No, ma va bene col “governo del fallimento”. Li avete voluti? Teneteveli e rimpiangete lo statista @matteorenzi . E la prossima volta imparate a votare politici, non merdaioli parassiti e analfabeti un tanto al chilo..

Lo spread chiude a 326. Piazza Affari in forte calo

ll commissario Ue agli Affari economici, Moscovici, col ministro Tria: domani Bruxelles dà il giudizio sul Bilancio italiano
ll commissario Ue agli Affari economici, Moscovici, col ministro Tria: domani Bruxelles dà il giudizio sul Bilancio italiano (ansa)

Borse europee in netta flessione. La numero uno della vigilanza Bce Nouy: “Incrociamo le dita per le banche italiane”. Ancora flop per il Btp Italia: le richieste si fermano a 241 milioni. Crolla la galassia Nissan-Mitsubishi per lo scandalo di Carlos Ghosn

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO – Ancora alta tensione sui titoli di Stato italiani. Oggi lo spread traBtp e Bund tedeschi ha raggiunto nuove vette, prima toccando in giornata quota 335 punti, poi terminando la sua corsa a 326 punti, con il decennale italiano che rende il 3,61% sul mercato secondario.

Il Tesoro non ha ricevuto certo buone indicazioni dalla prima giornata di offertadel Btp Italia, con ordini a un livello così basso che non si vedeva dal 2012. Oggi, nella seconda giornata dedicata all’offerta per i piccoli risparmiatori, le cose sono andate anche peggio di ieri: dopo i 481 milioni della vigilia – oggi si sono registrate domande per soli 241 milioni. Nella sola prima giornata del titolo venduto nel maggio scorso, per fare un raffronto, si erano superati i 2 miliardi di richieste. Giovedì sarà la volta degli istituzionali, ma su tutto incombe anche il giudizio della Commissione Ue – atteso per domani – sulla legge di Bilancio italiana, che da attese verrà bocciata e potrebbe ancora complicare il rapporto tra Roma e i mercati. “Ovviamente sono preoccupato per lo spread”, ha detto il ministro Tria, mentre Luigi Di Maio si è detto fiducioso del fatto che “le tensioni scenderanno dopo che la commissione Ue avrà preso le sue decisioni”.

Intanto un nuovo allarme sul settore bancario è arrivato dal capo, uscente, della vigilanza della Bce Daniele Nouy. “Finora non credo che lo spread abbia raggiunto un livello di seria preoccupazione per le banche, ma non sappiamo cosa porta il futuro”, ha detto. “Sarebbe molto triste” se le banche italiane, che “hanno fatto molti sforzi” per ripulire i bilanci, “fossero colpite dalle conseguenze del dibattito politico. Ma sono cose che succedono, i problemi delle banche greche sono cominciati con discussioni politiche e quindi posso solo dire teniamo le dita incrociate”.

La fiammata del differenziale di rendimento tra Italia e Germania si è riverberata sui titoli del compato bancario, che hanno sperimentato un’ondata di vendite in concomitanza con l’impennata dello spread, e sospensioni in ribasso eccessivo. Piazza Affari chiude a -1,87%. In rosso anche le altre Borse europee che si accodano alla debolezza generale dei listini, sui quali ha pesato l’andamento del comparto tecnologico americano. Londra cede lo 0,76%, Francoforte l’1,58%, Parigi l’1,21%. Sul Ftse Mib fa bene Enel (+1,01%), nel giorno della presentazione del piano industriale, che per il periodo 2019-2021 prevede 27,5 miliardi di investimenti (+12%) su rinnovabili e clienti.

Questa mattina la Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso, appesantita non solo dal calo del tech ma anche dal crollo delle azioni Nissan e Mitsubishi dopo l’arresto del presidente dell’alleanza automobilistica che si estende anche a Renault, Carlos Ghosn. Il titolo Nissan ha ceduto il 5,45% a 950,7 yen; quello di Mitsubishi Motors ha perso il 6,84% a 680 yen. Alla fine delle contrattazioni, il Nikkei ha lasciato sul terreno l’1,09% e l’indice più ampio Topix è sceso dello 0,73%.

La seduta di ieri sera a Wall Street è finita in forte calo. Pesante il sell-off anche a Wall Street, che fa il bis dopo il calo di ieri e arriva così a “bruciare” i guadagni messi a segno in tutto il 2018. Sulla Borsa Usa pesano le crescenti tensioni commerciali tra Usa e Cina, preoccupazioni che i produttori di microprocessori finiscano per essere tra le vittime dello scontro da Washington e Pechino, nuove indicazioni negative per la domanda di iPhone di casa Apple e che i vari scandali che hanno colpito Facebook (-5,7%) portino a regolamentazioni del settore tech (quello che negli ultimi anni ha sostenuto l’azionario Usa e che ieri ha ceduto il 3,8%). Il calo sui minimi di oltre due anni dell’indice che misura la fiducia dei costruttori Usa ha riacceso timori di un rallentamento dell’economia, che per il presidente della Fed di New York resta però solida. Ala chiusura delle contrattazioni in Europa il Dow Jones cede l’1,55%, l’S&P l’1,07% e il Nasdaq lo 0,83%.

In calo  l’euro che torna sotto quota 1,14 e viene scambiato a 1,139 dollari. Poco mossa anche la sterlina a 1,1283 (-0,1%) in attesa degli sviluppi sulla Brexit. In Asia lo yen si rafforza sul dollaro a 112,5. Negli Usa oggi tengono banco i dati sui nuovi cantieri, mentre in Francia il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,1% nel terzo trimestre e in Germania i prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,3% a ottobre, in linea con le attese.

Si fermano, dopo una corsa di cinque giorni spinta dalle tensioni sui mercati e la Brexit, le quotazioni dell’oro. Il metallo con consegna immediata arretra dello 0,2% a 1222 dollari l’oncia. Tonfo del petrolio, ai minimi da un anno,  in vista del prossimo incontro dell’Opec. Il Wti con scadenza gennaio cede il 4,3% a 54,76 Dollari al barile, il Brent con la stessa scadenza il 4%  a 64,15 dollari al barile.

https://www.repubblica.it/economia/2018/11/20/news/borsa_20_novembre_2018-212114522/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1

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