Poppe… da Marco Travaglio

Le Poppe della Libertà

Poi dicono che in Italia manca un’accurata selezione della classe dirigente. Sentite qua: Marcello Vernola, ex Dc, ex Dl, ex Fi, ora Udc, viene defenestrato dai berluscones alle Europee per far posto a Barbara Matera, già letteronza. Ubi maior. Insegue Denis Verdini, lo raggiunge al “seminario delle 30 veline da candidare alle europee”, il corso intensivo serale di tre giorni tenuto da Brunetta e La Russa, e chiede spiegazioni. Risposta: “Caro, tu non c’hai le poppe”. Allora insegue Berlusconi fino all’Aquila: “Mi spiegò il suo progetto di ringiovanire le liste europee con belle fanciulle e scherzò sul fatto che non gli presentavo mai belle e giovani ragazze. Ovviamente non lo presi sul serio”. E fece molto male: Al Tappone va preso sul serio solo quando scherza. Scartato il molesto postulante che non ha le poppe e non presenta mai ragazze, entrò in lista ­ma solo alle comunali ­ la escort Patrizia, al seguito dei Matarrese. Sempre per ringiovanire. Ora, poverina, fingono tutti di non conoscerla. Tato Greco, nipote di Matarrese, spiega che lei arrivò un giorno, chiese di entrare in lista, e ci entrò subito “perché eravamo sotto con le quote rosa”. Ecco, le loro quote rosa. Come dice Mavalà Ghedini, “Berlusconi ha grande rispetto per il mondo femminile”: infatti, in veste di “utilizzatore finale” della merce, “non ha bisogno di pagare 2000 euro per una ragazza…potrebbe averne grandi quantitativi, gratis”. Notare la soavità dell’espressione “grandi quantitativi gratis”. Ponti aerei di gnocca. A’ dotto’, c’avemo ‘n grande quantitativo de poppe gratis: che famo, scaricamo?

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Ma quanti cavoli!

Roma, 10:20
CONI: PETRUCCI A GELMINI,ULTIMI IN UE PER SPORT A SCUOLA

“Caro ministro, mi rivolgo a lei in maniera non convenzionale, con spirito di grande collaborazione e disponibilita’ e allo stesso tempo con rinnovata fiducia e speranza per quella sfida che costituisce il primo degli obiettivi che gli organi del Coni, da poco rinnovati, si sono posti nel programma del nuovo quadriennio: l’effettiva introduzione dell’attivita’ motoria e sportiva, in ogni ordine e grado della scuola”. Inizia cosi’ la lettera aperta del presidente del Coni Gianni Petrucci rivolta, a nome della Giunta e del Consiglio Nazionale, al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Una missiva, letta in avvio di Consiglio nazionale, “che vuole rappresentare le richieste, le aspettative e lo stato d’animo di un intero movimento nei confronti del mondo della scuola”. Petrucci, nella lettera, lamenta un grave ritardo nell’attuazione dell’obiettivo numero uno del Coni, l’introduzione dello sport nella scuola: “La partita dello sport nella scuola non solo non si e’ vinta, ma non si e’ riusciti nemmeno a giocarla -recita Petrucci- e la delusione e’ grande perche’ nonostante tutti i tentativi fatti nel corso degli anni, il nostro Paese, che eccelle in molti settori, purtroppo nella classifica della presenza dell’attivita’ motoria e sportiva nell’ambito scolastico e’ tristemente agli ultimi posti in Europa”. Petrucci, che ricorda come lo sport difenda anche la salute dei giovani, chiede a gran voce di “passare ai fatti, alle iniziative concrete”, partendo dalle risultanze dell’incontro di gennaio e augurandosi che queste “possano essere messe al piu’ presto all’ordine del giorno del Tavolo tecnico congiunto Miur-Coni recentemente costituito”.

°°° Caro Petrucci, lei è il solito comunista disfattista. Sì, è vero, siamo ultimi in Europa nello sport a scuola, ma siamo ultimi anche come libertà d’informazione, cultura media, onestà, educazione civica, legalità ecc. In compenso, siamo i primi assoluti come evasione fiscale, corruzione in ambiti governativi e non, mafie varie, velinismo, zoccolificio, furberia, diseguaglianze sociali, xenofobia, fascismo,razzismo, leghismo, volgarità, disorganizzazione, carenza di servizi, ecc.
Come vede, caro presidente, non bisogna guardare solo le cose che non funzionano nel nostro paese: abbiamo anche delle eccellenze.

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La visita a Obama

Eravamo nella sala ovale della Casa Bianca: io, Giangi Pallina, Orso Gigio, Barack Obama, Maga Maghella e Gina Lollobrigida in tanga. Nel patio, due stupidi della scorta di Burlesquoni che si bruciavano i nasi con uno zippo e ridevano. Minca! Se ci sono due dei gorilla di Mafiolo allora ci dev’essere anche lui qui a WASHINGTON! E infatti, che ve lo dico a fare?… esco con la scusa di pipparmi una Stuyvesant e lo vedo: era nell’orto a fare il tacchino con Michelle, solo che lei era in ginocchio che interrava dei fagioli e Silvio era in piedi sopra i suoi tacchi… anche accucciata era ancora più alta Michelle Obama. Volevo proprio godermi la scena, così mi sono messo a svuotare i portaceneri della mia vecchia Bmw in un vaso di ortensie, che mi copriva parzialmente. Alla terza minchiata in inglese maccheronico del mafionano, Michelle si è alzata in piedi, si è piegata con le mani guantate sulle ginocchia come si fa per parlare ai bambini e ha sibilato:
“Mister, lei oltre ad essere terribilmente disgustoso non ha proprio il senso della misura… e meno male che non fa il sarto o il geometra!” Detto questo, gli ha vuotato sul testone trapiantato il secchio del letame disciolto e se n’è andata nasino all”aria.
Me cojoni! Son tornato dentro e, mentre cercavo un bagno per lavarmi le mani, l’occhio mi è caduto nelle cucine: dove i camerieri stavano sputando a turno nel bricco del caffè destinato a Silvio (c’era proprio una elegante targhetta al centro dell’enorme vassoio “President Berluccioni”) e uno si faceva roteare il bordo della tazza nel solco tra le natiche scoperte. Barack si stava già incazzando per il ritardo del premier italiano, quando finalmente Silvio ha fatto il suo ingresso… Imbarazzante. La servitù, vedendolo e “sentendolo” puzzolente di letame organico, prima lo ha lavato con la pompa da giardino, poi ha cercato qualcosa per coprirlo; ma i vestiti di Barack sono quelli di un uomo prestante di circa un metro e novanta, come farci entrare un botolo di 1,55 formato scaldabagno? E così la vecchia Nunny delle bambine ha infilato Mafiolo in un costume da Biancaneve comprato a Disneyland. Barack, da grande statista, non ha fatto una piega. Ha premuto un pulsante e subito sono arrivati i camerieri col caffè per l’ospite, mentre lui e noi ci siamo fatti raboccare i bicchieri col mirto che avevo portato io. Burlesquoni ha cominciato subito a dire che non voleva essere frainteso, che Zappadu è un coglione, che Noemi è vergine, che vuole molto bene a Fede e Apicella e… tante altre cose di somma importanza internazionale e strategica, insomma. Barack gli ha detto che lo ammira molto e che spera di vederlo presto. Liquidato. Silvio è stato accompagnato alla porta da un solenne ma deciso maggiordomo e noi ci siamo scatenati con le risate.
Un tassista rasta ha portato il capo del governo italiano alla pizzeria Bella Napoli, nel quartiere italiano, e lì Berlusconi ha espresso la sua gratitudine nei confronti degli “amici americani per quanto fatto per liberare l’Italia nella seconda guerra mondiale“. In serata il presidente del Consiglio lascerà Washington per tornare in Italia. Se il giudice gli concederà la libertà provvisoria: visto che è stato arrestato per una rissa con un bambino giapponese più alto di lui, che non gli voleva cedere il passo all’uscita del locale. Le sue body guard, dite? Quelle sono ancora in infermeria del centro grandi ustionati.

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REGIME ALL’AMATRICIANA

Quando Tremonti ordinò sanzionate la Gabanelli

«Con la presente il sottoscritto prof. avv. Giulio Tremonti chiede l’immediato esercizio dei poteri sanzionatori». Inizia così l’ultimo affondo del ministro dell’Economia contro l’informazione, avviato ai danni di Milena Gabanelli e la sua «pericolosa» trasmissione Report. Non è piaciuta al ministro la puntata su social card e Tremonti bond, nonostante fosse stato intervistato lui stesso.

Così ha scritto 5 cartelle di esposto-denuncia alla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la Vigilanza dei servizi radiotelevisivi. L’intento è chiaro: dimostrare la poca obiettività del programma, e dunque la lesione del dovere di informazione imparziale e completa imposto dal servizio pubblico. Insomma, non è una rettifica, tantomeno una querela. Ma Tremonti vuole comunque farsi sentire, esercitare «il potere sanzionatorio».

In effetti il rapporto del ministro con giornali e mass media in generale è costellato di eventi leggendari. Rumors più disparati raccontano di telefonate infuocate, battibecchi nervosi, arrabbiature furibonde. Certo, tutti i politici si arrabbiano con la stampa. E tutti vorrebbero averla amica e, se possibile, asservita. Ma Tremonti è tra i pochi (non l’unico, nell’intero arco parlamentare) a prendere iniziative in prima persona, a guerreggiare all’arma bianca con chi si occupa di lui. È quasi un corpo a corpo che il ministro ingaggia a colpi di pressioni indebite e invettive. Anche perché – lo sanno bene anche i non addetti ai lavori – la verve non gli manca.

A scorrere le cinque cartelle anti-Gabanelli traspare un furore montante. Tremonti parla di «lesione dei principi di completezza, correttezza, – si legge – obiettività ed imparzialità dell’informazione». Poi procede per punti, elencandone sette. Nel primo parla di «sintesi deformata di alcuni delicati e rilevanti aspetti dell’attualità, che ha assunto i contorni della propaganda negativa». Si riferisce forse il ministro al fatto che la social card è stata fornita solo a pochi, e che molti l’hanno ricevuta scarica? O che rappresenta anche uno strumento su cui MasterCard riesce a fare un buon business grazie alle commissioni versate dai commercianti? Tremonti parla di «tesi preconfezionata», ma la realtà non è molto lontana da questa tesi. Anzi. Il ministro non dimentica di difendere, naturalmente, il «legittimo esercizio del diritto di critica». Peccato però che questo secondo lui non sia il caso: perché tutto il contesto sarebbe stato creato da Gabanelli attraverso una «capziosa estrapolazione di brani tratti da conferenze stampa».

Si arriva così all’accusa (terzo punto) di «utilizzo strumentale del mezzo televisivo». Tremonti rammenta come «tutte le trasmissioni di informazione devono rispettare la pluralità dei punti di vista e la necessità di contraddittorio». Peccato che (troppo) spesso molti esponenti di governo appaiono in video davanti a un microfono e senza neanche una «faccia» a porgere la domanda. A proposito di contraddittorio. Naturalmente meglio se all’ora di cena, e in una giornata in cui qualcun altro ha lanciato critiche all’operato dell’esecutivo.


°°° La sintesi è questa: la libertà di stampa e la democrazia reale questi cialtroni li disintegrerebbe in due settimane. Ecco perché a loro serve il regime e l’oscuramento delle notizie. BUFFONI!!!

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LA SEGRETARIA DI TVEMONTI

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LE MINCHIATE DEL CAZZARO

L’ANALISI
Le menzogne del Cavaliere
da Noemi al caso Mills

di GIUSEPPE D’AVANZO

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Dice Berlusconi a Santa Margherita Ligure: “Su quattro calunnie messe in fila – veline, minorenni, Mills e voli di Stato – è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l’immagine all’estero dell’Italia”. Il significato di calunnia è “diceria o imputazione, coscientemente falsa e diretta ad offendere l’integrità o la reputazione altrui” (Devoto e Oli). Per comprendere meglio quali siano, per il premier, le “dicerie o imputazioni coscientemente false” raccolte contro la sua reputazione bisogna leggere il Corriere della sera di ieri.

Nel colloquio il Cavaliere spiega quali sono le quattro menzogne, strumenti del fantasioso “progetto eversivo”. Qui si vuole verificare, con qualche fatto utile e ostinato, se la lamentazione del Cavaliere ha fondamento e chi alla fine mente, se Berlusconi o chi oppone dei rilievi alla “verità” del capo del governo.

1 “Hanno iniziato scrivendo che c’erano “veline” nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano “veline” e sono state tutte elette”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

I ricordi del Cavaliere truccano quel che è accaduto e banalizzano una questione che, fin dall’inizio, è stata esclusivamente politica, per di più sollevata nel suo campo. Sono i quotidiani della destra, e quindi da lui controllati direttamente o indirettamente influenzati, a dar conto dell’affollamento delle “veline” nelle liste europee del Popolo della Libertà. Comincia il Giornale della famiglia Berlusconi, il 31 marzo. Ma è il 22 aprile, con il titolo “Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore” – sommario, “Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl” – che Libero rivela i nomi del cast in partenza per Strasburgo: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e “una misteriosa signorina” lituana, Giada Martirosianaite.

Contro queste candidature muove la fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. Il pensatoio, diretto dal professor Alessandro Campi, denuncia l'”impoverimento della qualità democratica del paese” e, con un’analisi della politologa Silvia Ventura, avverte che “l’uso strumentale del corpo femminile (…) denota uno scarso rispetto (…) per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima” (www.ffwebmagazine. it).

Queste scelte sono censurate, infine, anche da Veronica Lario che le definisce “ciarpame senza pudore del potere” (Ansa, 29 aprile). Il “fuoco amico” consiglierà Berlusconi a gettare la spugna, nella notte del 29 aprile. In una telefonata da Varsavia alle 22,30 in viva voce con i tre coordinatori del Pdl, La Russa, Bondi e Verdini, il premier dice: “E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi. Sostituitele”. Molte “veline”, in interviste pubbliche, diranno della loro amarezza per l’esclusione.

2 “Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come se fossi una persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di compleanno, e per me – che vivo tra la gente – è una cosa normale”. (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

Non c’è un grano di “normalità” nei rapporti tra il Cavaliere e i Letizia. Dopo 31 giorni, è ancora oscuro (e senza risposta) come sia nato il legame tra Berlusconi e la famiglia di Noemi. L’ultima versione ascoltata è contraddittoria come le precedenti. Elio Letizia sostiene di aver presentato la figlia al capo del governo in un luogo privato, nel suo studio a Palazzo Grazioli, alla vigilia del Natale del 2001. Berlusconi, nello stesso giorno, ha ricordato di averla conosciuta in un luogo pubblico, “a una sfilata”. Ma la “diceria” che il capo del governo denuncia è di “andare con minorenni”. E’ stata Veronica Lario per prima a svelare che il marito “frequenta minorenni” (Repubblica, 3 maggio). La circostanza è stata confermata dall’ex-fidanzato di Noemi (Gino Flaminio) che colloca il primo contatto telefonico tra il capo del governo e la ragazza nell’autunno del 2008. Le parole di Gino costringono Berlusconi – contrariamente a quanto fino a quel momento aveva detto (“Ho visto sempre Noemi alla presenza dei genitori”) – ad ammettere di aver avuto Noemi ospite a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009, accompagnata da un’amica (Roberta O.) e senza i genitori. Nel gennaio del 2009, Noemi come Roberta, era minorenne. Dunque, è corretto sostenere che Berlusconi frequenti minorenni.

3 “Nel frattempo si sono scatenati sul “caso Mills”, un avvocato che non conosco di persona” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

Negli atti del processo contro David Mills (teste corrotto, condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere) e Silvio Berlusconi (corruttore, ma immune per legge ad personam), sono dimostrati con documenti autografi, per ammissione dell’imputato, con le parole di testimoni indipendenti, gli incontri del Cavaliere con l’avvocato inglese che gli ha progettato e amministrato l’arcipelago delle società off-shore All Iberian, il “gruppo B di Fininvest very secret”. Un documento scovato a Londra dà conto di un incontro al Garrick Club di Garrick Street (discutono delle società estere e Berlusconi autorizza Mills a trattenere 2 milioni e mezzo di sterline parcheggiati sul conto dell’Horizon Limited). Un altro documento sequestrato a Mills fa riferimento a una “telefonata dell’altra notte con Berlusconi”. Mills, interrogato, ammette di aver parlato con il Cavaliere la notte del 23 novembre 1995. Ancora Mills, il 13 aprile 2007, conferma di aver incontrato Berlusconi ad Arcore. L’avvocato “descrive anche la villa” (dalla sentenza del tribunale di Milano).

Due soci di Mills nello studio Withers, ascoltati da una corte inglese, così rispondono alla domanda: “C’è stata mai una riunione tra Mills e Berlusconi?”. Jeremy LeM. Scott dice: “So che c’è stato un incontro per mettersi d’accordo sul dividendo”. A Virginia Rylatt “torna in mente che lui [Mills] era ritornato dal signor Berlusconi”. E’ una menzogna, forse la più spudorata, che il capo del governo non abbia mai conosciuto David Mills.

4 “Infine hanno montato un caso sui voli di Stato che uso solo per esigenze di servizio” (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

In una fotografia scattata dal fotografo Antonello Zappadu si vede lo stornellatore del Cavaliere, Mariano Apicella, scendere da un aereo di Stato. Dietro di lui, una ballerina di flamenco. Il fotoreporter sostiene che l’immagine è stata scattata il 24 maggio 2008. In quel giorno era ancora in vigore un decreto del governo Prodi che limitava l’uso degli aerei di Stato “esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale”. Si può sostenere che Apicella e la ballerina facevano parte di una “missione istituzionale”? E’ quanto dovrà accertare il Tribunale dei ministri sollecitato dalla Procura di Roma a verificare, per il capo del governo, l’ipotesi di abuso d’ufficio. Infatti soltanto due mesi dopo, il 25 luglio 2008, il presidente del consiglio ha cambiato le regole per i “voli di Stato” prevedendo “l’imbarco di personale estraneo alla delegazione”, ma “accreditato su indicazione dell’Autorità in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini anche di carattere internazionale”. Il caso sui “voli di Stato”, che è poi un’inchiesta giudiziaria dovrà accertare se musici, ballerine, giovani ospiti del presidente viaggiano in sua compagnia (con quale rango?) o addirittura in autonomia, nel qual caso l’abuso d’ufficio può essere evidente.

Quindi, quattro “calunnie” o quattro menzogne presidenziali? Si può concludere che Berlusconi, a Santa Margherita Ligure, ancora una volta ha precipitato coscientemente la vita pubblica nella menzogna nella presunzione di abolire l’idea stessa di verità.

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Marco Travaglio

Tutto sommato, anzi detratto

Che Al Tappone abbia perso le Europee, nonostante gli sforzi eroici dei servi bugiardi, lo sa anche lui: infatti non parla da tre giorni, il che a un diarreoico della favella deve costare parecchio. Che poi il centrodestra abbia vinto le amministrative gli rode ancor di più: alle amministrative lui non era candidato, mentre alle europee sì (ancorché ineleggibile). Per la prima volta il suo nome, invece di portar voti ai suoi, li sottrae. Ha imboccato la parabola discendente, la terza. Il guaio è che le altre due volte, quando lui perse le politiche, andò al governo il centrosinistra, che si prodigò a far dimenticare le sue porcate e a resuscitarlo. E le premesse per il terzo replay ci sono tutte. Basta vedere la spensierata allegrezza con cui i cosiddetti leader Pd han commentato la disfatta: 17 province e 4,1 milioni di voti persi. E meno male che Di Pietro ne ha intercettati 1,75 e che, con un po’ di antiberlusconismo dell’ultim’ora, Franceschini ha frenato l’emorragia che con Veltroni, quello della «vocazione maggioritaria», aveva portato il Pd più vicino al 20 che al 30%. Ma il saldo del centrosinistra è -2,4 milioni di voti, mentre quello del centrodestra – 1,4 (Pdl -2,9, Lega Nord +1,5). Altro che «tutto sommato»: tutto detratto, piuttosto. Ora si ascoltano i commenti stupefacenti delle Melandri («con l’antiberlusconismo non si costruisce un progetto di governo») e del Chiamparino, dall’alto dei 10 punti persi a Torino («nostro compito sarà di ricondurre Di Pietro a un’opposizione che non sia fatta solo di antiberlusconismo»). Continuate così. Bene, bravi, bis.

°°° Ho detto le stesse cose quasi ogni giorno, anche oggi. Melandri a fare la calza e il Pd molto più coeso con Di Pietro o andranno per farfalle ad libitum.

IL CAMION DEL REGIME FRANA SULLA GIUSTIZIA E LA LIBERTA’ DI STAMPA

sposta

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PRRRRRRRRRRRRRRRRRR !!!


“Il 4 per cento è alla nostra portata e siamo la vera novità nel panorama politico italiano” (Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà, 5 giugno 2009)

“Riusciremo a superare il 4 per cento, anche se hanno cercato in ogni modo di distruggerci” (Paolo Ferrero, Rifondazione-Pdci, Corriere della sera, 4 giugno 2009)

“Ma quale 4 per cento: noi non temiamo lo sbarramento, noi faremo il pieno di voti. E da lunedì’ lavoreremo per costruire una destra europea” (Francesco Storace, Mpa-Destra-Adc-Pensionati, 3 giugno 2009)

“Vinceremo la partita con il 5% dei voti, e andremo in Europa per competere sulle questioni concrete dei cittadini. Cioè rivedere i meccanismi del trattato di Lisbona, mantenere le prerogative delle sovranità nazionali, stoppare l’ingresso della Turchia… I sondaggi ci danno in continua crescita e saremo dunque soddisfatti. Da lunedì rinascerà la destra italiana nel nostro Paese” (Francesco Storace, Mpa-Destra-Adc-Pensionati, 4 giugno 2009)

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Il punto

Bassissima affluenze nei seggi allestiti nel mondo: solo il 7,33%
Confermati i dati dei partiti maggiori, premiate Idv e Sl
Italiani all’estero, sparisce la Lega
sorpresa sinistra e Di Pietro

ROMA – C’è una circoscrizione in cui i dati elettorali delle Europee non seguono il trend nazionale, almeno in alcuni dettagli. E’ il voto degli italiani all’estero, che si sono espressi nei seggi allestiti in tutto il mondo. Innanzi tutto facendo registrare un’affluenza radicalmente più bassa di quella già ridotta rilevata sul territorio nazionale: su oltre 1.200.000 iscritti alle liste, solo 88.500 sono andati a votare, circa il 7,33%.

Il dato generale per i due maggiori partiti rimane sostanzialmente invariato: il Pdl ottiene il 34,9 per cento (contro il 35,3% globale), mentre il Pd registra un più basso 22,8% (contro il 26% totale). La differenza più macroscopica riguarda la Lega nord, che per i connazionali all’estero merita un 2,9%, contro il 10,2% registrato sul totale degli elettori. Mentre Sinistra e libertà e l’Italia dei valori decollano: 7,3% per la formazione guidata da Nichi Vendola (che non ha raggiunto il quorum, attestandosi sul 3,1% su scala nazionale) e ben 13,5% per il partito di Antonio Di Pietro (8%).

Sembra dunque non pagare la politica anti-immigrazione di Bossi in una constituency composta da immigrati, che lo siano per scelta – come avviene in gran parte per le ultime generazioni – o per necessità. Mentre l’esperienza di Mani Pulite rimane per molti connazionali emigrati negli anni scorsi un punto di svolta nella politica italiana, da utilizzare magari nella difficile opera di spiegazione della politica italiana con i cittadini di altri Paesi. “Questo dato – commenta Maurizio Ciocchetti, coordinatore Pd degli italiani all’estero – ci consegna un voto in controtendenza. La dispersione del centro sinistra è evidente”.

Singolari alcune situazioni europee. In Austria, ad esempio, si registra il sorpasso del Pd sul Pdl (22,1 contro 20,4%), mentre Sinistra e Libertà ottiene il 13,8. Tra gli italiani che hanno votato in Francia, il Pdl ottiene il 29%, tallonato dal Pd al 26, mentre la Lega si attesta sul 3,3, l’Idv sull’11,8 e Sl arriva al 10,9. Altrettanto macroscopico il dato spagnolo, che penalizza fortemente il Partito democratico (20.5%) sul Pdl (36,7%), e dà l’11,2% a Di Pietro, il 9,4% a Sl, il 4% al Prc-Pdci, e solo il 3,5% rispettivamente a Udc e Lega. In Olanda il Pdl prende il 24%, superato dal Pd che ottiene il 28,9% e l’Idv addirittura il 19,5%.
Più allineati con i dati nazionali il Regno Unito e la Germania. Gli italiani che vivono in Gran Bretagna danno alla formazione di Berlusconi le stesse preferenze registrate nel dato nazionale (35,2%), penalizzano il Pd (22,2%) e travasano molto voto di centro-sinistra su Idv (15,5%) e Sl (6,4%). L’Udc rimane sul 3,5% e al 3,3 la Lega. Gli elettori registrati in Germania premiano il Pdl, che qui sfiora il 40%. Così come la Bulgaria, dove il Pdl ottiene il 60,5% e il Pd precipita al 10,7%.


°°° Amici, diciamo subito che il csx più in basso di così non poteva andare. Bossi e burlesquoni NON hanno vinto un cazzo, ma sicuramente il PD e i comunisti hanno perso molto. Perché hanno perso? Per il tafazzismo che attanaglia i dirigenti ormai da decenni. Ma anche per la fame da “salottismo” e da velinificio che ha divorato i capi e capetti. Sono anni che contesto il loro presenzialismo (deleterio) “in casa d’altri”. NON SI VA DA VESPA! Cazzo! NON SI VA A FARE DA COMPRIMARI insieme a zoccole e portaborse! Questi imbecilli, invece, dalla buonanima di bertinotti ai dalemisti… tutti a fare le misere comparse in tv e a parlarsi addosso DEL NULLA! Come ha reagito la base? Mandandoli allegramente a cagare o NON andando a votare oppure – peggio mi sento – votando Lega! Voi credete che abbiano capito la lezione? Mah, ho i miei dubbi. Altro discorso per gli italiani all’estero. Ho figli e amici che vivono all’estero da tanti anni e so. So che, da cittadini svegli e INFORMATI, NESSUNO si sognerebbe di sprecare il suo voto per berlusconi. GLI ITALIANI AL’ESTERO SI VERGOGNANO COME LADRI DI BERLUSCONI! So che ci sono stati macroscopici BROGLI: So che NULLA è arrivato da parte dei partiti del csx nelle loro case, mentre sono stati bombardati da circolari ministeriali e lettere “personali” di silvio burlesquoni (a spese NOSTRE). Lettere piene di minchiate e di fac simile per votare LUI, ovviamente. Tutta cartaccia prontamente gettata nel cestino. Però… Come si fa a vincere le elezioni in queste condizioni? Io e i miei amici abbiamo votato Orlando, De Magistris e Sonia Alfano. E tutti e tre andranno in Europa. Ho chiesto a migliaia di altri amici, PD ma astensionisti irremovibili, di votare Barracciu e Serracchiani e molti di loro mi hanno ascoltato. Per il resto… siamo messi MOLTO MALE!

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