A Milano la mafia c’è, ed è anche nelle istituzioni. Ma da almeno 35 anni!

A Milano la mafia c’è

di Maria Novella Oppo

Sostiene Minzolini che, per zittire quelli che lo accusano di note spese faraoniche, restituirà i soldi. Bravo, così finalmente ammette di aver approfittato di noi contribuenti, che non lo abbiamo mandato a dirigere il Tg1 così malamente come ha fatto e tanto meno lo abbiamo autorizzato ad abusare della carta aziendale. Anzi, tanta è la nostra indignazione, che sempre più numerosi saltiamo il suo notiziario e ci rifugiamo su altri canali. Ieri, per esempio, su Sky tg24 abbiamo sentito due notizie che Minzolini non darebbe mai. Anzitutto, la rassegna stampa ci ha fatto notare come sui più grandi giornali del mondo nei resoconti sulla Libia non si citino neanche le ripicche antifrancesi di Berlusconi e soci. E la seconda informazione interessante è un sondaggio: gli spettatori, interpellati sul duro scontro tra Vendola e Formigoni, hanno risposto in maggioranza di credere più al presidente pugliese che a quello lombardo. Si vede che, per i più, la mafia a Milano c’è. E se Formigoni non se ne accorge, è un motivo in più per mandarlo a casa.

ELETTORE DI DESTRA

ebete2

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E il Tg1 continua a disinformare, come tutti gli altri pseudo tg del piduista pedofilo.

Impagabile, il tg diretto da Minzolini. Fa di tutto pur di non raccontare quanto emerge dalle intercettazioni. Il comitato di redazione reagisce: «Si omettono gli elementi chiave dell’inchiesta che riguarda il presidente del Consiglio». Altro che informazione: «Si usa il principale telegiornale per orientare i telespettatori».

http://www.unita.it/italia/giornalisti-tg1-su-ruby-e-premier-tg1-disinforma-1.267060

minzo1

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Il Tribunale reintegra la Ferrario. “Punita perché contraria a Minzolini”. E lui: “Rinnovare”°°° Andare a cagare no?

“Ci fu discriminazione politica”

Il Tribunale reintegra la Ferrario
“Punita perché contraria a Minzolini”. E lui: “Rinnovare”

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/29/news/ci_fu_discriminazione_politica_il_tribunale_reintegra_la_ferrario_th_sta_29-dic-10_11_19_nnnn-10675292/?ref=HREC1-6

°°° Io continuo a chiedermi quando ridiventeremo una nazione civile e occidentale. Sarò un sognatore?

MINCHIOLINI, SERVO SCIOCCO MA PERICOLOSISSIMO

minzo1

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Tg1, causa per mobbing «Rimuovete Minzolini e Masi»

di Natalia Lombardo (Unità)

Nel silenzio generale, una giornalista del Tg1 sta avviando una causa alla Rai per mobbing prolungato, culminato con il suo spostamento ordinato dal direttore Augusto Minzolini dalla redazione Cultura a quella Speciali. È Cinzia Fiorato, caposervizio alla Cultura e conduttrice del tg. Il suo caso fa meno clamore, rispetto a quelli di Tiziana Ferrario o Paolo Di Giannantonio (e altri che non firmarono la lettera pro-Minzolini), ma altrettanto grave.

Ora è in atto un tentativo di conciliazione, comunque i legali della giornalista (Iacovino, Pescolla, Sarcinelli), hanno chiesto la «rimozione» dei dirigenti (Minzolini, il Dg Masi e il caporedattore della Cultura, Maria Rosaria Gianni), se saranno accertate le violazioni contrattuali e del codice etico; risarcimento danni per 2 milioni di euro anche personalmente ai dipendenti (a Minzolini di tasca sua). Cinzia Fiorato è un volto noto sia di UnoMattina che per i servizi su Miss Italia.

Da un mese è affissa sulla bacheca del Tg1 a Saxa Rubra una sua lettera: «È stata inaugurata la stagione degli spostamenti coatti», scrive Fiorato, dopo un anno e mezzo di lotte contro il cambio di redazione «proposto da Minzolini quale unica soluzione al grave demansionamento» subito dal caporedattore Cultura.

Dall’ottobre 2010 è in corso una «paritetica» tra sindacato e Rai, ma il 6 novembre le arriva l’ordine di spostamento, si legge nella lettera, per «aver offeso il Tg1» in un servizio sulla commedia dell’assurdo di Mario Zamma con le parole dell’attore: «Quelli del palazzo sono diventati più pupazzi di noi».
10 dicembre 2010

°°° Ma sarà ora che la Rai torni in mano a noi che conosciamo il mestiere e non prendiamo ordini da nessuno!

masi.fesso

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La Rai come preda da disossare. Berlusconi e Minchiolini si abbuffano coi nostri soldi.

Direttor Minzolini, quanto ci costi? Crociere e alberghi sotto la lente

di Natalia Lombardo

Rischia brutto, il direttore del Tg1, per la disinvoltura con la quale ha mandato in onda servizi su una compagnia multinazionale di navi da crociera, la «Royal Caribbean International», per ben sei volte tra marzo e settembre 2010 all’interno di “Uno Mattina” o nello “Speciale Tg1”. O per l’intervista alla responsabile marketing del «Terme di Saturnia Resort» a cinque stelle, dove Augusto Minzolini ha trascorso week end alla grande. Pubblicità neppure tanto occulta, roba da far rischiare il licenziamento al «direttorissimo», come lo chiama Silvio. Addirittura un concorso vacanze per famiglie: se la prima edizione è stata oscurata, come rivela “Il Fatto”, la seconda campeggia sul sito del Tg1online dal 28 ottobre scorso: «Turisti reporter: vota lo spot». Poi l’annuncio con navona da crociera: «Arrivata la seconda fase del concorso che manderà un’intera famiglia a Miami per il viaggio inaugurale della Allures of the Seas. Vota sul sito».

Lo Squalo in crociera
All’ex retroscenista de “La Stampa” le crociere piacciono, soprattutto se passate con la bella deputata Pdl Gabriella Giammanco, sulla Msm, compagnia che Berlusconi ripagò, per non avervi svolto il G8 in Sardegna, con una assurda conferenza stampa a Napoli prima dell’evento spostato a L’Aquila.

Spese “pazze”
Servizi sponsor e note spese «pazze» del direttore del Tg1 sono all’esame del collegio dei sindaci del Cda Rai per un’indagine interna, un atto che ha dovuto accettare il direttore generale Mauro Masi che ha sempre difeso il «direttorissimo». Ma da maggio i conti delle spese di Minzo già non tornavano, confrontati con quelli di altri direttori. Così Masi ha bloccato la carta di credito aziendale del direttore del Tg1, che sfoggia una Porche bianca. Ama la bella vita, tanto da spendere in un anno 66mila euro con la carta Rai (soldi pubblici) messa a disposizione dei dirigenti per «rappresentanza», come risulta dalle note spese che il Dg ha dovuto portare nel Cda dopo la richiesta del consigliere Nino Rizzo Nervo. Carte sotto gli occhi del revisore della Corte dei Conti in consiglio, Luciano Calamaro. Dieci volte quanto ha speso Mario Orfeo, direttore del Tg2: il tetto annuale è attorno ai 7000 euro, il plafond della carta è di 500 euro al mese, «Minzo» ne avrebbe spesi 5.500, tra pranzi e grandi alberghi. E a Saxa dicono anche che alcune note spese fuori sede coincidano con la presenza del direttore in redazione. L’indagine procede, vedremo come andrà a finire.

Eppure la Rai soffre per i conti in rosso: «Senza ristrutturazioni o nuovi ricavi l’azienda ha due o tre anni di vita»: è l’allarme lanciato ieri in commissione di Vigilanza da Rizzo Nervo, accusando il Dg di inerzia e sottovalutazione. Un bilancio 2010 che si chiuderà «con un passivo di 118-120 milioni di euro, mentre l’indebitamento è di 240-260 milioni», con un «ricorso alle banche che la Rai non conosceva dal ’93». Allarme condiviso da Giorgio Van Straten, altro consigliere di area Pd: entrambi smentiscono il consigliere Pdl Rositani, che ha previsto la chiusura del bilancio 2011 «con un positivo di 28 milioni».

Se ieri i consiglieri di maggioranza erano presenti all’audizione in Vigilanza, a causa dei lavori parlamentari è comunque stata sospesa. Il presidente Rai Garimberti ha avvisato: il contratto di servizio «è più oneroso di quanto si incassi», data l’evasione del 30 per cento del canone contro la quale il presidente torna a chiedere «impegni ad hoc».

23 novembre 2010

minzo.marciapiede

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Minchilini sprecone: Sessantaseimila euro in un anno, 5.500 euro al mese: più o meno cinque volte la paga mensile di un operaio metalmeccanico.

RAI,  SPESE PAZZE-ASCOLTI ZERO DI MINZOLINI – IL CDA: 66 MILA EURO CON LA CARTA DI CREDITO. IL DIRETTORE DEL TG1: RIDICOLO

Antonio Beccadelli per “Il Secolo XIX”

Sessantaseimila euro in un anno, 5.500 euro al mese: più o meno cinque volte la paga mensile di un operaio metalmeccanico. Ammonterebbero a tanto le spese che il direttore del Tg1, AugustoMinzolini, avrebbe fatto utilizzando la carta di credito aziendale della Rai.

Delle “spese pazze” di rappresentanza del “direttorissimo” dell’ammiraglia dell’informazione Rai, come lo chiama il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, si è occupato ieri pomeriggio il Consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Con qualche forte imbarazzo manifestato dai membri nominati nel cda dalla maggioranza di centrodestra, che fino a ora hanno sempre difeso a spada tratta l’ex notista politico della Stampa, voluto direttamente da Palazzo Chigi alla guida delTg1. Minzolini ha subito in dodici mesi attacchi quotidiani di «faziosità» da parte del centrosinistra e dal cda si era sempre alzato il muro.

Il direttore del telegiornale dichiara al Secolo XIX di non saperne nulla. «Mi sembra una cosa campata in aria, ridicola: tutte le mie spese sono motivabili». Ma ora il fatto rischia di diventare un caso, perché riguarda il bilancio in crisi, un saldo negativo nei conti pubblici della Rai che ha convinto la Corte dei conti a mettere il naso nelle riunioni del cda, come consente la legge. E le cose si complicano. È noto che la Rai mette a disposizione dei propri direttori di testata e di rete una carta di credito aziendale per affrontare le spese di rappresentanza.

Una prassi, questa, seguita da tante grandi aziende private e pubbliche, dell’editoria come dei servizi o dell’industria, con i loro dirigenti apicali. Funziona così, per esempio, anche nello Stato, al governo per i ministri. A Viale Mazzini il “plafond” per pagare pranzi e cene o fare dei regali a ospiti, fonti o autorità istituzionali sarebbe fissato tra i sei ed i settemila euro all’anno, più o meno 500 euro al mese.
GIORGIO VAN STRATEN NINO RIZZO NERVO

Un limite nei fatti storicamente rispettato da (quasi) tutti gli interessati. Ma, secondo quanto riferisce una fonte interna alla Rai, Minzolini avrebbe pagato con la carta di credito a propria disposizione dieci volte tanto il consentito. Sicuramente, qualcuno ha malignato, non per acquistare le banane che, come è noto, rivestono una parte importante della sua dieta alimentare. Una mania, sana, che lo contraddistingue.

Del profilo contabile della vicenda ora potrebbe però occuparsi la magistratura contabile, che tiene sott’occhio i disastrosi conti dell’azienda radiotelevisiva di Stato. Luciano Calamaro, il magistrato della Corte dei Conti che, in base ad una legge del 1958 relativa alle sedute dei consigli di amministrazione degli enti pubblici che ricevano un apporto statale al patrimonio, da qualche settimana partecipa infatti alle sedute del Cda Rai.

E ieri si è puntualmente presentato alla seduta. Ha ascoltato con pazienza il rendiconto, avrebbe annotato lo stupore dei consiglieri di amministrazione alla lettura del “conto” a carico della carta di credito di Minzolini, e avrebbe immediatamente chiesto gli atti della pratica al direttore generale Mauro Masi.

Toccherà adesso a Calamaro accertare se Minzolini ha speso correttamente o meno il denaro prelevato con la carta di credito. Starà a lui decidere insomma se sollevare ufficialmente il caso in Corte dei conti. In Rai, invece, il caso è già esploso perché ieri, a VialeMazzini, non si parlava altro che di questo.
masi foto mezzelani gmt

2 – LA REPLICA: «NON SANNO PIÙ COME ATTACCARMI. IO SÌ CHE HO TAGLIATO GLI SPRECHI»…
Al. C. per “Il Secolo XIX”

Direttore, e così avrebbe speso 66mila euro in un anno con la carta di credito della Rai?
«Non lo so.Non sono io che tengoi conti, non posso certo pensare anche a questo. Ma certamente tutto quello che ho speso ha una sua giustificazione. Ogni euro è motivabile».

Sono passate le 11 di sera quando Augusto Minzolini, il “direttorissimo” del Tg1, nato cronista da marciapiede, poi notista politico della Stampa e ora bersaglio preferito del centrosinistra che accusa il suo telegiornale di faziosità ultraberlusconiana, risponde alla richiesta di un commento sulla notizia trapelata dal consiglio di amministrazione di viale Mazzini.

Anche a essere generosi nelle spese di rappresentanza, è una cifra impressionante, o no?
«Se spendo più degli altri direttori è perché sono in giro dalla mattina alla sera, lavoro 24 ore su 24, come sempre, e mi muovo di più. Comunque abbiamo un controller, e il controller mi ha detto che è tutto a posto. Mi sembra una cosa campata in aria».

Ma dal Cda nessuno le ha detto niente?
«Ma noooo! Questa è la solita storia che si sono inventati i consiglieri di opposizione. Visto che non possono attaccarmi sui dati d’ascolto, cercano pretesti assurdi. Ma questa volta siamo nel ridicolo. In fondo, quanto ha detto che avrei speso? Se lo dividiamo per 12mesi…».
BUSI MARIA LUISA

Fanno 5.500 euro almese… Le pare poco?
«Gli sprechi sono altri. Quando sono arrivato al Tg1 ho trovato un macchinario che costava 100 mila euro l’anno di affitto. Mai usato. L’ho fatto togliere. Sono perfettamente dentro il budget, sto attento alle spese. Ma quelli vogliono attaccarmi e allora tirano fuori di tutto.Detto fra noi, non è certo come una volta…»

Cioè?
«Non lo faccia dire a me, ma in passato c’erano stati episodi di note spese fasulle».

Vestiti, viaggi, bottiglie…
«Appunto, niente di tutto questo. Ora tutte le ricevute vengono controllate e ogni spesa deve essere giustificata».

Eppure le sue note spese rischiano di finire alla Corte dei conti.
«Nessuno me ne ha parlato. E’ la prima volta che sento questa cosa delle note spese. Ma mi sembra la solita storia e francamente mi sono annoiato».

minzo.marciapiede

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