NON SEMBRA SCRITTO DA ME? CHI MI SEGUE NOTA CHE DICIAMO LA STESSA COSA, MENTRE PRIMA LA STAMPA SI NASCONDEVA.

Editoriale

Christian Rocca

22 Giugno 2022

Polvere di CinquestelleConte e Di Maio sono finiti, ora la democrazia italiana può respirare

Il principale partito eversivo di questi anni impazziti non esiste più. È un grande giorno per il nostro paese. Sia pure con colpevole ritardo, adesso il Pd ne prenda atto ed eviti di ricascarci

Kier, Unsplash

Oggi è un grande giorno per la democrazia italiana. I Cinquestelle non esistono più.

Il principale partito eversivo di questi nostri tempi impazziti, secondo solo a quello di Donald Trump, è stato quello che ha inquinato il discorso pubblico italiano, che ha diffuso fake news e propaganda di potenze straniere nemiche della società aperta, che ha sostenuto sia Trump sia Xi sia Putin sia Maduro sia i gilet gialli segnando un record mondiale di apparentamenti con dittatori e brutti ceffi.

È stato il partito che ha perseguito la gogna per gli avversari, che ha cancellato i diritti degli imputati, che ha indebolito la democrazia rappresentativa, che ha pregiudicato il nostro futuro energetico, che ha fermato la ripresa industriale, che ha devastato le città e che ha professato il diritto di non fare e di non sapere un cazzo ma a carico dello Stato. Ebbene questo partito di ignoranti e di scappati di casa che quattro anni fa prese il 32 per cento dei voti degli italiani oggi non è più un partito.

Sono rimaste solo macerie: un tizio della provincia di Foggia che a un certo punto ha creduto di essere Napoleone, un vecchio algoritmo da rottamare, un paio di maschere per le sceneggiate di la 7 e del Fatto quotidiano e qualche fessacchiotto che alla fine della legislatura andrà separato dall’umido.

Certo, c’è anche il sedicente statista Di Maio. Il discorso della scissione di ieri sera, durante il quale ha avuto la faccia tosta di spiegare senza alcun imbarazzo che «uno non vale l’altro», è stata una delle pagine più squallide delle politica italiana recente, falsa e infingarda esattamente come quelle che ha contribuito a scrivere in precedenza.

Il ravvedimento operoso di Di Maio è grottesco, ma è ancora più surreale che qualcuno gli dia credito. Un populista vale un populista e il giovane Di Maio, come ha scritto Francesco Cundari, al massimo può fondare un dopolavoro per populisti falliti.

Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno festeggiato la fine dei Cinquestelle, così come tutte le persone serie a cominciare da Mario Draghi.

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