L’ELEFANTINO VISCIDO
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LA COSCA DEI MAFIOSI AL POTERE VISTA DA TRAVAGLIO, CHE ormai SCRIVE COME ME.
Marco Travaglio
24 settembre 2011
RaisetUno scatenata, da Minzolini a Ferrara mezz’ora in difesa del Cavaliere
CI RICORDEREMO DI VOI, BRUTTE MERDE VENDUTE!
Ferrara, il servo un tanto al quintale.
Ferrara, l’elogio del Berlusca
«E’ perseguitato, è un eroe»
Stasera è tornato “Qui radio Londra”. «Berlusconi vada dai pm, sia umile, si scusi, ma lo scandalo sono le intercettazioni».
°°° Dunque la colpa delle guerre è dei carri armati e delle bombe, non delle teste di cazzo che le scatenano. Bella logica del cazzo! Servo di un servo di un servo mafioso e massone.
Il premier scrive a Ferrara: “Nulla di cui vergognarmi”. °°Tra tutte e due checche nascoste…
Ma si può sprofondare nel ridicolo a questi abissi? Una vecchia checca che sperpera 12 milioni l’anno di soldi RUBATI A NOI in zoccole ridicole, solo per vantarsi di una virilità che non ha mai avuto, che scrive alla moglie del più ridicolo e nazista lesbicone americano e spara le sue minchiate deliranti manco fosse davanti a uno dei PM CHE LO STANNO ASPETTANDO! Anche a Malta lo richiuderebbero per 50 anni.
Burlesquoni e i servi minchiolini, masi e ferrara, ORA CHIEDETE SCUSA ALL’ITALIA!
L’Europa dà ragione a De Magistris
E multa l’Italia per 57 milioni
L’inchiesta Poseidone aveva svelato la truffa all’Unione europea. L’Olaf ha indagato per quattro anni, poi ha steso un rapporto di 35 pagine che condanna il nostro Paese

L’Europa chiede all’Italia 57 milioni di euro per gli sperperi del precedente governo regionale calabrese di centrodestra sui quali ha indagato Luigi De Magistris. Radio Londra chiama e Bruxelles risponde. Secondo Giuliano Ferrara, “Luigi De Magistris non sarebbe diventato nessuno se avesse impostato delle inchieste che mettevano capo a qualcosa di vero e di concreto”. Secondo l’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, qualcosa di concreto quelle inchieste lo
LA VERGOGNA DEL MONDO: La Rai nelle mani del mafionano, masi,vespa, ferrara e minchiolini.
Marco Travaglio
Omnia sozza sozzis
Augusto Minzolini sta poco bene. Solo chi l’ha conosciuto vent’anni fa quando sfrecciava per i palazzi romani in motorino, sbucava da dietro le porte, s’inguattava sotto i tavoli travestito da fioriera sempre a caccia di indiscrezioni, pettegolezzi, retroscena, a volte persino di qualche notizia (tipo il patto “della crostata” D’Alema-Berlusconi a casa Letta), può comprendere la gravità della sindrome che l’ha colpito. Un tempo cercava le notizie, ora le nasconde (ultime imprese: il linciaggio di Saviano e la sordina ai fischi contro B.). Fatte le debite proporzioni, è come se l’ispettore Derrick scippasse una vecchietta, o se Berlusconi mandasse indietro una minorenne.
La nomina a direttore del Tg1, macchina con autista e carta di credito incorporati, gli è stata fatale. Non bastandogli il magro stipendio di 550 mila euro l’anno a spese dei contribuenti, ha iniziato a usare la carta di credito aziendale a destra e manca, fino a un ragguardevole totale di 86 mila euro in 15 mesi, di cui 68 mila non giustificati secondo il suo stesso protettore Mauro Masi. Spesso l’ubiquo direttorissimo risultava nel suo ufficio a Roma, mentre la carta, ormai dotata di vita propria, strisciava allegramente fra Marrakech e Dubai. Ora è inquisito dalla Corte dei conti e anche la Procura di Roma indaga. L’ha rivelato ieri il Fatto, ma alla Rai lo sanno tutti, visto che da due settimane la Guardia di finanza entra ed esce da viale Mazzini 14 chiedendo di lui. Anziché prendersela eventualmente con i
Un minuto di FERRARA SU raiset 1 e MEZZ’ORA DI VOMITO GARANTITO.
UN MINUTO DI QUEL MAIALE DI FERRARA è BASTATO PER VOMITARE L’ANIMA. Ecco a quale livello di abiezione può giungere un servo. Ma ci sarà davvero qualche menomato che può credere a tante minchiate, false come una banconota da 11 euro?
Ferrara: merde si nasce, schifosi si diventa. Per denaro.
Ferrara, Craxi e i 6miliardi da Silvio

Pare che stasera Giuliano Ferrara inauguri il suo “Qui Radio Londra” con una bella tirata d’orecchi al procuratore Ingroia, la cui apparizione sul palco di piazza del Popolo sabato, alla manifestazione in favore della Costituzione, è in effetti la cosa più grave accaduta nel mondo nelle ultime 72 ore.
Come stupirsene: quando battezzò con fiammeggianti bretelle rosse “Radio Londra” sugli schermi di Canale 5 – 13 febbraio 1989 – sferzò duramente la Rai (dalle cui fila proveniva) la prima sera, il Pci la seconda, De Mita la terza, lasciando satolli di soddisfazione sia Craxi che Berlusconi.
L’incontro con il Cavaliere, poche settimane prima, gli aveva cambiato la vita. Ebbe in dono un contratto da 6miliardi di lire in tre anni, che nemmeno Van Basten, Gullit e Rijkaard messi insieme. Una montagna di soldi, specie per uno che ancora un decennio prima percepiva un salario da metalmeccanico di 198mila lire quale responsabile Pci a Mirafiori – come ricorda Pino Nicotri in L’arcitaliano, pubblicato nel 2004 da Kaos edizioni – e che quando divorziò dal partito nel 1982 abitava in una casa di ex ferrovieri a Borgo San Paolo di proprietà di un redattore sportivo dell’Unità, Nello Pacifico. Confessò la sua vertigine a Laura Laurenzi di Repubblica: “Ti viene quella che gli americani chiamano money madness, una sorta di impazzimento attorno al denaro. Certo, a 37 anni essere considerato una merce che vale tanto mi fa impressione…”
Anni dopo, sul Foglio, raccontò così i retroscena di quella trattativa mercenaria: “Il Cav. chiamò F. e lo ricevette con Confalonieri in via dell’Anima. Il Cav. pregò F. di telefonare all’amico Bettino prima della firma, si usava così allora. Telefonò, e disse a Bettino, mentre i suoi uomini Rai strepitavano per tenersi il vitello grasso: “Non rompere i coglioni, vado con Berlusconi perché mi paga il doppio di quello che mi ha offerto la Rai…Craxi ridacchiò”.
Nel ’91, pubblicando i suoi interventi televisivi nel libro Radio Londra, Leonardo editore, scrisse testualmente che “la deontologia professionale è l’ultimo rifugio delle canaglie”. E quando, tre anni dopo, divenne ministro del governo Berlusconi la prima intervista la rilasciò all’Espresso: “Bisogna far capire subito chi comanda!”
Stavolta gli danno 3mila euro a puntata e con simili ingaggi probabilmente vien più facile dire, come ha sostenuto all’incirca il 12 febbraio al Teatro dal Verme a Milano: “Berlusconi ne avrebbe trovati quanti ne voleva che avrebbero fatto per lui quella telefonata in questura, invece volle farla lui personalmente, ed è per questo che gli voglio così bene”.
Salute e grano! Ferrara, un altro servo indecente.
Ferrara: “Tremila euro al giorno
così difendo Silvio senza ipocrisie”
Da lunedì “Qui Radio Londra” su RaiUno: “Devo denunciare una crociata neo-puritana”. Io a Palazzo Grazioli? Posso andare a pranzo con chi mi pare Montanelli non lo faceva con Spadolini? di GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA – Si comincia lunedì, alle 20 e 30, su Raiuno. Una breve sigla, l’inconfondibile sagoma di Giuliano Ferrara seduto alla scrivania girevole. Poi le luci si accendono e il direttore del Foglio, in splendida solitudine, parlerà agli italiani. Ogni giorno dal lunedì al venerdì un editoriale di cinque minuti. Spazio nobilissimo. Il programma si chiama Qui Radio Londra. “Spero di fare polemica, di rompere la cappa di ipocrisia, di dispiacere a certi giornali, a certi commentatori. L’Italia è occupata non da Berlusconi, ma da una mentalità, da un cultura e da un modo di essere delle élite che mi fa venire l’orticaria”.
Ma quale credibilità ha un conduttore che fa anche il consigliere del premier?
“Non sono il consigliere di Berlusconi. Faccio un giornale, scrivo dei commenti e in questo senso do consigli alla politica. Sono stato consigliere di Veltroni suggerendogli la vocazione maggioritaria e il partito liquido. Sono stato consigliere della Chiesa cattolica tifando per Ratzinger. E se lavorassi per Berlusconi il mio nome sarebbe nella lista dei bonifici del ragionier Spinelli”.
Lei va Palazzo Grazioli quando si riuniscono i direttori dei giornali amici, una sorta di consiglio di guerra. Questo è un fatto.
“Di che parliamo? Posso andare a pranzo con chi mi pare? Montanelli non andava a pranzo con Spadolini, con i segretari dei partiti? È assolutamente normale per un giornalista andare dal premier,quando viene invitato”.
Quanto guadagnerà?
“Tremila euro a puntata, 15 mila euro a settimana. Contratto di due anni, opzione per il terzo”.
Arriviamo nel periodo in cui si decide la successione al Quirinale. Ma Berlusconi è fuori dalla corsa, no?
“Non mi sembra. Il presidente della Repubblica lo eleggono i parlamentari, saranno loro a valutare il suo senso dello Stato”.
Il bunga bunga è un ostacolo insormontabile, non crede.
“Sapevamo cosa faceva Gronchi nella sua vita privata? E quello che combinava Merzagora, a lungo presidente del Senato? È già uno scandalo sapere di Berlusconi quello che sappiamo. La crociata neopuritana è la vergogna dello Stato italiano”.
Sappiamo già come tratterà il processo Ruby. Ma il servizio pubblico è di tutti.
“Il Cavaliere mi darà mille occasioni per parlare male di lui. Sull’inchiesta di Milano però ho le idee chiare: è un processo stregonesco, messo in piedi da pedinatori, giornalisti e magistrati. Un boomerang per gli oppositori del premier. L’alternativa ai leader si costruisce con la politica”.
Occuperà lo stesso spazio di Enzo Biagi. Si confronterà con il grande successo di pubblico del giornalista scomparso.
“Il successo di Biagi non è colpa mia. L’avrò visto due volte in tutto”.
E se fa flop?
“Ferrara non fa ascolto, gli spettatori scappano. Vedo già i titoli di alcuni giornali”.
I dati dei tg dicono che non c’è bisogno di un bilanciamento a favore di Berlusconi. Straripa.
“Straripa perché parlano delle sue riforme o perché è perseguitato dai magistrati? Se mi accusano di aver stuprato la Madonnina vado anch’io tutti i giorni in televisione ma preferirei non esserci”.
Il tono del programma è da tv di Stato?
“Non sono Biagi, non accarezzo il pelo del gatto nel verso giusto. Ho messo in conto le critiche. E conosco l’apologo di Arbasino: brillante promessa quando lavoravo a Raitre, solito stronzo quando andai sulle tv di Berlusconi, venerato maestro a Otto e mezzo dove volevano venire tutti. Per un certo ambiente, ora, tornerò il solito stronzo”.
°°° Non commento le deliranti minchiate di quasto culo venduto: si commentano da sé. Vorrei solo chiedere a voi… Ma l’omino più mafioso e potente d’Europa ha bisogno di un altro difensore? E… da quando in qua si difende un potente laido incapace in Occidente? Ma soprattutto