Piduisti d’Italia, i soliti noti. Tutti i nostri mali nascono da loro

Piduisti d’Italia, i soliti noti

Da Silvio Berlusconi a Fabrizio Cicchitto, da Luigi Bisignani a Flavio Carboni. Passando per il giornalista Maurizio Costanzo. Erano negli appunti privati della senatrice Tina Anselmi. E ancora oggi sono al potere

C’è anche una lettera del futuro papa Joseph Ratzinger – prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (quella che un tempo si chiamava Inquisizione) – datata 26 novembre 1983, negli scritti della presidente della commissione d’inchiesta sulla P2 dall’81 all’85, pubblicati da Chiarelettere nel libro La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi a cura di Anna Vinci. Ratzinger spiega il “giudizio negativo” della Chiesa sulle logge massoniche: “I loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita”.

Silvio Berlusconi

Il premier Silvio Berlusconi, all’epoca già imprenditore in ascesa, vicino ai “laici” socialisti di Bettino Craxi, era iscritto alla loggia di Licio Gelli, ben prima di proporsi anche come paladino del conservatorismo ultracattolico, seppur pluri-divorziato. Tina Anselmi scrive: “Berlusconi tessera n. 625 ha versato £ 100.000 il 5-5-‘78. Documenti Villa Gelli in Uruguay: iniziato con solenne giuramento. Berlusconi afferma che nel 1978 fu convinto ad aderire da Gervasio (Gervaso). Nel 1978 linee di credito aperte da banche controllate da piduisti. Berlusconi collabora al Corriere della Sera, direttore Di Bella (piduista) nel 1978. Il 27 gennaio 1994 Gelli dichiara di averlo incontrato 4-5-10 volte. Agli atti risulta di avere grado di apprendista”. Non mancano rapporti con uomini d’altre cricche, più che d’altri tempi, che poi si ritrovano anni dopo indagati in altre inchieste, per altre “P”. Flavio Carboni, definito “procacciatore d’affari” da Tina Anselmi che il 10 marzo 1983 scrive: “Nel 1980 Berlusconi dà cinquecento milioni a Carboni”. Nell’audizione completa di Emilio Pellicani, segretario di Carboni, viene nominato anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, da sempre fedelissimo di Berlusconi: “Fedele Confalonieri, collaboratore di Berlusconi, si portò a Cagliari con cinquecento milioni in contanti…”

Bisignani & Valori

Eminenza grigia tra i più fidati “consiglieri” di Gianni Letta, Luigi Bisignani compare una sola volta negli appunti di Tina Anselmi. Ma in relazione a una vicenda drammatica della storia italiana, l’omicidio nel ‘76 del giudice Vittorio Occorsio, che indagava sui rapporti tra estrema destra e logge massoniche e fu ucciso dai neofascisti di Ordine Nuovo. Negli stessi appunti compare il nome di Giancarlo Elia Valori, potente manager italiano, in passato ai vertici di Autostrade, finito nell’inchiesta “Why not” di Luigi De Magistris. “Occorsio (molto amico di Valori) nel 1974, verso metà maggio, dice a Valori che Gelli era un delinquente. Che aveva le mani nell’Italicus. La sera del 7 luglio, Occorsio ripete la pericolosità di Gelli. Teneva le carte in macchina quando il 9 mattino è stato ucciso. Gelli-Ortolani-Cosentino. Gelli-Grassini-Santovito. Bisignani [Luigi, giornalista, piduista] (Ansa) pagato da Gelli, è ancora in rapporto con Gelli. Sera a Castelporziano con Leone e Gelli”.

Fabrizio Cicchitto

Capogruppo alla Camera del Pdl, riferisce alla commissione guidata da Tina Anselmi, che appunta quanto segue il 10 giugno 1982. F”abrizio Cicchitto: Momento difficile della mia vita personale e politica, lettere anonime che descrivevano nei particolari la mia giornata. Ho rifiutato nel governo Cossiga di diventare ministro, per l’imbarbarimento della vita politica. Entrai nella massoneria per avere protezione, sicurezza. Pedinamenti continuati per un anno, non denunciai il fatto. Le lettere erano su fogli bianchi non firmate. Gelli dava l’impressione di un’intelligenza modesta. Insisteva su ampi rapporti con gli Usa, non mi fece nomi italiani”.

Maurizio Costanzo

Volto arcinoto della televisione, in onda da anni tra Mediaset e Rai, come Cicchitto ha conosciuto Gelli grazie al medico Fabrizio Trecca. Il 2 febbraio 1982 Costanzo riferisce alla commissione di Tina Anselmi: “Ho conosciuto Gelli attraverso Trecca, suo medico. Gelli lo contattò per un’intervista (pubblicata dal Corriere della Sera il 25 ottobre 1980, ndr). Gli parlò sempre di massoneria e delle sue protezioni (…) Valutò Gelli un abile uomo d’affari, che mescolava piccole verità a millanterie”. Il 22 giugno 1982 Enrico Manca, già ministro del commercio estero, a proposito di Costanzo riferisce: “Visita di Maurizio Costanzo, che disse di essere massone, e a nome di Gelli chiese se ero disponibile a aderire alla massoneria. Quando mi vidi negli elenchi di Gelli telefonai a Costanzo, ma questi mi dichiarò di aver telefonato a Gelli la non disponibilità”. Tina Anselmi il 14 marzo 1983 scrive ancora di Costanzo (nel ‘78 direttore della Domenica del Corriere e nel ‘79 del giornale scandalistico l’Occhio edito da Rizzoli) sui diari: “Molte assunzioni volute da Gelli. Maurizio Costanzo voluto da Gelli. Costanzo superprotetto da Gelli”.

Da Il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2011

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter