parla fitto… mei cojoni!

BERLUSCONI: FITTO, CON LUI LA GENTE VERA

“Il calore, l’entusiasmo, l’affetto, la passione delle migliaia di persone che oggi sono arrivate a Bari da tutta la Puglia per abbracciare il Presidente Berlusconi dimostrano che esiste un mondo virtuale fatto di falsita’, cattiverie, calunnie, bassi pettegolezzi ed un mondo reale composto da milioni di italiani che continuano ad amare Silvio Berlusconi e ad avere fiducia in lui”. Lo afferma Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni. “Siamo felici che il Presidente abbia scelto la Puglia per la sua prima vera tappa elettorale ed eravamo certi che il popolo pugliese avrebbe risposto con questo grande abbraccio. In piazza stasera non c’era solo il centrodestra; c’erano migliaia di famiglie, donne e uomini desiderosi di dimostrare al Presidente che gli sono grati per quello che sta facendo per il Paese e che deve andare avanti”.

°°° S’, verso il baratro… SENTI CHI PARLA:
Provvedimenti giudiziari [wikipedia]

La richiesta di arresto per corruzione, falso e illecito finanziamento ai partiti

Raffaele Fitto è indagato dalla Procura di Bari per corruzione, falso e illecito finanziamento ai partiti.

Il 20 giugno 2006 la Procura di Bari ha chiesto alla Camera dei Deputati gli arresti domiciliari di Fitto con l’accusa di illecito affidamento dell’appalto di gestione di 11 residenze sanitarie di proprietà dell’imprenditore romano Giampaolo Angelucci (proprietario di numerose cliniche private). Il Gruppo Angelucci ha versato 500.000 euro alla lista di Fitto “La Puglia prima di tutto” in occasione delle elezioni regionali del 2005. Secondo il gruppo (Tosinvest), si tratta di un regolare finanziamento registrato a bilancio. Per la Procura di Bari si tratta invece di una tangente pagata per assicurarsi l’appalto da 198 milioni di euro con cui Angelucci ha ottenuto la gestione delle undici residenze sanitarie “assistite” dalla Regione Puglia[1]. Si tratta della stessa inchiesta per cui è indagato Francesco Storace. Il parlamento, tuttavia, ha respinto l’autorizzazione a procedere con l’arresto con 457 voti favorevoli (su 462 presenti), 1 contrario (dello stesso Fitto) e 4 astenuti.

Il 7 luglio 2008 il Tribunale del riesame ha riconfermato il sequestro della somma in questione oltre a beni di proprietà di Angelucci per un valore di 55 milioni di euro.

Il 20 aprile 2008 la Cassazione ha confermato a sua volta il sequestro dei 500.000 euro, non condividendo la tesi della difesa ma ritenendo invece che il sequestro sia giustificato anche dal fondato sospetto che il reato sia stato commesso, almeno a giudicare dagli elementi attualmente disponibili[2].

Il rinvio a giudizio per concorso in turbativa d’asta e di interesse privato [modifica]

Il 3 febbraio 2009, Raffaele Fitto è stato rinviato a giudizio con l’accusa di concorso in turbativa d’asta e di interesse privato del curatore fallimentare per aver venduto a prezzo di favore (per sette milioni di euro, a fronte di un valore stimato di 15,5 milioni di euro) la società commerciale Cedis (fallita nel 2005) a un contraente predeterminato (la società Sviluppo Alimentare, riconducibile all’imprenditore Brizio Montinari) durante la sua presidenza della Regione Puglia. La Cedis si trovava in procedura di amministrazione straordinaria e, secondo le accuse, Fitto sarebbe stato ‘concorrente estraneo’ in questa vicenda, giocando il ruolo di ‘referente politico’ di alcuni fra gli indagati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio[3]. Il processo è stato fissato dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Bari al 12 Maggio 2009. Alla fine di Marzo 2009 arrivano alla Procura di Bari le ispezioni dei tecnici del Ministero della Giustizia, inviati in Puglia dal guardasigilli Angelino Alfano, nonchè collega del ministro Fitto. Il 4 Aprile 2009 il Consiglio Superiore della Magistratura ha archiviato una denuncia esposta da Raffaele Fitto contro i Pm pugliesi. Il Csm ha aperto subito dopo un nuovo fascicolo al fine di scongiurare eventuali ingerenze politiche in una vicenda d’ambito squisitamente giurisdizionale[4], una decisione quindi volta ad assicurare l’indipendenza e la continuità del lavoro dei pubblici ministeri. Nel frattempo il ministro Fitto descrive i magistrati inquirenti come “un manipolo di legionari”, e il Csm come espressione di una casta togata presente anche al Senato.[5][6].

INOLTRE:

La regione Puglia conta 4.068.167 abitanti… che cazzo sono “migliaia di persone”?! NESSUNO! La “gente vera”?! I delinquenti, semmai! In Puglia, tanto per dire, Vendola sta risollevando la regione DEVASTATA da questo ladro incapace di fitto. E BASTA.

banda_bassotti1

ber2

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

E tutti risero

Il caso Noemi e le “dieci domande” di Repubblica sui media Usa
E in Europa la vicenda diventa oggetto di cronaca ormai quotidiana
Il Nyt: “Decadente alla Satyricon”
Time: “L’Italia è Berlusconistan”

ROMA – La vicenda dei rapporti tra il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e la giovane napoletana Noemi Letizia, e il crescendo di contraddizioni cui si riferiscono le dieci domande di Repubblica ancora senza risposta, continuano a interessare la stampa internazionale in Europa e negli Stati Uniti.

“Le scappatelle del primo ministro alla fine fanno sollevare qualche sopracciglio”, titola il New York Times, che dedica alla vicenda una dettagliata ricostruzione e nota: “Gran parte del successo di Berlusconi nasce dalla sua abilità di leggere gli umori del Paese. Ora molti si chiedono se finalmente non abbia fatto un calcolo sbagliato e non stia spingendo troppo in là i tolleranti italiani, e se la sua reputazione di fine carriera non somigli sempre più alla decadenza imperiale del Satyricon di Fellini”.

Il settimanale americano Time titola: “Berlusconi e la ragazza. Niente di piccante, grazie”. L’articolo di Jeff Israely, a lungo corrispondente da Roma, è graffiante: parla dell’Italia come del “Berlusconistan” e in cui i critici “riescono in qualche modo ad andare in tv, sostenendo che il 72enne maestro dei manipolatori ha innescato un ciclo di notizie che in realtà potrebbe portare alla sua fine politica”.

Il quotidiano conservatore francese Le Figaro parla dell'”affaire Noemi” e sottolinea che “Berlusconi ha l’arte di complicarsi la vita”.

Il britannico Guardian dà alla vicenda una lettura “interna”: “Per capire quanto sia in difficoltà Berlusconi – titola il giornale – basta il fatto che persino i Blair stanno prendendo le distanze da lui”. Cherie parlò “rapita” del viaggio con Tony in Sardegna nel 2004 ospiti del Cavaliere. “Ma allora era allora”: quando la ex first lady è intervenuta questa settimana su quel viaggio, lo ha fatto “prendendo in giro la bandana indossata per coprire quello che lei insiste fosse un trapianto di capelli (nonostante il suo rifiuto di ammetterlo)”. E ancora: “Nessuno lo accusa di alcun rapporto sessuale improprio, e non ci sono basi per sostenerlo. Ma come avviene in molti scandali che coinvolgono uomini e donne politici, il punto non è quel che Berlusconi ha fatto, ma se stia o meno dicendo la verità. L’opposizione sostiene che chi mente sulla sua vita privata non può governare”.

Continuano a occuparsi della vicenda altri grandi quotidiani europei. El Pais torna oggi con una corrispondenza: “Convertito in un caso globale dalle proprie contraddizioni (ha mentito ripetutamente sulla vicenda), il caso Noemi coinvolge ogni giorno nuove persone”. E Libération: “Fiat tenta di acquisire Opel, l’economia italiana soffre la crisi, ma a dieci giorni dalle elezioni europee, l’Italia non ne ha che per papounet. Il velo di misteri e sospetti intorno alla relazione tra Berlusconi e la giovane che gli ha dato questo soprannome, si impone al centro delle discussioni, delle polemiche e ormai della politica”.

Infine l’americano Christian Science Monitor: “Con l’Italia che si prepara a ospitare il summit G8 Berlusconi nel mirino di uno scandalo personale”. E il giornale commenta: “Nel mezzo di una crisi economica, l’Italia sembra occuparsi più del presunto affaire del primo ministro con una teenager che del summit di luglio”.

DISASTRI DEL REGIME

governare1

MINISTRA IN ALLENAMENTO

se-te-lo-piglio

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Il solito mare di cazzate

Il premier interviene all’assemblea della Confesercenti
“In magistratura ci sono grumi eversivi. Aggredito dalla toghe rosse”
Da Berlusconi nuovo attacco ai giudici
A chi lo fischia: “Siete pochi, non contate”

Silvio Berlusconi (noto pregiudicato e pedofilo)

b-merda

ROMA – Cambia la platea, non cambia l’obiettivo dell’attacco. In passato era stata l’assemblea di Confindustria, oggi quella Confesercenti. Tribune che Silvio Berlusconi usa per scrivere un nuovo capitolo della sua personale “guerra” alla magistratura. Lo fa in una sala nervosa, che lo applaude, ma altrettanto spesso resta in silenzio e dalla quale parte anche qualche fischio. Accade quando il Cavaliere parla di “grumi eversivi tra le toghe” e lancia un nuovo, durissimo attacco al giudice del processo Mills Nicoletta Gandus. “Io non lascero’ la politica fino a che non ci sarà la separazione delle carriera tra pm e giudici e test psicoattitudinali per i pm – dice il Cavaliere – Quando mi hanno detto di governare il Paese io ho posto la condizione che questa magistratura, che prima delle scadenze elettorali è intervenuta sempre, non potesse perseguirmi: non devo subire le aggressioni delle toghe rosse”.Giudici che, insieme a pm e giornalisti sono “tre categorie che fanno male”.

Il premier è un fiume in piena. E spiega così la decisione di varare il lodo Alfano: “A chi mi dice di farmi confessare, io dico che sono il campione degli imputati, ma ‘sono stato sempre assolto’. Ho subito piu’ di 100 indagini piu’ di 587 visite della guardia di finanza, mi son dovuto difendere in 2500 udienze. Una volta al governo ho voluto che l’Italia diventasse un paese come gli altri, come la Francia dove c’e’ la sospensione dei procedimenti per chi ha responsabilita’ di governo”.

All’Auditorium, mentre usa queste parole, nessun trionfo e nessuna vera e propria contestazione. Piuttosto, soprattutto quando Berlusconi parla di giustizia, difendendo il lodo Alfano e attaccando i giudici rossi, una evidente freddezza. E di fronte ai fischi il Cavaliere replica contrattaccando: “Siete in 4 o 5, percentualmente irrilevanti. Domani i titoli saranno che io sono stato contestato, ma io ho le spalle larghe e così, anzi, si rafforza la mia volontà di operare nel bene di tutti e nell’interesse del paese”.

Dura la risposta di Antonio Di Pietro: “E’ eversivo solo il comportamento del presidente del Consiglio che invece di sottoporsi alla giustizia accusa i magistrati che hanno scoperto e dimostrato che ha corrotto un testimone per far risultare nei processi un’innocenza che non aveva”.

°°° Questo scarto di verme insiste. Spara le solite coglionate e vomita insulti sui magistrati che non è riuscito a comprare. Insulta i giornalisti veri che ancora sono rimasti e offende l’intelligenza del mondo. NON E’ MAI STATO ASSOLTO. HA CORROTTO GIUDICI, TESTIMONI, FINANZIERI, ASSESSORI, SINDACI. NON ha partecipato a quasi nessuna udienza, preferendo inventare scuse e scappare: pur di far passare tempo e arrivare alla prescrizione… PRESCRIZIONE CHE HA DIMEZZATO LUI MEDESIMO con una delle leggi ad personam. Se facessero un test psicoattitudinale a lui e ai suoi sedicenti ministri, li sbatterebbero immediatamente in una clinica psichiatrica molto sorvegliata…. La mia meraviglia è che ormai le platee stiano semplicemente “FREDDE”… dovrebbero aver capito di che malato di mente cocainomane si tratti e dovrebbero impedirgli a calci sulla dentiera di continuare con questo repertorio stanco e delirante. Sì, anche questi evasori fiscali incalliti dei commercianti: ma non lo capiscono che è mortale ANCHE per il commercio, questo bandito?

berlusconi-complotto2

mills1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Il mafionano nella merda

Veronica: “Il problema non è quella ragazza”
E il Cavaliere accusa le ministre: “Non mi difendono”. Giovedì incontrerà Gianfranco Fini

di CLAUDIO TITO

ROMA – “Niente e nessuno mi farà tornare indietro”. L’ultima puntata della saga “Noemi-Silvio” ha di nuovo lasciato il segno in casa Berlusconi. Sia sul versante del premier, sia su quello di Veronica. Così, mentre il Cavaliere è furibondo e se la prende pure con le donne del Pdl che “non mi difendono”, la signora Lario è rimasta esterrefatta dopo aver letto l’intervista all’ex fidanzato di Noemi. Da circa un mese non parla con il marito. I rapporti si sono azzerati. E, ancora ieri, ha confermato i suoi propositi: “Niente e nessuno mi farà tornare indietro”.

Per stemperare il nervosismo, ha visitato la mostra di Monet in corso a Palazzo Reale a Milano. Il pressing degli “amici”, la tensione in famiglia e i “suggerimenti disinteressati” sono le tappe di tutte le giornate da un mese a questa parte. “Non accetto i consigli di Emilio Fede”, si è sfogata con un’amica. Il divorzio insomma resta il suo obiettivo. E non la famiglia Letizia. Che tiene lontana dalla crisi matrimoniale. “Non ho mai voluto accusare Noemi e la sua famiglia – si è lasciata andare con l’amica che la accompagnava -. Questo non è il “caso Noemi””. Un modo, forse, per ribadire che la questione riguarda solo il presidente del consiglio. Tanto da citare anche le osservazioni di Dario Fo: “Questi sono i comportamenti di un uomo pubblico che è a capo del governo”.

Tra Macherio e Arcore, dunque, il filo della comunicazione sembra inesorabilmente interrotto. Ieri Berlusconi è rimasto chiuso a Villa San Martino. È infuriato. La “querelle Casoria” lo sta davvero disturbando. Con Gianni Letta e Nicolò Ghedini sta studiando le contromosse. “Dobbiamo ribaltare la situazione“, è il suo refrain. Si sente “sotto assedio”. Un “accerchiamento” di cui scarica la responsabilità anche sugli alleati. A cominciare dalle donne del Pdl.

Le “ministre”, in particolare. Che dal 28 aprile, da quando cioè Veronica ha rilasciato la dichiarazione all’Ansa sul “ciarpame politico”, non hanno speso una parola in sua difesa. Il suo dito indice è puntato contro Stefania Prestigiacomo che il 4 maggio scorso si è limitata solo a sottolineare che “lui ha bisogno della famiglia. Spero che non si separino, per Berlusconi la famiglia è un grande rifugio”. Ce l’ha con Mara Carfagna che ha evitato con cura qualsiasi presa di posizione. Ma pure con Michela Vittoria Brambilla, promossa di recente ministro, e con Giorgia Meloni. Quest’ultima, consultata sull’argomento, ha sempre cercato di dribblare: “non tiratemi in questa vicenda”.

Le uniche voci in difesa del premier sono state quelle di Daniela Santanché (“Veronica ha fatto un danno agli italiani”) e di due parlamentari “semplici”: Beatrice Lorenzin (“il Pd ha inaugurato la quarta via: il gossip casereccio”) e Barbara Saltarmartini (“la sinistra utilizza le donne, infangandole e attaccandole, per colpire il presidente Berlusconi”).

Il premier dunque si sente “isolato”, “lasciato solo” da molti dei partner di maggioranza. Sta studiando una via d’uscita. Prima delle elezioni proverà a sminare il terreno. Con una controffensiva mediatica. Le parole di Elio Letizia sono state solo la prima mossa. Non è escluso che nei prossimi giorni possa intervenire anche l’amica di Noemi, Roberta. Così come a Via del Plebiscito è stata presa in considerazione la possibilità di un “messaggio” tv alla nazione e di una lettera “elettorale” agli italiani. Sta di fatto che i collaboratori più stretti del Cavaliere stanno vagliando le diverse opzioni. E si rincorrono anche tante voci incontrollate sulle origini del legame tra Berlusconi e la famiglia Letizia. Alcuni dei fedelissimi del presidente del consiglio, ad esempio, addirittura accennano ad una antica amicizia tra il Cavaliere e la nonna di Noemi. Nata quando il futuro premier ancora intratteneva gli ospiti sulle navi da crociera.

In vista del voto del 7 giugno, intanto, l’inquilino di Palazzo Chigi cerca di stringere i bulloni della coalizione. Giovedì prossimo, ad esempio, incontrerà a pranzo Gianfranco Fini. Per rasserenare il clima, Gianni Letta ieri ha parlato a lungo con il presidente della Camera e con il capo dello Stato. Ma a Palazzo Chigi l’allarme è ancora rosso.

°°° Vogliamo parlare delle facce da culo di queste sguattere che offendono secoli di lotte per l’emancipazione delle donne? Fanno proprio senso vermiciattole del genere.

berl-pagliaccio1

ZOCCOLA

zoccola

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Con Mafiolo via a nuovi abusi

Abusi edilizi e turismo di massa: così muore il Parco nazionale del Cilento
Le responsabilità delle amministrazioni locali: «Era più intatto prima che diventasse area protetta»

Le costruzioni abusive di Montecorice devono essere abbattute da oltre vent’anni

abusivo_b1

SALERNO – Gli abusi edilizi e un distruttivo turismo di massa stanno danneggiando il Parco nazionale del Cilento. È l’accusa formulata nel Secondo dossier Cilento, redatto dal CodaconsCampania e pubblicato sul sito web dell’associazione con le molteplici violazioni denunciate.

VIOLAZIONI – Il parco è stato istituito nel 1991 e grazie ai suoi 180 mila ettari è il secondo parco nazionale più grande d’Italia. Nello stesso anno è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco e dal 1997 la stessa agenzia dell’Onu l’ha riconosciuto riserva di biosfera. Ricco di aree protette e di significativi siti storico-culturali (tra i più famosi i templi di Paestum e la Certosa di Padula), a vigilare sull’integrità del territorio e tutelarne le qualità culturali e naturali è l’Ente parco. Secondo il Codacons, però, nel corso degli ultimi anni si sono protratte «sistematiche violazioni delle leggi» che hanno determinato «numerosissime sofferenze ambientali e paesaggistiche» in tutto il territorio protetto. Dal dossier si deduce che le principali responsabilità dell’emergenza ambientale del Parco nazionale vanno ricercate nelle amministrazioni locali, troppo spesso pronte a «svendere legalità per acquistare consenso». Lo stesso l’Ente parco, in numerose occasioni, ha dimostrato inerzia e incapacità a svolgere un’effettiva azione di tutela dell’ambiente e del paesaggio. Alla fine il documento constata, non senza amarezza, che «il Cilento era più intatto prima che diventasse un’area protetta».

ABUSI EDILIZI – L’abusivismo edilizio è una delle piaghe maggiori che si registrano nel parco nazionale. Nel 2005 i carabinieri hanno accertato cento casi di abuso edilizio, ma il fenomeno è in netta crescita. Il Codacons afferma che sia la popolazione sia le istituzioni tollerano questo costume tanto da «non applicare le misure di contrasto e di repressione previste dalla legge». L’Ente parco, nel corso della sua quasi ventennale esistenza, ha emesso solo quattro ordinanze di demolizione, mentre non ha promosso azioni effettive nei confronti dei ripetuti abusi edilizi. Il caso più eclatante è quello di Montecorice, nei pressi della riserva di Punta Licosa, dove manufatti di cemento che devono essere abbattuti da oltre 20 anni sono ancora in piedi malgrado le sentenze passate in giudicato. Scheletri di cemento che deturpano una meravigliosa collina che si affaccia sulla baia di Punta Licosa.

ECOMOSTRI CON I FONDI EUROPEI – Càpita anche che in un’area protetta siano costruiti improbabili e maestosi edifici con finanziamenti europei. È il caso di due singolari progetti: il Centro internazionale per lo studio delle migrazioni e il Museo del fiume e dell’area faunistica della lontra. Il primo è stato portato a termine nel Comune di Centola con una spesa di circa 1.290.000 euro di fondi europei. Il secondo è stato edificato nel Comune di Aquara e ha comportato un esborso di oltre 500 mila euro. Oggi queste strutture non sono attive e secondo il Codacons la loro costruzione ha prodotto «una devastazione paesaggistica di un’intera area, prima di allora pregiatissima». «È incredibile», afferma l’avvocato Pierluigi Morena, dell’ufficio legale del Codacons, «come si sperperi il denaro pubblico per creare eco-mostri in aree sensibili». Il dossier denuncia che il Centro internazionale per lo studio delle migrazioni non è stato costruito con «materiali ecologici, compatibili e facilmente mimetizzati con l’ambiente circostante», ma è stata innalzata in posizione dominante e con calcestruzzo «una vera palazzina di tre piani, a forma di fungo circolare».

CEMENTIFICAZIONE E TURISMO DI MASSA – L’area del Cilento vive soprattutto di turismo. Località come Palinuro, Agropoli, Acciaroli ospitano decine di migliaia di villeggianti nei mesi estivi. Spesso le amministrazioni locali, pur di incrementare l’afflusso dei turisti, approvano progetti di dubbio impatto ambientale. È il caso della cementificazione del porto turistico di Pisciotta, cittadina a pochi chilometri da Palinuro (i lavori sono attualmente fermi dopo l’intervento della Sopraintendenza che ha constatato «la completa asportazione della scogliera preesistente, nonché il salpamento di parte della scogliera a sud del porto»). O ancora del progetto di costruzione di circa 40 villini da parte della cooperativa Sea Village in un’area protetta in località Lacco di Pisciotta, a pochi metri dal mare. Quest’ultimo progetto ha dato luogo a una vicenda giudiziaria con risvolti penali che ha visto coinvolti anche amministratori locali. Naturalmente il litorale costiero è quello che soffre di più la minaccia del turismo di massa. Il Codacons denuncia «le crescenti concessioni agli stabilimenti balneari nell’area dunale» sul pregiato litorale di Marina di Camerota. Il carico degli stabilimenti danneggerebbe l’intero territorio, «con pregiudizio anche per le specie di uccelli (gabbiano reale e gabbiano corso) che nidificano sulle falesie rocciose lì presenti». L’attività umana avrebbe tra l’altro provocato «gravi perdite di specie autoctone sulla spiaggia di cala del Cefalo».

IL KARTODROMO E LA GALLERIA – La fantasia degli amministratori locali non conosce limiti. Il Comune di Torraca vuole portare a termine la costruzione di un kartodromo e di una centrale eolica sulla montagna di Casalbuono, sul golfo di Policastro, «zona ritenuta dall’Autorità di bacino molto fragile per la sua natura carsica, quindi inadatta a ogni attività umana». Dopo la denuncia del Codacons sarà l’autorità giudiziaria a stabilire se effettivamente è possibile costruire una pista di kart su una montagna carsica. Ma forse il progetto più incredibile è quello denominato Interconnessione degli schemi idrici Sele–Alento, presentato nel luglio 2008 dal Consorzio Velia per la bonifica dell’Alento. Il piano prevedeva la deviazione del fiume Calore, nel tratto delle note gole, e la costruzione di una galleria di 2,5 km che avrebbe permesso alle acque di confluire nel bacino dell’Alento, lago artificiale e importante fonte di approvvigionamento idrico per il territorio. Lo scopo del progetto era aumentare l’acqua a disposizione per fini domestici e combattere «la tropicalizzazione del clima nel sud Italia». Sulla questione è intervenuto anche il Wwf Italia che, attraverso il presidente Enzo Venini, ha sostenuto che se il progetto fosse stato attuato «avrebbe causato la scomparsa del fiume Calore, tra i più vitali e meno inquinati del sud Italia, con la conseguente distruzione dell’ecosistema legato al fiume». Il Codacons su questa vicenda aveva avviato una campagna di tutela intitolata Salviamo il fiume Calore. «Quella campagna», sostiene il presidente del Codacons Campania, professore Marchetti, «ha dato un contributo decisivo per fermare un progetto faraonico, inutile e dannoso».

ABBATTIMENTO – Il direttore dell’Ente parco, Angelo De Vita, non nasconde i numerosi problemi che affliggono il Parco nazionale, ma pone l’accento anche sulle tante attività intraprese: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo portato a termine numerose iniziative che hanno fatto conoscere i nostri territori anche al di fuori dell’Italia. Gli abusi edilizi sono un problema grave. Spesso però gli abbattimenti non sono portati a termine per mancanza di fondi. Infine ci sono i soliti problemi burocratici con i singoli Comuni. Non voglio certo scaricare le colpe sugli amministratori locali, ma nell’immediato futuro cercheremo di trovare un’intesa con loro e abbatteremo quelle costruzioni che da anni sono state dichiarate illecite».

Francesco Tortora
21 maggio 2009

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

DIMISSIONI!!!

Il Cavaliere impunito
di MASSIMO GIANNINI


Come il morto che afferra il vivo, il fantasma della giustizia trascina ancora una volta Silvio Berlusconi nell’abisso. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato Mills, nel processo per corruzione in atti giudiziari che vede implicato anche il presidente del Consiglio, sarebbe il “de profundis” per qualunque uomo politico, in qualunque paese normale. Non così in Italia. Questo è un Paese dove un’osservazione così banale diventa paradossalmente impronunciabile in Transatlantico o sui media (persino per l’afona opposizione di centrosinistra) pena la squalifica nei gironi infernali dell'”antiberlusconismo” o del “giustizialismo”.

Questo è un Paese dove il premier ha risolto tanta parte dei suoi antichi guai giudiziari con leggi ad personam che gli hanno consentito proscioglimenti a colpi di prescrizione, e che si è protetto dall’ultima pendenza grazie allo scudo del Lodo Alfano, imposto a maggioranza poco meno di un anno fa, quasi come “atto fondativo” della nuova legislatura.

Ora, di quell’ennesimo colpo di spugna preventivo si comprende appieno la ragion d’essere. Secondo i giudici milanesi, l’avvocato inglese incassò 600 mila dollari dal gruppo Fininvest per testimoniare il falso nei processi per le tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian. “Mentì per consentire a Berlusconi l’impunità”, recita un passaggio delle 400 pagine delle motivazioni. Un’accusa gravissima. Una prova schiacciante. Dalla quale il Cavaliere, guardandosi bene dal difendersi nel processo, ha preferito svicolare grazie al salvacondotto di un’altra legge ritagliata su misura, e ora sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale. Perché dietro la formula enfatica che dà il titolo al Lodo Alfano (cioè la “sospensione dei processi per le Alte Cariche dello Stato”) è chiaro a tutti che l’unica carica da salvare era ed è la sua. “Riferirò in Parlamento”, annuncia ora Berlusconi. Bontà sua. Pronuncerà l’ennesima, violenta invettiva contro le toghe rosse e la magistratura comunista, “cancro da estirpare” nell’Impero delle Libertà. E invece basterebbe pronunciare una sola parola, quella che non ascolteremo mai: dimissioni.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Terzo mondo

Roma, 19:37
CINEMA: HOWARD, CHIESA HA OSTACOLATO MIO FILM

“Il Vaticano ha fatto pressioni perche’ non mi fossero messe a disposizione le location per girare ‘Angeli e demoni’ a Roma”. L’accusa giunge attesa e senza preamboli da parte di Ron Howard, registspot,città,Fellini,Santi,Codice da Vinci,a premio Oscar, che ha presentato oggi alla stampa a Roma in anteprima mondiale il suo ultimo film, “Angeli e demoni”, tratto dal best seller di Dan Brown. La pellicola, interpretata da Tom Hanks, Ewan McGregor, Pierfrancesco Favino e l’israeliana Ayelet Zurer – tutti a Roma insieme allo scrittore per l’anteprima mondiale in programma domani sera a Piazza della Repubblica di Roma – rappresenta uno spot per la citta’ eterna senza precedenti. Lo stesso Favino spiega che a suo giudizio un film che parli’ cosi’ di Roma non si vedeva dai tempi di Fellini. Uno ‘spot’, dunque, fatto ‘a dispetto dei Santi’. “Sapevo che non era possibile girare nelle chiese – spiega Ron Howard -. Gia’ col ‘Codice da Vinci’ mi era stato proibito di girare in Inghilterra, Scozia e Irlanda. Mi aspettavo, quindi, di avere problemi a portare il set nelle chiese romane. Cio’ che non credevo, invece, e’ che non ci fosse alcuna collaborazione per girare in citta’. Ci hanno spiegato che era dovuto alle pressioni fatte dal Vaticano”.

°°° Ma che vergogna! pap’emmerda!!!

papocchio

occhio-chiesa

ron_howard_2

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

GOVERNICCHIO DI MERDA 1

LA LEGGE
Caccia, arriva la legge liberi tutti
Ambientalisti: “Specie a rischio”
Una norma cancella i limiti: Italia sotto accusa perché permette di uccidere specie che l’Ue vuole proteggere di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA – Si potrà sparare a ferragosto, quando la città si trasferisce in campagna. A febbraio, mentre i migratori volano verso i luoghi della riproduzione. E poi, di deroga in deroga, i confini della stagione venatoria potrebbero allargarsi erodendo sempre di più il tempo della natura protetta. È la libera caccia versione due. Il primo tentativo del governo di far saltare le regole del gioco mettendo il fucile in mano ai sedicenni e permettendo di sparare a pagamento anche con il buio e sulla neve non ha avuto un buon indice di gradimento ed è rimasto prudentemente parcheggiato in Senato. Adesso il blitz si ripete alla Camera con maggiore accortezza: questa mattina si discute in commissione Agricoltura un testo in cui, camuffata sotto formule ambigue, si offre la possibilità di ampliare la stagione venatoria oltre i confini attuali che vanno dal primo settembre al 31 gennaio.

“È un capolavoro di retorica, nel senso peggiore del termine”, spiega Danilo Selvaggi, responsabile Lipu dei rapporti con le istituzioni. “Si pretende di dare una risposta alle richieste dell’Unione europea che accusa il nostro paese di cacciare troppo e male, ma in realtà si propongono modifiche che peggiorano la situazione in modo drastico. Se questa legge venisse approvata la pressione dei cacciatori dilagherebbe: una volta saltati i paletti che fissano l’inizio e la fine della stagione venatoria le Regioni potrebbero decidere deroghe in ogni momento dell’anno. Uno schiaffo alla protezione della natura e all’Unione europea”.

Contro questa proposta si è immediatamente mobilitato un fronte composto da oltre venti associazione ambientaliste (Lipu, Lav, Wwf, Legambiente, Enpa, Animalisti italiani, Fare Verde) e dai cacciatori che difendono la legge quadro e il legame con il territorio (Arcicaccia). In poche ore sono arrivate le adesioni di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Susanna Tamaro a Licia Colò, da Maurizio Costanzo a Danilo Mainardi, da Renato Zero a Marisa Laurito. E tra i parlamentari del Pdl c’è chi non ha gradito la deregulation selvaggia delle doppiette: Gianni Mancuso e Fiorella Ceccacci Rubino hanno presentato emendamenti per correggere la pressione degli oltranzisti della doppietta.

Anche all’interno del governo pare serpeggi un certo disagio. Un malumore aggravato dalla beffa che si aggiunge al danno: per far passare le misure anti europee si è usato lo strumento nato per sanare i contrasti con Bruxelles. Nella Legge Comunitaria è stato infatti inserito un emendamento firmato da due senatori del Pdl (Valerio Carrara e Sergio Vetrella) che cancella i termini di riferimento della stagione venatoria aprendo le porte a deroghe per allungare il calendario. Insomma l’Italia è sotto accusa perché permette di sparare a specie che secondo l’Unione europea vanno protette (ad esempio il fischione, la canapiglia, il mestolone) e invece di mettersi in regola getta le premesse per un altro contenzioso sui limiti della stagione venatoria che l’Europa ha fissato in modo da evitare lo sterminio dei migratori prima del momento della riproduzione.

cacc

vergogna12

anti

anti1

cacc1

caccia

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Berluscopoli

Biella, 14:59
FREQUENTAVANO CASA PIACERE, CONDANNATI GUARDIA E LADRO

Il Tribunale di Biella ha condannato a tre anni e quattro mesi un agente 42enne della Polstrada, Fabio Francese, e a 18 mesi un pregiudicato vercellese di 35 anni, Gennaro Esposito. In carcere, con 5 anni e 4 mesi di condanna, anche Lin Jin Rong, un vietnamita che gestiva una casa di appuntamento a Chiavazza, nel Biellese, e la sua aiutante cinese, Hi Tse Hsien, cui e’ stata comminata una pena di due anni e mezzo. L’accusa per il poliziotto, che una delle prostitute che lavoravano nella casa aveva detto avere richiesto indietro, esibendo il distintivo, i 60 euro appena pagati per un rapporto sessuale, e’ di avere taciuto all’autorita’ giudiziaria l’esistenza della casa d’appuntamenti, i cui movimenti erano controllati da alcuni mesi dai Carabinieri. La ricostruzione dei fatti, avvenuti nel 2004, e’ sempre stata negata da Francese, che ha sostenuto di essere finito in un tranello tesogli dalle prostitute cinesi. Piu’ semplice, invece, l’attribuzione delle responsabilita’ di Esposito: una sera si era introdotto nell’abitazione e, dopo avere minacciato la ”maitresse”, aveva rapinato l’incasso.

piacere

ladro

poliziotti

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter