Offro le mie case…

Questa di burlesquoni che offre le sue case, mi ricorda una storiella che avevo scritto tre lustri fa: dopo il suo tragico governo durato sette mesi. Come ricorderete, anche allora sfasciò tutto in brevissimo tempo: promise un milione di posti di lavoro e riuscì a creare seicentomila disoccupati! Un giorno, passeggiando col suo cane, umilio fido, si imbattè in una famiglia che stava intenta a brucare l’erba di un praticello ai bordi del vialetto. Erano: padre, madre, e tre figli dai sei ai 12 anni.
“Ma cribbio! Ma cosa fate?” li apostrofò Mafiolo.
“Eh, signore… cosa facciamo?! Lo vede? – rispose l’uomo, con un filo d0erba che gli ballonzolava all”angolo della bocca – Il fottuto governo ci ha tolto tutto e … ci dobbiamo arrangiare a placare i morsi della fame. Mangiamo erba, dato che non abbiamo altro.”
“Ma buon Dio, questa è una cosa inammissibile! Un padre di famiglia NON PUO’ ridurre così la sua famiglia! Andiamo, venite con me.”
“Dove ci vuol portare, signore?” chiese la donna, con un filino di voce.
“La vede quella villa immensa laggiù, alla finedella strada, signora? Beh, quella è la mia casa. Venite. Nel mio parco c’è l’erba alta così…”

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