Angelino Anfame: “Berlusconi è l’unico perseguitato in Italia.” Spiegati, verme!

Fatemi capire… parliamo di un fancazzista, figlio di un mafioso (Luigi), che senza un mestiere, ignorante come una seppia, senza un centesimo e senza voglia di fare un cazzo, si trova a soli 28 anni con decine di miliardi (di Cosa Nostra) sotto l’albero di Natale. La mafia deve riciclare e investire al nord, chi meglio del figlio inutile del loro banchiere milanese (Luigi Berlusconi: banca Rasini)? Detto fatto. Il piccolo Silvio si trova così miliardi a vagonate e coi miliardi, si sa, si comprano anche politicanti delinquenti a pacchi: molti Dc e molti craxisti, qualche Psdi. Ed ecco fioccare permessi, aree agricole che diventano magicamente edificabili, mattoni e cemento e persino una megaclinica abusiva: il San Raffaele. Megaclinica che diventerà presto un impero colossale e che ora sta per fallire perché ha oltre un miliardo di euro di debiti… troppi ladri in casa.

Silvio si ruba proprietà multimiliardarie senza spendere un soldo (Arcore, rubata a una povera orfanella, con tutti gli annessi e connessi, valore centinaia di miliardi) e si ruba tre televisioni nazionali (cash della mafia e decreto malavitoso del suo socio-sodale il delinquente Bottino Craxi, morto latitante).

Nonostante la pioggia continua di miliardi sporchi, Silvio traffica malamente e nel 1993 rischia le manette per bancarotta e per debiti: circa 7000 miliardi inesigibili, dato che non li ha. Sempre coi soldi delle mafie, alle quali è utilissimo, si compra un po’ di voti, fa brogli a manetta, e prende il potere “politico”. Con un misero 11% reale dei voti, compresi i brogli, pretende di comandare un’intera nazione come se avesse il 99% dei consensi. Inutile dire che devasta tutto e spoglia l’Italia e gli italiani come non si era mai visto. Preso il potere ci fa assistere alla più selvaggia manifestazione di spoyl system mai visto in occidente. La sua cosca e le sue cricche si spartiscono poltrone e poltroncine, cadreghine e strapuntini, continuando a rubare, corrompere, truffare e devastare. Devasta tutto: la credibilità dell’Italia, i conti pubblici, la scuola, la cultura, la politica, la democrazia, la sanità, il senso civico, il territorio, il mondo del lavoro, il commercio, il turismo (meno 60% da quando ci sono loro)…

Quasi tutti i suoi più cari amici sono stati arrestati o condannati fino alla cassazione, per altri pendono richieste di arresto e ci sono mille processi in arrivo o in itinere. Lui, grazie a culi venduti di servi e peones corrotti e incapaci, si fa una sessantina di leggi ad personam che gridano vendetta al cielo e scampa il culo alla galera. Per ora. Angelino Anfame, MA COME CAZZO FAI A DIRE CHE IL PEGGIOR DELINQUENTE CHE L’ITALIA ABBIA MAI AVUTO E’ UN… PERSEGUITATO DAI GIUDICI COMUNISTI?!

Angelino, MARIVAIAFFANCULO!

al  fano

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Iannini in Vespa per il dopo Alfano? La feccia continua a pensare alle poltrone e l’Italia affonda.

Iannini in Vespa per il dopo Alfano?

di Il congiurato

Dopo la bocciatura del codice antimafia da parte del procuratore Grasso si fa ancora più impegnativa la selezione per la successione di Angelino Alfano al ministero della Giustizia. Lui ha chiesto di aspettare l’approvazione di quel testo per dedicarsi interamente al partito. Il tutto dovrebbe avvenire non prima di settembre. E nel frattempo più che un totonomine si è aperta una vera e propria lotta all’arma bianca.

Sostanzialmente tre i candidati in lizza. Donato Bruno, presidente della commissione affari costituzionali (se nominato cioè lascerebbe libera una poltrona, e questo in genere aiuta) viene dato in pole position, se non altro per anzianità di militanza nel cerchio berlusconiano, fin dai tempi in cui veniva considerato soprattutto un avvocato fedelissimo di Cesare Previti, con cui mantiene ancora rapporti ottimi. Annamaria Bernini, che non perde occasione per fare esercizio di umiltà ironizzando sul proprio essere in corsa, non ha nulla da invidiare sul piano della preparazione forense al collega Bruno, tant’è che se dovesse perdere la sfida con lui per via Arenula ne prenderebbe il posto alla guida della commissione.

E poi c’è l’outsider, non avendo un curriculum politico, ma che in molti considerano in realtà la scelta più probabile: Augusta Iannini, magistrato, capo dell’ufficio legislativo di Alfano e, cosa che non guasta affatto, moglie di Bruno Vespa. A differenza delle altre candidature circolate in questi giorni, non incontrerebbe alcun tipo di dubbio tra le istituzioni.

Alfano però, prima di assumere a tempo pieno la guida del Pdl, vorrebbe anche le dimissioni di La Russa, Verdini e Bondi dal ruolo di coordinatore, per avere qualche garanzia in più sul piano dell’agibilità interna al partito, essendo uscito piuttosto indebolito dalla vicenda del lodo Mondadori in manovra. Alle dimissioni dei tre avrebbe accennato Cicchitto durante la riunione del gruppo martedì sera. Ma loro avrebbero fatto finta di non sentire.

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Intercettazioni e P4, è polemica Il Pdl: stop al gioco al massacro Alfano: “Penalmente irrilevanti, un miliardo buttato”.

Buttato un cazzo, al fano… Irrilevanti un cazzo! Adesso arriva il bello. ma voi delinquenti lo sapete ed è per questo che volete fermare tutto. MA NOI NON VE LO PERMETTEREMO. Anzi, ridateci i mille miliardi di euro che ci siete costati voi ladri e incapaci!

PRENDETE UN ALTRO CETRIOLO, PLEASE.

cetriolo

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La scomparsa di Alfano, la marionetta del nano.

La scomparsa di Alfano

Maria Novella Oppo

E così, anche Ballarò ha chiuso per ferie, con una puntata finale a doppio Crozza, che ha offerto l’occasione al sindaco di Vicenza, Tosi, per tacere (e da questo si vede la sua superiore intelligenza rispetto agli altri leghisti urlanti, digrignanti o semplicemente ghignanti, come la iena ridens Roberto Castelli). Comunque, dei programmi di Raitre, rimane in pista Chi l’ha visto, che speriamo si occuperà presto di una delle scomparse più impressionanti degli ultimi tempi: quella di Angelino Alfano, il segretario del Pdl (non) eletto a furor di popolo da nessuno. Anzi, eletto da quel nessuno che è diventato Berlusconi, nonostante Giuliano Ferrara lo voglia risvegliare dalla catalessi, come Gesù fece con Lazzaro. Ma siccome, purtroppo, Giuliano non è Gesù e, se lo fosse, si curerebbe di rianimare qualcun altro, il letargo di Berlusconi continua. E anche Bossi, al suo fianco sui banchi del governo, ieri dormicchiava durante il discorso di Silvio. Di Alfano invece non si sa più nulla. Da quando è segretario non ha fatto una mossa, un sospiro, neanche due righe scritte da Bisignani.

al  fano

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Lega su B. “Ad agosto lo massacriamo.” °°° Mi sa che prima vi massacriamo noi! Tutti quanti.

Il dopo Silvio? Un ticket Alfano-Maroni

Bossi prepara la successione. I due dovrebbero terminare la legislatura per ricandidarsi. A Pontida probabilmente niente strappo. Ma su Berlusconi dal Carroccio arrivano frecce avvelenate: «A luglio vogliamo risposte su fisco e Irap, altrimenti ad agosto lo massacriamo».

lega-ss

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LA MAFIA NON SI ARRENDE: SFASCIO DELLA GIUSTIZIA

Alfano: “Non ci fermeremo su nessuna legge
il Pd vuole solo far cadere Berlusconi”

Il Guardasigilli: “In piazza per difendere la riforma costituzionale. Per piazza intendo comizi per le amministrative e piazze televisive, spiegherò le norme. Approvazione entro l’estate”. Legge ad personam? “Non si applica ai processi in corso, per il premier nessun beneficio”. Responsabilità dei giudici: “Chi sbaglia paga”

di CLAUDIO TITO

Alfano: "Non ci fermeremo su nessuna legge il Pd vuole solo far cadere Berlusconi" Angelino Alfano

ROMA – “Il voto sul conflitto di attribuzione? Certo che ci sarò, sempre che Fini mi permetta di votare”. Il Guardasigilli Alfano è in partenza per  gli Usa. Incontrerà l’omologo americano Eric Holder, e terrà una conferenza alla Hopkins University. Ma vuole prendere parte al primo dei voti ad alta tensione previsti per martedì: il conflitto di attribuzione, che mira a bloccare il processo Ruby.
Subito dopo ci sarà quello sul processo breve con la discussa norma sulla prescrizione. Due appuntamenti cui non vuole rinunciare. “Noi – conferma senza dubbi – su questo terreno andiamo avanti” e il Pd decida se confrontarsi sulla riforma costituzionale rinunciando al tentativo di “far cadere Berlusconi”: “Hanno paura di perdere le prossime elezioni” e sanno che in quel caso sarà la “fine” della loro attuale classe dirigente.

Scusi Ministro, ma quando ha presentato la riforma costituzionale della giustizia auspicava un confronto con l’opposizione. Quell’apertura sembra svanita.
“Invece è in campo. La nostra tabella di marcia prevede che subito dopo Pasqua inizi l’esame della legge. La approveremo alla Camera entro l’estate. E io lavorerò per un confronto serrato con l’opposizione. Oltre che in Parlamento ci batteremo nelle piazze”.

È pericoloso evocare la piazza per far passare una riforma costituzionale.
“Pure lei si mette a strumentalizzare? Contro chi dovremmo

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GIUSTIZIA. Perché chiamare RIFORMA un vergognoso scempio?

Giustizia, una riforma contro i magistrati
Se ci fosse già il Rubygate non sarebbe iniziato

Silvio Berlusconi la definisce “una riforma epocale” e giura che nulla ha a che fare con i suoi guai giudiziari. O meglio: lo riguarda, perché essendo una delle persone più indagate d’Italia anche lui potrà usufruire dei presunti vantaggi di una riforma che giovedì prossimo sarà tema di un consiglio dei ministri straordinario. Non solo. Se la riforma fosse già in vigore probabilmente non sarebbe mai iniziata l’inchiesta sui festini di Arcore. Nel frattempo, tra quattro giorni in Cdm verranno affinati gli ultimi particolari. Passaggi e contenuti del documento però sono già di pubblico dominio. Ed è proprio tra le pieghe del progetto pensato dal Guardasigilli Angelino Alfano che si annida il

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