Fotovoltaico. Quando la cosca Burlesquoni piglia mazzette dal nucleare…

ENERGIE RINNOVABILI

Decreto sul fotovoltaico
“È fallimento programmato”

Il dl martedì a Palazzo Chigi e votato con ogni probabilità giovedì prossimo. Stabilirebbe un tetto per il 2020 uguale al livello che si raggiungerà entro un anno. Rischiano il posto 120mila addetti al settore. La protesta degli operatori di ANTONIO CIANCIULLO

Decreto sul fotovoltaico "È fallimento programmato"

DOPO l’eolico, il fotovoltaico. Il nome della seconda vittima della guerra alle rinnovabili è nel decreto che il governo si preparerebbe ad approvare all’inizio della prossima settimana. “Con un tetto di impianti incentivabili fino al 2020 vicino alla soglia che si raggiungerà nell’arco di un anno, il fotovoltaico è destinato a chiudere i battenti”, accusa Massimo Sapienza, presidente di Asso Energie Future. “Sarebbe il secondo fallimento programmato dopo quello che ha messo in ginocchio l’industria e la ricerca italiane negli anni Ottanta. Dovremmo mandare a spasso 120 mila persone che lavorano, direttamente o indirettamente nel settore”.

Il decreto legislativo in questione sarà discusso martedì dal pre Consiglio dei ministri e votato con ogni probabilità giovedì prossimo. Secondo le bozze in circolazione, prevederebbe un taglio del 30 per cento degli incentivi, le aste al ribasso per gli impianti oltre i 5 megawatt (un meccanismo considerato discutibile perché diminuisce le garanzie contro le infiltrazioni del malaffare), il divieto di fotovoltaico a terra per impianti superiori a 1 megawatt.

L’allarme è condiviso da tutte le associazioni delle rinnovabili da Aper a Assosolare. “Nel 2010 in Europa il fotovoltaico ha avuto la crescita più alta tra le fonti rinnovabili”, ricorda Giuseppe Moro, del direttivo di Assosolare. “Tagliare le gambe all’industria del sole e a quella del vento vuol dire bloccare la crescita tecnologica del paese in un settore strategico”. Il governo sembra intenzionato ad andare avanti per ragioni di cassa, come ha precisato Paolo Romani, il ministro dello Sviluppo economico, dichiarando: “Dal 2000 al 2010 i cittadini hanno pagato in bolletta 20 miliardi per aggiungere un 4 per cento di energia rinnovabile”.

“Numeri che portano fuori strada”, obietta il senatore Pd Francesco Ferrante. “Negli ultimi 20 anni più di 40 miliardi di euro sono stati drenati dalle bollette e consegnati ai petrolieri per favorire le cosiddette assimilabili, una categoria di false rinnovabili fatte con gli scarti di raffinazione del petrolio. Mentre si vuole chiudere l’industria del sole e del vento – mandando a casa un numero di lavoratori più di 20 volte superiore ai dipendenti Fiat di Mirafiori – si versa un miliardo di euro per rifinanziare impianti già incentivati e oggetto di un semplice lifting funzionale”.

Non è detto comunque che il testo non subisca qualche correttivo nelle prossime ore. In questa direzione vanno gli sforzi del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che sta mettendo il suo peso nel braccio di ferro che ha per posta il futuro delle rinnovabili. Il ragionamento che fanno al ministero di via Cristoforo Colombo è semplice. Il tetto degli 8 mila megawatt come limite degli incentivi per il fotovoltaico era stato fissato in un periodo in cui sembrava lontanissimo.

Ma il settore ha galoppato così veloce in tutto il mondo da aver bruciato le tappe. Restare bloccati fino al 2020 a quota 8 mila megawatt, la metà del fotovoltaico già installato in Germania, significherebbe rendere molto difficile, se non impossibile, il rispetto degli impegni assunti dal governo in sede comunitaria per arrivare al 17 per cento di energia rinnovabili al 2020.

La proposta che il ministero dell’Ambiente porterà al Consiglio dei ministri è: abbassare gli incentivi con gradualità (anche perché i costi di produzione diminuiscono per l’aumento di efficienza e dei volumi di produzione) e alzare il tetto di impianti incentivabili per dare spazio di crescita alle rinnovabili.

(25 febbraio 2011)

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L’italietta di burlesquoni: Si taglia su tutto ma non sulle armi°°° Chi piglia le grasse mazzette?

Un Paese che taglia le spese alle famiglie e ai servizi, alle scuole e alle università. Ma che sulla guerra non lesina fondi: dalle commesse di armamenti alle missioni come l’Afghanistan. È su questo che si terrà domani un forum nella redazione dell’Unità a cui parteciperanno, oltre ai giornalisti della nostra testata e a Francesca Fornario, i parlamentari e senatori Luigi De Magistris, Ignazio Marino, Gian Piero Scanu, capogruppo del Partito democratico nella Commissione Difesa del Senato, il generale Fabio Mini, ex capo di Stato Maggiore del Comando Nato delle forze alleate Sud Europa.

°°° E io sarò malfidato, ma continuo a chiedermi: CHI PRENDE TANTE SUCCOSE MAZZETTE DA QUESTA SCELTA SCELLERATA?

Lotta_anti-mafia

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Anche a Roma. La destra del bunga bunga, mazzette, zoccole e cubiste… al posto dei professionisti

Roma, scoppia il caso delle assunzioni Atac

Dalle mogli dei politici alle cubiste

Esplode il caso delle chiamate dirette all’azienda trasporti. Nel lungo elenco amici, mogli e parenti dei vertici della società. Alemanno sollecita un’indagine interna. Valeriani (Pd) annuncia un esposto alla Corte dei conti. Il Codacons annnucia un ricorso
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/atac-9570454/?ref=HREC1-3
Generi, nuore, nipoti, segretarie e mogli di assessori, dirigenti, sindacalisti. Persino una splendida cubista mora, protagonista delle notti romane. C’è un po’ di tutto fra le 854 assunzioni per chiamata diretta disposte negli ultimi due anni, fra Trambus e Atac, dall’ex amministratore delegato Adalberto Bertucci. Una pletora di gente dal curriculum incerto, spesso improvvisata, ma quasi sempre piazzata in posti di comando. Per la quale l’azienda del trasporto pubblico, secondo quanto emerso dalla verifica sui conti, impegna qualcosa come 50 milioni di euro l’anno. Una delle cause, non certo l’unica, del tracollo finanziario della società, documentato giovedì scorso da Repubblica.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/generi_nipoti_e_mogli_di_politici_atac_la_carica_dei_nuovi_assunti-9558096/

°°° Ogni giorno, cari amici di destra col prosciutto davanti agli occhi che leggete fedelmente questo blog, OGNI GIORNO si scoprono almeno un paio di porcate dei ladroni e dei mafiosi che avete mandato al potere. Ogni giorno, da quando la malavita di silvio berlusconi  si è improvvisata  in politica, col solo scopo di continuare a  rubare a manetta e di evitare la galera (con 40 leggi porcata  ad hoc).

Nessun esponente del csx è mai stato coinvolto in bassezze di questo genere. MAI!

b.manette

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Berlusconi: “un’estate di vecchia politica” °°° Ha fatto tutto da solo! Ha parlato il pischello…

La “vecchia politica”, ciccio, è stata interrotta soltanto nei quattro anni in cui ha GOVERNATO (maiuscolo) il prof. Romano Prodi. Poi tu l’hai riportata a troiaio e affari sporchi, corruzione e mazzette, cosca e cricche. Tappati quella ciabatta  con lo scopino del cesso, stronzo!

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Abruzzo. I delinquenti berlusconiani con le mazzette del terremoto

Una assessore regionale (indagata) rimette le deleghe

Abruzzo: tangenti post-terremoto, quattro arresti tra politici e imprenditori
Tra questi l’ex assessore regionale Stati (Dc e Forza Italia) e l’ex deputato Angeloni (Fi)

http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_02/abruzzo-arresti-terremoto_2e110ddc-9e39-11df-a94c-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano

°°° Perché non mi stupisco nemmeno un po’? Ma saranno anche questi PM comunisti… o sono berlusconi e la sua cosca DELINQUENTI E LADRI DA UNA VITA?

b.manette

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Lo sperpero dei soldi nostri in minchiate mazzettiere

GRANDI OPERE

di Carlo Scarpa  (La  voce.info)01.06.2010
Nella manovra, con coerenza (purtroppo) con quanto più volte dichiarato, non vi sono cenni al blocco delle cosiddette “grandi opere”, e in particolare alle due maggiormente controverse (sia perché molto costose, sia perché ritenute da molti del tutto inutili). La prima è il Ponte sullo stretto di Messina, il cui costo è stimato attualmente sui 6,3 miliardi di Euro, gran parte dei quali a carico diretto dello stato o di organi al 100 per cento statali quali Anas o FS. La parte pubblica ammonta ad almeno 2,5 miliardi (anche se alcune delle cifre sono ancora riservate) ma se avesse ragione la Corte dei Conti a dubitare che il traffico privato sarà sufficiente a coprire il resto dei costi, è facile prevedere oneri ulteriori a carico dello stato. La seconda è la tratta ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, il cui costo a carico dello Stato (al netto quindi dei contributi europei) dovrebbe superare i 15 miliardi di Euro (e siamo solo ai preventivi). Si ricordi che l’intera manovra è volta a recuperare 24 miliardi di euro. Cancellare l’impegno della “Torino-Lione” e del ponte di Messina sarebbe equivalente a circa tre quarti dell’intera operazione.

°°° Avete capito, amici? Tre quarti della manovra se ne vanno in mazzette per la mafia! Mentre l’Italia è ormai all’ultimo rantolo.

BERLUSCONI  HA LA TESTA PIENA DI MERDA

b.testa merda

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Salute e grano a tutti. Bertolaso non sa nulla…

Bertolaso interrogato per cinque ore
Nega tutto: “Niente favori sessuali”

Il sottosegretario davanti ai pm di Perugia per lo scandalo sugli appalti delle grandi opere. Ha risposto di non essersi occupato direttamente delle assegnazioni dei lavori e di non essere stato corrotto in cambio di prestazioni compiacenti

°°° Ovviamente, il padre padrone della Protezione civile SpA non sa un cazzo dell’assegnazione di appalti e lavori! Lui passava di lì per caso… Come tutti sanno, personalmente si occupa solodi puttane e mazzette.

LA   MASSAGGIATRICE  DEL  CIRCOLO DEL  TENNIS  CHE  ASSEGNAVA GLI APPALTI PER  CONTO DELLA PROTEZIONE  CIVILE.  HA SEMPRE AVUTO  GROSSI AFFARI PER  LE  MANI…

memoria

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