarwiniano, si nutre della retorica cattolica più intransigente, e viene rilanciato da siti come Pontifex, noti per ospitare spesso tesi antisemite, omofobe e razziste. Tra video e interviste, il docente si scaglia contro la costituzione Europea e sembra persino voler criticare la lotta alle discriminazioni.

Lo scorso 21 ottobre, nel corso del primo congresso nazionale “Persona Sessualità Procreazione”, tenuto nella sede del Cnr (sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica), attacca la risoluzione del consiglio d’Europa del 31 marzo 2010, e una successiva “che propone una distinzione non più in due sessi, ma in cinque generi”. E, ancora, critica “i principi di Yogyakarta per l’applicazione delle leggi internazionali sui diritti umani in relazione all’orientamento sessuale e identità di genere”. Per De Mattei, “c’è chi vede in tali presupposti, il reale pericolo di trasformare la battaglia contro le discriminazioni, nell’imposizione di un inammissibile divieto di critica morale del comportamento sessuale”.

Di omosessualità ha parlato anche nel convegno “Identità e futuro” (aprile 2008, Roma), dove ha contestato la carta dei diritti fondamentali dell’Europa.  “Nella costituzione europea  –  sostiene in un video che circola su YouTube 3 – c’è qualcosa di più del rinnegamento formale della propria identità attraverso l’espulsione del riferimento alle radici cristiane. La carta dei diritti fondamentali varata a Nizza il 7 dicembre del 2000 ha il suo cuore nell’articolo 21, che recita questo: ‘è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica e sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinione politiche di qualsiasi altra natura, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali’. Sottolineo questo ultimo punto: questo articolo attribuisce forza giuridica al cosiddetto principio di non discriminazione. Traduce in termini giuridici la teoria del gender, in cui si opera una distinzione tra sesso biologico e l’identità sessuale (chiamata gender). Si attribuisce alla differenza tra uomo e donna non un significato naturale, ma un significato storico e culturale: la differenza tra uomo e donna sarebbe il frutto di una costruzione culturale. La sessualità diventa una tendenza, un orientamento, una scelta soggettiva: non si tratta di fantasia”. “Il femminismo ha preparato l’omosessualismo  –  sostiene ancora il docente –  Ma l’omosessualità è ancora un polarità forte. Il passaggio ulteriore è l’ermafroditismo, l’androginia: è una condizione umana, o già postumana, asessuata, analoga a quella dell’Unione europea, che, secondo le parole di Giuliano Amato, non è né maschio e né femmina. All’utopia si contrappone la natura, che ha la sua stabilità, le sue leggi, la sua verità, che discrimina il vero dal falso, il bene dal male”. La nuova Europa lo spaventa: “Il diritto in questa nuova Europa, il diritto postmoderno è creato da individui e gruppi che attribuiscono significato giuridico a quelli che sono sentimenti, pulsioni, istinti, bisogni puramente personali”.

In tema di immigrazione, lo storico teme quella che viene descritta come un’invasione musulmana: “Qualcuno potrebbe obiettare che l’immigrazione potrebbe compensare le mancate nascite. Ma non c’è da illudersi. La pacifica integrazione di decine di milioni di musulmani in una futura Europa multiculturale, è un’utopia non diversa da quella da quella della globalizzazione. La prospettiva di un’Europa in cui, come è successo in Kosovo, gli immigrati musulmani rovesceranno i rapporti di forza demografica, senza peraltro rinunciare alla loro identità religiosa, è la prospettiva di un regime di libertà vigilata, di sottomissione all’Islam, senza la possibilità di poter difendere e diffondere il cristianesimo”. Concetto che ribadisce parlando con il sito ultracattolico Pontifex: “L’Islam è indubbiamente una religione basata sulla violenza e sulla sopraffazione, esiste poco da discutere su questo. Difficilmente l’integrazione con gli islamici é possibile e ritengo questo evento davvero poco probabile e ipotetico”.

Tra i problemi dell’Italia, lo storico rileva il deterioramento della morale: “Si tollera e si vuole approvare la pillola abortiva, una barbarie, il testamento biologico e la istituzione di quella cosa campata in aria che è il reato di omofobia. Con queste premesse come non gridare ad una etica ormai alla deriva?”. Sul web, intanto, c’è chi rilancia la richiesta di dimissioni avanzata, tra gli altri, da ricercatori e professori del Cnr, mentre una petizione on-line 4 registra circa settemila adesioni.

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