Lo spacciavano per Cabaret, ma era l’esatto contrario del Teatro cabaret. Non a caso faceva andare in brodo di giuggiole quasi esclusivamente l’omuncolo più ignorante e volgare del mondo: silvio burlesquoni. Un troiaio a disposizione dei capataz, una parata di zucche vuote, tette e culi, con rare parentesi di artisti: Gabriella Ferri, Leo Gullotta, maltrattati da testi ridicoli e offensivi per il loro talento. Personalmente mi ha sempre suscitato disprezzo, sia il livello infimo, sia la piaggeria verso i banditi della destra italiota, sia il sedicente autore-regista Pingitore.