SUL SUO YACHT
PAPI SBIRCIA LA BAGNANTE
Coste italiane assediate dal cemento
“Scoperto un reato ogni 500 metri”
Partita da Grado la nave di Legambiente per monitorare la qualità dell’acqua dei nostri mari. In attesa delle bandiere blu ecco quelle nere, ai nuovi “pirati” del mare.
°°° Ci vuole in fretta un governo VERO, onesto e capace, che governi almeno 15 anni e rimetta a posto questi sconquassi della cosca di Mafiolo.
L’Aquila: maltempo sulla cerimonia di riapertura del centro
21 Giugno 2009 10:14 CRONACHE
L’AQUILA – Rischia di andare semideserta la cerimonia per la riapertura del centro storico dell’Aquila. A meno di un’ora dall’inizio (e’ prevista per le 11) sono pochi i cittadini che hanno sfidato il maltempo e si sono radunati all’imboccatura di corso Federico. Alla cerimonia prenderanno parte il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. (Agr)
L’Utilizzatore Finale scappa come un coniglio, sapendo benissimo di essere investito da insulti e fischi che potrebbero svegliare qualcuno dei fessi che ancora lo votano. Eppure aveva studiato benissimo la data del colpo di teatro: giusto nel giorno dei ballottaggi… pronto all’ennesimo comizio idiota e a propinare un altro mare di cazzate sulla sua inesistente efficienza. E invece si nasconde. Lui, l’Inauguratore Ufficiale e ABUSIVO di tutti i lavori fatti e le opere da Prodi-Bersani-Di Pietro, crede così di evitare il crollo dei suoi candidati ai ballottaggi. Mossa astuta, ma non può scappare in eterno.
martedì 9 giugno 2009
Brogli elettorali. Imbrogli berlusconiani all’estero.
Repubblica Ceca: seggi elettorali inesistenti, ma che figurano. Elettori italiani iscritti nelle liste 355, ma che sono diventati magicamente 668! 2 sezioni ufficiali sono invece diventate 10! Nella III circoscrizione i votanti risultano essere più degli elettori (103,51%).
Com’è possibile tutto ciò? Il Ministero degli Interni gonfia i dati a vantaggio di Berlusconi!
Il Consolato è già stato avvertito e si è messo in comunicazione con il Ministero degli Interni.
E’ probabile che questi dati verranno presto cancellati dal sito del Ministero, ma noi conserviamo una mail che ci giunge da un testimone oculare, presente ai seggi nella Repubblica Ceca. Il nome dell’autorevole testimone non lo riportiamo, a meno che egli stesso non lo voglia. In questo caso lo invitiamo a scriverci nuovamente. In ogni caso, lo ringraziamo.
Italiani, sveglia!
Sito del Ministero
La III circoscrizione
Le dieci sezioni dichiarate (anziché le due reali – vedere ‘comunicazioni pervenute’)
°°° Come ho scritto precedentemente, questi sono i soliti brogli e le solite truffe di burlesquoni. Truffe e brogli che, aggiunti ai voti di mafia e ai voti comprati danno la somma finale. Ma io non me la prendo contro di lui… MI INCAZZO CONTRO UN’OPPOSIZIONE INESISTENTE! La stessa opposizione che si presta al salottismo micidiale o ai telegiornali più devastanti e falsi del mondo: in perenne propaganda elettorale per mafia e P2. Me la prendo contro questa opposizione del cazzo, PD e comunisti, che permettono al TG2 di oggi pomeriggio di fare un servizio sui DATTERI DI MARE nei ristoranti del Salento (proibitissimi per legge, in quanto per prenderli si devastano i fondali marini) e NON CORRONO A DENUNCIARE PUBBLICAMENTE E ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA la stronza che ha fatto il servizio, i direttori del Tg2 e di raidue e TUTTI COLORO CHE RACCOLGONO E VENDONO I DATTERI DI MARE. L’opposizione si fa anche così: denunciando, facendo casino, facendosi sentire e DANDO IL BUON ESEMPIO!!! Io sono ghiottissimo di datteri crudi, ma da quando ho scoperto che danni provoca la loro raccolta, evito anche di pensarci. E se lo volessi, me li porterebbero fino a casa…
EL PAIS SE LA FA SOTTO DALLA PAURA E, DOPO LE MINACCE DI MAFIOLO E GHEDINI, PUBBLICA NUOVE FOTO e un SUCCOSO EDITORIALE. ECCOLI:
En la villa de Papi
MIGUEL MORA – 93 comentarios
Decenas de vuelos oficiales y privados llevan cada fin de semana a Cerdeña a una milicia de bellezas que entretienen al jefe del Gobierno italiano y sus amigos.- Tras las acusaciones de la primera dama y el ‘Noemigate’, Italia revela al mundo su clima de bajo imperio
* El fotógrafo Antonello Zappadu: “Me da más miedo Berlusconi que la guerrilla colombiana”
* EDITORIAL: ‘Abuso de poder’
* ‘Lo privado y lo público’, por Juan Cruz
Anatomia di Berluscolandia
MIGUEL MORA 07/06/2009
Vota
Resultado Sin interésPoco interesanteDe interésMuy interesanteImprescindible 105 votos
Imprimir Enviar
Decine di voli di stato e privati portano ogni fine settimana in Sardegna un esercito di bellezze che intrattengono il capo del governo italiano ed i suoi amici. Dopo le accuse della first lady e del “Noemigate”, l’Italia rivela al mondo il suo clima di basso impero. Costerà caro a Berlusconi?
Italia
A FONDO
Capital:
Roma.
Gobierno:
República.
Población:
58,145,321 (est. 2008)
Nacimiento:
29-09-1936
Lugar:
Milán
Giardini infiniti, laghi artificiali, organi sessuali all’aria, giochi lesbici, effetti speciali, pizza e gelato gratis… Una residenza geriatrica ricolma di corpi stupendi. Le fotografie censurate in Italia per iniziativa di Silvio Berlusconi mostrano la routine disinibita dellla villa sarda del capo del governo, nella Costa Smeralda della Sardegna.
Lunedí 1, giardini del palazzo presidenziale del Quirinale, festa della Repubblica: centinaia di personalità del regime salgono a salutare il premier, braccato dalle reazioni suscitate dalle notizie sulla sua amicizia con Noemi Letizia, una giovane di 18 anni. Un 70% di queste personalità si dirige a salutare Berlusconi con la figlia a bracetto, invece della moglie. Benvenuti in Berluscolandia, il paese in cui tutte le ragazzine vogliono diventare veline.
Visitiamo adesso Villa Certosa, la misteriosa residenza sarda del magnate milanese, che è anche premier e attuale presidente di turno del G-8, e lider eletto per alzata di mano del partito del Popolo per la Libertà. Da quando si è saputo che Noemi Letizia, la ragazza che chiama Berlusconi Papi, ha trascorso lo scorso capodanno nella villa con altre 30 veline, tutti gli italiani fantasticano con questo nome: Villa Certosa.
La tenuta è il sogno di ogni camorrista, specialmente se si trova in prigione: ulivi e palme, piscine ovunque, gelati e pizza gratis, laghi artificiali, un anfiteatro in cui suona e canta le sue canzoni napoletane l’indimenticabile Mariano Apicella, che ha pubblicato due cd con parole di Berlusconi.
Il mare turchino, la grande casa principale, le stanze segrete, il canale sotterraneo che comunica direttamente la villa con il mare – ispirato a un film di James Bond ?, il parco di sessanta ettari, i bungalow che il padrone di casa mette a disposizione delle sue ospiti (sempre piú numerose le ragazze che gli uomini, in un rapporto di 4 a 1), tutto ciò riformato e rinnovato nel 2006 al modico prezzo di 12 milioni di euro.
Una fonte di piena fiducia, inoltre, assicura che la villa nasconde un rifugio atomico nel sottosuolo e che le provviste vengono rinnovate ogni poco. E poi ci sono le veline, quelle bellezze che, può darsi, riusciranno forse a far conoscere questo strano periodo della storia con il nome di berlusconismo-velinismo.
La bellezza della parola velina è tanto suggestiva quanto la sua origine: la velina era la nota che veniva inviata ai giornali dall’ufficio censura del fascismo, e nella quale si indicava cosa si potesse scrivere e cosa no. Questo carattere di cosa fuori contesto è stato applicato, con il passare del tempo, alle assistenti della televisione che comparivano in zone estranee al loro compito di elemento decorativo, ad esempio vicino al tavolo in cui il giornalista legge le notizie. “Arriva la velina “. Fino ad oggi.
Anche se è sempre stato il segreto di Pulcinella, l’Italia è convissuta senza alcun ritegno morale con il fatto che Silvio Berlusconi abbia conosciuto, corteggiato, invitato, raccomandato, assunto, aiutato e promosso centinaia di veline lungo la sua carriera politica. L’elenco è troppo lungo ed anonimo per poter riprodurlo qui.
Durante una decade di visite, feste e gite, quasi tutte, e molte altre, saranno logicamente passate da Villa Certosa. I migliori corpi dell’Italia. I visi più innocenti e più belli. Aspiranti modelle, attrici, vedettes, majorettes, presentatrici. Ragazze giovanissime, dai 17 e 18 anni fino ai 28 o 29, non oltre: farfalle appena uscite dalla crisalide famigliare che sono entrate a far parte dell’harem dello sceicco. “Quando le accoglie al suo seno”, rivela Concita de Gregorio, direttrice de L’Unità, “offre loro un gioiello a forma di farfalla, a modo di contratto o sigillo. È il segno del sultano”
La politica-spettacolo di Berlusconi, il suo atteggiamento personalista e plebiscitario, il fascino del magnate generoso e donnaiolo, hanno sedotto durante quindici anni le masse di telespettatori e votanti italiani con le sue battute, il suo stile maschilista, le sue gaffe, la sua ascensione sociale, i suoi trionfi elettorali, persino le vittorie e gli ingaggi delle sue squadre di calcio (questa settimana ha paralizzato fino a lunedí la comunicazione della vendita di Kaká pero no farsi scappare un solo voto).
Tutto ciò forma parte naturale del suo bagaglio a-politico ed a-culturale, del suo populismo aperto e mondano che, paradossalmente, si appoggia a sua volta in un non-programma non-politico, tradizionalista e cattolico, lontamente ispirato alla trinità “Dio, patria e famiglia”. Ci sarebbe da aggiungere: “e veline”.
Villa Certosa è il simbolo dello status del Cavaliere piú discreto, il suo rifugio non solo nucleare. È il suo tesoro, il suo segreto meglio mantenuto, il luogo in cui quest’uomo di quasi 73 anni, multimiliardario e prepotente, simpatico e mediatico, riceve le sue amiche ed i suoi amici, svolge consigli di ministri informali, chiude o prepara affari o imprese politiche, riceve i lider della destra mondiale, cura le sue crisalidi, siede le sue veline sulle ginocchia mentre la mano indaga sotto la maglietta e le passeggia nel carrello da golf lungo il parco, zona militarizzata e segreto di Stato (ma non troppo) dal 2006.
A giudicare dalle foto di Antonello Zappadu, Villa Certosa è anche il luogo in cui il magnate megalomane, il personaggio eccessivo, comico e mitomane, dimentica di essere un vecchio (e che dieci anni fa ha abbandonato la camera matrimoniale) e diventa di nuovo il macho, lo sceicco dell’harem, il Super-Silvio sempre abbronzato ed operato (anche della prostata), mentre l’Italia sussurra preoccupata che prende troppa viagra e che i dottori temono per il suo cuore.
Villa Certosa è anche il posto in cui la sua amica Noemi Letizia, 18 anni appena fatti, è stata invitata a trascorrere le vacanze di Capodanno con altre trenta colleghe ed una decina dei grandi uomini del berlusconismo, quasi tutti settantenni come lui: gerontocrazia e ragazze stupende.
Come affermaa il filosofo Paolo Flores d’Arcais, “bisogna chiedersi non che cosa succede o sia successa a Villa Certosa, ma che cosa sarebbe successa negli Stati Uniti se venisse a sapersi che Obama ha trascorso le vancanze natalizie con 30 vedettes di 18 anni e senza sua moglie; o in Germania se venisse scoperto che Angela Merkel trascorre le vacanze con 30 gigoló ben piantati”.
Nel caso di queste giovani donne italiane si tratta di realizzare un sogno, di raggiungere la meta: conoscere Silvio e i suoi poderosi amici, lavorare alla televisione e forse arrivare anche in politica, il che nel paese della RAI e di Mediaset controllate dallo stesso uomo sono una sola cosa.
Molte di queste ragazze si sono limitate, tragicamente, a impersonare il modello dei loro genitori, il conformismo di questa disillusa generazione post-68 che è rimasta rimbambita davanti alla televisione negli anni ottanta e novanta, guardando come si dissolveva la Democrazia Cristiana, come si esiliava Bettino Craxi, come la, in altro tempo brillante sinistra italiana diventava, dopo la caduta del Muro di Berlino, una casta oligarchica, noiosa e lontana dai bisogni della gente.
Ad alcuni sembrerà ripugnante, ad altri pragmatica ed umana, questa idea del mondo e dell’ascesa sociale. Ma, esiste un modo migliore per trionfare nell’Italia della televisione che l’essere vicino, molto vicino, al grande padrone della televisione europea, forse mondiale?
Berlusconi, lo ha scritto Eugenio Scalfari, è il Re Sole. Come dice un politico sardo, “se ti avvicini al sole, il sole ti illumina e ti riscalda”. E secondo quanto sostiene un altro maestro di giornalisti, perseguitato dalla destra, Giancarlo Santalmassi, “mezza Italia lavora per Berlusconi, l’altra metà lo desidera”
Visitare Villa Certosa assicura alle ragazze un posto vicino al sole, un telefono al quale chiamare, forse una raccomandazione dell’imperatore, un pollice in su, un casting al quale presentarsi di ritorno da Roma o da Milano, domenica notte o lunedì mattina, dopo le lunghe e divertenti notti, le chiacchere politiche di Silvio, le passeggiate per fare acquisti al centro commerciale di Porto Rotondo (paga Papi, fino a 1.500 euro per ragazza), i balli sfrenati, qualche striptease piú alcolico che pagato, il maschilismo nella sua indole peggiore.
Non è facile trovarsi fra le elette, arrivare alla categoria di vestale di Villa Certosa, insiste il politico sardo, che preferisce non identificarsi per motivi di sicurezza: “Chi va nella villa conta; chi dorme lì, conta molto, e chi ci passa le vacanze, è nel cuore del Cesare”.
Il Cesare, che ha iniziato la sua carriera nell’edilizia, ha altre sette ville in Sardegna, un’altra ad Antigua, innumerevoli ville a Roma e a Milano; ma Villa Certosa è la misura di tutte le cose. Anche i ministri e le ministre del Gabinetto si dividono fra i molto assidui (come il silenzioso Gianni Letta) e gli occasionali, che sono andati solamente una volta o lo hanno fatto per partecipare a qualche consiglio di ministri (o di amministrazione) fuori stagione.
Fra le ministre, quella che ci è stata piú volte è Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità, cui onora la sua fedeltà, poichè è stata l’unica ad osare difendere i suoi atti riguardo all’assurdità del Noemigate. Secondo lei, coloro che combattono e criticano Berlusconi lo fanno per invidia e senza ragione, dato che è una persona “buona”.
Per le ragazze, la miglior forma di entrarci è captare l’occhio esperto del vecchio scapestrato. Come è accaduto a Noemi o alla stessa Carfagna e a decine di ragazze. Noemi, una dolce giovinetta cresciuta in ambienti prossimi alla Camorra napoletana, voleva diventare artista. E così dunque, si è fatta fare un libro di fotografie e lo ha inviato ad un’agenzia di Roma. Il giornalista di Canale 4 Emilio Fede, amico intimo di Berlusconi, lo ha preso, lo ha portato via con sé, e se lo è scordato, guarda caso, sul tavolo; il suo capo ha preso il telefono ed ha fatto il numero del cellulare della giovane. Le ha detto che aveva uno sguardo angelico e che doveva mantenersi così, pura.
Questo è successo a ottobre, ha rivelato Gino, l’operaio fidanzato a Naomi fino a quando è arrivato Papi, in una intervista concessa a La Repubblica. Poco dopo Noemi è stata vista in una festa della moda a Villa Madama, in un’altra del Milan. In entrambe le occasioni è stata fatta sedere al tavolo presidenziale. Secondo quanto raccontato sia da Berlusconi che dai suoi genitori, l’amicizia era di vecchia data; Gino ed una zia di Noemi lo hanno smentito.
Fatto sta che, a dicembre, Noemi si trovava già a Villa Certosa con la sua amica Roberta, una delle tre amiche insieme alle quali ha girato un video domestico, disponibile ormai su Youtube, nel quale si dichiarano fantastiche e irraggiungibili. Anche se, a pensarci bene, forse era prima, perchè la stessa Noemi ha dichiarato, quando ha iniziato ad essere famosa, che aveva visto spesso Papi, che lui non sempre poteva andare a Napoli, occupato com’era, e che i due cantavano assieme le canzoni di Apicella. Adesso la ragazza, in un ulteriore disperato tentativo di mettersi al riparo, ha dichiarato in un’intervista per la rivista Chi, proprietà di Berlusconi naturalmente, che è ancora vergine.
Un’altra forma di arrivare a Villa Certosa, di raggiungere il rango di farfalla e passare a far parte della collezione del grande entomologo, è conoscere gli amici del Sultano. Meglio ancora se sono imprenditori VIP della cerchia strettamente giudiziaria (il giudiziario unisce molto), Marcello dell’Utri, condannato a 9 anni in primo grado per complicitá con la mafia; il padrone della scuderia Renault e compagno di fatiche off shore Flavio Briatore (che ha raccomandato a Berlusconi l’avvocato britannico David Mills, creatore corrotto dell’impero Fininvest B), o il compiacente Fede Confalonieri, presidente di Mediaset.
È anche utile conoscere quei brillanti giornalisti della terza età, stelle fulgenti del firmamento televisivo filogovernativo, persone come Fede (autore del telegiornale più surrealista del continente), o come il sempre genuflesso Bruno Vespa, capace di intervistare il padrone dodici volte all’anno ed eludere sempre la domanda scomoda.
Tutti coloro conformano l’essenza del berlusconismo-velinismo, e in quanto tali frequentano da anni il padrone. Cercano sicurezza, amiconi, calma, relax e bei corpi per mitigare lo stress e l’estenuante esercizio della politica, la corruzione o il sempre faticoso (per le vertebre) giornalismo da camera.
Ci sono, chiaro è, vie intermedie, provveditori diversi, amanti dello sport del gineceo, mamme mezzane pronte a rinnovare gratis il corpo di magia del prestigiatore, ministri, viceministri e segretari di Stato pronti ad aggiungere novità alle serate, l’enorme cerchia fatta di figlie di amici, conoscenti, vassalli, impiegati, quella mancia di curve promettenti data al portinaio, la guardia del corpo, la cuoca, la cugina del carabinierie, l’aspirante modella che invia le sue fotografie via e-mail a Palazzo Chigi, insieme al numero del suo cellulare scritto con una grafia che imita il rossetto.
Tutta Italia sta al gioco, tutto il paese lo sa; il problema è che tutti lo raccontano, ma nessuno lo dice con il suo nome. Satrapi, imperatori, monarchi e commendatori hanno storicamente riempito di ragazzine i suoi salotti, ma adesso la gente ha paura, l’omertà è condizione indispensabile perchè l’ipocrisia non finisca, perchè l’informazione sia tenuta sotto il controllo diretto o indiretto dell’imperatore (pubblicità istituzionale, sovvenzioni pubbliche, promesse, crediti…), se qualcuno cerca di uscirne può rimetterci l’impiego, la Chiesa di Roma non deve saperlo (e per questo si accontenta solo di reclamare sobrietà), ed inoltre c’è la crisi e viviamo in un pase sotterraneo per definizione, questo meraviglioso belpaese che si è sempre dichiarato fiero della sua arte domestica di arrangiarsi improvvisando, “O Francia, o Spagna basta ch’as magna”.
L’entrata delle veline televisive in politica, che si trova all’origine di questa crisi morale, era la conseguenza inevitabile della storia, del sistema. Forza Italia non è mai stato un partito, ma un gruppo di tifosi, di impiegati comandati da Dell’Utri che nel 1994 ha reclutato in fretta e furia tutte le segretarie di Publitalia per compilare in tempo le liste. Nemmeno il suo sucessore, il Popolo della Libertà, è un partito, ma un alluvione di consiglieri mediocri, gestori sommessi e bei visi senza tradizione, ideologia, basi. La televisione e la pubblicità come unica politica; e la politica si fa in televisione. Italia continua ad essere il paradiso della raccomandazione, chi non ha un amico è orfano, ed il grande capo si chiama Silvio. Silvio aggiustatutto.
Ascoltate l’ex professoressa di Noemi Letizia: “È molto logico, lui la aiuterà, a tutti conviene avere amici, un medico che ti scrive le ricette”.
Il benefattore è Berlusconi; le scuole e le case sono pieni zeppi di belle Uranite, e il luogho in cui si mettono sotto tiro è Villa Certosa.
Elisa Alloro, una delle veline che sono state nella casa madre, ha pubblicato questa settimana un interessante libro intitolato Noi, le ragazze di Silvio. In esso rivela che anche lei e non solo lei, chiama Berlusconi Papi da molto prima che facesse la sua apparizione nella vita del Cavaliere la cenerentola Noemi.
“È una miniera di saggezza” scrive sul lider massimo la velina giornalista, 32 anni. Nata a Reggio Calabria, Alloro ha partecipato al corso di formazione politica di 25 giovani veline organizzato in vista delle elezioni europee dal PDL, con professori ilustri, fra gli altri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il vicepresidente dell’Europarlamento, Mario Mauro, a richiesta del primo ministro.
Presentatrice, Alloro è stata prescelta dal Cavaliere insieme a, fra le altre, Eleonora Gaggioli, aspirante attrice; Camilla Ferranti, aspirante presentatrice, Angela Sozio, rossa di Grande Fratello fotografata da Zappadu nel 2007 sulle ginocchia del premier (insieme ad altre quattro), e Barbara Matera, partecipante del concorso Miss Italia della Puglia, amica del dottor Letta e finalmente (dopo l'”io accuso” di Verónica Lario) l’unica candidata velina fra le 25 precandidate.
La prima a chiamare Berlusconi Papi, rivela Alloro, è stata Renata, una velina brasiliana e milanista. Il soprannome si è espanso come un virus. “E adesso, molte ragazze si rivolgono a lui con questo nome; “è un’abitudine, forse il frutto di un accordo tacito, una specie di nome in codice nato, forse, dall’atavico timore ad essere intercettati (dagli ascolti telefonici)”, dice a Il Corriere della Sera.
Il libro, di 100 pagine, è scritto sotto forma di lettera a Verónica Lario, rifiuta le accuse di “ciarpame” e difende il capo: “Ogni minuto passato con lui è come un dono divino”. Il suo racconto narra che ha conosciuto Berlusconi nel 2004, mentre lavorava a Mediaset. Doveva intervistarlo sul ponte dello Stretto di Messina, ma in un batter d’occhio si è vista catapultata in Sardegna, “ad un pranzo di lavoro con professionisti dello staff presidenziale, io l’unica donna”, scrive Il Corriere.
Sono partiti insieme dall’aeroporto romano di Ciampino, sede dei voli di Stato, a bordo dell’aereo presidenziale; durante il viaggio ha scoperto che Berlusconi sapeva tutto su di lei (“mi ha fatto vedere un voluminoso dossier”), e gli ha fatto un’offerta di lavoro che lei ha rifiutato. “Mi ha spiegato che stava organizzando una task force di 50 giovani giornaliste per stabilire un ufficio stampa ponte tra Roma e Bruxelles. Al tuo curriculo converrebbe enormemente, mi disse…”
Finito il pranzo, di nuovo in volo nell’aereo di stato verso San Siro, dove giocava il Milan. Scorta di auto ufficiali, sirene spiegate e poi di nuevo in viaggio aereo verso Ciampino. Dopo aver lasciato Mediaset, Elisa ha continuato a vedere Berlusconi: “Alcune volte mi ha invitato ad andare a Villa Certosa, assistere a cene con decine di invitati”. Di Noemi ha un vago ricordo: “Ci hanno presentato fugacemente nel trascorso di una festa”, racconta.
Ma impossibile dimenticare, scrive, le due gemelline montenegrine che hanno inscenato “un ballo pazzo e spropositato davanti agli occhi di un costernato primo ministro”. E le altre apparizioni non annunciate, femminili e no, alla porta della sue stanze”.
Questa è l’Italia, lo ha già detto la first lady Verónica Lario, molto meno indispettita che stanca, Lisistrata, patriota e rivoluzionaria, nel condannare il marciume del berlusconismo-velinismo: “Genitori pronti ad offrire al Drago le loro vestali”, “ciarpame politico e maschilista senza pudore”, un marito e premier che “frequenta minorenni e non sta bene”. Impossibile dire di piú con meno parole.
Lo staff del Cavaliere è attento alle sue necessità. I giornalisti che seguono le mosse del premier raccontano che c’è una bella ragazza nella sua squadra stampa che viaggia con lui ovunque, anche se non sa fare un bel niente. La sua consulente d’immagine copre le debolezze alla meglio e cerca di fare in modo che il Cesare sembri onesto.
C’è un altro personaggio misterioso, una donna quarentenne, bruna, bella, vestita sempre con tailleur, che Zappadu ha fotografato molto spesso nell’aeroporto di Olbia. Si tratta di Sabina Began (SB), la preferita: i pettegoli romani la chiamano l’ape regina.
Il giorno della Liberazione d’Italia, il 25 aprile 2008, durante i festeggiamenti per la vittoria elettorale di Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, Apicella ed altri gerarchi erano circondati da un mazzeto di ragazze sinuose: Don Silvio non aveva occhi che per SB, che si è fatta tatuare su una gamba “SB, l’incontro che mi ha cambiato la vita”. Mentre la teneva sulle ginocchia e le canticchiava Malafemmena, Berlusconi ha detto: “Se ci fosse qui un fotografo questa foto varrebbe 100.000 euro”.
Come affermato da Lario, la storia politica in gioco va molto più in là del caso Noemi; la povera Noemi è solo l’ultima vittima di questo Grande Fratello. Sará la casa, Villa Certosa, come nelle Mille e una notti, un bunker di lusso un po’volgare con giochi erotici o è Berluscolandia qualcosa di peggio e di più lussurioso?
Probabilemente, nessuna e le tre cose insieme, rispondono diverse fonti sarde e le fotografie di Zappadu, che ci introducono in questo sottomondo. Berluscolandia è bella, non si può non ammettere, anche se la natura sarda è molto piú agreste e meno fittizia che nelle cartoline dall’erba ben segata, quell’orto di erbe medicinali rotondo, quelle torri di imitazione. La prima cosa che sorprende è la smisuratezza.
Sessanta ettari di terreno sono molti. Soprattutto nella costa Smeralda. Ci stanno due spiagge private, tre laghi artificiali, mezza dozzina di piscine, l’anfiteatro in cui si rappresentano gli spettacoli di Apicella (il cantautore che scrive per Berlusconi), delle ballarine, e delle bailaoras (il pubblico del flamenco si chiede ancora chi sia e cosa faceva lì quell’intrusa).
Da una parte della tenuta c’è il Country, uno dei posti prediletti del premier, una discoteca con candele, tappeti orientali ed un riservato chiamato Harem. Non soffrano le anime candide. Nessuno delle migliaia di visitatori di Villa Certosa ha mai parlato di sesso. Lì non c’è sesso. Al massimo, gelato.
Beppe Severgnini, cronista di Il Corriere, lo ha spiegato in questo modo: “Villa Certosa sta adottando, nelle fantasie nazionali, una grandezza leggendaria. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la messinscena. Marcello Dell’Utri: “C’è una gelateria. Ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci si pensa, è una trovata molto divertente”. Flavio Briatore: “C’è il gioco del vulcano. Si parla del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al lago, Berlusconi fa finta di preoccuparsi, dice che la Sardegna si trova in una zona volcanica. E in quel momento si sente un’esplosione incredibile, ci sono effetti speciali tipo fiamme…”. Sandro Bondi, ministro della Cultura, cercando di spiegare la nudità di Topolanek, l’ex premier ceco: “Bah… D’altronde, pensate che la villa si trova a pochi metri dal mare. Un mare, come lei sicuramente sa, di una bellezza assoluta”.
Dell’Utri non ha potuto negare che oltre a gelato e pizza, nella villa ci sono sempre tante giovinette bellissime che passeggiano, fanno il bagno, la doccia, si esibiscono. Il più difficile per Berlusconi non sarà giustificare queste fotografie, che ha già definito “inutili”. Il vero problema sarebbe l’esistenza di altre più compromettenti. “Berlusconi sa che c’è una talpa a Villa Certosa. Qualcuno ha tradito dall’interno, ma non sa chi è”, spiega Marco Mostallino, un giornalista locale. “Berlusconi crede che si trova probabilmente tra le guardie di sicurezza. Non per caso ha accusato sua moglie dal giornale di suo fratello di farsela con una sua guardia del corpo”.
Villa Certosa è vigilata 24 ore su 24 da militari e carabinieri, come fosse una fortezza. Inoltre, ci sono guardie private ed altre che arrivano da tutte le parti. La storia della sicurezza nella Costa Smeralda è collegata al agá Kan, il primo promotore turistico della Sardegna, ed è iniziata con i vigilantes. “Kan ha assunto tutti gli uomini disponibili, e molti di loro avevano precedenti criminali”, assicura Mostallino.
Alcuni anni dopo, Berlusconi è arrivato all’isola. “È arrivato con suo fratello Paolo intorno al 1981 o 1982”, ricorda il politico sardo. “La sua idea era di costruire due millione di metri cubi sul mare, in un terreno di 200 ettari a sud di Olbia, tra Le Saline e Capo Cerasso. Per fare impressione, arrivava con due libri enormi che diceva contenevano la valutazione dell’impatto economico. Viaggiava con un seguito di architetti, ingegneri, consulenti fiscali, economisti. Fino all’approvazione del progetto sono passati dieci anni, ed è stato concesso solo un quarto dell’estensione originale, e questo in montagna, lontano dal mare. Ma quando è stato approvato non aveva soldi. Era il 1993 e subito dopo è entrato in politica”.
Silvio e Paolo hanno costruito la villa nei primi anni novanta. Con il tempo l’hanno trasformata pian piano in una casa degna di un film di James Bond. L’ironico Severgnini ha scritto sul Corriere della Sera che un giorno qualcuno scriverà la storia di Villa Certosa: “La cinica flessibilità italiana permetterebbe di raccontare molto, se non tutto. L’ultimo scoglio è la coerenza ufficiale. I politici, anche quelli che hanno meno pregiudizi, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, perchè hanno paura che qualcuno lo metta a confronto con ciò che dicono”.
FOTO INNOCENTE E AUTENTICA… COME MAFIOLO STESSO
MURDOCH
Chiamato da Berlusconi per quello scherzetto, Murdoch ha capito che il mercato italiano era promettente e ci si è installato. Si è impadronito della pay tv satellitare italiana, che in mani italiane (L’IMPRENDITORE DEI NOSTRI COGLIONI: silvio burlesquoni…) aveva perso per anni centinaia di miliardi di lire all’anno, trasformandola nel successo che è oggi Sky; poi Mediaset gli ha sparato nelle gambe il calcio sul suo digitale terrestre e poi, peggio di tutto, il governo italiano ha raddoppiato l’Iva sulla pay tv.
OBAMA
Il fantasma che spaventa di più Berlusconi è però quello del presidente americano Barack Obama. In fondo, può pensare Berlusconi, con Murdoch alla fine ci si metterà d’accordo. Siamo imprenditori, siamo ricchi, abbiamo la stessa età, siamo fatti per intenderci. Probabilmente se pensasse davvero così sbaglierebbe, ma un fondo di ragione può avercelo.
Con Obama, invece, la paura è più che giustificata. Al di là del santino neo kennediano che ne è stato fatto in Italia, Obama è un giocatore durissimo, cresciuto alla spietata scuola della politica di Chicago, la città più violenta d’America e in cui anche la lotta politica segue regole che non sono quelle bizantine della costa orientale e meno che mai quelle di un consiglio comunale italiano. Tutto vero quello che si è detto e scritto sugli ideali, le grandi strategie, l’essere profondamente di sinistra di Obama.
Ma Obama ha anche imparato, nella città di “The Jungle”, le regole della politica, che non sono quelle di un collegio di Orsoline. Che sia un duro nel gioco politico basta vedere come ha scaricato il suo compagno di partito Rod Blagojevich, infilatosi da solo in un mare di guai ma finito nel mirino della procura della Repubblica locale proprio in quanto compagno di partito di Obama. Per convincersi che sia un duro nella gestione, basta vedere come ha affrontato i finanzieri di Wall street e i loro stipendi, l’industria dell’auto e anche i pirati somali.
Umanamente ha tutte le ragioni per detestare Berlusconi, che gli ha dato pubblicamente del negro e non in una serata a Villa Certosa, ma in Russia, in una conferenza stampa inter nazionale sghignazzando sul colore della pelle di Obama con un altro campione di tolleranza razziale, il presidente russo Medvedev.
Ma anche sul piano politico Obama ha molte ragioni per infliggere all’Italia di Berlusconi qualche umiliazione. Berlusconi si è appiattito per anni su Bush, in modo totale e assoluto, senza avere l’aplomb (che è tutto dire) dell’inglese Tony Blair; inoltre, insiste nel volere essere il grande mediatore con lo zar russo Vladimir Putin. e anche questa cosa è fatta per non piacere agli americani, che il gioco con la Russia lo vogliono condurre loro, con le loro mani, come serve alle loro strategie.
L’Italia, per gli americani, dopo la fine dell’impero russo, è un paese marginale. Per chi governa l’Italia, che è colonia americana (meglio dell’America che di chiunque altro, ma sempre colonia) la legittimazione americana è fondamentale e anche per questo Berlusconi si buttò subito nelle braccia di Bush, certamente non credendo una parola delle fandonie sulla guerra al terrore ma sapendo che se non si fosse schierato con il padrone di Washington, avrebbe avuto vita ben più difficile, in Italia e fuori.
E Obama non ha fatto certo mistero della sua freddezza verso Berlusconi e l’Italia. È stato in Europa, ai primi di aprile, è andato dappertutto tranne che in Italia, a Londra ha visto anche gente di Stati meno importanti dell’Italia ma non Berlusconi. Una riprova della freddezza dei rapporti tra i due viene anche dal noto episodio che tanto irritò la regina Elisabetta, quando Berlusconi chiamò con un tono di voce non da corte il presidente americano. “Mister Obama” gli disse, invitandolo a posare assieme per una foto ricordo. Obama accettò, anche perché con lui e Berlusconi posarono praticamente tutti gli altri capi di governo presenti.
Ma non sono passati a chiamarsi col primo nome, che per gli americani è il nostro tu. In quell’occasione, Berlusconi ha strappato a Obama, un invito a andare a Washington, per parlare del G8 (della cui nuova location il povero Obama non ha bene contezza) ma, a quel che si legge, finora la conferma definitiva dell’incontro alla Casa Bianca non è arrivata.
Intanto Obama va a Riyad, in Arabia Saudita, a vedere re Adbullah (indicativo della dipendenza americana dai sauditi fu l’inchino di Obama davanti al sovrano a Londra), va al Cairo, va in Germania. Cosa gli costerebbe un piccolo detour su Roma, giusto una toccata e fuga, tanto per consentire a Berlusconi di non parlare più di lui come «mister Obama», ma «il mio amico Barack», come faceva con «l’amico George». E invece nulla, solo un glaciale silenzio. Nemmeno con la melatonina uno normale riuscirebbe a dormire.
MARCO BENEDETTO
°°° Murdoch non mi piace, è di destra, ma è un cazzutissimo imprenditore internazionale. Burlesquoni un malavitoso di piccolo cabotaggio che sarebbe finito in galera da decenni IN QUALUNQUE PAESE CIVILE.
Obama è un grandissimo statista e lo sta dimostrando. Burlesquoni un vecchio pedofilo miserabile e cocainomane che politicamente non conta un cazzo nemmeno a Malta o a Corfù… Ma di che parliamo?
Una sceneggiatura che ricorda
le avventure di Topolinia
Topolanek nudo! Sembra un allarme lanciato da Superpippo, è invece è l’argomento di cui discutiamo in Italia. Oggi è la Festa delle Repubblica: se qualcuno avesse dubbi che la nostra democrazia sta assumendo contorni fumettistici, legga i giornali. Che bisogno abbiamo dei Tremonti Bonds, per aiutare la finanze nazionali? Vendiamo i diritti alla Disney.
La nostra discesa verso gli inferi del ridicolo passa anche da vicende improbabili e nomi impeccabili. Mirek Topolánek, anni 53. Capo del governo a Praga fino al marzo scorso, è separato dalla moglie Pavla Topolánková; ha due figlie, due figli e due nipoti. I suoi idoli sono Churchill, Thatcher e Aznar. Le sue letture Steinbeck, Hemingway e Kundera. I suoi passatempi — informa Wikipedia — includono tennis, golf e guida nei rally. Di naturismo non si parla. Di ragazze neanche.
Villa Certosa sta assumendo, nella fantasie nazionali, tratti leggendari. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la sceneggiatura. Marcello Dell’Utri: «C’è la gelateria. Tu vai lì, e ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci pensa, è una trovata molto divertente». Flavio Briatore: «C’è il gioco del vulcano. Si chiacchiera del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al laghetto, (Berlusconi) finge di preoccuparsi, dicendo che la Sardegna è una zona vulcanica. E a quel punto si sente un’esplosione pazzesca, ci sono effetti tipo fiamme…». Sandro Bondi, cercando di spiegare il Topolanek desnudo: «Mah… D’altra parte consideri che la villa è a pochi metri dal mare. Una mare, come lei saprà, di una bellezza assoluta».
Per descrivere le festicciole del Capo hanno tirato in ballo di tutto: da Boccaccio a Fellini a Umberto Smaila. Inesatto. Nessuna Rimini notturna né campagna toscana, niente «Colpo Grosso» o Sodoma Gomorra all’italiana. Villa Certosa è Topolinia (qualcuno lo spieghi al «Times» di Londra). Una città incredibile dove la Banda Bassotti tira tardi in compagnia del commissario Basettoni, Pluto veglia tra i ginepri e Macchia Nera guarda Minnie che si fa la doccia.
In attesa di sapere se il prodotto è adatto ai bambini, diciamo questo: era da tempo che la politica italiana non produceva una trama altrettanto fantasiosa. La satiriasi del potere è un fatto storico: imperatori e satrapi, dittatori e autocrati hanno sempre amato riempire le feste di attrazioni e ragazze. In democrazia la cosa è più complicata, ma la cinica elasticità italiana consentirebbe di raccontare molto, se non proprio tutto. L’ultimo scoglio è la coerenza ufficiale: i politici, anche i più spregiudicati, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, temendo che qualcuno lo confronti con quello che dicono.
Durerà poco: l’ipocrisia, nei fumetti, non serve. Ps L’ex primo ministro ceco Mirek Topolanek il 29 maggio ha risposto alle critiche di Silvio Berlusconi il quale, durante l’assemblea di Confesercenti, aveva parlato delle debolezze dell’Europa e della poca autorevolezza della presidenza ceca di turno: «Silvio, amico mio, chiudi la bocca!». Invito accolto, pare.
Beppe Severgnini