Sciocchezze. Se non fosse che c’è più gente in piazza a Torino oggi che alle urne per i pentafasci domani.

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12 gennaio 2019

Trentamila in piazza a Torino per dire sì alla Tav

Presenti in piazza anche molti esponenti politici. Chiamparino pensa al referendum in caso di stop. La Lega in piazza per dire sì

La manifestazione indetta a Torino è stata un successo. Oltre trentamila sono scesi in piazza nel capoluogo piemontese per manifestare il proprio sostegno all’opera osteggiata dal M5s. Cittadini, esponenti politici, e tanti sindaci dalla val di Susa ma anche da altre città del Nord. Una manifestazione riuscita che dimostra come ci sia un grandissimo sostegno alla realizzazione dell’opera.

I 6 punti distribuiti dalle organizzatrici

Sono sei i punti distribuiti con dei volantini dalle organizzatrici della manifestazione. Punto uno “il mondo cambia ad alta velocità , sveglia! La risposta della piazza è: si Tav, subito. Punto 2: analisi costi benefici . Trasparenza sempre. Il terzo: il futuro è di tutti. Vogliamo la Tav. Il quarto: vogliamo più lavoro, l’ Italia se lo merita. Quinto punto: i tir inquinano l’ambiente, la Tav no. Infine il punto che riguarda la Tav: l’ Europa siamo noi .

Chiamparino: “Se bloccheranno la Tav indiremo un referendum”

In piazza c’era anche il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino. Il governatore sollecitato dai giornalisti ha dichiarato: “Se Toninelli mantiene le proprie promesse e consegna costi benefici entro gennaio il consiglio regionale ha tutto il tempo per indire il referendum, in base alla norma che anche in Piemonte prevede la consultazione popolare. Ogni Regione può convocare una consultazione nel proprio territorio, se anche altre regioni vorranno farla e convocarla nel giorno in cui la indirà il Piemonte sarebbe un bel segnale. Non stiamo parlando di un mostro alieno che deve invadere la terra ma di un treno -ha detto – è surreale. Siamo in un romanzo di Kafka”.

I sindaci in piazza con la fascia tricolore

Molti sindaci e amministratori locali hanno partecipato alla manifestazione. E lo hanno fatto decidendo di “violare” le regole della piazza e indossare la fascia tricolore.

In piazza anche Pd, Forza Italia e la Lega

Molti i rappresentanti di partito presenti in piazza a Torino, tutti naturalmente senza simboli. Per il Pd oltre a esponenti locali e amministratori in piazza è sceso anche Maurizio Martina candidato alla segreteria del partito: “Siamo qui perché siamo coerenti con il lavoro che abbiamo sempre fatto per la Tav. Noi siamo quelli che hanno sbloccato l’opera, che l’hanno finanziata per intero, quelli che l’hanno fatta partire in concreto con i francesi. Siamo qui – sottolinea Martina – per ascoltare questi cittadini e questa bellissima piazza, per dire loro che ci siamo, con la forza di un impegno che abbiamo sempre espresso. E per dire al Governo che il tempo delle ambiguità è finito: devono dire chiaramente a questi cittadini e a un intero Paese sì o no rispetto allo sviluppo e rispetto a queste infrastrutture strategiche. Non è più il tempo dell’ambiguità della Lega e di tante forze, anche il Movimento 5 Stelle, che hanno vissuto solo di propaganda e ambiguità”.

In piazza anche Forza Italia con il presidente della regione Liguria Giovanni Toti: “Sarebbe una follia non finire un’opera già cominciata. Le infrastrutture sono fondamentali per il rilancio del Nord Ovest – ha aggiunto – il Paese aspetta la Tav da trent’anni. Chiedo al governo di finire la Tav e di accelerare sul Terzo Valico”.

Ma in piazza è scesa anche la Lega che oggi governa insieme al M5s. La presenza, che c’è stata anche in altre occasioni fa discutere, visto che sono anche loro a dover scegliere se bloccare l’opera o andare avanti. Il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari ha voluto spiegare il senso della loro presenza in piazza: “Sapevamo dal primo giorno che era motivo di dissenso. Non c’è contraddizione nella nostra presenza in piazza oggi. La Lega ha posizione confermata da posizioni storiche in parlamento. Sapevamo dal primo giorno che era un tema divisivo, un conto è ridiscutere il progetto, tagliare sprechi. Un altro  è cancellare il progetto. Abbiamo trovato la sintesi su tanti argomenti, lo troveremo anche su questo. Il contratto dice: dopo costi benefici valutare le modalità di attuazione, non realizzarla è un’altra cosa”.

La reazione di Di Maio

Alla presenza leghista in piazza risponde il vicepremier Luigi Di Maio: “Non mi scandalizzo per il fatto che si vada in piazza a dire che si era per il Sì alla Tav: diciamo che abbiamo fatto la campagna contro le trivelle insieme per il referendum sia noi che la Lega in tempi non sospetti, quando nel 2015 non avevamo nessuna intenzione di neanche di firmare un contratto di governo”.

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