Silvio Guzzanti

Più lo vedo e più assomiglia all’imitazione di Sabina Guzzanti. Poco fa, persino il tg3 ha mostrato mafiolo, circondato da dodici comparse merdaset, che si preparava l’alibi per rubare altri soldi NOSTRI attraverso la sanità privata. Si vede. Ha fatto il botulino in questi giorni di silenzio e si vergognava di farsi vedere gonfio come un coglione con l’orchite. Cosa che in effetti è. La cosa che turba il mondo, a parte l’immagine ridicola e patetica di silvio berlusconi, è la montagna di minchiate che produce davanti alle telecamere. E che poi addossa ai “comunisti” e smentisce… Peggio del bagaglino. Che è tutto dire!


LA SERIETA’ DI UN SEDICENTE STATISTA

apicella

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Bill Emmott

Parla Emmott, storico direttore dell’Economist. “E’ stato Berlusconi a fondere vita pubblica e vita privata. E sul padre di Noemi non ha detto la verità”
“Informare è una missione
premier indifendibile se mente”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – “Porre domande a un leader politico, per un giornale, è non solo legittimo ma parte della missione di informare. E la distinzione tra vita pubblica e vita privata, nel caso Berlusconi, non si può fare, è stato lui per primo a fondere le due cose”. Bill Emmott, dal 1993 al 2006 direttore dell’Economist, il settimanale britannico che sotto la sua guida ha raddoppiato la tiratura fino a oltre un milione di copie e si è trasformato nel primo periodico globale del mondo, conosce bene Silvio Berlusconi.

L’Economist di Emmott gli dedicò una famosa copertina, in cui lo definiva “unfit to govern”, indegno di governare, a causa del conflitto d’interessi rappresentato dal suo impero mediatico e dei suoi numerosi problemi con la giustizia. Il premier italiano rispose definendo Emmott un comunista: sebbene del comunista, l’autorevole giornalista inglese, abbia soltanto una barbetta da Lenin. Adesso fa il columnist per il Guardian e scrivere libri best-seller: a proposito, rivela in questa intervista a Repubblica, il prossimo “sarà sull’Italia”.

Bill Emmott, dov’è il confine tra pubblico e privato, nell’informare sull’attività di un leader politico?
“La mia opinione è che il comportamento pubblico di un leader sia definibile dal suo ruolo di governo, dalle sue responsabilità, dalla consistenza delle sue azioni. Ritengo però che, quando sei un primo ministro che si atteggia a simbolo della nazione, come Berlusconi ha fatto fin dall’inizio della sua discesa in campo, con il suo presentare la sua vita come la ‘Storia di un italiano’, il confine tra pubblico e privato si confonde. Il privato non è più una faccenda riservata, quando lo usi per ottenere la tua affermazione pubblica. Berlusconi stesso ha incoraggiato i media a giudicarlo anche sotto la lente della sua vita privata”.

Il nostro giornale ha inoltrato all’ufficio del presidente del Consiglio dieci domande per fare chiarezza sulle contraddittorie dichiarazioni riguardo ai rapporti con la 18enne Noemi Letizia, con il padre della ragazza e alle parole usate da Veronica Lario nel chiedere il divorzio. Palazzo Chigi definisce le nostre domande una “campagna denigratoria”. E’ appropriato o meno, secondo lei, porre domande simili su una questione come questa?
“Assolutamente appropriato. Di più: è parte dei doveri di un giornale, della missione di informare l’opinione pubblica. E’ legittimo voler sapere che cosa lega il primo ministro a quella ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Anche a me piacerebbe sapere la verità. E mi piacerebbe che la Chiesa ponesse a Berlusconi domande analoghe”.

Che lezione dovrebbe averci insegnato la vicenda di Bill Clinton e Monica Lewinski?
“Che i rapporti sessuali tra il presidente e la stagista erano affari loro, una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma il modo in cui il presidente li raccontava poteva costringerlo a dimettersi. Quando ero direttore dell’Economist, scrivemmo un editoriale in cui ci schieravamo per le dimissioni di Clinton. Non perché fossimo dei bacchettoni. Bensì perché era chiaro che il presidente aveva mentito, ripetutamente, parlando in televisione dei suoi rapporti con Monica e poi sotto giuramento in una corte di giustizia. Mentire alla nazione, sia pure su una vicenda privata, era a nostro avviso imperdonabile”.

E lo stesso principio si può applicare a Berlusconi?
“Per me sì. Non importa cosa c’è tra lui e la ragazza, tra lui e deputate o ministre che potrebbero avere ricevuto l’incarico come un premio: se anche così fosse, era uno scambio volontario tra adulti, anche se personalmente lo trovo disgustoso. Ma se il premier mente a proposito di quello scambio, e la sua menzogna viene provata, allora la sua colpa importa eccome e la ritengo indifendibile”.

Alcuni, in Italia, risponderebbero che un uomo che mente su un rapporto con una donna è sempre perdonabile.
“Ecco, se c’è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell’Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza. Per esempio, ormai sembra provato che ha mentito sul modo in cui ha conosciuto il padre di Noemi. Quell’uomo non è mai stato l’autista di Craxi, come ha detto Berlusconi. In un altro paese, basterebbe questo a suscitare una riprovazione generale. Da voi no. Non lo capisco”.

bill

°°° Si è capito che Bill Emmott non è vespa e neppure rossella, ma nemmeno belpietro, feltri, giordano o liguori? Purtroppo, in questa italietta delle banane, giornalisti veri ne abbiamo davvero pochini…

b-gnomo5

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Indietro di 40 anni

Le famiglie chiedono l’allontanamento dell’insegnante
il dirigente scolastico: “Commessa una grossa ingenuità”
Lezione di sesso troppo esplicita
genitori contro maestra a Novara

NOVARA – Rapporti orali, masturbazione, ma anche informazioni sul piercing nei genitali, frustini e manette: è stata una lezione di educazione sessuale troppo esplicita, anche se solo a parole ed in risposta a specifiche domande degli alunni, quella impartita da una maestra di scienze di una quinta elementare di Novara. Ai genitori dei ragazzi non è però piaciuto quanto è successo ed hanno chiesto l’allontanamento dell’insegnante. L’episodio è accaduto nella scuola elementare “Bollini” di Novara.

“Credo – commenta il dirigente scolastico Vincenzo Guarino – che la maestra abbia commesso una grave ingenuità. Non ha saputo capire che linguaggi e argomenti di un certo tipo possono essere usati nei confronti di ragazzi di terza media e non con alunni di quinta. E’ vero che ha risposto a domande che le sono state avanzate ma c’è modo e modo di interloquire. Ora le ho chiesto una relazione scritta e poi valuteremo”.

La maestra, che stamattina non si è presentata a scuola dopo lo scoppio delle polemiche, si è difesa sostenendo di avere seguito le direttive impartite a suo tempo da un corso per insegnanti sull’ educazione sessuale: rispondere alle domande per non creare ulteriori morbosità. “Mi ha detto – aggiunge Guarino – di essersi ispirata a un libro di scienze. Quel testo lo conosco e posso assicurare che non era adatto a una quinta elementare”. Quello che il dirigente della scuola dovrà appurare è perchè solo i genitori di una delle tre sezioni in cui insegna la maestra abbiano adottato la clamorosa protesta. Anche nelle altre due, secondo indiscrezioni non confermate, sono stati toccati gli stessi argomenti ma nessuno ha inscenato forme di protesta.

“Non volevamo crederci – spiega una mamma parlando dei racconti fatti dai bambini quando sono tornati a casa dopo la lezione – e abbiamo iniziato una serie di telefonate al termine delle quali abbiamo avuto purtroppo la conferma di quella che era accaduto. Alcuni dei ragazzi erano sconvolti e hanno raccontato di essersi tappati le orecchie”. L’insegnante, di fronte alle proteste della rappresentante di classe, si è resa conto che forse era andata oltre ed è scoppiata in lacrime.


°°° Faccio notare che, ancora una volta, il regimetto di Mafiolo e del crucco maledetto ci stanno portando indietro nel tempo. Le motivazioni addotte dal dirigente scolastico non hanno senso in nessuna scuola del mondo occidentale. Ma le motivazioni di alcune mamme, sicuramente zoccole e con molti scheletri nell’armadio, sono sintomatiche delle loro perversioni nascoste. Il tutto fa parte della solita macchinazione mafiosa delll’omuncolo per tagliare ulteriormente fondi alla scuola pubblica (ci avete fatto caso che sia dal ministero alla sanità che a quello all’istruzione è stata tagliata la voce PUBBLICA?) e privilegiare i suoi sodali preti e ladri delle private? Che tristezza… SENTO PUZZA DI MERDA.

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La scuola non funziona? La compra papà
FLAVAIA AMABILE
Gli istituti paritari gestiti dai genitori, che ne diventano soci, sono quasi 500. E’ la scuola “fai-da-te” per evitare la chiusura delle private, sostenuta dalla Compagnia delle Opere.

°°° Bellissima questa cosa. Almeno burlesquoni non dovrà ripetere la minchiata “Io ho studiato alla Sorbona” (che secondo lui, la Sorbona, è il titolo di un B-movie con la Fenech…) e la gelmini non dovrà andare a comprarsi la laurea in Calabria.

scemo

stup

gasparri4

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