Faccendieri incapaci

faccendieri

TUTTI NELLA MONNEZZA – SOTTO INCHIESTA ANCHE DE BIASIO, FEDELISSIMO DI BERTOLASO – I PM: INCARICHI PER AMICIZIA O CLIENTELA: MOLTI DEI PROFESSIONISTI NON È NEANCHE ISCRITTA ALL’ALBO – UN COLLAUDATORE INTERCETTATO: “COME HO AVUTO LA NOMINA? IO SONO IN UN PARTITO”…

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

La magistratura napoletana dà il via libera agli arresti e adesso i timori di Guido Bertolaso si fanno più forti. Perché i sette impianti di Cdr che il giudice di Napoli ritiene «assolutamente inidonei tecnicamente» sono tuttora in funzione e rappresentano uno dei tasselli fondamentali nella gestione dell’emergenza rifiuti in Campania.

L’UOMO DEL G8
E perché ai domiciliari è finito anche un suo fedelissimo, quel Claudio De Biasio, 45 anni, che nell’ordinanza viene definito «indagato che dimostra una spiccata personalità criminale», mentre lui gli aveva affidato un ruolo di rilievo nell’organizzazione del G8 a La Maddalena.

Scrive il giudice nel provvedimento: «Addirittura era designato all’importante incarico di attuatore con funzioni vicarie, nomina disposta da Bertolaso, ma per tale incarico sopravveniva una rinuncia dopo non molto tempo dalla richiesta del pm di informazioni presso la Protezione civile. Dimissioni che evidentemente risultavano funzionali a tentare di depotenziare iniziative giudiziarie nei suoi riguardi». Non è andata così. Nonostante gli scontri interni alla Procura sul filone di inchiesta che riguarda proprio l’operato di Bertolaso, in calce alla richiesta di arresti depositata dai pubblici ministeri il 7 aprile scorso insieme all’aggiunto Aldo De Chiara, c’è anche la firma del capo dell’ufficio Giovandomenico Lepore.

SI PUNTA AD ACERRA
L’inchiesta ha coinvolto anche un altro funzionario che nella gestione dell’attuale emergenza ha un ruolo chiave: Giuseppe Vacca, 45 anni, direttore dei lavori del termovalorizzatore di Acerra. E infatti non appare casuale che il 22 maggio scorso l’accusa abbia deciso di integrare i documenti già consegnati al giudice per le indagini preliminari con le carte che la Guardia di Finanza aveva acquisito appena il giorno precedente presso gli uffici della Fibe che si trovano all’interno dell’impianto.

«Il 21 novembre scorso – è evidenziato nell’ordinanza – la Fibe chiedeva e otteneva il 27 novembre dalla missione finanziaria del sottosegretario (Bertolaso ndr) il nulla osta alla formalizzazione all’aggiornamento tra Fibe e direttore dei lavori. Non si comprende come sia stato possibile il rinnovo di tale carica, visto che le sue condotte evidentemente concorrevano a rendere possibile la realizzazione dei reati di frode in pubbliche forniture da parte di soggetti rinviati a giudizio nell’ambito di un altro procedimento e dovevano essere conosciute dagli organi statali». A leggere l’ordinanza si ha la percezione chiara di quali fossero i criteri di scelta dei collaudatori, in barba alla legge che impone requisiti precisi e di elevata professionalità.

I FALSI COLLAUDATORI
Basti pensare che la maggior parte dei professionisti scelti per autorizzare i sette impianti non è neanche iscritta all’albo regionale. E poi c’è Giulio Facchi che ha soltanto il diploma di terza media e si è salvato dagli arresti soltanto perché non ha firmato la relazione per il via libera alla struttura di Santa Maria Capua Vetere. C’è Bruno Mazzatenta «che avrebbe pagato un intermediario che avrebbe versato le somme a un pubblico ufficiale per ottenere la nomina» e poi ha presentato un certificato per «psicosi cronica».

C’è Alfredo Nappo che parlando al telefono con un amico dopo essere stato interrogato, afferma: «Ho detto: sentite, come ho avuto l’incarico? Io faccio parte di un partito. Chiaramente non faccio il nome perché non è il caso, però spesso nell’ambito delle discussioni dico: vediamo se è possibile riuscire a lavorare un poco. Poi bello e buono mi è arrivata la possibilità di poter lavorare e se devo dire che è stato il partito mio o qualcun’altro questo non lo so».


LA RIUNIONE SEGRETA

Secondo l’accusa i criteri per il collaudo non hanno riguardato la funzionalità degli impianti, nonostante sia previsto dalla normativa. «E infatti nei certificati non è specificato», sottolinea il giudice che poi rivela come sia stato proprio Facchi a rivelare la verità quando gli fu chiesto conto della sua decisione di non firmare. «Spiegò di non essere stato convocato dal presidente in occasione della stesura del certificato e che comunque, ove fosse stato interpellato, non avrebbe mai apposto la firma in quanto consapevole dell’inidoneità degli impianti. A rafforzare la precisa volontà di rendere di­chiarazioni di collaudo mendaci da parte di tutti i collaudatori, v’è un’ulteriore indicazione del Facchi che riferiva di una riunione a cui non aveva partecipato, tra tutti i presidenti delle commissioni di collaudo che in tale occasione avrebbero deciso di limitare il collaudo al solo aspetto strutturale».

napoli_monnezza3_tn

b-bloccaprocessi1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Obama? Non se lo caga di striscio!

MURDOCH
Chiamato da Berlusconi per quello scherzetto, Murdoch ha capito che il mercato italiano era promettente e ci si è installato. Si è impadronito della pay tv satellitare italiana, che in mani italiane (L’IMPRENDITORE DEI NOSTRI COGLIONI: silvio burlesquoni…) aveva perso per anni centinaia di miliardi di lire all’anno, trasformandola nel successo che è oggi Sky; poi Mediaset gli ha sparato nelle gambe il calcio sul suo digitale terrestre e poi, peggio di tutto, il governo italiano ha raddoppiato l’Iva sulla pay tv.

OBAMA

Il fantasma che spaventa di più Berlusconi è però quello del presidente americano Barack Obama. In fondo, può pensare Berlusconi, con Murdoch alla fine ci si metterà d’accordo. Siamo imprenditori, siamo ricchi, abbiamo la stessa età, siamo fatti per intenderci. Probabilmente se pensasse davvero così sbaglierebbe, ma un fondo di ragione può avercelo.

Con Obama, invece, la paura è più che giustificata. Al di là del santino neo kennediano che ne è stato fatto in Italia, Obama è un giocatore durissimo, cresciuto alla spietata scuola della politica di Chicago, la città più violenta d’America e in cui anche la lotta politica segue regole che non sono quelle bizantine della costa orientale e meno che mai quelle di un consiglio comunale italiano. Tutto vero quello che si è detto e scritto sugli ideali, le grandi strategie, l’essere profondamente di sinistra di Obama.

Ma Obama ha anche imparato, nella città di “The Jungle”, le regole della politica, che non sono quelle di un collegio di Orsoline. Che sia un duro nel gioco politico basta vedere come ha scaricato il suo compagno di partito Rod Blagojevich, infilatosi da solo in un mare di guai ma finito nel mirino della procura della Repubblica locale proprio in quanto compagno di partito di Obama. Per convincersi che sia un duro nella gestione, basta vedere come ha affrontato i finanzieri di Wall street e i loro stipendi, l’industria dell’auto e anche i pirati somali.

Umanamente ha tutte le ragioni per detestare Berlusconi, che gli ha dato pubblicamente del negro e non in una serata a Villa Certosa, ma in Russia, in una conferenza stampa inter nazionale sghignazzando sul colore della pelle di Obama con un altro campione di tolleranza razziale, il presidente russo Medvedev.

Ma anche sul piano politico Obama ha molte ragioni per infliggere all’Italia di Berlusconi qualche umiliazione. Berlusconi si è appiattito per anni su Bush, in modo totale e assoluto, senza avere l’aplomb (che è tutto dire) dell’inglese Tony Blair; inoltre, insiste nel volere essere il grande mediatore con lo zar russo Vladimir Putin. e anche questa cosa è fatta per non piacere agli americani, che il gioco con la Russia lo vogliono condurre loro, con le loro mani, come serve alle loro strategie.

L’Italia, per gli americani, dopo la fine dell’impero russo, è un paese marginale. Per chi governa l’Italia, che è colonia americana (meglio dell’America che di chiunque altro, ma sempre colonia) la legittimazione americana è fondamentale e anche per questo Berlusconi si buttò subito nelle braccia di Bush, certamente non credendo una parola delle fandonie sulla guerra al terrore ma sapendo che se non si fosse schierato con il padrone di Washington, avrebbe avuto vita ben più difficile, in Italia e fuori.

E Obama non ha fatto certo mistero della sua freddezza verso Berlusconi e l’Italia. È stato in Europa, ai primi di aprile, è andato dappertutto tranne che in Italia, a Londra ha visto anche gente di Stati meno importanti dell’Italia ma non Berlusconi. Una riprova della freddezza dei rapporti tra i due viene anche dal noto episodio che tanto irritò la regina Elisabetta, quando Berlusconi chiamò con un tono di voce non da corte il presidente americano. “Mister Obama” gli disse, invitandolo a posare assieme per una foto ricordo. Obama accettò, anche perché con lui e Berlusconi posarono praticamente tutti gli altri capi di governo presenti.

Ma non sono passati a chiamarsi col primo nome, che per gli americani è il nostro tu. In quell’occasione, Berlusconi ha strappato a Obama, un invito a andare a Washington, per parlare del G8 (della cui nuova location il povero Obama non ha bene contezza) ma, a quel che si legge, finora la conferma definitiva dell’incontro alla Casa Bianca non è arrivata.

Intanto Obama va a Riyad, in Arabia Saudita, a vedere re Adbullah (indicativo della dipendenza americana dai sauditi fu l’inchino di Obama davanti al sovrano a Londra), va al Cairo, va in Germania. Cosa gli costerebbe un piccolo detour su Roma, giusto una toccata e fuga, tanto per consentire a Berlusconi di non parlare più di lui come «mister Obama», ma «il mio amico Barack», come faceva con «l’amico George». E invece nulla, solo un glaciale silenzio. Nemmeno con la melatonina uno normale riuscirebbe a dormire.

MARCO BENEDETTO

°°° Murdoch non mi piace, è di destra, ma è un cazzutissimo imprenditore internazionale. Burlesquoni un malavitoso di piccolo cabotaggio che sarebbe finito in galera da decenni IN QUALUNQUE PAESE CIVILE.
Obama è un grandissimo statista e lo sta dimostrando. Burlesquoni un vecchio pedofilo miserabile e cocainomane che politicamente non conta un cazzo nemmeno a Malta o a Corfù… Ma di che parliamo?

cocaina

dm-berlusconi-mussolini

mafia-spa

obama-berlusconi-process1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Niente, non mi permettono di riposare…

… questi arroganti di sedicenti muratori se ne impippano della gentilezza e delle leggi. Domattina chiamo i carabinieri e vediamo… Per ora, dunque, andiamo a vedere le minchiate e gli annunci del mafionano e della sua cosca e il NULLA da essi realizzato dopo oltre un anno di regime:

http://www.lavoce.info/dossier/pagina2941.html

a) Quasi azzerata la cooperazione internazionale e gli aiuti a paesi poveri, con conseguente figura di merda proprio ora che all’Italia spetta la presidenza del G8 anche sugli aiuti globali: simo l’unica nazione inadempiente, mentre prodi aveva destinato un miliardo e aumentato dell’86% le risorse.

b) Piano casa – edilizia abitativa. Solo chiacchiere e annunci NON un solo euro è stato stanziato e NON una sola pietra è stata posata. BUFFONI!

3) Energia e ambiente. Solo propaganda: dopo aver creato il problema rifiuti in Campania, coi suoi uomini legati alla camorra, burlesquoni spaccia per rusolto un problema che invece è solo agli inizi della sua via cricis giudiziaria. I rifiuti sono stati SPOSTATI in un’area pericolosissima: il cuore del pascolo e degli allevamenti delle bufale… quindi fine della mozzarella di bufala campana. In compenso, ha inaugurato l’inceneritore di Acerra, voluto e finanziato da Prodi, che però ancora non ha funzionato un solo minuto. E, mentre in tutto il mondo si stanno chiudento e smantellando le centrali nucleari, Mafiolo sta procedendo con l’iter per la delirante costruzione di alcune centrali nucleari già oggi obsolete, costosissime, e pericolossime (e proibite da un referendum stravinto).
4) Fisco. Col regime burlesquoni le tasse sono aumentate arrivando a quasi il 44% di prelievo: sono le più alte da almeno 20 anni, mentre i furbetti hanno ripreso a NON pagarle. Cìè un aumento dell’evasione vicina al 10% in più rispetto al governo Prodi, mentre le entrate sono giù del 7% in meno. Non solo: l’abolizione dell’Ici ai miliardari e alla chiesa ha costretto il 99% dei Comuni italiani ad aumentare i balzelli e le imposte ed a ridurre di molto i servizi e la qualità di quelli restanti.
5) Politiche per le famiglie. Che dire delle buffonate note come SOCIAL CARD o BONUS FAMIGLIE? Due autogol che pagano i pensionati più poveri e le famiglie più disagiate. Senza una SERIA politica anche in questo campo, il regimetto ha triplicato i poveri e tra un anno si prevede un uklteriore collasso della classe media.
6) Giustizia. Oltre al LODO ALFANO e ai continui attacchi ai magistrati onesti che lavorano, il regime del mafionano si è contraddistinto per alcune norme razziste ed incostituzionali del cosiddetto “Pacchetto sicurezza”, utile solo ad incasinare ancor più il lavoro dei tribunali e delle indagini.
7) Immigrazione. Anche qui, la politica ottusa, cieca e razzista del governicchio si è tirata addosso le ire di tutto il mondo civile, dell’Onu, della Comunità Europea, e persino della chiesa. In sostanza, gli sbarchi sono triplicati e il regimetto di mafiolo rischia delle denunce internazionali per procurata strage e genocidio, col loro insistere sul barbaro comportamento dei respingimenti violenti e indiscriminati.
8) Informazione. Qui siamo vicini al regime totalitario e l’Italia in questo anno è stata trascinata agli ultimi posti tra tutti i paesi del mondo come libertà di stampa. Le tv sono sempre più inguardabili e sempre più nelle mani della propaganda di regime. I media italiani oscurano pedissequemente la verità e scrivono o mandano in onda solamente minchiate indifendibili e calunnie nei confronti della rarissima stampa libera. Anche in questo campo siamo la vergogna del mondo.
9) Infrastrutture. Anche qui molti annuci e nessuna sostanza: siamo fermi ai lavori voluti e finanziati dai governi Prodi. Questo regime ha soltanto abolito i controlli antimafia negli appalti e cancellato le gare trasparenti per affidare agli amici degli amici, senza alcun controllo, tutta una serie di lavori. Per fortuna NON C’E’ UN CENT DA RUBARE. Per ora.
10) Privatizzazioni. Qui il regimetto che si è sempre professato “liberale” ha stoppato tutte le liberalizzazioni volute da Prodi e Bersani. Ha però derubato gli italiani di un pacco di miliardi di euro con la buffonata-truffa Alitalia.
11) P.A. Dopo tantissimo fumo e troppi effetti speciali, la “cura Brunetta” si è rivelata già per quel che si poteva prevedere: un fiasco.
12) Aggiungiamo la devastazione della sanità pubblica (che sotto il breve governo Prodi era stata messa sotto controllo di spesa ed efficienza, responsabilizzando le regioni), della Pubblica Istruzione e della ricerca: settori strategici per l’immediato e per il futuro sviluppo di una nazione civile, che un regimetto miope ed ignorante ha deliberatamente ucciso. Ed ecco che abbiamo un quadro completo di un anno di disastri, falimenti, insuccessi e devastazione uniche al mondo. RICORDATEVELO quando vedete il mafionano fare i suoi sproloqui in televisione o sulla stampa asservita.

bduce2

berlusconi_dimettiti

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Che differenza!

°°° GUARDATE CHE DIFFERENZA TRA UN PAESE CIVILE E IL NOSTRO REGIMETTO DELLE BANANE:

Jacqui Smith addebitò ai contribuenti 67 sterline
(circa 70 euro) per due film porno presi dal marito
GB, si dimette il ministro dell’Interno
nuova vittima dello scandalo rimborsi

Fece anche passare la casa della sorella per la propria seconda abitazione
Al suo posto forse il Cancelliere dello Scacchiere Darling, coinvolto nelle polemiche

LONDRA – Jacqui Smith, ministro degli affari Interni del Regno Unito, sarebbe sul punto di dimettersi sull’onda dello scandalo dei rimborsi inappropriati che ha travolto il Parlamento. “Fonti attendibili hanno confermato che Jacqui Smith ha raggiunto questo tipo di accordo con il primo ministro”, ha detto il reporter di Sky News Joey Jones. La titolare dell’Interno è finita sotto accusa per aver fatto pagare ai contribuenti due film porno per il marito e la casa della sorella.

Un portavoce dell’ufficio della Smith ha dichiarato di non poter né smentire né confermare la notizia. La sensazione prevalente è che Gordon Brown procederà a un rimpasto dei ministri per dare respiro al suo governo una volta passata la tornata elettorale, che si preannuncia disastrosa per il New Labour già in crisi di consensi.

Indiscrezioni riportate dalla stampa britannica lasciano intendere che il sacrificio della Smith permetterebbe a Gordon Brown, sempre più in disgrazia, di spostare agli Interni il suo uomo di fiducia, il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling. Quest’ultimo oltre ad avere accumulato una serie di gaffe clamorose ha anche chiesto il rimborso spese per una casa privata mentre risiedeva come tutti i ministri delle Finanze britannici al numero 11 di Downing Street. Dal governo le voci sono state definite “semplici speculazioni indegne di un commento”.

Smith era finita nel ciclone dello scandalo sui rimborsi spese gonfiati da alcuni parlamentari inglesi, per aver inserito anche la casa della sorella tra le spese, facendola passare per la propria seconda abitazione. Ma soprattuto per un’altra nota spesa a carico del contribuente: i film porno a pagamento guardati dal marito. A rivelare lo scandalo, ancora una volta, un giornale: il Daily Express. Jacqui Smith aveva detto di essere “furiosa” per questi film di cui non sapeva nulla e che erano stati visti quando lei non era in casa. Così, si era detta pronta a pagare le 67 sterline (circa 70 euro) per i servizi di ‘pay per view’ inseriti “per errore” nella nota spese. Ma lo scandalo britannico dei rimborsi gonfiati, costato il posto a Michael Martin, speaker della camera dei Comuni, vede il ministro in buona compagnia.

Secondo le rivelazioni del Daily Telegraph, i deputati, che in questo Paese hanno un salario di 60 mila sterline l’anno (la metà di quelli italiani), hanno messo in conto allo Stato una serie di spese violando la legge: per esempio facendosi rimborsare un mutuo già estinto, o (è il caso di due deputati sposati tra loro) chiedendo un doppio rimborso per una singola “seconda casa”.

La maggior parte delle richieste sono risultate invece legittime, in base alla legge, ma ‘ingiuste’ eticamente, come ha detto David Cameron, leader dei conservatori: farsi rifare la piscina, il campo da tennis, acquistare nuovi elettrodomestici, comprare perfino cioccolatini e assorbenti. Il tutto a spese dello Stato, ossia del contribuente, e in tempi di crisi. Notizie che hanno suscitato indignazione nell’opinione pubblica e anche nella regina Elisabetta II.

ansa_15930936_29410

berlusconi-napoleone

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Vizi privati, voli e soldi pubblici

SERENI (PD), SU VOLI STATO CHIARIMENTO IN PARLAMENTO

“Mentre tanti lavoratori, famiglie e piccoli imprenditori guardano con preoccupazione agli effetti della crisi e al loro futuro, mentre il governo tedesco interviene per favorire l’acquisto della Opel da parte della Magna, Berlusconi e tutti i suoi piu’ stretti collaboratori si occupano del sequestro delle foto delle feste nelle sue ville in Sardegna. Il presidente del Consiglio non accetta critiche ne’ dalla stampa ne’ dall’opposizione”. Lo dice Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Partito democratico, che aggiunge: “Deve pero’ rassegnarsi: un uomo pubblico, ancorche’ eletto democraticamente, deve rendere conto dei suoi comportamenti e non puo’ ritenersi al di sopra delle regole. Questo vale a maggior ragione per l’uso di mezzi di cui Berlusconi dispone in quanto primo ministro, come i voli di Stato. Sarebbe grave che essi siano stati usati per scopi privatissimi, e su questo chiederemo spiegazioni chiare e verificabili nella sede propria del Parlamento”.

°°° Insomma, questo grande statista che nessuno ci invidia, oltre ad aver devastato l’Italia in tutti i settori della vita civile e lavorativa, continua a gettare merda anche sulla nostra immagine all’estero. Spero per lui che non mi passi a un palmo dal culo se capita da queste parti.

berl-pagliaccio3

b-gnomo7

MA PAPI SE NE FOTTE E SI RILASSA AL MARE

papi-mare

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Volgare propaganda

«Utilizzano i nostri figli morti sotto le macerie a scopo elettoralistico»
di Mariagrazia Gerina

«Mio figlio era uno studente universitario ed è morto sotto le macerie, cosa c’entra questo con la campagna elettorale?», si ribella Paolo Colonna all’idea della cerimonia già apparecchiata per domani mattina. Quando il presidente del Consiglio sarà per l’ennesima volta a l’Aquila per consegnare alle famiglie degli studenti morti sotto le macerie una laurea honoris causa.

Quella onorificenza il signor Paolo Colonna non la vuole. E tanto meno la vorrebbe dalle mani del presidente del Consiglio. «Cosa c’entra? Stanno utilizzando i nostri figli a scopi elettoralistici. Non posso accettarlo. Stiamo parlando di ragazzi di vent’anni morti perché facevano il loro dovere di studenti. Come si fa a utilizzarli per prendere qualche voto in più?», ripete con rabbia il signor Paolo Colonna. Tanto più ora che ha saputo che a quella cerimonia parteciperà anche Berlusconi. Nessuno glielo aveva detto.

All’invito del rettore lui e le famiglie di altri sette studenti morti nel terremoto avevano già risposto di no. Il perché lo spiegano in una lettera al rettore firmata con i nomi dei loro figli. «Quella laurea – scrivono – è solo un blando tentativo di chiudere una tragica parentesi che ha sconvolto la nostra esistenza».

Secondo un rapporto della Protezione civile che risale al 2006 – scrivono Paolo e gli altri genitori degli studenti vittime del terremoto – molti edifici pubblici e tutte le facoltà universitarie avevano gravi problemi strutturali e avevano bisogno di essere ristrutturate. «Quegli studi sono stati fatti nel 2006 e sono rimasti nei cassetti dell’amministrazione», denuncia con rabbia il signor Colonna: «Tutti sapevano, solo noi non sapevamo. Se lo sapevamo i nostri figlio li tenevamo a casa».

Suo figlio, Tonino, studiava ingegneria. Non abitava nella casa dello studente, ma in una delle palazzine di via Luigi Sturzo. Nel fine settimana era stato a casa, dai suoi, a Torre de’ Passeri, un paesino dell’Abruzzo. Ma lunedì mattina aveva lezione presto. Perciò la domenica è tornato e il terremoto l’ha sorpreso a l’Aquila nel suo appartamento di studente.

«Siamo stati noi a tirarli fuori dalle macerie», racconta il padre, che, quando ha cominciato a intuire cosa poteva essere accaduto a l’Aquila è corso da Torre de’ Passeri: «Sul posto c’erano dei ragazzi che scavavano, non c’era la Protezione civile, non c’era nessuno, loro sono arrivati solo diverse ore dopo».

Da quel momento in poi per il signor Colonna è tutto un percorso a ritroso, a cercare le responasbilità, quello che poteva essere fatto e non è stato fatto. Trasportato all’ospedale San Camillo di Roma, Tonino non ce l’ha fatta. «È stato il terremoto ad ucciderli», ha spiegato alla famiglia il preside della facoltà di Ingegneria quando ha chiamato a casa per invitarli alla cerimonia di domani. «Ma i nostri figli sono morti perché facevano il loro dovere di studenti, ma il proprio dovere qualcuno non l’ha fatto», insiste il signor Colonna: «Le scosse erano iniziate a ottobre e il 30 marzo alle tre e mezzo c’era stata una scossa del quarto grado: i ragazzi stavano facendo lezione e sono usciti all’aperto. Perché non hanno deciso allora di chiudere l’università?». «Quando ho chiesto al preside della facoltà di mio figlio se poteva dirmi che i nostri figli andavano a lezione in strutture sicure non mi ha replicato nulla».

Ecco è per questo che ora Paolo e gli altri genitori dei ragazzi morti sotto le macerie come suo figlio non vogliono quella laurea honoris causa. Tanto più ora che hanno saputo che, a una settimana dalle elezioni europee, sarà il presidente del Consiglio a consegnarla personalmente ai presenti. «Vuol dire che moralmente abbiamo proprio toccato il fondo e io non ci sto», dice Paolo, che però se riuscirà, proverà lo stesso domani con le altre famiglie “ribelli” a intervenire per spiegare le sue ragioni anche durante la cerimonia. «So già che non mi faranno entrare, ma se ci saranno anche gli altri ci proverò lo stesso».

°°° Siamo oltre ogni limite del cinismo del signor (scusate la volgarità) silvio berlusconi. Ma pare che finalmente i cittadini non siano né beoti né entusiasti.

b-merda2

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

D’Avanzo

I veri conti con la giustizia
di GIUSEPPE D’AVANZO

È vero come ha accertato Repubblica ieri che, nel giugno 2005, Gino Flaminio, l’ex-fidanzato di Noemi, è stato arrestato per rapina. Rito direttissimo. Condanna a due anni e sei mesi con la condizionale. Il ragazzo non ha mai fatto un giorno di prigione. Questa è la rivelazione, nel salotto di Ballarò, di Belpietro e Bondi. Che non hanno ricordato come anche Benedetto Elio Letizia, il padre di Noemi che Berlusconi definisce un caro e vecchio amico, è stato arrestato, condannato in primo grado per corruzione, poi assolto. Accortamente Belpietro e Bondi si sono tenuti lontani dalla vera questione. Berlusconi ha sempre detto di “aver incontrato Noemi tre o quattro volte, sempre in presenza dei genitori” (France2). Gino ha svelato che la ragazza, per una decina di giorni, fu ospite del Cavaliere a Villa Certosa in Sardegna a cavallo del Capodanno 2009. Berlusconi ha dovuto ammettere la circostanza smentendo se stesso. Conta qualcosa l’errore di gioventù di Gino rispetto alla verità che racconta e che il presidente del consiglio è costretto a confermare? Non pare. È spericolata la manovra dei corifei del capo del governo che vogliono screditare un ragazzo per la sua unica colpa dimenticando, come d’incanto, quante volte e come il Cavaliere ha evitato la severità della giustizia liberandosi delle sue condanne per prescrizione, con leggi che si è scritto abolendo il reato di cui doveva rispondere (falso in bilancio) o per l’immunità che si è fabbricato evitando una condanna a quattro anni e sei mesi per corruzione (Mills). Se Gino non può raccontare una verità che ha trovato una conferma indiscutibile, il curriculum giudiziario del Cavaliere a che cosa dovrebbe destinarlo?

°°° A sei o sette ergastoli in qualunque paese civile del pianeta.

berlusconi-intoccabile3

b-giustizia1

b-osso1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

I disastri di Berlusconi

Terremotati o “clandestini”?
Tensione con gli immigrati

L’AQUILA – Le più spaventate erano le famiglie di filippini nelle tende della fila numero uno. “Adesso ci mandano via tutti, noi stranieri. Adesso ci picchiano. Adesso scoppia la guerra”. Donne e bambini si sono chiusi nelle tende, hanno abbassato anche i teli delle finestrelle che permettono di respirare. In silenzio, ad ascoltare le urla che arrivavano dal campo, dicendo anche ai bimbi di stare zitti, per fare finta di non esistere. Erano le otto di sera di lunedì e la “guerra” era scoppiata da un’ora. “Un ragazzo romeno, 15 anni, grande e grosso, ha picchiato un bambino italiano di dieci anni. E’ successo davanti al gazebo dei clown”. Urla, spintoni, minacce, con i romeni da una parte e gli italiani dall’altra. “Il ragazzo romeno ha picchiato anche la zia del bimbo italiano, che si era permessa di sgridarlo. Il padre del bambino picchiato si è messo a cercare l’altro padre e per tutta sera gruppi avversi si sono inseguiti nel campo”. Sono arrivati i carabinieri e i poliziotti, si sono messi in mezzo e sono riusciti a evitare il peggio. “Andate a casa vostra – gridavano gli italiani – voi che non siete aquilani. In città non vi avevamo mai visto, da dove siete arrivati?”. “Siamo in regola, paghiamo i contributi. Voi siete solo dei razzisti”.

Una tregua è stata trovata solo alle 11 della sera, ma la paura è che basti un altro cerino acceso per incendiare tutto. Alle 2 di notte un altro romeno è stato denunciato per tentata violenza sessuale. Ha cercato di baciare una ragazza italiana. “Ormai da molti giorni – raccontano Cristina e Fabiana – si sentiva che la rabbia verso gli stranieri stava crescendo. E’ bastata una scintilla e la tensione è salita alle stelle”.

La tendopoli di piazza d’Armi, la più grande, è il nuovo “centro storico” dell’Aquila. Ci sono i tossicodipendenti che prima andavano al Sert, ci sono gli ospiti psichiatrici di una comunità. Ci sono, su 1400 persone, 390 extracomunitari, fra i quali 173 romeni, 93 peruviani, 78 filippini. Già in passato ci sono state tensioni. “Nella tenda vicino alla nostra – raccontano Maria e Vincenzo, madre e padre del bambino picchiato – la settimana scorsa i romeni hanno tirato fuori i coltelli. Sono centinaia, qua dentro. Sono arrivati anche da Roma per mangiare gratis. Fanno i terremotati sperando di avere una casa e dei soldi. Il censimento? Non vale nulla. I romeni si scambiano i cartellini di riconoscimento e di notte entrano da un buco che c’è nella rete. Per capire quanti sono, vada in mensa all’ora di pranzo o di cena. Sono quasi tutti forestieri. Debbono andare via tutti, questi stranieri. Se proprio vogliono tenerli, li mettano in un campo a parte e ben sorvegliato. Gli italiani sono con noi”.

Il maresciallo dei carabinieri, subito dopo la rissa, ha detto ai romeni che dovevano andare via, in un altro campo. “Siamo in regola, terremotati come tutti gli altri, e non ci muoviamo da qui”. Il responsabile della tendopoli, Gian Marco Venturoli, ha cercato di mediare. Ha chiesto alla famiglia italiana se poteva accettare un trasferimento in albergo, e la famiglia ha detto sì. “E così siamo noi ad andare via e i romeni resteranno qui a fare danni. Sono diventati i padroni a casa nostra. Il nostro bambino, dopo l’aggressione, ha un occhio nero e non vuole più parlare, nemmeno con noi. Andiamo via perché qui non si vive più. Abbiamo saputo che c’è anche un pedofilo, in questa tendopoli. I politici che sul terremoto fanno tante chiacchiere vengano ad abitare qui per qualche giorno. I delinquenti arrivati dalla Romania fanno di tutto e se tu protesti ecco la loro carta segreta: “sei un razzista”, ti dicono subito. Ma noi vogliamo soltanto rifiutare le prepotenze”.

“Sono state ore molto pesanti – dicono Cristina e Fabiana – Gli italiani da una parte, i romeni dall’altra. Ma noi italiani ci siamo divisi subito. Da una parte chi gridava “delinquenti andate via”, “non potere venire a fare i vostri comodi a casa nostra” e dall’altra quelli come noi che cercavano di fare ragionare. Siamo tutti sotto pressione, siamo stanchi di questa vita, ma l’unica cosa che non ci serve è il razzismo. Lo sapete tutti che anche noi siamo stati emigranti in mezzo mondo. Restiamo uniti per avere, tutti, una vita più decente”.

“Questo – dice Demetrio Egidi, capo della Protezione civile dell’Emilia Romagna, che guida la tendopoli – è un campo troppo grande e molto delicato. Il razzismo purtroppo non mi stupisce, perché è dentro il Paese, dunque anche in una tendopoli, dove i contrasti sono più forti perché si vive male. Noi abbiamo rassicurato tutti: vogliamo la convivenza e cerchiamo di spianarle la strada. Certo, lavorare in un campo con 1400 persone e 26 etnie diverse, non ci aiuta”.

Nei prossimi giorni arriveranno i condizionatori e i teli per fare ombra alle tende. Ma per ora, nelle tende c’è “puzza di gatto morto”, per l’erba dell’ex campo da calcio marcita sotto i teli. E il caldo non aiuta certo a calmare questa guerra fra poveri.

tenda


°°° ANCORA NON E’ NIENTE. COSA VO ASPETTAVATE CHE SUCCEDESSE CON MIGLIAIA DI PERSONE AMMASSATE E ABBANDONATE, SENZA COMFORT NE’ ASSISTENZA? PERSONE CHE HANNO PERSO TUTTO E HANNO SENTITO SOLO LE MINCHIATE DI SILVIO BERLUSCONI E DEI SUOI GIANNIZZERI?

antirazzisti1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Amici, perdonatemi

Ma non ne posso più di queste scimmiette sardegnole che inneggiano al mafionano. Oggi sono andato dal Gemellino a prendere un po’ di prosciutto, che lui fa con maiali sani di qui, ma manda a maturare nella ventosa Esterzili: una vera bontà… dico una battuta su Mafiolo e salta su una carampana – una della famiglia Addams, sorella di quella che ruba soldi ai deportati (che qui chiamano “turisti”) con una cagata di casa vecchia con tre foto sgranate e due carabattole… ma si chiama, con la complicità della gang del sindachetto inutile: “CASA MUSEO”… nessun permesso, nessuna licenza, niente tasse… e mi ha pure rubato quattro metri quadri di terra del giardino per un bagnetto, che avevo fatto costruire alla quasi centenaria padrona, 20 anni fa, con l’intesa che alla sua morte gli eredi avrebbero chiuso la porta della sua parte e ne avrei aperto una io A CASA MIA per farci la legnania. Bene, torno qui dopo 11 anni di assenza e mi trovo questa “casa museo dei miei coglioni” con questo cesso arrogante (non il bagnetto, quella brutta) che al mio “Scusa, ma guarda che questo bagnetto è mio. Ho fatto una cortesia a tzia Carmela perché non ne aveva e non poteva andare in campagna a fare i bisogni, ma lei è morta da dieci anni, quindi…” il mostricciattolo salta su con uno splendido: “Vaffanculo! Io ho comprato la casa e quindi anche questo bagno è mio.” “Un par de cazzi. Ora lo butto giù.” Il mio avvocato dice che se lo distruggo passo dalla parte del torto e siamo quattro anni così. Io la piglierei a calci nel culo, la megera orrenda, con suo marito scemo e i due figli che – dicono – sono loro. Ma sono troppo buono e gentile. Quindi… dal macellaio salta su la sorella e sbraita: “Sempre i soliti voi comunisti! Saltate addosso a Berlusconi per qualunque stupidaggine!”
“No, cara. – le ho risposto affabile – Non è una stupidaggine corrompere giudici, finanzieri, e testimoni. Sono reati che ti mandano in galera a vita in qualunque nazione civile… ho detto civile?… ah, certo: che cazzo ne sapete voi scimmiette di cos’è CIVILE?” e me ne sono andato.

scimmie

ber-galera1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Guardavo Lerner…

Ma quando cazzo vince la sinistra se continua a trattare Burlesquoni come uno strampalato leader politico? Silvio Berlusconi è semplicemente un gangster pluriindagato e pluricondannato che si è scaraventato in politica per non andare in galera. PUNTO! Poi, grazie a questa sinistra molle, imbecille, e connivente… si è pure fatto fare le leggi ad personam per evitare altra galera. Io penso solamente che – IN QUALUNQUE PAESE OCCIDENTALE – un mafiosetto così improponibile sarebbe in galera da almeno trent’anni e ne uscirebbe soltanto in una bara. NON E’ SERIO, NE’ ETICO, NE’ UTILE!!!

carnaval-20092

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter