Pupi Avari, grand comis del vaticANO e dei ladroni romani

Pupi Avati dice: «Non ho ricevuto nessun regalo da Anemone. In effetti nel 2002 o 2003, desiderando dotare la mia casa di Todi di un saliscendi per trasportare le vivande dalla cucina al piano rialzato, ne parlai all’ingegner Angelo Balducci che si offrì di reperirmelo e di farmelo installare. Il tutto avvenne nell’inverno di quell’anno, in nostra assenza dalla casa che utilizziamo solo l’estate e quindi senza che io mi trovassi ad incontrare chi materialmente ha effettuato il montaggio dell’apparecchio».

°°° Io conosco bene, avendoci lavorato per oltre quattro mesi, quanto siano attaccati al soldo (ancorché privi di qualunque talento) i fratelli pupi e antonio avati (che io chiamavo – de visu –  Caino e Abele Avari o Abramo e Ismaele). Avari e disposti a tutto per un cent. Quindi non mi stupisce che siano tra i  beneficiati (inconsapevoli) di mazzette e lavori che a noi costerebbero decine di migliaia di euro. La casa di Todi è una specie di castello, per intenderci, con tanto di frutteti e terreni a perdita d’occhio (non a caso acquistata a due lire grazie a un cardinale…). Dal frutteto, la madre dei due usurai portava a noi del cast di MAGNIFICAT, ma solo ai protagonisti: sfanculando tecnici e comparse, delle buste di frutta marcia del “nostro terreno”. MAVAFFANCULO! Ci davano per pranzo “panino con purea delle nostre patate”… Meno male che ero molto più famoso e amato di loro e, alcune comparse locali, mi portavano pane fatto in casa, prosciutto, formaggio, vino, verdura e frutta fresca… che dividevo puntualmente con maestranze e figuranti. E mandai a cagare  antonio avati, il produttore (sic!) davanti a tutti, quando si presentò per “assaggiare”. “Molla l’osso! –  gli dissi malamente – Vai a mangiare il vostro panino con purè!”

CHISSA’  SE  TRA UN PO’  COMINCERANNO  I SUICIDI  DEI DELINQUENTI (DA IMPUTARE AI MAGISTRATI…) COME PER MANI PULITE…

Suicidi

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