Salute e grano a tutti: I soliti BROGLI!

Voto di scambio e appalti pilotati
Due anni di indagini su Lombardo

A Catania la procura prepara le richieste di arresto. Nel mirino gli uomini del governatore indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

°°° Ecco il vero volto della destra: voti comprati, voti di scambio, brogli, compravendita di voti e favori, mafie, corruzione… Chi li vota davvero fa parte della cosca e degli ominidi e delle zoccole da bassa macelleria. Non hanno nessuna scusante. E, badate bene, qui non c’entra il rispetto per le idee diverse dalle nostre…

 per avere idee è necessario possedere un cervello!

 

FEMMINE DI DESTRA: LA  FORZA DELL’ABITUDINE…

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Nervi a fior di pelle nella sede Pdl

Nervi a fior di pelle nella sede Pdl
di Natalia Lombardo

«Silvio non ha fatto campagna elettorale, ecco perché questo calo»: così una parlamentare del Pdl a caldo commenta quei due punti e mezzo persi rispetto alle politiche 2008. Nessun «comizio oceanico, la pancia del nostro partito si mobilita solo quando si muove il leader». E invece no. Le aspettative deluse provocano grande nervosismo nel quartier generale del Pdl in Via de l’Umiltà. Dopo l’una di notte si confermano le proiezioni Rai: 35 per cento al Pdl, 26,8 il Pd, boom della Lega al 9,5 che sta superando in Veneto. I dati che arrivano nella notte fanno scendere ancora il Pdl: una fortissima sconfitta per Berlusconi e il suo partito. Una perdita di 2,4 punti rispetto al 2008, quando il Pdl ha preso il 37,4. Già alle undici di sera le prime proiezioni Sky hanno fatto impallidire gli uomini del Pdl: 39 il Pdl, 27,5 il Pd.

I “colonnelli” pidiellini dopo la gelata del dato Rai sono scomparsi. Saliti al secondo primo piano e chiusi in riunione. All’una scende Denis Verdini arrabbiato: “Questi sono numeri al lotto! Noi abbiamo altri dati, questi conti non tornano”. Se la prende con “l’astensionismo al Sud”, Ignazio La Russa in tv mira sul Capo: “Berlusconi gli ultimi giorni ha fatto campagna elettorale per Pdl e Lega”. Scende Fabrizio Cicchitto infastidito: “Miglioriamo rispetto alle europee, facciamo un passo indietro sulle politiche 2008 per effetto dell’astensionismo”, ma “teniamo rispetto altri governi europei”. Ma sono due punti e mezzo: “Nel 2008 c’erano i pensionati di Fatuzzo con noi…”. Magra consolazione. Maurizio Lupi è scuro in volto, rassegnato su un “36%”. Capezzone aspetta impalato ma non lo intervista nessuno.

I nervi erano a fior di pelle già sul 39%, alle undici. Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, arriva all’insulto: alla domanda, posta da noi lungo la strada, se non si aspettavano qualcosa di piu’, urla: “ma stai zitta! Basta con queste domande, ma vai a fare il funerale a Franceschini”, attacca entrando in macchina. Piu’civile il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che considera “il 39 un buon risultato” e semmai lo preoccupa la “così bassa affluenza alle urne a Roma”.
Alla chiusura dei seggi nessuno si sbilancia, a via de l’Umiltà, fra buffet con pendette tricolori e telecamere, man mano cresce l’agitazione. “Se arriviamo al 40 per cento dopo questa campagna elettorale andiamo alla grande”, dice Beatrice Lorenzin, l’anti-velina del Pdl. Bonaiuti c’è ma non si vede.

Berlusconi è a Villa San Martino ad Arcore, con il figlio Piersilvio e, forse, anche Luigi, ultimogenito avuto con Veronica. Parlerà oggi, forse addirittura domani. Il traguardo sperato è il 40. Anzi, fino al giorno prima, (pur non potendolo fare) ha sbandierato il boom del “45 per cento”. Il premier ha rinviato il voto fino a ieri pomeriggio alle sei, quando si è recato al seggio 502 della scuola elementare Dante Alighieri di via Scrosati a Milano, dove votava anche mamma Rosa. Ad accompagnarlo Licia Ronzulli, una delle pupille candidate alle europee, e il candidato alla Provincia Podestà. Fuori dal seggio, nonostante il silenzio elettorale a urne aperte, Berlusconi fa campagna elettorale: “L’Italia avrà l’affuenza alle urne piu’ alta d’Europa”, quando di solito è il Belgio, che il Pdl sarà il partito piu’ forte nel Ppe, o su Kakà. E, già che aveva dei giovani davanti, la promessa-spot: «Da settembre partirà il piano casa per realizzare delle New Town».

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Ancora intimidazioni di regime

Il leader Mpa chiama in causa il presidente della Repubblica
Gasparri: “La nostra proposta di legge andrà comunque avanti”
Sicilia, scontro Mpa-Pdl
Lombardo si appella a Napolitano
Lombardo: “Napolitano non proulgherà il ddl”. L’Idv se la prende con Schifani: “Non è super partes”.

ROMA – E’ sempre scontro tra il Pdl e l’Mpa, il movimento del governatore Raffaele Lombardo, dopo le polemiche sul varo della nuova giunta regionale.

Appello a Napolitano. Lombardo ha chiamato in causa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Sono sicuro che Napolitano non promulgherà il ddl di modifica dello statuto della regione – ha detto il governatore. E’ un’intimidazione per dar forza alle loro truppe. Facciano pure – ha detto il leader dell’Mpa. Così mi faranno raggiungere la maggioranza assoluta perché le porte del mio movimento sono aperte per tutti” – ha concluso Lombardo.

Il Pdl. “Dopo l’appello di Lombardo a Napolitano, uno dei proponenti della legge, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si è detto “dispiaciuto che Lombardo abbia chiamato in causa il capo dello Stato per una proposta di riforma che cambierebbe lo Statuto regionale con un iter veloce e conforme al rango della norma. Lombardo fa propaganda per raggiungere la soglia del 4% alle europee – ha detto Gasparri – ma noi andremo comunque avanti”.

Idv critica Schifani. L’idv, invece, punta l’indice contro il presidente del Senato Renato Schifani:”Denunciamo comportamenti in violazione del ruolo super partes del presidente del Senato. Schifani – ha detto il portavoce del partito Leoluca Orlando -, non deve prestarsi a scontri politici interni a correnti e partiti”.

°°° Mentre la Sicilia sta saltando per aria, questi banditi insistono coi decreti legge incostituzionali. Ma si renderanno conto che stanno per andare a cagare?

lomb

PALERMO

palermo

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Udc: unione dei criminali

Politica e mafia, indagati
Antinoro e Nino Dina (Udc)

C’è Antonello Antinoro (nella foto) assessore regionale ai Beni Culturali, tra gli indagati dell’operazione ‘Eos’, che stamane ha portato al fermo di 21 affiliati dei mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Antinoro è indagato per voto di scambio. Al centro dell’indagine tutta la gestione degli affari illegali di alcuni clan, dal traffico di droga alle estorsioni. I carabinieri cercano un arsenale di armi nel parco di villa Malfitano
di Salvo Palazzolo
Cinquanta euro a voto. Tanto i boss di Resuttana avrebbero intascato per sostenere elettoralmente Antonello Antinoro, dell’Udc, nella corsa al Senato e alle regionali dell’aprile 2008. Il politico ha ricevuto un avviso di garanzia per voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta che questa notte ha portato in carcere 19 fra capi e gregari del potente mandamento di Resuttana. Nel registro degli indagati è finito pure un altro esponente politico dell’Udc, Nino Dina, deputato regionale. Per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Sono state le indagini dei carabinieri del Comando provinciale a svelare gli ultimi affari e le complicità dei padrini, fra estorsioni e traffico di droga. Obiettivo, era quello di rimpinguare le casse del clan. Secondo la ricostruzione dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Gaetano Paci e Lia Sava, la cosca avrebbe avuto un referente per i rapporti con la politica, Antonio Caruso, insospettabile dipendente di una società regionale, la Multiservizi, assegnato all’ospedale di Villa Sofia.

Il giorno prima delle elezioni è proprio Caruso a chiamare sul telefonino di Antinoro e a parlare con un suo collaboratore. “Le cose stanno andando nel migliore dei modi”, gli dice l’uomo accusato oggi di essere affiliato al mandamento di Resuttana. Il giorno dei risultati elettorali, i capimafia avrebbero festeggiato per l’elezione di Antinoro. Non immaginavano che i loro discorsi erano intercettati. “Noi lo abbiamo servito”, dice uno dei favoreggiatori del clan. “Lui si è dimostrato corretto”, risponde un altro. Da qui il sospetto degli inquirenti che il pagamento dei voti fosse già avvenuto. La Procura avrebbe trovato la prova del passaggio di almeno 3.000 euro da Antinoro agli elettori mafiosi, per 60 voti. Il clan si dimostrava informatissimo sulle decisioni che il politico avrebbe preso dopo la vittoria elettorale. “Lui dovrebbe lasciare, si deve andare a prendere l’assessorato – dice uno degli indagati – non gli conviene fare il senatore”.

Ed effettivamente, Antinoro fu poi nominato assessore ai Beni culturali nel governo Lombardo, carica che attualmente ricopre. “ Continuo a svolgere il mio lavoro come ho sempre fatto negli ultimi dieci anni”, è la replica di Antinoro: “La magistratura ha il dovere di compiere il proprio lavoro e ne prendo atto. Faccio presente che nell’avviso di garanzia notificatomi stamattina vi è scritto che avrei pagato 3.000 euro per 60 voti. Ricordo che nel 2006 i cittadini mi hanno sostenuto con 30.357 voti e nel 2008 con 28.250. Ogni commento è pertanto superfluo”. Antinoro sarà interrogato oggi pomeriggio in Procura. Al vaglio della magistratura c’è anche la posizione del deputato Nino Dina. Sono ancora le intercettazioni dei carabinieri a documentare una visita di alcuni mafiosi di Resuttana nella segreteria del politico, durante la campagna elettorale dell’aprile 2008. Questa mattina, i militari hanno effettuato scavi a Villa Malfitano, dove ha sede la fondazione Whitaker. Nel parco, il custode Agostino Pizzuto, finito in manette nella notte, avrebbe nascosto delle armi. Nelle intercettazioni i boss parlavano di fucili e pistole sotto terra, da utilizzare per alcuni omicidi.
(14 maggio 2009)

°°° Poveri innocenti! Praticamente, stanno dicendo che i Pm e le forze di polizia sono una manica di teste di cazzo che li perseguitano. Non avendo di meglio da fare. Domanda: Berlusconi, anche in Sardegna, si è comprato circa sei milioni di voti – pagando dai 50 ai 500 euro- per le elezioni di un anno fa e per le regionali… a lui? Nemmeno un piccolo avviso di garanzia?

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Burlesquoni perde pezzi

Il leader della Destra fa sapere di aver trovato un’intesa con il governatore della Sicilia
che alle ultime elezioni era alleato con il Pdl. “In primo piano il valore dell’autonomia”
Elezioni europee, annuncio di Storace
“Accordo con l’Mpa di Lombardo”

“Punteremo ad aggregare anche altri soggetti politici ma è superato l’ostacolo del 4%”

Elezioni europee, annuncio di Storace
“Accordo con l’Mpa di Lombardo”

Il leader dell’Mpa Raffaele Lombardo
ROMA – “Alle europee andremo con un’aggregazione ampia, in primis con l’Mpa di Raffaele Lombardo (alleato con il Pdl alle ultime elezioni ndr). Le dichiarazioni di ieri del presidente della Regione Sicilia hanno trovato conferma nei colloqui che abbiamo avuto fino a tarda sera e nella volontà comune di sottoscrivere un documento politico che presenteremo nei prossimi giorni assieme al simbolo della campagna elettorale”. Lo annuncia il leader della Destra Francesco Storace spiegando che sarà “messo in primo piano il valore dell’autonomia e su questo punteremo sin dalle prossime ore ad aggregare anche altri soggetti politici”.

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