MAFIOLO:”Io sono un esempio per tutti, per i giovani. Lavoro tanto, dormo quattro ore a notte”

Per tutta la vita ho trafficato con le mafie, ho riciclato soldi sporchi, corrotto politicanti-finanziari-magistrati-poliziotti-alti prelati, mi sono sempre imbottito di cocaina come un uovo, ho rubato a manetta, falsificato bilanci, imbrogliato, truffato, calunniato chiunque non la pensasse come me, sputato sulla povera gente, mentito sempre e comunque,  devastato ogni cosa abbia toccato, evaso il fisco, commesso insider trading e aggiotaggio dalle mie posizioni di potere, affondato società oneste, sfasciato per ben tre volte l’Italia. Ebbene sì, cribbio! Sono un gran bell’esempio per i giovani. A patto che si suicidino entro i 20 anni…

b.duce

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L’Italietta ignorante

De Mauro: «Colpa dei padri
se i giovani parlano come parlano»

di Maria Serena Palieri «Generazione presente indicativo». Il linguista spiega: «Siamo come la Sierra Leone. Ma il problema sono gli adulti. E avere la peggior classe dirigente al mondo»
http://www.unita.it/news/culture/102313/de_mauro_colpa_dei_padri_se_i_giovani_parlano_come_parlano

GIOVANI ITALIOTI BEOTI

stronzi

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Si torna agli anni 20

Berlusconi:limiti all’alcol in tutta Italia

«Ottima scelta proibirlo agli under 16, imitate la Moratti»

I giovani: «Berremo lo stesso»

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l’avvio era stato promettente, i genitori accompagnavano i figli rassicurati

Francia, chiude la prima disco analcolica

Aperto a dicembre il locale nel paese di Bourbon-Lancy

è fallito a luglio: non c’erano abbastanza clienti

PARIGI – Si chiamava Be Soft, prima discoteca analcolica di Francia. Aperta a dicembre, chiusa a luglio. Causa assenza clienti. Un esperimento fallito nonostante una nuova normativa che ormai vieta la vendita di bevande alcoliche ai minorenni in tutto il paese.

NOVITA’ – Eppure, l’avvio era stato promettente con fronde di adolescenti accompagnati alle porte del locale direttamente da genitori rassicurati. «Una volta passato l’effetto novità – racconta oggi con amarezza il gestore Julien Luck al Parisien – i clienti non si sono più visti. Solo una sera sono riuscito a organizzare una festa con più di 150 persone, ma per rimanere aperto doveva andare così tutte le notti».

COLPE – Il fallimento, secondo Luck, è anche colpa dei grandi marchi di bibite analcoliche che non hanno sostenuto il progetto: «Non ho avuto alcun aiuto neanche dal ministero della Salute, dalle associazioni per la sicurezza stradale o dalle compagnie assicurative. Il problema poi è che spesso per i giovani se non c’è alcol non ci può neanche essere festa». E la colpa magari sta anche del fatto che la discoteca è stata aperta a Bourbon-Lancy, cittadina termale al crocevia tra Borgogna, Auvergne e Rhone-Alpes, terre di ottimi vini.

DISCO – Be Soft ha chiuso nonostante lo scorso giugno sia stata approvata una legge che ha alzato da 16 a 18 anni la soglia minima d’età per acquistare alcolici e vietato gli open bar, oltre che la vendita di sigarette ai minorenni. Luck ammette: «Forse ho sognato troppo, ma sono sicuro che il concept potrebbe funzionare in una grande metropoli». Nel frattempo, il gestore ha aperto un nuovo locale notturno poco distante dal precedente, ma stavolta con un bar ben fornito con alcolici e superalcolici.

Alessandro Grandesso

°°° Tra le tante minchiate di questo regimetto ci mancava anche questa. Dopo averci riportato all’Alabama anni 50 con le leggi razziali, ora ci riporta al proibizionismo degli anni 20 a Chicago. Per curiosità… ricordate chi si arricchì col proibizionismo?

Burlesquoni è davvero come una piantagione di banane: NON NE FA UNA DRITTA!

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capone

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Ecco un altro “disfattista” come me

Roberto Cotroneo

Un paese senza niente

Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?

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Dieci quesiti sul premier «privato»


di Nando Dalla Chiesa

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch’io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?

Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz’altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?

Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle Europee alle Circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quinto. Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?

Sesto. Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C’è una questione di vulnerabilità del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a capire che, una volta scoperta l’infallibile via d’ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo «bella figura» con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo. Una ragazza senz’arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché «non lo faccio mica per la gloria». In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo è motivo di orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono ciò che le nostre tv tacciono. Il nostro governo è lo zimbello dell’Occidente. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Decimo e ultimo interrogativo.Siccome la centralità politico-culturale dell’harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento e l’imbavagliamento dell’informazione, si assiste a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, «compos sui» (Veronica: mio marito non sta bene). L’equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

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