L’italietta di burlesquoni

MENTRE MAFIOLO E I SUOI PAPPAGALLINI ABBURATTINATI CONTINUANO A INSULTARE CHIUNQUE E A SPARARE CAZZATE DELIRANTI, ECCO COME CI VEDE ‘EUROPA…

Editoriale del quotidiano finanziario britannico: “Rifiuta ogni critica indipendente”
Stampa e siti internazionali continuano a riprendere il silenzio del premier sulle “dieci domande”
Berlusconi “un pericolo per l’Italia”
l’affondo del Financial Times
El Pais: “Esecutivo più populista che mai, minata la credibilità italiana”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – “Un pericolo” per l’Italia. Due grandi giornali inglesi, il Financial Times e l’Independent, usano stamane la stessa espressione parlando di Silvio Berlusconi, alla luce delle vicende che hanno recentemente coinvolto il primo ministro e del suo rifiuto di rispondere alle domande che gli ha posto la Repubblica.

Dopo i numerosi servizi dei corrispondenti da Roma della stampa britannica, e due editoriali molto critici verso Berlusconi apparsi sul Times di Londra, quotidiano filoconservatore, e sul Guardian, quotidiano filolaburista, oggi a occuparsi del caso sono il quotidiano della City, considerato l’organo di informazione più autorevole d’Europa, e l’Independent, che dedica alla questione un ampio ritratto del premier italiano su due intere pagine.

Silvio Berlusconi “non è chiaramente un altro Mussolini” e il suo potere non comporta il rischio di un ritorno al fascismo, “ma è un pericolo per l’Italia e un maligno esempio”, afferma l’editoriale non firmato, dunque espressione dell’opinione della direzione del giornale, collocato al primo posto frai tre commenti del giorno nella pagina “Op-Ed” (opinioni ed editoriali) del Financial Times, subito al di sotto del motto del Ft, “Without fear and without favor”, ossia senza timori reverenziali e senza fare favori a nessuno. “Mentre vengono poste pesanti domande sulla sua relazione con un’adolescente che sogna di diventare una star, domande che sua moglie è stata la prima a sollevare, Berlusconi si è rivolto contro il suo più ostinato interrogante, il quotidiano di centro-sinistra la Repubblica, ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande sostenendo che sono viziate da un pregiudizio politico. Egli ha mostrato simile belligeranza verso i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell’avvocato inglese David Mills, definendoli militanti di sinistra, sebbene il parlamento lo abbia reso immune dall’essere processato. E insoddisfatto anche di un così utile parlamento, ha detto che dovrebbe essere drasticamente ridotto a 100 deputati, mentre il potere del premier dovrebbe essere accresciuto”.

Il pericolo rappresentato da Berlusconi, prosegue l’editoriale del quotidiano finanziario, è di “svuotare i media di serio contenuto politico, rimpiazzandolo con l’intrattenimento, di demonizzare i nemici e rifiutare di accettare la legittimazione di ogni critica indipendente”. Il pericolo è “mettere una fortuna al servizio della creazione di un’immagine di massa, composta da affermazioni di successi ininterrotti e sostegno di popolo”. Che Berlusconi sia così dominante è “in parte colpa di una sinistra titubante, di istituzioni deboli e talvolta politicizzate, di un giornalismo spesso subalterno. Ma più di tutto è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l’Italia, e un esempio maligno per tutti”.

Il lungo articolo dell’Independent, firmato dall’ex corrispondente da Roma, Peter Popham, ricostruisce punto per punto tutti gli sviluppi della “Berlusconi’s story”, chiedendosi se un leader coinvolto in così tanti scandali, controversie e processi, possa finire per perdere il potere a causa di una vicenda apparentemente minore, come la partecipazione al compleanno di una ragazza diciottenne, riportata inizialmente in un trafiletto di giornale da Repubblica, ma poi gonfiata dalla decisione di Veronica Lario di chiedere per questo il divorzio, sostenendo che suo marito ha incontri “con minorenni”, che “non sta bene” e che “ha bisogno di aiuto”. L’implicita allusione dell’Independent è allo scandalo Watergate, anch’esso iniziato con una piccola notizia di cronaca, un apparente tentativo di furto nel quartier generale del partito democratico americano, ma poi terminato con le dimissioni di Richard Nixon. Il quotidiano londinese conclude che oggi Berlusconi è di fronte al “rischio reale” di perdere consensi alle prossime elezioni europee, particolarmente dopo le critiche espresse da alte autorità della Chiesa cattolica per il suo comportamento. La questione dei suoi rapporti con Noemi Letizia, afferma il giornale, “non è triviale”. Vivere in Italia oggi è “come essere intrappolati in un campo di lava che sta lentamente ma inesorabilmente scivolando giù da un pendio”. Gli scandali di Mani Pulite, anziché portare alla nascita di una rivitalizzata “Seconda repubblica”, hanno condotto a una “Età di Silvio e al lento ma costante degrado delle istituzioni democratiche della nazione”. Se il primo ministro può “mentire così spudoratamente” sulla sua relazione con una teen-ager, allora l’Italia “è in pericolo”.

Dal Paìs a Abc, tam tam sui media. E’ sempre vivo l’interesse su stampa estera e siti web di informazione internazionale sul’inchiesta di Repubblica e il silenzio di Berlusconi sulle dieci domande che il giornale ha posto al presidente del Consiglio. Così come ha fatto il Financial Times, anche in Spagna il quotidiano El Paìs dedica alla vicenda il suo editoriale. Notando che “la condotta politica e personale di Berlusconi mina la credibilità italiana”, e sottolineando come l’esecutivo guidato dal Cavaliere sia “più populista che mai”. “La sua relazione con una aspirante vedette della tv – prosegue il quotidiano spagnolo – gli è costata il divorzio e rivelato un clima decadente che pure la Chiesa ha iniziato a criticare”.

Il network americano Abc News, sul suo sito web si chiede se è vero che Berlusconi abbia avuto un “affair”, una relazione , con “una modella minorenne”. Il sito della maggiore tv Usa pone l’accento sulle tante incongruenze nelle storie raccontate dal premier e dalla famiglia Letizia e nota: “Nonostante il suo fermo controllo sulla copertura giornalistica italiana, le domande poste da Repubblica lo hanno in tutta evidenza scosso”.

L’agenzia di stampa Reuters dedica al caso un articolo del corrispondente dall’Italia Philip Pullella, in cui si evidenziano le reazioni dell’opposizione e della Chiesa e come Berlusconi stia cercando di contrattaccare anche in vista delle prossime elezioni europee e del G8 in Abruzzo.

Anche in Germania il tema è oggetto di attenzione. Sul del quotidiano conservatore Die Welt di oggi il corrispondente dall’Italia Paul Badde scrive che ” tutta l’Italia segue tra sdegno e divertimento il presunto affair di Silvio Berlusconi con una diciottenne. Anche quando alla berlina, è il premier dei cuori. Berlusconi incarna l’Italia reale, la speranza che non tutto deve essere sempre corretto e pulito pur di raggiungere l’obiettivo che ci si propone. Alle Europee – prosegue Badde – il suo partito si aspetta comunque un risultato da sogno attorno al 40 per cento. Alcuni voteranno per lui anche per compassione”.

Il principale quotidiano argentino, El Clarìn, scrive: “Nonostante lo scandalo della sua presunta relazione con Noemi, Berlusconi si presenterà come candidato testimonial alle elezioni europee”. “Comunque vada – aggiunge il corrispondente dall’Italia Julio Alganaraz – sarà un plebiscito. Pro o contro di lui”.

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L’ITALIETTA DI UN MALATO IMPOTENTE

Rotto l’incantesimo
del nuovo Don Rodrigo

di GAD LERNER

Forse ora la smetterà d’insistere sulla propria esuberanza sessuale, sulle belle signore da palpare anche tra le macerie del terremoto e sulle veline che purtroppo non sempre può portarsi dietro.

A quasi 73 anni d’età, Silvio Berlusconi si trova per la prima volta in vita sua a fare davvero i conti con l’universo femminile così come lui l’ha fantasticato, fino a permearne la cultura popolare di massa di questo paese. Lui, per definizione il più amato dalle donne, sente che qualcosa sta incrinandosi nel suo antiquato rapporto con loro.

Le telefonate notturne a una ragazzina, irrompendo con la sproporzione del suo potere – come un don Rodrigo del Duemila – dentro quella vita che ne uscirà sconvolta. E poi il jet privato che le trasporta a gruppi in Sardegna per fare da ornamento alle feste del signore e dei suoi bravi. Ricompensate con monili ma soprattutto con aspettative di carriera, di sistemazione. L’immaginario cui lo stesso Berlusconi ha sempre alluso nei suoi discorsi pubblici è in fondo quello di un’Italietta anni Cinquanta, la stagione della sua gioventù: vitelloni e case d’appuntamento; conquista e sottomissione; il corpo femminile come meta ossessiva; la complicità maschile nell’avventura come primo distintivo di potere. Nel mezzo secolo che intercorre fra le “quindicine” nei casini e l’uso improprio dei “book” fotografici di Emilio Fede, riconosciamo una generazione di italiani poco evoluta, grossolana nell’esercizio del potere.

Di recente Lorella Zanardo e Marco Maldi Chindemi hanno riunito in un documentario di 25 minuti le modalità ordinarie con cui il corpo femminile viene presentato ogni giorno e a ogni ora dalle nostre televisioni, con una ripetitiva estetica da strip club che le differenzia dalle altre televisioni occidentali non perché altrove manchino esempi simili, ma perché da nessuna parte si tratta come da noi dell’unico modello femminile proposto in tv. La visione di questa sequenza di immagini e dialoghi è davvero impressionante (consiglio di scaricarla da www. ilcorpodelledonne. com). Viene da pensare che nell’Italia clericale del “si fa ma non si dice” l’unico passo avanti compiuto nella rappresentazione della donna sia stato di tipo tecnologico: plastificazione dei corpi, annullamento dei volti e con essi delle personalità, fino a esasperare il ruolo subalterno, spesso umiliante, destinato nella vetrina popolare quotidiana alla figura femminile senza cervello. Cosce da marchiare come prosciutti negli spettacoli di prima serata, con risate di sottofondo e senza rivolta alcuna delle professioniste, neppure quando uno dopo l’altro si sono susseguiti gli scandali tipicamente italiani denominati Vallettopoli.

In tale contesto ha prosperato il mito del leader sciupafemmine, invidiabile anche per questo. Fiducioso di godere della complicità maschile, ma anche della rassegnata subalternità di coloro fra le donne che non possano aspirare a farsi desiderare come veline.

Tale è stata finora l’assuefazione a un modello unico femminile – parossistico e come tale improponibile negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito, in Germania, in Spagna – da far sembrare audacissima la denuncia del “velinismo politico” quando l’ha proposta su “FareFuturo” la professoressa Sofia Ventura. Come se la rappresentazione degradante della donna nella cultura di massa non avesse niente a che fare con la cronica limitazione italiana nell’accesso di personalità femminili a incarichi di vertice. Una strozzatura che paghiamo perfino in termini di crescita economica, oltre che civile.

Così le ormai numerose indiscrezioni sugli “spettacolini” imbanditi nelle residenze private di Berlusconi in stile harem – mai smentite, sempre censurate dalle tv di regime – confermano la gravità della denuncia di Veronica Lario: “Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica”. Una sistematica offesa alla dignità della donna italiana resa possibile dal fatto che “per una strana alchimia il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore”.

Logica vorrebbe che dopo le ripetute menzogne sulla vicenda di Noemi Letizia tale indulgenza venga meno.
La cultura misogina di cui è intriso il padrone d’Italia – ma insieme a lui vasti settori della società – risulta anacronistica e quindi destinata a andare in crisi. Si rivela inadeguata al governo di una nazione moderna.
Convinto di poter dominare dall’alto, con l’aiuto dei suoi bravi mediatici, anche una realtà divenuta plateale, l’anziano don Rodrigo del Duemila per la prima volta rischia di inciampare sul terreno che gli è più congeniale: l’onnipotenza seduttiva, la cavalcata del desiderio. L’incantesimo si è rotto, non a caso, per opera di una donna.

°°° Aggiungo solamente che umilio fede NON ha dimenticato il book con le ragazzine a cena da Mafiolo, ma il suo compito principale è quello di CERCARE SEMPRE CARNE FRESCA! E’ lautamente pagato, con soldi rubati, solamente per fare da laido paraninfo.
E aggiungo anche, avendo notizie di prima mano da un amico che lavora da anni a villa Certosa, che i festini finiscono SEMPRE allo stesso modo:
minorenni drogate sparse ovunque, vomito, montagne di cocaina, e medici corrotti sempre pronti a rianimazioni spesso laboriose.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Le bugie del pedofilo Berlusconi

L’INCHIESTA. Parla Gino, l’ex fidanzato della ragazza di Portici
La prima telefonata del Cavaliere: “Sono colpito dal tuo viso angelico”
“Così papi Berlusconi
entrò nella vita di Noemi”

di GIUSEPPE D’AVANZO e CONCHITA SANNINO


Gino Flaminio e Noemi Letizia

ginoemi

NAPOLI – Il 14 maggio Repubblica ha rivolto al presidente del consiglio dieci domande che apparivano necessarie dinanzi alle incoerenze di un “caso politico”. Veronica Lario, infatti, ha proposto all’opinione pubblica e alle élites dirigenti del Paese due affermazioni e una domanda che hanno rimosso dal discreto perimetro privato un “affare di famiglia” per farne “affare pubblico”. Le due, allarmanti certezze della moglie del premier – lo ricordiamo – descrivono i comportamenti del presidente del Consiglio: “Mio marito frequenta minorenni”; “Mio marito non sta bene”.

Al contrario, la domanda posta dalla signora Lario – se ne può convenire – è crudamente politica e mostra le pratiche del “potere” di Silvio Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate “veline” senza altro merito che un bell’aspetto e l’amicizia con il premier, legami nati non si sa quando, non si sa come. “Ciarpame politico” dice la moglie del premier.
Silvio Berlusconi non ha ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di Repubblica.

E, dopo dieci giorni, Repubblica prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale. Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio.

Gino, 22 anni, operaio, una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28 agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'”amore” di Noemi Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore, i sogni, il fiato, le promesse. “Quando non dormivo da lei a Portici – è capitato una ventina di volte – o quando lei non dormiva qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del mattino per portarle la colazione a letto; poi l’accompagnavo a scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha. Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando poteva”.

Gino Flaminio è in grado di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di Noemi. Come quel “miracolo” (così Gino definisce l’inatteso irrompere del premier) ha cambiato – di Noemi – la vita, i desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto, le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, “i valori”. Il ragazzo può raccontare come quell’ospite inaspettato dal nome così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: “Mi è stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il macellaio giù all’angolo…”.

È utile ricordare, a questo punto, che il primo degli enigmi del “caso politico” è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua famiglia, il padre Benedetto “Elio” Letizia, la madre Anna Palumbo?
A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la Stampa (4 maggio): “Io sono amico del padre, punto e basta. Lo giuro!”. Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato ancora più definitivo. Ricordando l’antica amicizia di natura politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: “Ho avuto l’occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è tutto”.

Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto ancor più recentemente quando ha presentato Noemi “in società”, per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle “grandi firme” del made in Italy a Villa Madama, il 19 novembre 2008: “È la figlia di miei cari amici di Napoli, è qui a Roma per uno stage” (Repubblica, 21 maggio). All’antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna: “[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista”.

Berlusconi, qualche giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma. “[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi”. (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva Noemi: “[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste”. (Repubblica, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di quest’ultima ricostruzione di Repubblica). Chiedono a Letizia: ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? “Non ho alcuna intenzione di farlo” (Oggi, 13 maggio).

Gino ascolta questa noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se definire avvilito o sardonico. C’è un attimo di silenzio nella stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d’ovatta, rispettato dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La madre, Anna, si incarica di spezzarlo: “Quando un giorno Gino tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva, Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le guance con sarcasmo). Un po’ ne ridevo, mi sembrava una buffonata di ragazzi”.

Gino la guarda, l’ascolta paziente e finalmente si decide a raccontare:
“I genitori di Noemi non c’entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete sapere che almeno per l’inizio – perché poi quattro, cinque volte ho ascoltato anch’io le telefonate – vi dirò quel che mi ha raccontato Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all’ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un “book” di moda. Lo aveva consegnato a un’agenzia romana, importante – no, il nome non me lo ricordo – di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell’agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi “book”, mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è – ripeto, è quello che mi dice Noemi – che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena – non me lo ricordo – da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il “book” era nelle mani dell’agenzia, dice Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo “viso angelico”, dalla sua “purezza”; le dice che deve conservarsi così com’è, “pura”. Questa fu la prima telefonata, io non c’ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni io c’ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m’allungava il cellulare all’orecchio e anch’io sentii dalla sua voce quella cosa della “purezza”, della “faccia d’angelo”. E poi, una volta, ha aggiunto un’altra cosa del tipo: “Sei una ragazza divina”. Berlusconi, all’inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi, quando Noemi si è decisa a chiedergli: “Scusi, ma con tutte queste domande, lei chi è?”, lui prima le ha risposto: “Se te lo dico, non ci credi”. E poi: “Ma non si sente chi sono?”. Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla. Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi – insieme – hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei “provini” per le meteorine, quelle robe lì”. (Ieri, a tarda sera, durante Studio Aperto, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di Noemi. Repubblica ha chiesto a Gino se, in qualche occasione, Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. “Mai, assolutamente”, è stata la risposta del ragazzo).

“Comunque, quella sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede – continua Gino – Non voglio essere frainteso o creare confusione in questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno. Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l’andazzo. Non vedevo più le cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il macellaio giù all’angolo che si era fidanzato con Britney Spears. Come potevo pensare di farcela? Gliel’ho detto a Noemi: questo mondo non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, “il suo teddy”. Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra storia”.

Intorno a Gino, questo racconto devono averlo già sentito più d’una volta perché ora che il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici già l’avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e bocconi. C’è chi si distrae, chi parlotta d’altro, chi parla al telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora una volta, a se stesso come sono andate le cose.

“Ho cominciato a distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna, nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l’aveva invitata là. Mi disse: “Posso portare un’amica, un’amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze”. E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da quell’orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l’aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso… C’erano tante ragazze. Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a lei e a Roberta, c’erano le “gemelline”, ma voi sapete chi sono queste “gemelline”? Penso anche che lei mi abbia detto tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva: no, non te la posso passare, è di là – di là dove? – o sta mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c’era risposta. Per quella vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente – giornalisti, fotografi? – , poi le misero sull’aereo privato del presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto Noemi… Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante “Villa Santa Chiara” a Casoria, la “sala Miami” – lo avevo suggerito io – e già ci si aspettava una “sorpresa” di Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui, Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa non ci sono andato. L’ho incontrata qualche altra volta, per riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un’altra volta, di avere un colloquio un po’ brusco. Le ho restituito quasi tutte le lettere e le foto. Le ho restituito tutto – ho conservato poche cose, questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto – perché non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi, come si chiama?, che non s’era mai visto da nessuna parte anche se dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del 19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: “Siamo stati a cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo”. Non c’erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto un’altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c’entro?”.

Le parole di Gino Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma soprattutto dall’ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi. Repubblica lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell’amore perduto di Gino. Compagni di lavoro che – fino alla fine – hanno provato a proteggerlo: “Gino? E chi è ‘sto Gino Flaminio?” e Gino se ne stava nascosto dietro un muro.

La testimonianza del ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha mentito all’opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste. Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver “avuto l’occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori”. O ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi addirittura “divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la nostra frequentazione in questi anni”. Come di cartapesta è la scena – del tutto artefatta – disegnata dalle testate (Chi) della berlusconiana Mondadori.

Il fatto è che Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli “anni passati”, né negli “ambienti socialisti”. Mai Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle candidature delle Europee (Porta a porta, 5 maggio). Berlusconi ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un “book” lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l’ha invitata a Roma, in Sardegna, a Milano.
Le evidenti falsità, diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà politiche e istituzionali. Nell’Italia assuefatta di oggi, quella menzogna gli vale un’altra domanda: perché è stato costretto a mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier “frequenta minorenni”. Noemi, nell’ottobre del 2008, quando riceve la prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come Roberta, l’amica che l’ha accompagnata a Villa Certosa. La circostanza rinnova l’ultima domanda: quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?


°°° La vicenda è sempre più chiara e devastante: Silvio Berlusconi è anche pedofilo! Ma poi, conoscendo umilio fede, che è laido e viscido come pochi, immagino i giochetti dei due vecchi porci davanti ai book e coi cellulari di queste mignottine sprovvedute… DISGUSTO!

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E tutti risero

FRANCIA
Silvio Berlusconi nuovamente accusato di corruzione
Articolo di Giustizia, pubblicato mercoledì 20 maggio 2009 in Francia.

[Le Nouvel Observateur]

Il capo del governo italiano è accusato di aver versato 600.000 dollari al suo avvocato in cambio di una falsa testimonianza. Silvio Berlusconi denuncia una “sentenza scandalosa” di “magistrati rossi”.

La pubblicazione delle motivazioni di una sentenza che accusa Silvio Berlusconi di aver corrotto il suo ex avvocato in cambio di una falsa testimonianza, è “un attacco politico calcolato” da parte di magistrati di sinistra, ha denunciato mercoledì 20 maggio Paolo Bonaiuti, portavoce del capo del governo.
A meno di due settimane dalle elezioni europee, “è un attacco politico calcolato” e Silvio Berlusconi ha risposto con il suo calore e il suo lato umano”, ha affermato Paolo Bonaiuti.
Lunedì, questa pubblicazione ha piuttosto contrariato il capo del governo. Berlusconi si è scagliato contro questa “ennesima sentenza scandalosa” dei “magistrati rossi” complici, secondo lui, di un’opposizione “sconfitta” e di una stampa che “dovrebbe vergognarsi”.

Berlusconi vuole “dire cosa pensa di questi magistrati”

“Ho già dovuto affrontare 102 processi e spendere 200 milioni di euro in parcelle di avvocati“, ha affermato il Cavaliere che ha annunciato che riferirà “davanti alle Camere” per “dire ciò che pensa di questi magistrati”.
Condannato lo scorso febbraio a quattro anni e mezzo di prigione, David Mills, ex avvocato del capo del governo, è stato giudicato colpevole di falsa testimonianza in favore di quest’ultimo per affari riguardanti investimenti off-shore. Secondo le motivazioni della sentenza, Mills ha fornito una “falsa testimonianza (…) al fine di concedere a Silvio Berlusconi e al (suo) gruppo Fininvest l’impunità (…) o almeno, di conservare gli ingenti profitti realizzati”.
David Mills ha riconosciuto di aver accettato tangenti da Silvio Berlusconi. Quest’ultimo è accusato di aver versato 600.000 dollari a quello che era il suo avvocato all’epoca dei fatti, in cambio di due false testimonianze.
Il Cavaliere, immune da qualunque procedimento giudiziario a suo carico durante il suo mandato, avrebbe volentieri fatto a meno della pubblicazione di queste accuse di corruzione che lo infangano in piena campagna elettorale.

L’interesse per le vallette-showgirls e le minorenni

Questo nuovo grattacapo sopraggiunge solo tre settimane dopo le sue disavventure coniugali sciorinate dalla stampa e conculsesi con una richiesta di divorzio da parte di sua moglie Veronica Lario.
Veronica ha lanciato delle accuse pubbliche sul supposto interesse di suo marito per giovani vallette e persino per le minorenni.
“E’ una dolorosa faccenda privata”, ha dichiarato Silvio Berlusconi, rifiutando tutte le accuse di sua moglie e affermando che è stata fuorviata e manipolata dall’opposizione di sinistra.
Diversi eventi che vanno direttamente ad intaccare la popolarità del capo del governo italiano. Secondo l’istituto IPR, il Cavaliere perde 3 punti a metà maggio e scivola al 53% di opinioni favorevoli, mentre il numero di coloro che gli accordano “poca o nessuna fiducia” passa dal 42% al 46%.

“Ho l’appoggio del 74,8% degli elettori”

Silvio Berlusconi, fedele alla ricetta che gli è spesso riuscita, porta tutto il dibattito politico attorno a se stesso piuttosto che incentrarlo sui risultati del suo governo. Comparendo ogni giorno alla televisione, denuncia senza sosta “gli attacchi personali menzogneri e calunniosi” dei quali si ritiene vittima.
Con lo stesso spirito, per le elezioni europee del 6 e 7 giugno, ha deciso di mettersi a capo delle liste del suo partito il Popolo della Libertà (PDL) in tutte le circoscrizioni elettoriali. “Ho il supporto del 74,8% degli elettori”, ha affermato martedì Silvio Berlusconi citando gli ultimi sondaggi che ha fatto realizzare lui stesso.

[Articolo originale “Silvio Berlusconi de nouveau accusé de corruption” di Nouvelobs.com]


BRASILE

Nostalgie da Casanova
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato venerdì 8 maggio 2009 in Brasile.

[CartaCapital]

In un articolo pubblicato di recente, Scalfari, invece di dirigersi verso il nucleo smembrato dell’antica URSS, prende la direzione della Penisola Arabica e compara Berlusconi ad un sultano. Quest’ultimo approfitta dell’assenza di avversari all’altezza e del provincialismo di un’Italia decadente disposta a vedere in lui la diga contro l’inesistente minaccia comunista, ancora e sempre evocata nei suoi discorsi e nelle sue scene di propaganda. Non manca il parere concorde dell’ultimo numero del The Economist, che parla di “berlusconizzazione” della penisola. O, in altre parole, della capacità di molti italiani di adottare, ognuno a modo suo, il modello berlusconiano di fuberie a base di colpi bassi.

Sicuro è che il premier raggiunge indici di popolarità altissimi, anche se la situazione non è tutta rose e fiori: per quest’anno è prevista una contrazione del PIL del 4,4%. La massiccia adesione a questo personaggio così ridicolo, a volte perfino pagliaccesco, al punto da diventare spesso oggetto di dileggio internazionale, meriterebbe uno studio a parte. Rimane da vedere quanto potrà pesare sulla popolarità del primo ministro e sui risultati delle elezioni dell’8 giugno la richiesta di divorzio presentata dalla sua seconda moglie Veronica Lario, stanca di apparire come la consorte di Casanova, o di un suo grottesco surrogato.

[Articolo originale “Saudades de Casanova” di Giuliano Lancelotti]

°°° Mi fermo qui, ma tutti i giornali del mondo gettano merda (giustamente) su questo malavitoso che si spaccia per politico.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

berl-pagliaccio

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Adieu

Rinviato il decreto sul piano casa
Salta il patto dopo il no delle Regioni

08:21 POLITICA
Gli enti sostengono di non avere ri­cevuto garanzie sufficienti. Errani: «Il governo dia risposte su questioni fondamentali». Berlusconi e il sisma: abitazioni a novembre.

°°° E FLOP! Un’altra cazzata di Mafiolo sbugiardata immediatamente. E meno male che le regioni che contano di più, le più virtuose e progredite, sono amministrate dalla sinistra! Berlusconi, come tutto il mondo sa, tarocca tutto: i suoi pensieri, i suoi delirii, ma soprattutto tarocca i conti… quelli suoi da una vita e quelli pubblici ogni vo0lta che può. Perché è saltato il decreto? Semplice: Vasco Errani e gli altri governatori LIBERI hanno scoperto che NON C’E’ UN EURO! Manca la copertura finanziaria, così come manca per tutti gli altri decreti legge “ad minchiam” di questo regimetto; così come manca, e meno male, per le deliranti bufale del nucleare e del ponte sullo stretto. Ma non c’è un cent, e si vede, nemmeno per la ricostruzione né per ristorare e alleviare i disagi degli attendati. Purtroppo… Ma mafiolo se ne fotte: è troppo impegnato a farsi fotografare per l’ennesimo volumetto agiografico e FALSO da distribuire a spese nostre alle famiglie, in vista delle Europee; a partecipare a festini e festicciole di minorenni; a correre in discoteca a Sharm, a sparare coglionate dal suo zerbino preferito di Porta a Porta… Cosa volete che gli freghi a lui dell’Italia e dei suoi cittadini?

gravity-defying-homes


ALTRO CHE “PIANO CASA”, BURLESQUONI VATTENE! CI HAI ROTTO IL CAZZO!!!

rotto_ilcazzo

ber1

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E chi se ne frega?

(La Stampa)

Notte in cella per Fabrizio Corona.
Il fatto si è verificato a Montecarlo dove il fotografo era in vacanza con la fidanzata Belen Rodriguez.
Corona, – rivela il settimanale “Diva e donna” in edicola – lasciata Belen in albergo, esce in auto in compagnia di un amico che è alla guida e prende una strada in controsenso.
È notte, i due vengono bloccati, nasce una rissa, Corona prende parecchi colpi, viene fermato dalla polizia monegasca e passa la notte in cella. Ora Corona e il suo legale, Giuseppe Lucibello, stanno valutando se avviare azioni legali.


°°° Ecco l’italietta delle banane di silvio berlusconi: il paese che “lui ama”. Stolide marchette che diventano divi della tv e dei giornalacci di gossip, zoccolette minorenni o appena maggiorenni che aspirano a diventare ministre, zoccole più navigate che diventano ministre, parlamentari, parlamentari europee… e l’Italia va a rotoli, COME LA CARTA IGIENICA, e non conta più una mazza nel mondo. Ma poi, questa marchetta arrogante e zotica di corona, che non ha mai lavorato un solo minuto nella sua miserabile vita… ma com’è che è perennemente in vacanza? Traffico? Spaccio? Mi fa ridere solo una cosa: sfoggia una bella figa come Belen, la porta a Montecarlo e, invece di trombare come un leone in calore (come vorrebbe far credere a tutto il mondo della bassa macelleria del suo idolo)… esce con un amico più stronzo di lui e si fa pestare come una lombata e poi finisce regolarmente col passare la notte in galera. E la gnocca? Aspetta lui, la gnocca! Seeeeeeee… Una bella coppia:

UNA BELEN E UN BELIN

belen

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Da Salvatore manzo

Salvatore Manzo
Prendo come spunto questo articolo di Marco Travaglio (vedi allegato), acuto come sempre, perché la situazione in cui versa drammaticamente il nostro Paese obbliga ad una riflessione a voce alta.
La vicenda personale del premier e della sua consorte non sarebbe di per sé di nessun interesse se non fosse che è stato lo stesso Berlusconi a farne una questione pubblica andando a riferire dei suoi dissapori familiari a Porta a Porta, la trasmissione più importante, in fatto di share, della “televisione di stato”.
In ogni caso le dichiarazioni della signora Veronica Lario, se si leggono con attenzione, hanno un valore e un’importanza politica di proporzioni piuttosto devastanti.
La signora Berlusconi dice di aver implorato le persone che sono più vicine a suo marito di aiutarlo, perché non sta bene, ma è stato tutto inutile…
Infatti il nostro Premier (ahinoi!) non solo ha frequentato mafiosi, non solo ha in tutta probabilità riciclato i miliardi di Cosa Nostra, non solo è stato indagato come mandante esterno per le stragi del ’92-’93, non solo le sue aziende, lo confermano le sentenze, erano in contatto con la mafia, non solo era membro della P2 di cui sta fedelmente attuando il piano eversivo denominato di “Rinascita Democratica”, non solo ha sostenuto e appoggiato le ultime folli guerre… oggi ci si presenta anche come uno psicopatico.
Cioè sua moglie, una donna che in tutti questi anni si è distinta per riservatezza e intelligenza, oltre a difendere se stessa e la propria dignità, sta avvisando i cittadini italiani, noi tutti, che il marito è un potenziale pericolo, una persona da curare.
Siamo al culmine del paradosso ma resterebbe tale se questo non presagisse scenari inquietanti e potenzialmente molto pericolosi.
Quest’uomo, Silvio Berlusconi, in questa sua veste un po’ da criminale e un po’ da maniaco, è completamente uscito dal seminato. Le sue vane promesse piano piano si riveleranno carta straccia quale sono e questo potrebbe far insorgere, anche in modo violento, una parte della popolazione. Un clima propizio per il ritorno della strategia della tensione, per la messa a punto di una qualche strage tale da distogliere l’attenzione e catalizzarla altrove.
Una situazione che a qualche frangia estremista potrebbe far suscitare la balzana idea di ricorrere alle armi pur di resistere e contrastare le follie dell’imperatore. Un gioco molto molto pericoloso.
Ci appelliamo quindi al popolo italiano: questo personaggio sta rovinando l’Italia. Esca dalla vita politica del nostro Paese che sta trascinando nel baratro.

Giorgio Bongiovanni
8 maggio 2009

Febbre suina
Di Marco Travaglio

Segnatevi queste due frasi: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni… perché la ragazza minorenne la conosceva prima che compisse 18 anni: magari fosse sua figlia…”. “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile”. Le ha pronunciate la moglie, da ieri ex, del nostro presidente del Consiglio, e le hanno raccolte la Repubblica e La Stampa. Memorizzatele perché non le sentirete mai citare in nessun tg o programma delle tv di regime. Lasciamo perdere quelle della ditta, dove chi dovrebbe informare è stipendiato dal tizio che va con le minorenni e non sta bene.

Vediamo il “servizio pubblico”: i tg dell’ora di pranzo, i primi in onda dopo lo scoop dei due quotidiani. Tg2 (sempre così prodigo di gossip,anche sull’ultima starlette): 5 secondi da studio, meno che per il divorzio di Mel Gibson. Tg1: 15 secondi da studio, affidati all’affranta Susanna Petruni, che occulta le frasi-bomba di Veronica e riesce persino a chiudere con una vecchia frase del premier (ieri insolitamente taciturno): “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra”. Tg3: breve servizio di 50 secondi, nemmeno un cenno alle minorenni e all’uomo malato, ordinaria amministrazione e chiusura con l’avvocato Ghedini (tornato sulla breccia dopo mesi di quarantena, causa lodo Alfano) che suona il silenzio su “un fatto privato”. Ma il fatto privato è il divorzio, così come le eventuali scappatelle dell’attempato Cavaliere di Hardcore, nonno settantatreenne di tre (prossimamente quattro) nipotini. Sono invece fatti pubblici, pubblicissimi, le dichiarazioni della persona che conosce meglio di tutti il nostro premier, e che lo definisce “uomo che frequenta le minorenni” e lo paragona a “una persona che non sta bene”. Febbre suina, par di capire.

Ora, immaginiamo le stesse frasi in bocca alla signora Obama, o Zapatero, o Brown, e i commenti delle tv e dei giornali di tutto il mondo. Non nel gossip: nelle pagine politiche. Non per nulla l’Italia è di nuovo “semilibera” nella classifica di Freedom House. Quel che accadrà nelle prossime settimane è prevedibilissimo. I siti del Pdl e i fogli d’ordini del regime han già servito l’antipasto: “Il Giornale” con un attacco alzo zero alla “First Lady in sonno” che “danneggia il premier e il governo” diventando “nemica della maggioranza degl’italiani”; “Libero” (una testata, un ossimoro) con tre foto di Veronica giovane a seno nudo. Prossimamente su questi schermi, qualche vecchio filmino osè, magari allegato a uno degli house organ del Sultano. Insomma la massacreranno, com’è accaduto in questi 15 anni a chiunque si sia messo di traverso sulla strada del padrone d’Italia: dai pm di Mani Pulite alla Ariosto, da Montanelli a Biagi, da Santoro a Luttazzi, a tutti gli altri epurati. I servi e i killer stanno già oliando le mitragliatrici.

°°° Sono contento di non essere il solo a divulgare queste elementari VERITA’.

bdittatore

berlusconi-napoleone

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E’ un povero malato (di mente)

Ha conosciuto Berlusconi nel 1980, poi si sono sposati con rito
civile il 15 dicembre 1990. La first lady: chiudo il sipario
Veronica, addio a Berlusconi
“Ho deciso, chiedo il divorzio”

di DARIO CRESTO-DINA (Repubblica.it)

MILANO – “Chiudo il sipario sulla mia vita coniugale”. Dopo quasi trent’anni, i due si conobbero nel 1980 e si sposarono con rito civile il 15 dicembre 1990, le strade del presidente del Consiglio e di sua moglie, già spezzate sul piano sentimentale e personale, si dividono anche giuridicamente.

Veronica Lario ha avviato le pratiche per la separazione e il divorzio da Silvio Berlusconi, portando a termine un percorso cominciato molto tempo fa come ammise lei stessa alla fine dell’estate 2008, quando confessò che all’eventualità di una separazione stava meditando da dieci anni.

Ora ha scelto l’avvocato che la seguirà passo dopo passo davanti ai giudici: “Finalmente una persona di cui mi posso fidare fino in fondo”. È una donna. Una professionista lontana dallo star system e dalla politica. L’ha sentita al telefono il primo maggio, l’avvocato era in vacanza su un’isola del Sud Italia. È stato in pratica il loro primo vertice sulla separazione. Veronica le ha spiegato: “Voglio tirare giù il sipario, ma voglio fare una cosa da persona comune e perbene, senza clamore. Vorrei evitare lo scontro”. Il legale le ha risposto: “Stia tranquilla. Parto subito, prendo un aliscafo e rientro immediatamente a Milano. Lei è consapevole che non sarà facile e che dovrà sopportare attacchi pesanti? È sicura di volerlo fare?”.

Nella risposta non ci sono state esitazioni: “So tutto. Voglio andare avanti”. Ieri le due donne si sono incontrate a Macherio per studiare la strategia e si rivedranno molto presto, all’inizio della settimana. Vogliono stringere i tempi, evitare il contropiede di un uomo sempre molto abile a ribaltare le situazioni, capace di convocare una conferenza stampa per dire che il divorzio lo ha deciso lui per primo, e non la “signora”.

Naturalmente nei giorni scorsi Veronica ne ha discusso con i figli e le persone più vicine, un paio di amiche molto care, sottolineando ancora una volta le ragioni del suo distacco dalla vita pubblica del marito e insistendo sull’importanza che rappresenta per una donna come lei il valore della dignità: “Ora sono più tranquilla – ha confidato loro – . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni”.

Per i suoi ragazzi – Barbara di 24 anni, Eleonora di 22 che studia negli Stati Uniti e Luigi di 20, il più legato al mito imprenditoriale e politico del papà – sono state ore di grande amarezza e di sofferenza, ma alla madre tutti e tre hanno assicurato che rispetteranno ogni sua decisione per dolorosa possa essere: “Non muoveremo mai un dito contro nostro padre, ma tu mamma fai ciò che ti fa stare bene”.

L’inizio della fine arriva la mattina di martedì 28 aprile. Veronica guarda i giornali, la sua attenzione si sofferma sull’articolo di “Repubblica” che svela come nella notte di domenica il premier si sia presentato a sorpresa in una villetta di Casoria, dove si celebravano i diciott’anni di Noemi Letizia. Lei è bella, bionda, studia da grafica pubblicitaria a Portici e sogna una carriera televisiva, tanto che avrebbe inviato il suo “book” fotografico al presidente del Consiglio in persona. Un album che avrebbe provocato la scintilla. Accanto a Noemi ci sono il padre Elio e la madre Anna. La ragazza chiama Berlusconi “papi”, ai giornalisti dirà più tardi che lo conosce da tempo e che spesso lo va a trovare a Milano e Roma, “perché lui, poverino, lavora molto e non può sempre venire a Napoli”. Il Cavaliere le ha portato un regalo, una collana d’oro giallo e bianco con pendente di brillanti. C’è chi mormora anche le chiavi di un’auto, ma Noemi smentisce.

Veronica legge e rimane stupefatta, chiama al telefono un’amica: “Basta, non posso più andare a braccetto con questo spettacolo”. A Roma infuria la polemica sulle “veline” pronte a entrare nelle liste elettorali del Pdl e ci sono, soprattutto, quella ragazzina di Casoria, Noemi, e la sua mamma Anna che si rivolgono a Berlusconi con gli affettuosi diminutivi di “papi” e “papino”. Veronica non ce l’ha né con le giovani donne aspiranti europarlamentari né con Noemi. Interpreta la loro parabola quasi epicamente, come “figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica”. La sconcerta, però, che il metodo da “ciarpame politico” non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che “per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore”, come racconta a chi le sta vicino.

Quell’imperatore è ancora suo marito ed è il padre dei suoi figli, un padre che, seppure invitato, non ha mai partecipato alla festa dei loro diciott’anni. Di fronte alla nuova pubblica offesa sceglie di replicare pubblicamente con una dichiarazione che manda all’agenzia Ansa soltanto dopo le dieci di sera. È stato infatti un giorno di angoscia a villa Belvedere. Barbara, incinta di sette mesi del suo secondo figlio, è stata ricoverata all’ospedale San Raffaele. Sono lunghe ore di ansia, c’è il rischio di un parto prematuro. Veronica Lario ha in casa il nipotino Alessandro, chiede alla segretaria Paola di fermarsi fino a mezzanotte. La misura è colma, il “ciarpame” non è soltanto politico.
La mattina successiva Berlusconi dalla Polonia attiva la cortina fumogena e la contraerea dopo una notte di rabbia. Ordina che le “veline” spariscano quasi tutte dalle liste europee, ridimensiona il rapporto con Noemi a una antica conoscenza con il padre ex autista di Craxi (notizia poi smentita da Bobo Craxi e cancellata comicamente addirittura da un comunicato di Palazzo Chigi) e liquida con una battuta maschilista e greve l’indignazione della moglie, evitando di pronunciarne il nome e il ruolo: “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra. Mi spiace”. Rientrato a Roma, annulla un incontro in calendario per il giorno successivo con il presidente della Camera Gianfranco Fini.

La sua intenzione è di andare a Milano, come fece due anni or sono, per ricucire lo strappo con Veronica. Non ci andrà, lo ferma la sua fidatissima segretaria Marinella. Veronica Lario, infatti, l’ha appena chiamata: riferisca a mio marito che non mi si avvicini, non ho più nulla da dire e nulla da ascoltare, tutte le parole sono state consumate.

Giovedì i giornali del Cavaliere e i blog del Pdl fanno capire all’ex first lady di Macherio che aria tira. Dietro al “come si permette?” si scatena una minacciosa muta di cani. Il quotidiano “Libero” pubblica nella testata di prima pagina tre fotografie in bianconero della giovane attrice Veronica Lario a seno nudo. Il messaggio è più che mai trasparente, sembra arrivata l’ora dell’olio di ricino. Quando vede quelle fotografie la moglie del premier capisce, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere davvero sola e di essere minacciata. In quelle foto si sente “come davanti a un plotone di esecuzione qualche secondo prima della fucilazione”. Alla figlia Barbara dice: “Sono molto preoccupata di ciò che potrà accadere, ma ho la libertà per andare avanti”.
Cala il sipario. La lettera affidata a “Repubblica” due anni fa da Veronica era un ultimatum. Qualche ora dopo Berlusconi inviò le sue scuse pubbliche alla moglie. Era il 31 gennaio 2007: “La tua dignità non c’entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento”. A sigillo un grande bacio. Qualche mese dopo, ad appannaggio esclusivo dei settimanali patinati della famiglia, arrivarono le passeggiate della coppia mano nella mano nel giardino della villa in Costa Smeralda e sui moli di Portofino.

Immagini che oggi sembrano lontanissime. “Mi domando in che paese viviamo – ha raccontato Veronica l’altro giorno a un’amica – , come sia possibile accettare un metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta”.

°°° Rispetto col silenzio la sofferenza di questa donna. Non commento. D’altronde, ciò che dice lei e ciò che ha sempre fatto quello sgorbio malavitoso del marito… si commenta da solo.

veroni

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