Leggi del cazzo, risultati pessimi

Antigone e forum droghe publicano il primo bilancio della Fini-Giovanardi
di Claudia Fusani

Il problema non è stato risolto. Anzi, peggiora. E l’unica “soluzione” in campo è quella di nasconderlo sotto il tappeto, un tappeto che diventa sempre più grande e repressivo. Rinviare il problema, poi qualcuno, prima o poi, ci penserà. Sul fronte delle tossicodipendenze accade un po’ quello che accade per l’immigrazione clandestina: tolleranza zero senza cercare soluzioni . I risultati sono sconfortanti: aumentano arresti e denunce (7,5%) ma al tempo stesso diminuiscono i sequestri (-10%) soprattutto di eroina e cannabis; le carceri “scoppiano” e la colpa, chiamiamola così, è soprattutto dei detenuti tossicodipendenti che sono il 26,8 per cento del totale.

I dati del 2007 dicono che sono 320 mila le persone che hanno fatto uso di stupefacenti e hanno avuto bisogno di cure e trattamenti, 40 mila sono i consumatori frequenti di eroina e cocaina, 546 mila quelli di cannabis ma ben cinque milioni quelli occasionali. Una fotografia netta, spietata, se si conta che i decessi sono aumentati del 6 per cento (589 nel 2007, età media 35 anni) di cui il 40 per cento per eroina e il 6,1% per cocaina (nel 2001 erano il 2,3%). Mentre a Vienna l’agenzia delle Nazioni Unite contro la droga (Undoc) nell’assemblea annuale decide per una linea sempre più proibizionista – nonostante i dieci anni di fallimento – a Trieste il sottosegretario con delega alle tossicodipendenze Carlo Giovanardi convoca, tra le polemiche, la V Conferenza sulle tossicodipendenze. E sempre a Trieste alcuni associazioni, tra cui Fuoriluogo, Antigone e Fondazione Michelucci, pubblicano il «Libro bianco» sulla Fini-Giovanardi, le legge che nel dicembre 2005 ha cambiato la legislazione parificando droghe leggere e pesanti, abolendo nei fatti l’uso personale e unificando le pene dai 6 ai 20 anni. Una legge ispirata alla tolleranza zero, alla guerra totale alle droghe e che aveva tra i propri obiettivi dichiarati quello di ridurre il numero dei tossicodipendenti in carcere.

«Obiettivo fallito» spiegano Franco Corleone e Grazia Zuffa del Forum droghe e Patrizio Gonnella di Antigone. Che accusano «lo zar antidroga Giovanardi» di aver nascosto in questi anni il bilancio delle legge che porta il suo nome. «La Conferenza governativa – aggiungono – ha come fine quello di valutare gli effetti della legislazione e di suggerire eventuali correzioni di rotta». Invece, in questi tre anni di vita, mai un bilancio. Nè un tentativo di ragionamento. Da qui nasce il «Libro Bianco» curato da Alessio Scandurra, tredici pagine zeppe di tabelle estrapolate da banche dati ufficiali, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ministero della Giustizia e Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno.

Il fallimento si misura in due numeri: i sequestri di sostanze stupefacenti sono calati del 10 per cento mentre aumentano del 7,5 le segnalazioni all’autorità giudiziaria. Il Libro Bianco suggerisce due spiegazioni. La prima: «Cresce la criminalizzazione (di chi consuma ndr) nonostante un calo dell’attività criminosa», ipotesi che però cozza con l’aumento della produzione in tutto il mondo e il fatturato annuale dei gruppi criminali pari a oltre 300 miliardi di dollari. La seconda: «Le politiche penali e le prassi di polizia si sono concentrate più sul numero degli arresti e delle condanne che sulla loro efficacia». Ci si preoccupa più dei piccoli spacciatori che non delle grandi rotte del traffico di stupefacenti.

Infatti se nel 2006 le persone segnalate sono state 31.655 (di cui 24.551 arresti), dopo dodici mesi di applicazione della Fini-Giovanardi, le segnalazioni sono diventate 34.025 di cui 26.735 sono gli arresti. Tutto questo ha effetti devastanti sul sistema penitenziario: la metà dei detenuti stranieri, e il 40 del totale dei detenuti, è imputato o condannato “solo” per spaccio (art.73) e l’ingresso dei tossicodipendenti in carcere è cresciuto dal 2006 dell’8,4%. Di fronte a questi dati, «è crollato» il ricorso alle misure alternative, solo il 20% rispetto al 2006. Giovanardi critica i dati. Soprattutto quello dei sequestri che sarebbero aumentati del 64% tra il 2007 e il 2008. Nel conto, spiega, vanno messi «anche quelli avvenuti all’estero».
14 marzo 2009

°°° Ma come ci pensate che questi malavitosi facciano leggi serie contro le mafie? Il loro intento, oltre a salvarsi il culo dalla galera, è quello di AGEVOLARE il lavoro dei mafiosi e dei grossi trafficanti, degli schiavisti del lavoro nero e dei racket delle tratte di esseri umani. O non l’avete ancora capito?

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