Bandito corruttore, DIMETTITI!!!

Un leader in fuga dalla verità
di GIUSEPPE D’AVANZO

È giusto ricordare che, se Silvio Berlusconi non si fosse fabbricato l’immunità con la “legge Alfano”, sarebbe stato condannato come corruttore di un testimone che ha protetto dinanzi ai giudici le illegalità del patron della Fininvest. Condizione non nuova per Berlusconi, salvato in altre occasioni da norme che egli stesso si è fatto approvare da un parlamento gregario.

Le leggi ad personam, è vero, sono un lacerto dell’anomalia italiana che trova il suo perno nel conflitto di interessi, ma la legislazione immunitaria del premier è soltanto un segmento della questione che oggi l’Italia e l’Europa hanno davanti agli occhi. Le ragioni della condanna di David Mills (il testimone corrotto dal capo del governo) chiamano in causa anche altro, come ha sempre avuto chiaro anche il presidente del consiglio. Nel corso del tempo, il premier ha affrontato il caso “All Iberian/Mills” con parole definitive, con impegni che, se fosse coerente, oggi appaiono temerari: “Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conoscevo neppure l’esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario” (Ansa, 23 novembre 1999, ore 15,17). Nove anni dopo, Berlusconi è a Bruxelles, al vertice europeo dei capi di Stato e di governo. Ripete: “Non conoscevo Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l’Italia” (Il sole24ore. com; Ansa, 20 giugno 2008, ore 15,47). È stato lo stesso Berlusconi a intrecciare consapevolmente in un unico destino il suo futuro di leader politico, “responsabile di fronte agli elettori”, e il suo passato di imprenditore di successo. Quindi, ancora una volta, creando un confine indefinibile tra pubblico e privato. Se ne comprende il motivo perché, nell’ideologia del premier, il suo successo personale è insieme la promessa di sviluppo del Paese. I suoi soldi sono la garanzia della sua politica; sono il canone ineliminabile della “società dell’incanto” che lo beatifica; quasi la condizione necessaria della continua performance spettacolare che sovrappone ricchezza e infallibilità.

Otto anni fa questo giornale, dando conto di un documento di una società internazionale di revisione contabile (Kpmg) che svelava l’esistenza di un “comparto estero riservato della Fininvest”, chiedeva al premier di rispondere a qualche domanda “non giudiziaria, tanto meno penale, neppure contabile: soltanto di buon senso. Perché questi segreti, e questi misteri? Perché questo traffico riservato e nascosto? Perché questo muoversi nell’ombra? Il vero nucleo politico, ma prima ancora culturale, della questione sta qui perché l’imprenditorialità, l’efficienza, l’homo faber, la costruzione dell’impero ? in una parola, i soldi ? sono il corpo mistico dell’ideologia berlusconiana” (Repubblica, 11 aprile 2001). Berlusconi se la cavò come sempre dandosi alla fuga. Andò a farsi intervistare senza contraddittorio a Porta a porta per dire: “All Iberian? Galassia off-shore della Fininvest? Assolute falsità”.

La scena oggi è mutata in modo radicale. Se il processo “All Iberian” (condanna e poi prescrizione) aveva concluso in Cassazione che “non emerge negli atti processuali l’estraneità dell’imputato”, le motivazioni della sentenza che ha condannato David Mills ci raccontano il coinvolgimento “diretto e personale” di Silvio Berlusconi nella creazione e nella gestione di “64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest”. Le creò David Mills per conto e nell’interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle “fiamme gialle” corrotte), Mills mentì in aula per tener lontano Berlusconi dai guai, da quella galassia di cui l’avvocato inglese si attribuì la paternità ricevendone in cambio “enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali”, come si legge nella sentenza.

È la conclusione che ha reso necessaria l’immunità. Berlusconi temeva questo esito perché, una volta dimostrato il suo governo personale sulle 64 società off-shore, si può oggi dare risposta alle domande di otto anni fa, luce a quasi tutti i misteri della sua avventura imprenditoriale. Si può comprendere come è nato l’impero del Biscione e con quali pratiche. Lungo i sentieri del “group B very discreet della Fininvest” sono transitati quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che hanno ricompensato Bettino Craxi per l’approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi (se non si vuole dar credito a un testimone che ha riferito come “i politici costano molto? ed è in discussione la legge Mammì”). E ancora, il finanziamento estero su estero a favore di Giulio Malgara, presidente dell’Upa (l’associazione che raccoglie gli inserzionisti pubblicitari) e dell’Auditel (la società che rileva gli ascolti televisivi); la proprietà abusiva di Tele+ (violava le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le “fiamme gialle”); il controllo illegale dell’86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l’acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche; la risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma; gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favorirono le scalate a Standa, Mondadori, Rinascente. Sono le connessioni e la memoria che sbriciolano il “corpo mistico” dell’ideologia berlusconiana: al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c’è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.

Questo è il quadro che dovrebbe convincere Berlusconi ad affrontare con coraggio, in pubblico e in parlamento, la sua crisi di credibilità, la decadenza anche internazionale della sua reputazione. Magari con un colpo d’ala rinunciando all’impunità e accettando un processo rapido. Non accadrà. Il premier non sembra comprendere una necessità che interpella il suo privato e il suo ufficio pubblico, l’immagine stessa del Paese dinanzi al mondo. Prigioniero di un ostinato narcisismo e convinto della sua invincibilità, pensa che un bluff o qualche favola o una nuova nebbia mediatica possano salvarlo ancora una volta. Dice che non si farà processare da questi giudici e sa che non saranno “questi giudici” a processarlo. Sa che non ci sarà, per lui, alcun processo perché l’immunità lo protegge. Come sa che, se la Corte Costituzionale dovesse cancellare per incostituzionalità lo scudo immunitario, le norme sulla prescrizione che si è approvato uccideranno nella culla il processo. Promette che in parlamento “dirà finalmente quel che pensa di certa magistratura”, come se non conoscessimo la litania da quindici anni. Finge di non sapere che ci si attende da lui non uno “spettacolo”, ma una risposta per le sue manovre corruttive, i metodi delle sue imprese, i sistemi del suo governo autoreferenziale e privatistico. S’aggrappa al solito refrain, “gli italiani sono con me”, come se il consenso lo liberasse da ogni vincolo, da ogni dovere, da ogni onere. Soltanto un potere che si ritiene “irresponsabile” può continuare a tacere. Quel che si scorge in Italia oggi ? e non soltanto in Italia ? è un leader in fuga dalla sua storia, dal suo presente, dalle sue responsabilità. Un leader che non vuole rispondere perché, semplicemente, non può farlo.

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Onna

Servizio al Tg1 (uguale al tg2,4,5,ecc.) su Onna che non esiste più: si è salvata soltanto la scuola elementare. La colpa? Di nessuno, naturalmente. Dice la pseudo-giornalista inviata: “Non c’è nulla da sequestrare. Tutto crollato. Le costruzioni risalgono a tanti anni fa, con molti apliamenti in epoca recente e qualche ristrutturazione“.Eeee… scusa, ciccia, ti sei dimenticata di dire: ampliamenti senza controllo e 18 condoni della cosca Mafiolo. UN COLPEVOLE C’E’, ECCOME!

MI IMMAGINO ANCHE LA RICOSTRUZIONE E LA RINASCITA DELL’ECONOMIA VENTILATE DA BURLESQUONI…

ricostruzione-affari

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Sotto controllo?

Febbre suina: Berlusconi, “Situazione sotto controllo”

02 Maggio 2009 20:03 CRONACHE

ROMA – Silvio Berlusconi tranquillizza sulla situazione della febbre suina: “E’ tutto sotto controllo”, assicura il presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Non si deve fare alcuna opera di allarmismo”, ha aggiunto. (Agr)


°°° Beh, se lo dice lui… QUI SOTTO, BERLUSCONI DURANTE LA CONFERENZA STAMPA:

b-porc

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Castelli, un pirla in malafede

Il governo attacca anche nel giorno dei lavoratori

Nemmeno nel giorno in cui si festeggiano i lavoratori e si ricordano i troppi morti per incidenti il governo riesce ad essere rispettoso. Secondo il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, il leghista Roberto Castelli, si esagera con il conteggio dei morti sul lavoro. Secondo l’ex ministro «serve un’operazione verità sul numero delle vittime degli incidenti sul lavoro. Bisogna depurare le cifre dei morti sul lavoro. Bisogna smettere di far credere che i morti in incidenti stradali verso e dal luogo di lavoro siano legati al problema della sicurezza sul lavoro – sostiene Castelli in una nota -. Non capisco perché le associazioni degli imprenditori accettino questa ipocrisia, che ci mette ingiustamente in fondo alle statistiche europee». Il ministro non capisce perché chi lavora in condizioni non idonee, senza tutele, magari in nero e per orari molto superiori a quelli consentiti possa perdere il controllo dell’auto tornando a casa. Non lo capisce e ci tiene a farlo sapere proprio il Primo Maggio.

castelli

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Il cazzaro e i suoi pappagallini

Berlusconi è il leader mondiale meno popolare
Pubblicato da Massimo Brignolo alle 13:08 in Diario
Con buona pace di Euromedia, di Silvio Berlusconi e de Il Giornale che nei giorni scorsi ha dedicato anche un infografica alla notizia (vedi dopo il salto) della popolarità record del Presidente del Consiglio, arriva da Harris Interactive un sondaggio sulla popolarità dei leader mondiali eseguito per conto di France24 e International Herald Tribune e segnalato nei giorni scorsi da Termometro Politico.Il campione rappresentativo considerato è il seguente

Un campione di adulti da Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti e Italia, nel periodo di tempo che va dal 25 febbraio al 3 marzo ha messo in luce come il leader più popolare in assoluto sia Barack Obama con un dato eccezionale, l’80% dei consensi. Il leader europeo più popolare è Angela Merkel (51%) e il meno popolare è Silvio Berlusconi con il 17%. Un dato che Harris Interactive sottolinea è come Silvio Berlusconi sia di gran lunga più popolare in Italia (38%) che nel totale (17%); si tratta di un fatto non così diffuso che si verifica ma con un differenziale molto inferiore anche per Zapatero (48% vs 35%) e Angela Merkel (59% vs 51%).

Nel comunicato stampa che ha diffuso i risultati, si trova anche un tentativo di spiegazione di questo fenomeno: “la grande differenza tra la popolarità in Italia e globale di Silvio Berlusconi riflette il suo controllo sulla maggioranza dei media italiani”.

A proposito di controllo dei media, come detto in apertura, nei giorni scorsi Il giornale ha dato spazio ad un sondaggio Euromedia che è passato sulla bocca di tutti dopo la discussione tra Gad Lerner e Maurizio Belpietro ad Anno Zero. Non vi sono molte indicazioni sulla natura del sondaggio ma verrebbe da pensare si tratti di un sondaggio sulla popolarità in patria dei diversi leader. Appare subito singolare come il dato che si riferisce a Silvio Berlusconi appaia esattamente il doppio di quanto registrato da Harris Interactive tra gli intervistati italiani.

Prescindendo dal lotto di leader presenti nel sondaggio di Euromedia, vale la pena sfogliare la classifica della popolarità in Italia così come emerge da Harris: anche in Italia la classifica è guidata da Barack Obama (86%). Silvio Berlusconi, all’undicesimo posto (38%) precede il presidente brasiliano Lula (31%) e Fidel Castro (29%) di qualche incollatura.

°°° Non avevamo dubbi. Berlusconi tarocca se stesso (plastiche, soprattacchi,parrucchini,trapianti,cerone a chili,pennellamenti,ecc.), tarocca la verità, tarocca i dati Auditel, tarocca i conti delle “sue” aziende, tarocca coi brogli i risultati elettorali… truffa continuamente i cittadini e volevate che non taroccasse i sondaggi?


I PIU’ POPOLARI REALMENTE

harris_popolarita


il taroccamento di euromedia

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a_cazzaro

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TG2… come i fascisti sparano balle

Si stanno cagando sotto. Poco fa ho assistito a un servizio ridicolo sul tg di an… da scompisciarsi dalle risate. Questi idioti non sanno nemmeno cosa sia Internet! Mandano in onda questo servizio allarmistico su Facebook… “pericolosissimo social netwrek” da cui è quasi impossibile uscire. E giù coi “brutti incontri” coi “furti d’identità e di fondi dai conti bancari” e tutta un’altra serie di scempiaggini. Ho tradotto in italiano ed è venuto fuori questo: “Ci stiamo cagando in mano. Questi figli di puttana sfuggono al nostro controllo, ai nostri tg e alle nostre televisioni di regime e rischiano di scoprire le verità. Dobbiamo fermarli!”

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berfascio3

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Dc, Psdi, Psi, Pdl, Udc… stessa minestra

Le leggi «pressappoco»
nel Paese sempre a rischio
Vulcani, terremoti, frane. Il dossier: abitati i due terzi delle aree a rischio

Troppo facile, fare il ponte di Messina. Detta così, certo, può sembrare solo una provocazione: anche chi non apprezza affatto, per mille motivi, l’idea di realizzare quel sogno deve ammetterlo: una grande nazione deve darsi grandi obiettivi. Non per megalomania: per mettersi alla prova. Dio sa quanto l’Italia abbia bisogno di credere in se stessa e scavalcare lo Stretto potrebbe essere un obiettivo formidabile. Ma vuoi mettere la sfida vera? Risanare un Paese disastrato: quella sarebbe la sfida vera. La più dura. La più difficile. La più doverosa. Tanto più dopo la catastrofe in Abruzzo.
http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_09/gian_antonio_stella_le_leggi_pressappoco_del_paese_sempre_a_rischio_ca8216ec-24c9-11de-a682-00144f02aabc.shtml

Gian Antonio Stella

°°° Come sempre, questo raro esempio di ottimo giornalismo, mette lucidamente il dito nella piaga. Ieri sera ho sentito Padoa Schioppa a 8 e mezzo, su La 7… beh, cari concittadini, non avete idea di cosa abbiamo perso col governo Prodi! In cinque anni sarebbe stata battuta l’evasione fiscale: se non cancellata, almeno riportata a livelli fisiologici e tollerabili. Ma con tutti i miliardi recuperati (circa 200), con le ottime leggi Bersani, col controllo mastino di Di Pietro… beh, l’Italia srebbe stata messa in sicurezza, le mafie messe all’angolo, le tariffe e le tasse diminuite di molto, ecc. LA CRISI NON CI AVREBBE NEMMENO SFIORATO! E invece eccoci qui: nelle mani di un pazzo pericolosissimo, di un regimetto da farsa, con un governicchio ladro e pasticcione che NON SA e NON VUOLE FARE NULLA PER IL PAESE! Non finirò mai di maledire i malavitosi e le scimmiette decerebrate che hanno votato per questo sfascio, che ci penalizzerà tutti per molti e molti anni ancora.

VOGLIO MORIRE!!!

addio

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La OPPO for you

Magistrati controllati dai politici

Interessante dibattito, ieri ad Omnibus, sui rapporti tra giustizia e politica. Partecipavano tra gli altri gli ex magistrati De Magistris (Idv) e Carofiglio (Pd), che hanno espresso la loro preoccupazione per le cosiddette riforme del governo e il rischio di mettere i pm sotto il controllo diretto dell’esecutivo. La deputata Moroni ha tolto loro ogni dubbio, ammettendo con onestà che è proprio quanto si vorrebbe fare: sottoporre i magistrati alle decisioni della politica, con le necessarie contromisure, che però non ha saputo indicare. Chiaro che, se i pm si muovessero solo su indicazione dei politici, non sarebbe mai nata Tangentopoli, indicata ovviamente da De Michelis come fonte di tutti i mali e prodotto di quello Stato etico, tanto aborrito. Anche se non si capisce perché, almeno chi si definisce socialista, non aborrisca pure lo Stato iniquo, che colpisce i deboli e premia i forti e corrotti; chiede le impronte digitali ai bambini e tiene in Parlamento i condannati per mafia.

mazzetta

°°° Dove sono finiti tutti quei cittadini indignati?

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