Il mafionano e gli affari sporchi con l’altro dittatorello gheddafi

Tv insieme, Silvio e Muammar sulla stessa lunghezza d’onda

di Ninni Andriolo e Umberto De Giovannangeli
Una cosa ci tiene a chiarire prioritariamente: nessuno, al di là di una puntualizzazione del finanziere-produttore-amico del Cavaliere, Tarak Ben Ammar, ha provato a smentire quanto da lui scritto nell’articolo-bomba pubblicato sul Guardian il 6 settembre 2009. John Hooper è l’autore dello scoop che ha disvelato le operazioni finanziarie tra Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi, facendo emergere quello che il reporter britannico ha definito un «colossale conflitto di interessi». «Il fatto è – annota Hooper – che a unire i due leader non è solo il pugno di ferro contro gli immigrati clandestini. A unirli ci sono anche e per molti aspetti, soprattutto gli affari». Affari di famiglia.

AFFARI DI FAMIGLIA È la Libyan connection. Vale la pena riportarla alla memoria, perché questa storia dà spessore e concretezza alle esternazioni sibilline di alcuni parlamentari «finiani», in primis Carmelo Briguglio, sulla «reale natura» delle relazioni tra Berlusconi e Gheddafi (e Vladimir Putin).

°°° Ecco a cosa si è ridotta laprestigiosa politica estera italiana dei tempi di Prodi, a mero giro affaristico e di traffici loschi nell’interesse esclusivo del cocainomane di hardcore. Due dei peggiori criminali del mondo: putin e gheddafi, continuano a derubare i loro concittadini in accordo con il peggior delinquente europeo di sempre: silvio berlusconi. E si dice che solamente col giro di cocaina che circola tra i tre si potrebbe sfamare mezza Africa.

mafia-SpA

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