Emilio e Lele, il gatto e la volpe
e i soldi di Pinocchio…
È come lo yo-yo, quel rocchetto che scende e poi s’arriccia attorno a un filo. Su e giù, la vita. Se vuoi viverla solo in cima, pronto a tutto pur di difendere quel posto, fingendo di non vedere la discesa, precipitare è un destino irrefrenabile.
È una valanga, Emilio Fede. Ottant’anni a giugno. Pensava di passare alla storia del giornalismo (!) per le inchieste nei paesi d’Africa liberati dai colonizzatori (epperò in Rai – al tempo – lo chiamavano «Sciupone l’africano», per via delle note spese smisurate).
O per aver “bruciato” il servizio pubblico sulla prima guerra del Golfo, il 17 gennaio del 1991, un attimo appena prima degli altri, ma è così che si misurano certe carriere…
°°° Almeno quelle ufficiali di chi compra un posto in Rai sposando la figlia orrenda del vice direttore generale, e partendo da lì a leccare una lunga teoria di culi ladroni delinquenti: da longo a nicolazzi, da craxi a burlesquoni. Ma la storia seria farà giustizia.