Da Marco Travaglio e la Oppo

(l’Unità)

Scodinzolini forever

Sia chiaro che noi stiamo con Minzolini. Anticipando di poche settimane la legge-bavaglio – che gli fa un baffo, lui il bavaglio ce l’ha incorporato – il popolare Scodinzolini ha spiegato alla stampa mondiale che il pornoscandalo di Puttanopoli che sta travolgendo il premier e ha destato le attenzioni anche di Avvenire e Famiglia Cristiana, ma persino di Tg5, Matrix, Giornale e Foglio, non è una notizia. È «gossip», «pettegolezzo», «chiacchiericcio» usato dai criminosi giornalisti stranieri, succubi di «interessi economici», a fini di «strumentalizzazione politica». Gliele ha cantate chiare. Chissà come dev’essersi sentito quel suo omonimo che fino a un mese fa si dedicava, per La Stampa, al gossip, al pettegolezzo e al chiacchiericcio (a proposito: che fine avrà fatto?). Ora il solito Di Pietro vorrebbe licenziarlo dal Tg1, forse ignaro del fatto che da due giorni le scuole di giornalismo e le facoltà di scienza della comunicazione sono prese d’assalto da orde di piccoli e piccole fans che, da grandi, sognano di diventare Minzolini. Anche la Rai ha dovuto transennare il cavallo di Viale Mazzini per contenere l’entusiasmo degli abbonati, ansiosi di pagare un canone triplo o quadruplo pur di garantire al nostro Pulitzer i necessari mezzi di sostentamento. Ora si spera che l’amico Silvio, che lo chiama «l’amico Minzo», voglia manifestargli un minimo di gratitudine: una farfallina tempestata di brillanti o un collier di diamanti modello Noemi potrebbero andar bene. O magari un invito nei bagni di Palazzo Grazioli. O, meglio ancora, una Mini azzurra: la famosa MinzoMini.

Maria Novella Oppo

Cane da guardia

Non si era mai visto niente di simile. Un direttore di tg (in specie il direttore del Tg1), che usa la tv pubblica per esporre agli spettatori la sua personalissima idea di non notizia. Dunque, il pedagogo Minzolini ci ha spiegato dal video che, nella storia delle ragazze pagate per passare le notti a casa Berlusconi, per lui non c’è niente di certo, né un’ipotesi di reato. Perché è chiaro che, anche se ne parlano tutti i giornali del mondo, una notizia non è una notizia, se non è una notizia di reato. E poi, quando è una notizia certa? Quando viene portata la prova (foto, registrazioni e testimonianze a riscontro) non ai magistrati, ma a Minzolini in persona, che ne giudicherà secondo il suo metro e le sue convenienze. E finalmente, se e quando la suprema corte di minzolinazione avrà accertato il reato, solo allora il nostro (anzi il suo) scatterà sulla notizia come quel mastino del giornalismo che è. E non quel cane da guardia del potere che sembra.

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Il premier e l’Italia vanno a puttane

ALCUNI TITOLI DALLA STAMPA (BENEVOLA) DI OGGI. e NON PARLIAMO DELLA STAMPA E DELLE TV STRANIERE… DA ACCAPPONARE LA PELLE.

– L’anno scorso 1.120 vittime del lavoro
Tir investe operai: un morto e 5 feriti

– Rai, Garimberti porta il caso Tg1 in Cda
Il varietà di Crozza scompare da La 7

– Tremonti dai commercianti critica le banche
E Berlusconi non ci va: “Ho il torcicollo”

– Istat, vendite al dettaglio in calo dello 0,6% sull’anno

– Ocse rivede le previsioni al rialzo
Ma in Italia la situazione peggiora

– G8 all’Aquila con l’allarme terremoto

– Annunci sul web, organi in cambio di soldi
Videoinchiesta. “100 mila euro, affare fatto”
Fegato, midollo, sangue: su internet le offerte di chi, travolto dai debiti, vende parti del proprio corpo. Malgrado la legge lo vieti. E’ la classe media piegata dalla crisi

– Giornalisti e magistrati: no al dl intercettazioni

– Pestata dal branco, c’è identikit dei colpevoli
Napoli, una giovane aggredita a pugni e calci per aver difeso degli amici gay. Rischia di perdere un occhio. Caccia agli aggressori.

°°° Ecco, amici miei, un piccolo spaccato del degrado che questa italietta ha subìto in un solo anno di governicchio scellerato. Queste sono alcune delle notizie che i telegiornali di regime NON danno, oppure danno in modo artatamente subdolo e incomprensibile: ben lontano dalla portata degli eventi reali. Per esempio… avete visto un solo Tg italiano che dedichi qualche minuto al giorno per raccontarci le vicissitudini dei terremotati? Per monitorare le loro reali condizioni di salute e di assistenza da parte degli organi competenti? No, vero? Beh, in uno Stato civile e democratico sarebbe IL PRIMO SERVIZIO ad andare in onda, ogni giorno, fino a soluzione del problema. Ma questo è uno Stato civile e democratico? No, certo. Qui, tolti Santoro, Travaglio, e pochissimi altri… chi si sognerebbe di fare il giornalista per davvero?


VIVIAMO AVVOLTI DALLA NEBBIA

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BLA BLA BLA

A Montecitorio i sì sono stati 261 e 226 i no. Nove gli astenuti.
Il premier: “Entro il 30 novembre quindicimila persone avranno una casa vera”
Dl terremoto, ok della Camera
Il decreto adesso è legge

ROMA – La Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto terremoto per l’Abruzzo. Il testo, già approvato al Senato, è dunque legge. I sì sono stati 261 e 226 i no. Nove gli astenuti. “Entro il 30 novembre quindicimila persone avranno una casa vera, confortevole e addirittura ammobiliata – conferma Berlusconi – Mai in Italia, e nemmeno nel mondo, si è data una risposta così tempestiva a un’emergenza così grave. Ce lo riconoscono tutti”.

°°° E’ verissimo, lo riconosce tutto il mondo che questa è L’ENNESIMA CAZZATA DI MAFIOLO. Ormai lo conoscono e ridono, anche se sono tutti molto preoccupati per noi, per l’Europa e per il mondo intero. Se non sbaglio, aveva detto le stesse identiche stupidaggini dopo il sisma del 2002… e quelli stanno ancora per strada. Ma poi… aveva promesso le case a luglio, poi a settembre, poi a ottobre… campa cavallo! Il lodo alfano è passato in due settimane, per i terremotati ci sono voluti quasi TRE MESI solamente per emanare un decreto bluff SENZA UN CENTESIMO REALE! Gli unici soldi veri sono i 480 milioni della UE (se non se li sono già mangiati) e qualche milione dalle sottoscrizioni popolari. Silvio i soldi che c’erano li ha regalati alla chiesa miliardaria e ai ricchi evasori fiscali, con l’abolizione dell’Ici, e ai suoi faccendieri amici della truffa Alitalia. Saranno contenti i trentamila sfollati delle tendopoli, che sono passati da meno dieci gradi a più 40. E quelli che stanno da amici o negli alberghetti della costa? E… quanti sono ospiti nelle sue case? Prosit.

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Ero sempre in prima fila…

… oggi non mi permettono più nemmeno di contestare.

Roma, 13:55
INTERCETTAZIONI: FNSI, A ROMA UNO SPETTACOLO DI PROTESTA

Al teatro Ambra Jovinelli di Roma va in scena domani ‘In galera! Gli articoli che potremmo non leggere piu”, uno spettacolo-manifestazione gratuito con attori e giornalisti contro il ddl Alfano, per dimostrare nel modo piu’ evidente i guasti che il ddl Alfano licenziato dalla Camera porterebbe al sistema dell’informazione democratica dei cittadini se il testo venisse approvato anche dal Senato. La performance promossa da Unci, Fnsi e Ordine dei giornalisti, iniziera’ alle 21. Attori, uomini di spettacolo, giornalisti e rappresentanti del mondo sindacale e della societa’ civile si alterneranno ai microfoni per leggere brani delle intercettazioni che hanno consentito ai magistrati di scoprire e agli italiani di conoscere i maggiori scandali degli ultimi anni, dalle razzie economico-finanziarie, alle truffe ai danni dello Stato, dalla sanita’ malata al malaffare dello smaltimento rifiuti. Reati, scandali, ruberie, si legge nel comunicato stampa, che i magistrati avrebbero moltissima difficolta’ a scoprire, reprimere e punire se le norme del ddl Alfano diventassero legge perche’ verrebbero privati della piu’ efficace arma di indagine, dato che le intercettazioni diventerebbero quasi impossibili. Reati pubblici e privati di cui i cittadini, prosegue la nota stampa, non verrebbero piu’ a conoscenza perche’ il testo punta a impedire che i giornalisti possano riferire gli sviluppi delle indagini giudiziarie in modo corretto, compiuto e tempestivo. Tutto il mondo del giornalismo e’ impegnato da un anno a contrastare queste norme liberticide che allontanerebbero l’Italia dall’Europa comprimendo in modo inaccettabile la liberta’ d’informazione.

babbuino

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5 domande a Berlusconi

La petizione de l’Unità: 5 domande a Berlusconi sul caso Mills

E’ arrivata a oltre 600 firme la petizione volontaria aperta sul nostro sito da un lettore padovano, Giuliano Bastianello, su Berlusconi e il caso Mills. Una petizione semplice ma molto popolare, che chiede ai parlamentari, all’informazione libera, alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, di fare cinque semplici domande al presidente del consiglio Silvio Berlusconi (nella foto, scattata durante un diverbio con una giornalista de l’Unità che lo incalzava proprio sul caso Mills) su una vicenda che non può essere protetta dalla privacy.

Ecco le cinque domande:

1) Onorevole Berlusconi è vero, o no, che l’avvocato Mills ha lavorato per Fininvest e per la sua famiglia per oltre dieci anni con il preciso incarico di creare e gestire società off shore sulle quali veicolare i proventi di diritti televisivi ed effettuare altre ingenti operazioni finanziarie?

2) E’ vero, o no, che la galassia delle società facenti capo a All Iberian veniva alimentata dalla Principal Finance Limited, che era una emanazione della Silvio Berlusconi finanziaria?

3) E’ vero o no che i due conti Century One e Universal One, creati da Mills presso la BSI di Lugano, erano intestati, per sua disposizione, ai suoi figli Marina e PierSilvio?

4) Chi ha dato l’ordine a Salvatore Sciascia di consegnare somme di denaro al maresciallo Francesco Nanocchio della Guardia di Finanza affinchè “non usasse la mano pesante” nelle ispezioni per l’accertamento della vera proprietà di Tele+ ?

5) E’ vero o no che la Fininvest ha conferito all’avvocato Mills l’incarico di costituire in Lussemburgo una società a lui intestata chiamata Horizon, il cui scopo era quello di occultare la vera proprietà ed il controllo di Tele+ che facevano capo alla Fininvest, in violazione della legge Mammì?

«Il Paese ha diritto di sapere se chi guida il governo ha usato i paradisi fiscali per evadere le tasse», chiosa il primo firmatario della petizione, accessibile all’indirizzo http://petizioni.unita.it/.

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I NODI AL PETTINE

La manifestazione fuori da Montecitorio
I comitati chiedono più trasparenza nelle scelte del governo
Roma, la protesta dei terremotati
In 1000 alla Camera gridano: “Buffoni”
Tanti gli slogan dei Comitati: “Forti e gentili sì, fessi no!”
I sindaci: “Vogliamo fatti, non promesse” E il Tg1 oscura la protesta

La tenda montata a
Montecitorio dagli studenti

berlusco

ROMA – E’ arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.

Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui “forti e gentili sì, fessi no!“, “100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza” e “Buffoni, buffoni”, 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: “Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso”. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l’obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell’Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio “la stessa azienda a costruire l’ospedale che poi crollarono”.

Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.

Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe “nero su bianco”. La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: “Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi – ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L’Aquila e a Pescara dagli sfollati”. Poi ha aggiunto: “E’ finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro delll’Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione -ha concluso la vicepresidente della Camera -, e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il Governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge”. Critico anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: “Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L’Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c’è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto”.

Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani “ad avere piena fiducia nell’operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione”.

Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia che ha detto: “Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati”. Tenaglia ha poi aggiunto: “Ci avevano
raccontato che con un giornalista a tutto tondo come direttore il Tg1 aveva scelto la strada dell’informazione pura, scomoda e senza compromessi. Tutto ciò, invece, non sta avvenendo e avviene anzi il contrario”.

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Quanto durano ancora?

Lega Nord, l’ultima trovata
“Stranieri via dai giardinetti”

Boni, capodelegazione nella giunta lombarda, rilancia: “E’ inammissibile che a Milano ci siano assembramenti di cittadini stranieri nei giardini pubblici”. Negli ultimi mesi il caso delle colonie per i bambini, la polemica sui vagoni riservati sul metrò e la legge anti-kebab


°°° Non commento nemmeno. Ma secondo me durano poco…

silvitler

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Magia

I voli di Stato del premier
Il pm: “Archiviare gli atti”

La richiesta dell’accusa al Tribunale dei ministri: “Non rilevante dare passaggi a soggetti non istituzionali in presenza di rappresentanti delle istituzioni”

°°° Lo sapevate? Basta cancellare la legge Prodi, che consentiva di risparmiare 530 milioni di euro all’anno e… voilà! Tutto è permesso. Perfino traghettare zoccole e posteggiatori da pizzeria di quart’ordine a spese nostre e andare a rimpinzarsi di cocaina e champagne, come se fossero impegni istituzionali.

b-cocaina

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Ronde

Procura di Milano: indagine sulle ‘ronde nere’

La procura di Milano ha disposto accertamenti da parte degli agenti della Digos sulle cosiddette “ronde nere”, il gruppo che vorrebbe collaborare con le forze dell’ordine in tema di sicurezza e che è stato presentato ieri a Milano composto per un terzo da ex membri delle forze dell’ordine legate al nuovo Msi di Gaetano Saya. Gli accertamenti, a quanto si è saputo, sono stati disposti dal procuratore aggiunto Armando Spataro, capo del pool antiterrorismo, d’intesa con il procuratore Manlio Minale. Allo stato non ci sono indagati e non vi è una ipotesi di reato che, comunque, potrebbe essere quella di una violazione delle legge Scelba che punisce la ricostituzione e l’apologia del fascismo. Le divise delle ronde nere, infatti, richiamano simboli di età fascista.

Gli agenti della Digos analizzeranno filmati, notizie di stampa, sulla scorta delle quali è stato aperto un fascicolo, e redigeranno un rapporto da consegnare nei prossimi giorni alla Procura. Allora, a quanto si è saputo, sarà formulata una precisa ipotesi di reato. Il fondatore delle cosidette ronde nere, Gaetano Saya, era rimasto coinvolto in un’inchiesta della Procura di Genova su una sorta di polizia parallela, chiamata DSSA (Dipartimento studi strategici antiterrorismo).

Ieri era stato il deputato del Pd Emanuele Fiano, membro del Copasir ed ex presidente della Comunità ebraica di Milano, ad auspicare che «la magistratura indaghi sulla natura di questa organizzazione per verificarne la sua costituzionalità e per evitare che l’Italia diventi il teatrino triste e pericoloso dei nostalgici di un tempo passato». Come per Fiano, anche secondo il capogruppo alla Camera dell’Idv, Massimo Donadi, queste ronde sono una conseguenza del ddl sulla sicurezza ed è per questo che «il governo – spiega – deve fare marcia indietro».

Ma anche oggi la politica si sta mobilitando per fermare le “ronde nere”: «Il governo intervenga subito per vietare le ronde nere di militanti neofascisti pronti a farsi giustizia come fossimo nel ‘ventennio’» dice il capogruppo dell’Udc al Senato, Giampiero D’Alia. «Avevamo messo in guardia – aggiunge – sui rischi di un provvedimento demagogico e pericoloso come le ronde: oggi abbiamo il primo esempio di una giustizia sommaria fai da te che porterà solo danni al Paese e nessuna sicurezza». «Presenteremo – conclude – un’interpellanza chiedendo al governo di vietarle per motivi di pubblica sicurezza: che siamo nere, rosse o verdi, le ronde sono la resa dello Stato e un vero rischio per i cittadini».


ECCO DUE ESPONENTI DELLE RONDE PADANE CON LE LORO DIVISE SOFISTICATISSIME

vacca

vacco


PROVETTA TIRATRICE PADANA, POCO PRIMA DI DIVENTARE CIECA E RONDA DELLE DONNE FASCISTE

rinculo

processione

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LE MINCHIATE DEL CAZZARO

L’ANALISI
Le menzogne del Cavaliere
da Noemi al caso Mills

di GIUSEPPE D’AVANZO

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Dice Berlusconi a Santa Margherita Ligure: “Su quattro calunnie messe in fila – veline, minorenni, Mills e voli di Stato – è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l’immagine all’estero dell’Italia”. Il significato di calunnia è “diceria o imputazione, coscientemente falsa e diretta ad offendere l’integrità o la reputazione altrui” (Devoto e Oli). Per comprendere meglio quali siano, per il premier, le “dicerie o imputazioni coscientemente false” raccolte contro la sua reputazione bisogna leggere il Corriere della sera di ieri.

Nel colloquio il Cavaliere spiega quali sono le quattro menzogne, strumenti del fantasioso “progetto eversivo”. Qui si vuole verificare, con qualche fatto utile e ostinato, se la lamentazione del Cavaliere ha fondamento e chi alla fine mente, se Berlusconi o chi oppone dei rilievi alla “verità” del capo del governo.

1 “Hanno iniziato scrivendo che c’erano “veline” nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano “veline” e sono state tutte elette”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

I ricordi del Cavaliere truccano quel che è accaduto e banalizzano una questione che, fin dall’inizio, è stata esclusivamente politica, per di più sollevata nel suo campo. Sono i quotidiani della destra, e quindi da lui controllati direttamente o indirettamente influenzati, a dar conto dell’affollamento delle “veline” nelle liste europee del Popolo della Libertà. Comincia il Giornale della famiglia Berlusconi, il 31 marzo. Ma è il 22 aprile, con il titolo “Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore” – sommario, “Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl” – che Libero rivela i nomi del cast in partenza per Strasburgo: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e “una misteriosa signorina” lituana, Giada Martirosianaite.

Contro queste candidature muove la fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. Il pensatoio, diretto dal professor Alessandro Campi, denuncia l'”impoverimento della qualità democratica del paese” e, con un’analisi della politologa Silvia Ventura, avverte che “l’uso strumentale del corpo femminile (…) denota uno scarso rispetto (…) per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima” (www.ffwebmagazine. it).

Queste scelte sono censurate, infine, anche da Veronica Lario che le definisce “ciarpame senza pudore del potere” (Ansa, 29 aprile). Il “fuoco amico” consiglierà Berlusconi a gettare la spugna, nella notte del 29 aprile. In una telefonata da Varsavia alle 22,30 in viva voce con i tre coordinatori del Pdl, La Russa, Bondi e Verdini, il premier dice: “E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi. Sostituitele”. Molte “veline”, in interviste pubbliche, diranno della loro amarezza per l’esclusione.

2 “Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come se fossi una persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di compleanno, e per me – che vivo tra la gente – è una cosa normale”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

Non c’è un grano di “normalità” nei rapporti tra il Cavaliere e i Letizia. Dopo 31 giorni, è ancora oscuro (e senza risposta) come sia nato il legame tra Berlusconi e la famiglia di Noemi. L’ultima versione ascoltata è contraddittoria come le precedenti. Elio Letizia sostiene di aver presentato la figlia al capo del governo in un luogo privato, nel suo studio a Palazzo Grazioli, alla vigilia del Natale del 2001. Berlusconi, nello stesso giorno, ha ricordato di averla conosciuta in un luogo pubblico, “a una sfilata”. Ma la “diceria” che il capo del governo denuncia è di “andare con minorenni”. E’ stata Veronica Lario per prima a svelare che il marito “frequenta minorenni” (Repubblica, 3 maggio). La circostanza è stata confermata dall’ex-fidanzato di Noemi (Gino Flaminio) che colloca il primo contatto telefonico tra il capo del governo e la ragazza nell’autunno del 2008. Le parole di Gino costringono Berlusconi – contrariamente a quanto fino a quel momento aveva detto (“Ho visto sempre Noemi alla presenza dei genitori”) – ad ammettere di aver avuto Noemi ospite a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009, accompagnata da un’amica (Roberta O.) e senza i genitori. Nel gennaio del 2009, Noemi come Roberta, era minorenne. Dunque, è corretto sostenere che Berlusconi frequenti minorenni.

3 “Nel frattempo si sono scatenati sul “caso Mills”, un avvocato che non conosco di persona” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

Negli atti del processo contro David Mills (teste corrotto, condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere) e Silvio Berlusconi (corruttore, ma immune per legge ad personam), sono dimostrati con documenti autografi, per ammissione dell’imputato, con le parole di testimoni indipendenti, gli incontri del Cavaliere con l’avvocato inglese che gli ha progettato e amministrato l’arcipelago delle società off-shore All Iberian, il “gruppo B di Fininvest very secret”. Un documento scovato a Londra dà conto di un incontro al Garrick Club di Garrick Street (discutono delle società estere e Berlusconi autorizza Mills a trattenere 2 milioni e mezzo di sterline parcheggiati sul conto dell’Horizon Limited). Un altro documento sequestrato a Mills fa riferimento a una “telefonata dell’altra notte con Berlusconi”. Mills, interrogato, ammette di aver parlato con il Cavaliere la notte del 23 novembre 1995. Ancora Mills, il 13 aprile 2007, conferma di aver incontrato Berlusconi ad Arcore. L’avvocato “descrive anche la villa” (dalla sentenza del tribunale di Milano).

Due soci di Mills nello studio Withers, ascoltati da una corte inglese, così rispondono alla domanda: “C’è stata mai una riunione tra Mills e Berlusconi?”. Jeremy LeM. Scott dice: “So che c’è stato un incontro per mettersi d’accordo sul dividendo”. A Virginia Rylatt “torna in mente che lui [Mills] era ritornato dal signor Berlusconi”. E’ una menzogna, forse la più spudorata, che il capo del governo non abbia mai conosciuto David Mills.

4 “Infine hanno montato un caso sui voli di Stato che uso solo per esigenze di servizio” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

In una fotografia scattata dal fotografo Antonello Zappadu si vede lo stornellatore del Cavaliere, Mariano Apicella, scendere da un aereo di Stato. Dietro di lui, una ballerina di flamenco. Il fotoreporter sostiene che l’immagine è stata scattata il 24 maggio 2008. In quel giorno era ancora in vigore un decreto del governo Prodi che limitava l’uso degli aerei di Stato “esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale”. Si può sostenere che Apicella e la ballerina facevano parte di una “missione istituzionale”? E’ quanto dovrà accertare il Tribunale dei ministri sollecitato dalla Procura di Roma a verificare, per il capo del governo, l’ipotesi di abuso d’ufficio. Infatti soltanto due mesi dopo, il 25 luglio 2008, il presidente del consiglio ha cambiato le regole per i “voli di Stato” prevedendo “l’imbarco di personale estraneo alla delegazione”, ma “accreditato su indicazione dell’Autorità in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini anche di carattere internazionale”. Il caso sui “voli di Stato”, che è poi un’inchiesta giudiziaria dovrà accertare se musici, ballerine, giovani ospiti del presidente viaggiano in sua compagnia (con quale rango?) o addirittura in autonomia, nel qual caso l’abuso d’ufficio può essere evidente.

Quindi, quattro “calunnie” o quattro menzogne presidenziali? Si può concludere che Berlusconi, a Santa Margherita Ligure, ancora una volta ha precipitato coscientemente la vita pubblica nella menzogna nella presunzione di abolire l’idea stessa di verità.

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