Si fa la lapide e accusa la moglie: «Vita sessuale sofferta, non perdono»
Ilarità ma anche indignazione nel cimitero di un paesino padovano, Tombolo, dove un’arzillo 83enne si è preparato quella che sarà la propria lapide incidendovi sopra un atto d’accusa verso la moglie, defunta: «Vita sessuale sofferta, non perdono Flavia, le sue ceneri non qui».
L’uomo, conosciuto in paese come personaggio colto ma piuttosto estroverso – scrive oggi Il Mattino di Padova -, ha messo sulla lapide tanto di foto, data di nascita e accanto a quella del suo trapasso ha scritto: «attendo, o decido io».
La moglie era morta nell’aprile del 2008, a 82 anni, e le sue spoglie erano state cremate.
L’anziano si è presentato ieri nel camposanto di Tombolo, portando a mano la pesante lapide, che poi ha sistemato in un loculo della tomba di famiglia, per una sepoltura preventiva con «sgarbo» coniugale.