Annozero da non perdere: mafia al nord. La lega non sa niente? Commentiamo su FB

Annozero – 9 dicembre 2010 – è la criminalità organizzata con la ‘ndrangheta ormai insiedata al Nord Italia, sia nel settore produttivo che in quello politico.

Si parlerà naturalmente delle polemiche registrate nei giorni scorsi tra Roberto Saviano a Vieni via con me e la Lega Nord, accusata di favorire l’azione delle mafie al Nord Italia, soprattutto in Lombardia.

In Annozero – 9 dicembre 2010 – si parlerà anche delle rivelazioni del pentito Giuseppe Di Bella che potete trovare nel libro “Metastasi” di Gianluigi Nuzzi, presente tra gli ospiti di Annozero.

Il titolo della puntata di Annozero – 9 dicembre 2010 – è come sempre molto provocatorio “L’amico terrone”, alludendo ai contatti della Lega Nord con la criminalità organizzata meridionale.

Gli ospiti di Annozero – 9 dicembre 2010 – sono: Roberto Castelli della Lega Nord, lo stesso Gianluigi Nuzzi giornalista di Libero, Daniela Santanchè del Popolo delle libertà, Fabio Granata di Futuro e libertà e Claudio Fava di Sinistra ecologia e libertà.

Nel reportage di Annozero – 9 dicembre 2010 – si parlerà di Desio, il primo comune della Lombardia sciolto per Mafia;

castelli

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Nemmeno il buco del culo puzzolente e sanguinolento di berlusconi è volgare come la sua cosca

La Lega Nord contro Saviano
“Noi lottiamo, lui ha fatto i soldi”

Lo scrittore a Vanity Fair: “Sono anni che la ‘ndrangheta si infiltra al Nord, mi chiedo la Lega dov’era”. “Gomorra mi ha cambiato la vita”. Castelli: “Da noi fatti, non libretti. Abbiamo sempre combattuto la mafia, e nemmeno siamo diventati ricchi”

°°° Questo castelli è un altro analfabeta che nessun circo di paese avrebbe preso nemmeno per pulire il culo  al mulo feroce. Ma gli altri non sono migliori di lui.  Secondo me si è fatto cambiare nome, si chiama baracca. Seimila anni fa, in Sardegna, con questi attrezzi ci concimavamo i campi o li davamo in pasto ai maiali. Oggi, grazie al mafioso di Hardcore, sono tutti grassi, spocchiosi, e ricchi coi nostri soldi. Ma sta per finire la pacchia. Mi ripeto:

Castelli! Se avessi il culo come la tua faccia mi vergognerei di cagare!

SCHERZO  DI NATURA

castelli

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Castelli a Cagliari

Amici, come vi avevo anticipato, il coniglio razzista, impotente, e ladro: bossi,  si è ben guardato dal venire a Cagliari a sparare i suoi deliri da povero minus habens. Ha mandato uno dei più  decerebrati esemplari del suo porcile: castelli.

Costui è un millantatore ignorante, come  da regolamento destronzo, che si spaccia per ingegnere, per economista, per esperto costituzionalista, per giurista, ecc. In realtà, è solo un miserabile giurato delle loro gare di rutti, espressione preminente e forse unica della loro incultura.

Ah, dimenticavo, naturalmente a Cagliari è stato abbondantemente sommerso dai fischi e da secchiate di merda. Buon pro.

CASTELLI  SALUTA   ROMANAMENTE LA  MARIJUANA

castelli

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Salute e grano a tutti!

CARCERI  E  INDULTO

TURISTI, DUE SETTIMANE FA, A MARINA DI ARBUS

La maddalena

A Omnibus parlano di carceri. Ma e tutti i miliardi di euro che avevano rubato gli stessi del regimetto attuale  con la scusa di costruire cinque nuove carceri? Ricordo quel pagliaccio ladro di castelli (lega) che si riempiva la fogna di queste cose per anni, ci ha massacrato i testicoli con le nuove carceri pronte in tre anni. DOVE SONO?! Io ricordo solo lui, con tribù a seguito, che veniva d’estate  aalla Marina di Arbus (posto meraviglioso e chiuso al pubblico) a scroccare laute vacanze a base di aragoste fresche da simil ministro. Un gazzettiere ondivago dice che l’indulto non è servito a niente. Mica vero! E’ servito a Mafiolo, previti, dell’utri, e al 99% dei seguaci di silvio berlusconi: tutti pluricondannati e pluripregiudicati…

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Castelli, un pirla in malafede

Il governo attacca anche nel giorno dei lavoratori

Nemmeno nel giorno in cui si festeggiano i lavoratori e si ricordano i troppi morti per incidenti il governo riesce ad essere rispettoso. Secondo il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, il leghista Roberto Castelli, si esagera con il conteggio dei morti sul lavoro. Secondo l’ex ministro «serve un’operazione verità sul numero delle vittime degli incidenti sul lavoro. Bisogna depurare le cifre dei morti sul lavoro. Bisogna smettere di far credere che i morti in incidenti stradali verso e dal luogo di lavoro siano legati al problema della sicurezza sul lavoro – sostiene Castelli in una nota -. Non capisco perché le associazioni degli imprenditori accettino questa ipocrisia, che ci mette ingiustamente in fondo alle statistiche europee». Il ministro non capisce perché chi lavora in condizioni non idonee, senza tutele, magari in nero e per orari molto superiori a quelli consentiti possa perdere il controllo dell’auto tornando a casa. Non lo capisce e ci tiene a farlo sapere proprio il Primo Maggio.

castelli

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Un anno e già si scannano

Cdm, scoppia il caso dei nuovi ministri
Letta frena: il premier andrà da Napolitano
Calderoli fa i nomi di Castelli, Urso e Romani come vice. Brambilla promossa al Turismo. Un’ora dopo, il sottosegretario: “Nessun nome, sul Colle si discuterà della struttura del governo”. Referendum il 21 giugno


°°° Più poltrone che culi. Venghino siòri, al teatrino della politica e del potere! Bondi alla cultura, Alfano alla giustizia, Brambilla al Turismo… sempre più un governicchio – TAFAZZI. E la frittata è fatta: col culo degli italiani… Che sfiga, ragazzi!

bb

le-sfighe

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Travaglio e Oppo

Sciacalli e leccapiedi

Due futuri premi Pulitzer, sul Giornale e a Radio24, mi danno gentilmente dello «sciacallo» perché ho ricordato quali danni aggiuntivi ai terremoti avrebbero comportato il “piano casa” e il ponte di Messina (in una delle zone più sismiche d’Europa) se sciaguratamente fossero già stati realizzati. I servi furbi sono così accecati dalla saliva delle loro lingue da non accorgersi che a liquidare il ponte, all’indomani della sciagura abruzzese, è stato il sottosegretario alle Infrastrutture del loro adorato governo, il leghista Roberto Castelli; e che a rinviare sine die il “piano casa” è stato il ministro forzista Raffaele Fitto, con la soave espressione dorotea della «pausa di riflessione». Intanto il ministro Claudio Scajola annuncia che nel decreto saranno inserite precise «misure antisismiche»: fino a domenica non ci aveva pensato nessuno. La parola “terremoto” non compariva mai nella proposta inviata a giugno dal governo alle regioni, nella bozza di un mese fa e men che meno nell’intesa del 31 marzo. Anzi, lì un cenno c’era, ma per smantellare i divieti (art.6: «Semplificazioni in materia antisismica»). Solo due giorni fa, mentre l’Abruzzo crollava, si son ricordati che siamo il paese più a rischio d’Europa e hanno cancellato l’art.6 e, al posto, hanno infilato qualche riga di «misure urgenti in materia antisismica»: gli ampliamenti delle case non saranno autorizzati «ove non sia documentalmente provato il rispetto della normativa antisismica». Ci son voluti 260 morti, per ripristinare la legalità. A proposito di sciacalli. Vergogniamoci per loro, e per i loro servi.

Facce di propaganda

L’ultima puntata di Ballarò è stata utilissima per chiarire la linea propagandistica della destra, sullo sfondo di un paese terremotato. Erano presenti, per il governo, il ministro Fitto e Castelli (le disgrazie non vengono mai sole), entrambi impegnati a fare la faccia di circostanza, ma soprattutto ad impedire ogni analisi seria della situazione, per paura di mettere in crisi le linee preordinate della loro politica. In particolare rispetto al piano-casa, la cui pericolosità è stata oggettivamente messa in luce dai visibili effetti di una politica del territorio speculativa e devastante. Cosicché, appena Bersani tentava di definire una prospettiva di ricostruzione regolata e civile, Fitto e Castelli lo accusavano di attaccare il governo. Quasi che il governo fosse per sua natura dalla parte dei devastatori. Come in effetti è, se si pensa alle promesse sopraelevazioni, ai condoni di fatto e alla minacciata fondazione di nuove città (stile Mussolinia), care al premier palazzinaro.

casa1Bersani

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