Scuola e ricerca. Altri danni epocali creati dal mafioso berlusconi.

La massa mancante dell’universo
scoperta da stagista australiana

E’ una studentessa 22enne alla facoltà di ingegneria di Melbourne. Gli scienziati inseguivano la soluzione del rompicapo da decenni, lei ci è riuscita in tre settimane

La massa mancante dell'universo scoperta da stagista australiana da sinistra: la dottoressa Jasmina Lazendic-Galloway, Amelia Fraser-McKelvie, and il dottor Kevin Pimbblet

MELBOURNE – Team di scienziati di tutto il mondo l’hanno inseguita per decenni. Ma della cosidetta “massa mancante” dell’universo nessuna traccia. L’ha invece individuata, in soli tre mesi, una studentessa di ingegneria aerospaziale dell’Università Monash di Melbourne, Amelia Fraser-McKelvie, di 22 anni, che ha condotto con astrofisici della Scuola di Fisica dell’ateneo una ricerca mirata a raggi X. La scoperta, descritta nella rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è ancora più notevole perché Fraser-McKelvie, 22 anni, non è una ricercatrice di carriera, ma una studentessa che lavorava come stagista con una borsa di studio. Il suo relatore Kevin Pimbblet della Scuola di Fisica ha sottolineato come gli scienziati si siano scervellati per decenni sulla questione mentre lei ci ha messo solo 90 giorni.

“Si pensava da un punto di vista teorico che nell’universo dovesse esserci circa il doppio della massa, rispetto a quella che è stata osservata”, scrive Pimbblet nella relazione di cui è coautore. “Si riteneva che la maggior parte di questa massa mancante dovesse essere situata in strutture cosmiche di grande scala fra i gruppi di galassie, chiamate filamenti. Gli astrofisici ritenevano che la massa fosse di bassa densità ma alta di temperatura, attorno al milione di gradi Celsius. In teoria quindi avrebbe dovuto essere osservabile sulle lunghezze d’onda dei raggi X. La scoperta di Fraser-McKelvie ha dimostrato che l’ipotesi era corretta”, aggiunge lo scienziato.

Usando le sue conoscenze nel campo dell’astronomia a raggi X, la giovane studiosa ha riesaminato da vicino i dati raccolti dai colleghi più anziani, confermando la presenza dei filamenti, che fino allora era sfuggita. La scoperta potrà cambiare la maniera in cui sono costruiti i telescopi, sostiene Pimbblet.

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AL VOTO POLITICO SUBITO! Non possiamo più permettere a questa cosca di fare altri danni.

Omofobia, nuova bocciatura al testo
Concia si dimette da relatrice

Dopo il no di ieri, il provvedimento è tornato oggi in commissione Giustizia della Camera in una versione presentata in serata dalla deputata Pd. Pdl, Lega e Udc si schierano ancora contro, in attesa della discussione in aula il 23 maggio

Ancora una bocciatura per il testo sull’omofobia in commissione Giustizia della Camera. E Paola Concia si dimette: non sarà più la relatrice. “Avevo fatto un ulteriore sforzo per arrivare ad un testo davvero condiviso – spiega la deputata Pd – e avevo inserito nel vecchio testo, che loro ieri avevano bocciato, delle modifiche che lo rendevano identico al Trattato di Lisbona, che l’Italia ha recepito”. Eppure, niente da fare per il provvedimento che vuole introdurre un’aggravante per chi commettere reati contro gli omosessuali e i transessuali. Nella nuova versione, presentata dalla Concia ieri sera, la bozza era stata estesa anche a categorie come gli anziani e i disabili. Una modifica che rispondeva alle obiezioni della maggioranza, come quella rilasciata dal sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi. “Una legge incostituzionale perché discrimina gli eterosessuali. Perché ci deve essere un’aggravante della pena se si compie un reato contro un gay e non contro una donna o un handicappato?” era la sua opinione. “Questa nuova proposta – spiega Enrico Costa, capogruppo in commissione del Pdl – ci piace di più, ma non ci convince del tutto”.

“Il risultato però – commenta Paola Concia – è che Lega, Pdl e Udc hanno di nuovo bocciato un testo di legge contro l’omofobia”. Dopo le sue dimissioni – sarà solo relatrice di minoranza -, la presidenza della commissione Giustizia ha dato mandato a Costa di riferire in aula sul provvedimento il 23 maggio. Ma anche dalla maggioranza, non è mancato il sostegno alla deputata Pd. Per il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, con la sua bocciatura il Pdl ha perso un’occasione. E ha promesso che in aula andrà contro la linea del suo partito, votando a favore del provvedimento. “E’ in atto una vera e propria emergenza discriminazione contro gli omosessuali. Serve una legge anche temporanea – è invece il commento di Alessandra Mussolini – Il voto sul ddl Concia era un’occasione per tutti, il Pdl ha preferito evitare frizioni con la Lega, ma in aula passerà”. Alla deputata Pdl, ieri, era stato negato di sostitiuire un esponente della maggioranza assente in commissione. “Sapevano che avrei votato sì – ha spiegato la Mussolini – Giovanardi sbaglia quando dice che la legge ha qualcosa di ideologico. Troppi ragazzi si suicidano perché non riescono a vivere serenamente la loro condizione”.

Una prima bocciatura al testo era già arrivata ieri dalla

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Pacchi mai più in ritardo: ora la Posta paga i danni°°°ERA ORA!

Pacchi mai più in ritardo: ora la Posta paga i danni

di Erika Tomasicchio
Chi subisce un pregiudizio per la consegna di un plico fuori termine ha diritto al risarcimento dei danni oltre che al rimborso delle spese di invio. Lo stabilisce la Corte Costituzionale, eliminando un antico e ingiustificato privilegio di Poste italiane

Se un plico spedito con postacelere arriva in ritardo, al mittente spetta non solo il rimborso delle spese, ma anche un risarcimento. L’ha deciso la Consulta in una sua recente sentenza (n. 46 del 2011) che rafforza la tutela dei consumatori dichiarando l’illegittimità costituzionale della norma (art.6 DPR 156/73) che stabiliva l’irresponsabilità di Poste italiane in caso di recapito non tempestivo. Un antico privilegio, ormai anacronistico, previsto a favore del gestore del servizio pubblico postale, in quanto organo della Pubblica amministrazione.

Il caso. La vicenda sui cui la Corte Costituzionale si è pronunciata, risale al 2002. Una società chiedeva i danni per aver perso la possibilità di prender parte a una gara d’appalto per alcuni lavori di depurazione, poiché il pacco con la domanda di partecipazione era stato recapitato a Reggio Calabria anziché a Reggio Emilia. Ma il tribunale di Napoli, a cui si era rivolta, le concedeva solo il rimborso delle spese di spedizione, secondo la Carta della qualità sui servizi postali. Poste Italiane, infatti, grazie a una norma del vecchio codice postale (l’art. 6 del DPR156/7, abrogato nel 2003 dal Codice delle comunicazioni elettroniche, ma applicabile ancora alle vecchie cause) è esonerata da ogni responsabilità in caso di ritardo nella consegna, nonostante il cliente abbia subito un danno, anche notevole. La Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sul caso, ha dichiarato l’art.6 costituzionalmente illegittimo, poiché in contrasto con il canone di ragionevolezza e il principio di eguaglianza (art. 3 della Costituzione). La norma, infatti, introduce «un anacronistico e ingiustificato privilegio in favore del concessionario del servizio postale», previsto per far fronte alla «complessità tecnica della gestione del servizio ed all’esigenza del contenimento dei costi, ma privo di connessione con le obiettive caratteristiche del servizio» si legge nella sentenza. Si tratta in sostanza, di un retaggio delle vecchie prerogative concesse alla Pubblica amministrazione che crea uno squilibrio «tra le esigenze del gestore e quelle degli utenti del servizio» che la legge avrebbe dovuto eliminare «essendo venuta meno la concezione puramente amministrativa del servizio postale».

Il diritto ai danni. Oggi dunque, i consumatori che subiscono un pregiudizio dal ritardo nella consegna della posta, possono chiedere al giudice anche il risarcimento del danno, oltre che il rimborso dei costi di spedizione. Chi sceglie un prodotto postale più costoso tra i tanti esistenti (raccomandata semplice, raccomandata a/r, raccomandata “1”, telegramma, postacelere, pacco celere) sperando invano che arrivi più in fretta, potrà d’ora in poi vedere riconosciute le proprie ragioni in tribunale. La pronuncia è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni dei consumatori: «La sentenza rafforza enormemente la tutela dei diritti dei consumatori in materia di recapito – commentano Sonia Farro e Marcella Lungo della consulta legale di Federconsumatori Salerno – se in precedenza era possibile intervenire solo sul recapito di prodotti a firma, come raccomandate, assicurate e pacchi, da oggi, sarà più semplice intervenire anche sulla postacelere e sui danni da mancato o ritardato recapito». «Finalmente – conclude il presidente Peppe Sorrentino – in linea con la Costituzione e la normativa europea, anche in Italia la Consulta sana l’odioso squilibrio tra le legittime esigenze degli utenti e l’ingiustificato privilegio del gestore del servizio».

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I danni della ormai sfacciata mafia berlusconiana.

Il potere occulto

Che vuol dire nuova P2? Che significa P3? Che cosa sono i poteri occulti e le massonerie deviate? Dopo Tangentopoli e le bombe di mafia del 1992-1993 é mutata la strategia criminale per il controllo delle istituzioni. E´ cessato il rapporto di interlocuzione con la politica ed é iniziato il periodo di gestione diretta della “cosa pubblica” da parte della criminalità organizzata. Uno degli obiettivi primari dei poteri criminali é quello di operare in maniera tale da essere al riparo dal controllo di legalità esercitato dalle forze dell´ordine e dalla magistratura. Per ottenere questo risultato é necessario controllare dall´interno le istituzioni, infiltrarsi in maniera tale da far assumere ai poteri criminali le vesti di un “potere legale”. Se chi appartiene al sistema diviene consigliere o assessore, comunale o regionale, opererà in modo tale che

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I disastri infiniti di Berlusconi ai nostri danni

Fini licenzia, Badoni Costa chiude dopo 200 anni
minatori e operai in strada, infermieri sui tetti

La Playtex di Pomezia manda a casa 120 lavoratrici, la Sidel abbandona Parma e va in Cina: 100 esuberi
In Sardegna va al fallimento la Plastwood, Scm sbaracca lo stabilimento di Pesaro e sposta tutto a Rimini

di SALVATORE MANNIRONI (da Repubblica economia)

SIAMO UNA LUMACA CON LA RETROMARCIA A TUTTO GAS

economia italiota

Uno degli striscioni dei sindacati davanti allo stabilimento Fini compressori di Zola Predosa. L’azienda ha annunciato 108 esuberi su un totale di 219 dipendenti
ROMA- Non ci sono i soldi per prolungare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 settimane. Non ci sono soldi per la norma cosiddetta salva-Eutelia, quella che avrebbe assicurato un sostegno ai lavoratori privi di qualsiasi ammortizzatore e senza stipendio da almeno tre mesi. Entrambe le misure sono state escluse, con la bocciatura in Commissione bilancio alla Camera, dal disegno di legge sugli ammortizzatori sociali. La Cgil sostiene che, dietro il boom della cig nelle sue varie forme, la disoccupazione reale in Italia sia all’11,5%. Curiosamente, anche il Fondo monetario internazionale, nell’elogiare la funzione svolta dalla cig in Italia, sottolinea però il rischio che in alcuni settori gli ammortizzatori possano “non rispondere a temporanee riduzioni delle attività aziendali” , ma nascondere “riduzioni di occupazione strutturali”. A confermare che questo pericolo è reale sono le tante vertenze locali di cui non si parla nei tg, le “piccole crisi senza importanza” sulle quali Repubblica.it farà il punto ogni settimana, guardando alle realtà dove lavoratori e imprese continuano a pagare pegno alla crisi.

LA PRIMA PUNTATA: DA ITALTEL A TELEPERFORMANCE

10 aprile – Alla “Linari Enzo srl” di Forlì, azienda di macchinari per l’elettronica, l’amministratore invia la lettera di licenziamento a tutti i dipendenti (una cinquantina). Il sindacato annuncia che impugnerà i licenziamenti in quanto nulli, essendo stato firmato un mese fa l’accordo sulla cassa integrazione straordinaria per crisi.

I sindacati incontrano il commissario straordinario della Provincia per chiedere lo sblocco dei 500mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale a favore dei 290 lavoratori del call center Phonemedia di Trino Vercellese, che attendono di ricevere la cassa integrazione in deroga riconosciuta loro a partire dal 22 febbraio. L’ultimo stipendio ricevuto dai dipendenti di Trino, come quelli di tutto il gruppo Phonemedia (circa 7mila) è quello di settembre 2009.

12 aprile -Un centinaio di operai della Otefal Sail, l’ex Ila di Portovesme, effettuano un sit in davanti al palazzo della Regione, a Cagliari. Con loro alcuni lavoratori dell’Eurallumina e dell’Alcoa. La protesta per chiedere alle istituzioni un’iniziativa che porti alla riapertura della fabbrica.

Gli 80 dipendenti della casa di cura privata “Villa Alba” di Agnano (Napoli) occupano la clinica e salgono sul tetto per protesta contro l’ipotesi di chiusura della struttura.

Siglato a Cagliari l’accordo istituzionale per il reimpiego degli 83 lavoratori dell’ex Nuova Scaini in liquidazione, giunti alla quarta e ultima proroga dell’indennità di mobilità in deroga. Dovrebbero essere impiegati in progetti degli enti locali e territoriali.
I celebri magneti ideati e prodotti dalla Geomag-Plastwood di Calangianus. L’azienda ha annunciato al tribunale di essere costretta al fallimento

A Zola Predosa (Bologna) inizia il blocco ai cancelli della Fini compressori. Rdb e sindacati contestano la decisione dell’azienda di mettere in mobilità 108 dipendenti su 219 in presenza di un accordo per la cassa integrazione in deroga.

Dopo tre cicli di 16 settimane di cassa integrazione, in assenza di segnali da parte della proprietà, proclamano lo sciopero a tempo indeterminato i circa 50 dipendenti della ex Rdb (oggi gruppo fantini Scianatico) di Torano Castello (Cosenza). L’impresa produce laterizi e manufatti in cemento per costruzioni.

13 aprile – I 250 dipendenti della Lares e della Metalli preziosi sfilano in corteo per le strade di Paderno Dugnano; le due aziende metalmeccaniche sono fallite e i lavoratori sollecitano iniziative istituzionali per sbloccare le trattative con gli imprenditori che si sono detti interessati a rilevarle. A dicembre scadrà la cassa integrazione per tutti i lavoratori.

Alla Basell di Terni scade il termine entro il quale, da annuncio dell’azienda, sarà avviata la procedura di cessazione delle attività dello stabilimento chimico ternano. I parlamentari pd eletti in Umbria chiedono l’intervento del ministero e del governo. L’incontro è convocato per il 20 aprile.

Raggiunto l’accordo di massima tra azienda, istituzioni e sindacati per concedere la cassa integrazione in deroga a 7 lavoratori, su dodici totali, licenziati il 31 marzo scorso dalla Comar di Sinalunga, azienda di carpenteria e macchinari per legno. L’intesa prevede il ritiro dei licenziamenti ma andrà ratificata da tutti i soci dell’azienda.

Rsu e lavoratori della Rockwool di Iglesias, da sei mesi in assemblea permanente all’interno dello stabilimento in località Sa Stoia, decidono di portare la propria lotta all’esterno e organizzano un “accampamento” sul ponte di Campo Pisano. La cassa integrazione attivata dall’azienda (produzione di lana di roccia) per cessazione di attività sta per arrivare alla scadenza e al momento non si vede alcuna prospettiva per i lavoratori.

Il deputato pd Massimo Marchignoli presenta un’interpellanza urgente al ministero per lo sviluppo economico sul caso della Cnh di Imola, controllata Fiat che produce macchine per movimento terra. I 335 dipendenti sono in cassa integrazione dal 31 agosto scorso e da allora la commissione tecnica attivata al ministero non è riuscita a trovare una nuova iniziativa industriale per salvare i posti di lavoro.

Alla Provincia di Benevento viene firmato il Patto di servizio per il reinserimento occupazione dei 21 ex dipendenti della ditta “Domenico Russo & Figli” di Benevento, attualmente in cassa integrazione in deroga.

La direzione della Istamp di Baldichieri d’Asti annuncia che l’azienda è costretta a chiudere per mancanza di commesse. La fabbrica occupa una cinquantina di operai e dal 1973 produce stampi per grandi fabbriche quali Ceset e Piaggio. Del caso si parlerà nei prossimi giorni in un incontro tra le parti presso la Regione.

I sindacati chiedono alla Regione Friuli Venezia Giulia assicurazioni sul futuro per la Co.Solution, la newco che ha affittato macchinari e stabilimento e assunto 70 dei 106 dipendenti della fallita Euroform di Pordenone. Anche in attesa delle decisioni del curatore fallimentare, Co.Solution ha dato la disponibilità per gli adeguamenti richiesti al piano industriale e confermato il positivo avvio dell’attività in termini di ordinativi, fatturato e produttività.

La Scm, azienda riminese attiva nella produzione di macchine per la lavorazione del legno conferma la volontà di chiusura dello stabilimento Scm di Pesaro (Morbidelli) e il trasferimento del personale nello stabilimento di Rimini (su cui ha raggiunto un accordo con la Fiom Cgil di Pesaro). La ristrutturazione è motivata con la crisi e l’andamento del mercato. L’azienda parla di 32 pensionamenti, 22 dimissioni volontarie, 21 contratti a termine in scadenza e 71 lavoratori richiamati dalla cassa integrazione a zero ore.

I sindacati chiedono l’applicazione dei contratti di solidarietà per 24 mesi alla Europlastica di Pasiano di Pordenone, società di subfornitura nel mercato dell’elettrodomestico, in crisi da circa un anno e mezzo.
La richiesta è fatta in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali oggetto dell’accordo vigente per i 77 dipendenti (sul totale di 140) dichiarati in esubero: 52 settimane di cassa integrazione ordinaria e un anno di cig straordinaria.

14 aprile – Renato Bonfanti, proprietario della Badoni Costa meccanica di Costa Masnaga, annuncia la chiusura per cessazione dell’attività e la mobilità per i circa 30 dipendenti. I sindacati avranno 45 giorni di tempo per cercare una soluzione. L’azienda metalmeccanica è un pezzo importante della storia industriale del Lecchese essendo stata fondata nella seconda metà del Settecento.

Ci sarebbe una società americana interessata a insediare proprie attività nell’area dello stabilimento dell’ex Finmek di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Lo ha annunciato il sindaco Giancarlo Giudicianni. Sono 140 i lavoratori ex Finmek al momento senza alcuna prospettiva occupazionale.

I vertici di Nca di Marina di Carrara annunciano la cassa integrazione ordinaria al cantiere navale per 13 settimane; il provvedimento interesserà 25 dipendenti tra operai e impiegati ed è stato motivato con il mancato ottenimento di commesse pubbliche registrato all’incontro al ministero dello sviluppo economico. In estate, quando il carico di lavoro è al minimo, la cig potrà arrivare a interessare 105 dipendenti sul totale di 198.

Arrivano le prime 76 lettere di licenziamento agli operai della Fini compressori di Zola Predosa (Bologna). L’azienda non intende recedere e Rdb e sindacati hanno dato mandato ai legali per impugnare i licenziamenti che riguardano 108 dei 219 dipendenti. I Comuni di Zola e Casalecchio forniscono il pasto agli operai che presidiano la fabbrica. Nelle lettere la Fini afferma che non esistono “alternative al personale strutturalmente in esubero”. I tagli riguardano soprattutto i settori produttivi: 23 su 24 al montaggio singolo, 26 su 30 al montaggio gruppi, 10 su 10 alla verniciatura, 3 su 3 ai disegnatori meccanici, 12 su 29 al magazzino. Il pd chiede l’intervento del ministero.

15 aprile – Al termine dell’incontro con l’azienda, i sindacati annunciano la proroga fino al 30 giugno della cassa integrazione in deroga per 1.257 dipendenti della Videocon di Anagni. Entro maggio ci sarà un nuovo incontro sulla situazione dei 60 dipendenti della controllata Cervino per i quali la cassa integrazione per crisi scade il 24 maggio.

Stato di agitazione alla Playtex di Pomezia dopo l’annuncio del licenziamento, il prossimo giugno, dei 120 dipendenti, quasi tutte donne. Rsu e lavoratori presidiano i cancelli con picchetti, striscioni, manifesti e proteste. La ristrutturazione del gruppo non coinvolge la divisione Lovable di Grassobbio (BG) della Branded Apparel Italia.

Positivo incontro per i dipendenti della Galvanotecnica & P.M. di Bologna (lavorazioni meccaniche e componenti per motocicli). L’azienda ha dato la disponibilità a sospendere i licenziamenti e ad attivare la cassa integrazione ordinaria fino alla fine di maggio, quando si concluderanno le verifiche aziendali sulle condizioni minime per un rilancio. Negli ultimi 18 mesi, 28 lavoratori su 47 sono stati in cassa a zero ore.

Due ore di presidio sotto i Portici del grano per i lavoratori Telecom della provincia di Parma. La protesta è contro il piano industriale annunciato dall’azienda che prevede migliaia di esuberi.

Approvata la mobilità in deroga per quindici lavoratori della Pumex di Lipari. Lo ha deciso la Commissione regionale per l’impiego. A febbraio avevano usufruito del beneficio altri 3 dipendenti. La Pumex, che produceva pomice per uso cosmetico ed edilizio, chiuse nell’estate del 2007 lasciando a piedi 38 dipendenti.

Edoardo Tusacciu, inventore delle barrette magnetiche e del gioco Geomag, comunica al tribunale di Tempio che non ci sono le condizioni per rispettare il concordato preventivo siglato nel 2008: per la Plastwood di Calangianus, che ai tempi delle grandi commesse aveva fino a 200 dipendenti, si apre la strada del fallimento. Tusacciu ha fatto sapere che appena possibile trasferirà in Cina idee e progetti.

E’ stato proclamato per il 3 maggio lo sciopero della guardie giurate della “Veritas” di Catania, che non ricevono lo stipendio da tre mesi. Dalle 14 si terrà un presidio davanti alla prefettura.

I sindacati metalmeccanici della Sidel di Parma proclamano un giorno di sciopero per il 21 aprile dopo che l’azienda ha annunciato 100 esuberi a seguito della delocalizzazione in Cina del reparto “asettico”. La Sidel è una multinazionale che produce impianti per l’alimentare.

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Altri danni a De Benedetti

Anche il gruppo De Benedetti presenta istanza nel processo di secondo grado
Il danno già riconosciuto (750 milioni) salirebbe di altri 469 per l'”ingiusta sentenza”

Cir, appello per il Lodo Mondadori
“Risarcire anche il danno principale”

ber-corruttore

 

 

 

 

 

MILANO – La Cir contrattacca e presenta a sua volta appello “incidentale” sulla sentenza civile del Lodo Mondadori per ottenere da Fininvest anche il risarcimento di danni patrimoniali “da sentenza ingiusta” rispetto a

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“Amo l’Italia, volo Alitalia”

Aeroporti, la crisi tiene a terra gli italiani

In sei mesi 4 milioni in meno degli scali


°°° Ecco, a parte lo slogan di merda: in perfetta sintonia con il cervellino bacato che lo ha partorito… la truffa ai nostri danni non è servita a nulla: fallita era e fallita rimane. CHE VI AVEVO DETTO E RIPETUTO?

ECCO DOVE L’ABBIAMO PRESA, ALITAGLIA…

alitaglia-per-noi

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Ero sempre in prima fila…

… oggi non mi permettono più nemmeno di contestare.

Roma, 13:55
INTERCETTAZIONI: FNSI, A ROMA UNO SPETTACOLO DI PROTESTA

Al teatro Ambra Jovinelli di Roma va in scena domani ‘In galera! Gli articoli che potremmo non leggere piu”, uno spettacolo-manifestazione gratuito con attori e giornalisti contro il ddl Alfano, per dimostrare nel modo piu’ evidente i guasti che il ddl Alfano licenziato dalla Camera porterebbe al sistema dell’informazione democratica dei cittadini se il testo venisse approvato anche dal Senato. La performance promossa da Unci, Fnsi e Ordine dei giornalisti, iniziera’ alle 21. Attori, uomini di spettacolo, giornalisti e rappresentanti del mondo sindacale e della societa’ civile si alterneranno ai microfoni per leggere brani delle intercettazioni che hanno consentito ai magistrati di scoprire e agli italiani di conoscere i maggiori scandali degli ultimi anni, dalle razzie economico-finanziarie, alle truffe ai danni dello Stato, dalla sanita’ malata al malaffare dello smaltimento rifiuti. Reati, scandali, ruberie, si legge nel comunicato stampa, che i magistrati avrebbero moltissima difficolta’ a scoprire, reprimere e punire se le norme del ddl Alfano diventassero legge perche’ verrebbero privati della piu’ efficace arma di indagine, dato che le intercettazioni diventerebbero quasi impossibili. Reati pubblici e privati di cui i cittadini, prosegue la nota stampa, non verrebbero piu’ a conoscenza perche’ il testo punta a impedire che i giornalisti possano riferire gli sviluppi delle indagini giudiziarie in modo corretto, compiuto e tempestivo. Tutto il mondo del giornalismo e’ impegnato da un anno a contrastare queste norme liberticide che allontanerebbero l’Italia dall’Europa comprimendo in modo inaccettabile la liberta’ d’informazione.

babbuino

bervattene1

b-uffone3

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