Quando le escort sono meno troie delle politicanti berlusconiane e MOLTO PIU’ ONESTE E RESPONSABILI.


Le escort vogliono pagare le tasse. L’appello
di Marina: “Fateci aiutare il nostro Paese”

La proposta arriva direttamente da una prostituta che ha lanciato la proposta dalle colonne del Gazzettino. Secondo Marina“in Italia, la legalizzazione della prostituzione porterebbe tanti miliardi di euro nelle casse dello Stato”

“Credo che il Governo Monti debba includere nella sua Manovra sul lavoro anche la possibilità di legalizzare la Prostituzione, che significa altresì far emergere il ‘lavoro sommerso’ di circa 300.000 individui fra donne/trans/uomini che oltretutto risultano per lo Stato disoccupati. Legiferiamo sulla Prostituzione, fateci pagare le tasse, fateci aiutare il nostro Paese”. Chi scrive è Marina: si definisce “orgogliosamente una ‘puttana’” e ha inviato al Gazzettino.it una lettera. Con una richiesta: visto il momento di crisi economica in cui la manovra mette le mani nelle tasche dei lavoratori italiani, anche lei vuole contribuire pagando i

santanchè

contributi. E per farlo bisogna legalizzare il mestiere più antico del mondo.

“Appartengo a una categoria di persone che tanto vorrebbe pagare le tasse, ma che in questo paese non gli viene permesso”, scrive Marina. E spiega che “in Italia, la legalizzazione della prostituzione non solo porterebbe tanti milioni, se non miliardi di euro, nelle casse dello Stato – scrive Marina -, ma risolverebbe indirettamente anche il problema dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di esseri umani dei quali sono vittime numerose ragazze non solo dell’Est Europa, ma anche del Centro Africa e sempre più anche cinesi”. Oltre a dare un giro di vite allo sfruttamento delle straniere, la prostituta ricorda che “negli ultimi 20 anni circa davanti a un problema si è preferito chiudere gli occhi facendo finta che non ci fosse, piuttosto che adottare delle valide strategie per risolverlo”.

Marina, però, non è l’unica ‘lavoratrice del sesso’ disposta a rimpinguare le casse dello Stato. Ambra, ad esempio, ha 40 anni e una doppia vita. Di giorno impiegata e di notte, per necessità, escort. “Sono d’accordo, sarebbe ora di legalizzare e pagare i contributi, specie per chi lo fa a tempo pieno – puntualizza – . Anche per noi è un momento difficile: se prima riuscivi a fare 1000 euro a settimana adesso devi accontentarti di 200. Ma visto che in Italia ci sono migliaia di prostitute, sarebbe giusto tassarle. E in questo momento darebbero un aiuto importante”. Anche Gaby, 35 anni, vorrebbe che “il lavoro di escort venisse regolarizzato” e sta già pensando da sé a come inquadrare la sua posizione fiscale. “In questi giorni ho iniziato a cercare su Internet per capire come fare – racconta -. Vorrei pagare le tasse, e anche allo Stato converrebbe metterci nelle condizioni di farlo”. Infatti anche altre “colleghe” condividono la stessa opinione. Ad esempio Elena, 28 anni, convinta che “per non avere problemi sarebbe meglio che il ‘mestiere’ fosse riconosciuto per legge”. Ma per ora “niente normativa e niente tasse”. Non tutte però sono d’accordo: tra queste Chiara, escort di 31 anni “solo per soldi e piacere”, che spiega di non avere nessun interesse a essere inquadrata come ‘normale’ lavoratrice. “Dallo Stato non mi aspetto nulla. E visto che sono giovane non riceverò neanche la pensione”. Che, quindi, costruisce con i soldi negati al fisco.

In altri paesi europei, però, la “professione” è già stata regolamentata e le prostitute versano regolarmente i contributi. Proprio come gli altri cittadini. In Germania ad esempio, le lavoratrici del sesso sono soggetti contribuenti per il fisco dal 2002, quando una legge firmata da Gerhard Schroeder le ha inserite nel registro delle attività lavorative e ha riconosciuto loro gli stessi doveri fiscali dei concittadini. Una norma che consente a chi esercita di farlo con le tutele necessarie a livello sanitario e previdenziale. Anche in Olanda, Svizzera, Austria, Grecia,Ungheria e Lettonia la prostituzione è legalizzata e impone il regolare versamento di contributi oltre che di controlli sanitari per la prevenzione di malattie veneree e la regolare registrazione anagrafica di chi esercita. E’ considerato reato lo sfruttamento ma le prostitute versano i contributi sui proventi delle loro attività ed esercitano in case d’appuntamento, quartieri a luci rosse e bordelli riconosciuti dallo Stato. E rimpinguano le casse dei loro paesi.

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Il fattorino razzista e inutile, maroni, si atteggia a leader dell’opposizione.

Giù Piazza Affari, torna a salire lo spread

Maroni: ‘Capaci solo di aumentare tasse’

°°°PRATICAMENTE, RAGLIA UNO CHE HA VOTATO ININTERROTTAMENTE TUTTE LE PORCATE DI BURLESQUONI DA 18 ANNI, PER DEVASTARE L’ITALIA E AUMENTARE LE TASSE COME NON ERA MAI SUCCESSO IN ITALIA. MA  QUESTE MERDE HANNO AUMENTATO ANCHE 17/20  VOLTE LE SIGARETTE E I BOLLI, L’ACCISE SULLA BENZINA, QUASI TRIPLICATO IL COSTO DELLA VITA E HANNO AUMENTATO IN MANIERA ESPONENZIALE LA POVERTà DI TUTTI E I DISOCCUPATI. A CUCCIA, PEZZO DI MERDA!

maroni1

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Boom delle tasse locali in 15 anni aumentate del 138 %°°° Le mani del mafionano nelle nostre tasche.

Grazie ai tagli ai trasferimenti. LORO hanno rubato, depredato il paese, e si sono artricchiti a dismisura, lasciando ai poveri sindaci il compito di aumentare tutti i costi dei servizi e dimezzando gli stessi. Complimenti a quella troia di mamma rosa!

http://www.repubblica.it/economia/2011/08/20/news/tasse_locali_in_quindici_anni_sono_cresciute_del_138_-20649403/?ref=HREC1-5

cazzotto

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Gli italiani pagano 54 miliardi in più di tasse rispetto a media Ue

Confartigianato: gli italiani pagano 54 miliardi in più di tasse rispetto a media Ue

Il presidente degli artigiani: «Noi crediamo in una riforma del fisco che ci faccia adempiere a norme chiare»

Giulio Tremonti (Ansa)
Giulio Tremonti (Ansa)

MILANO – In Italia il carico tributario è superiore di 3,5 punti di Pil rispetto alla media europea, pari a 54 miliardi di euro di maggiori imposte per i contribuenti. A lanciare l’allarme è il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella sua relazione all’assemblea annuale.

TROPPE TASSE – Secondo l’organizzazione, «gli imprenditori devono dedicare agli adempimenti di burocrazia fiscale 285 ore all’anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi, il 43% in più rispetto alla media Ocse». «Noi crediamo in una riforma del fisco – ha sottolineato Guerrini – che abbia l’obiettivo di consolidare il rapporto di reciproca fiducia e rispetto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. I cittadini e gli imprenditori devono essere messi nella condizione di adempiere a norme chiare, semplici e precise». Per Confartigianato «serve un riequilibrio della pressione fiscale su imprese e lavoro, meno adempimenti e più fiducia tra Stato e cittadini. Crediamo in una riforma – ha aggiunto ancora Guerrini – che riduca la pressione fiscale, che la riequilibri a favore del lavoro e dell’impresa, che allinei la tassazione delle rendite ai livelli europei». Tuttavia, ha precisato il presidente di Confartigianato, «noi non vogliamo una riforma fiscale a tutti i costi: siamo per un riequilibrio della tassazione a favore delle imprese e del lavoro, per un allineamento della tassazione delle rendite a quella europea, non siamo per un salto nel buio spinto da fretta e tatticismi politici». Rivolgendosi poi al ministro dell’Economia, Guerrini ha osservato: «Forse le tasse possono davvero essere cosa buona e giusta se vengono percepite come un equo versamento per avere garantiti dallo Stato servizi pubblici all’altezza dei bisogni dei cittadini. Se però questo scambio non avviene – ha concluso – diventa davvero incomprensibile e insostenibile una così elevata pressione e complessità fiscale».

°°° Paghiamo di più, ma non abbiamo nemmeno la metà dei servizi che hanno i francesi, i tedeschi, gli svedesi o gli inglesi. E a pagare è sempre Pantalone da queste parti. Al contrario dei paesi civili, dove chi più ha più dà. Grazie, silvio.

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Il governo delle TRE I?! Semmai delle TRE T: Tasse, troie, tribunali

«Alluvionati e terremotati si paghino gli aiuti da soli»

di Bianca Di Giovanni | tutti gli articoli dell’autore

BERLUSCONI FRATTINI TREMONTI TRISTE CAMERA

Altro che assalto alla diligenza: il Milleproroghe come uscito dalle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato contiene una valanga di favori, privilegi, disposizioni oscure, tutte a carico dei cittadini onesti. «È il decreto delle mille tasse»,commentailPd Giovanni Legnini.: prelievi sul cinema, per le calamità , aumenti di accise e di addizionali. Il testo è stato varato ieri dalle commissioni e lunedì sbarcherà in Aula. Dove già si preannuncia il maxiemendamento: sarà il governo a riscrivere tutto.

LA LEGA
Ad agitare la bandiera della vittoria ècomeal solito la Lega, che perentoriamente difende una settantina di allevatori disonesti, concedendo una pioggia di denaro per il rinvio delle quote latte. Siamo al secondo rinvio di sei mesi, e – caso strano – si passa dagli originari 5 milioni stanziati addirittura a30milioni: sei volte di più. Senza alcuna ragione apparente. A nulla è servita l’insistenza del senatore Pd Enrico Morando, che ha chiesto una relazione tecnica e soprattutto la lista dei tagli da cui si prelevano quei soldi. Lista arrivata in Senato dopo qualche minuto: si taglia per il3%la tabellaCdella Finanziaria con le leggi di spesa dei ministeri. Tanto per capire, si taglia al welfare, alle pari opportunità, al ministero dell’Economia, allo sviluppo, per pagare chi ha infranto le regole. Uno schiaffo ai cittadini, ma anche all’antagonista ministro Giancarlo Galan (Pdl), che glissa sull’argomento. Ancora peggio si è fatto sulle calamità naturali e le emergenze. Un emendamento Pdl – approvato – dispone che in caso di calamità sarà la Regione interessata a dover aumentare tributi, aliquote o addizionali per provvedere all’emergenza.

Se tutto ciò non dovesse bastare, si potrà decretare l’aumento dell’accise sulla benzina fino a un massimo di5 centesimi al litro. Solo in seconda battuta si potrà accedere al fondo speciale della Protezione Civile, che poi dovrà essere «corrispondentemente e obbligatoriamente rientegrato con lemaggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accise sul gasolio» sempre in misura di massimo cinque centesimi per litro. A questo punto ci si chiede: a che serve il fondo della Protezione civile? Forse a costruire piscine per i campionati di nuoto? Stessa cosa vale per l’emergenza rifiuti. Cittadini soffocati dalla spazzatura e tartassati dal fisco regionale. Sarebbe questo il federalismo sbandierato dal centrodestra: ognuno fa per sé. Nessuna solidarietà. «È un federalismo avvelenato », commenta il senatore Pd Francesco Ferrante. Passano gli stanziamenti per alcune Regioni alluvionate (Liguria, Veneto, Campania e Messina). Grazie al pressing delle opposizione, passa la sospensione dei tributi per gli aquilani. Nelle ultime ore di votazione rispunta anche il «condono mascherato » per la Campania: non si abbatteranno le abitazioni abusive. Insorgono gli ecologisti, ma il parlamentare Nicola Cosentino definisce l’operazione «un sostegno alle famiglie». Movimenti anche sulla Consob, dove scompare il trasferimento a Milano, ma resta una generica riorganizzazione e l’ipotesi di un trasferimento da altra amministrazione con trattamento economico adeguato all’Authority.Normaad hoc per qualcuno? (I malevoli parlano di Gaetano Caputi dal Tesoro). Altri «favori» ai traghetti inquinanti sui laghi lombardi, che restano inquinanti. E poi tre posti in più nella giunta di Roma. Ora la palla passa a Tremonti.

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Con Burlesquoni, PIU’ TASSE PER TUTTI! Tranne per i ricchi e ladri.

O LE TASSE O IL BUNGA-BUNGA! – ALTRO CHE PRODI E VISCO: IL RECORD DI PRESSIONE FISCALE ESPLODE CON IL CAVALIER POMPETTA E TREMENDINO TREMONS (PEGGIO DEL 1997, ANNO DELL’EUROTASSA!) – E PREPARIAMOCI AL BORDELLO DEL FEDERALISMO LEGHISTA: INVECE DI RESPONSABILIZZARE I COMUNI, GLI PERMETTE DI INVENTARSI NUOVE ADDIZIONALI E DI SPREMERE I NON RESIDENTI – E POI L’ICI, TOLTA SULLA PRIMA CASA, MA AUMENTATA PER TUTTI GLI ALTRI. AI PICCOLI IMPRENDITORI COSTERÀ 500 MLN €…

Roberto Petrini per “la Repubblica

BERLUSCONI TREMONTI

Lo slogan della primavera del 2008, quando Berlusconi vinse di nuovo le elezioni, era lo stesso del 2001: «meno tasse per tutti». Il comma 2 del programma presentato allora agli elettori e consultabile su Internet è assai chiaro: totale eliminazione dell´Ici sulla prima casa, introduzione del «quoziente familiare», abolizione delle tasse su successioni e donazioni e – immancabilmente – «graduale e progressiva riduzione della pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo».

SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI

Delle quattro promesse solo l´Ici sulla prima casa è stata abolita, con costi alti (circa due miliardi ed esiti pesanti sui bilanci comunali). E il resto? Il resto dice che la pressione fiscale in Italia non diminuisce per niente, anzi stando ai recenti dati dell´Ocse, tra il 2008 e il 2009 si è già registrato un aumento di 0,2 punti toccando il tetto del 43,5 (più alto del 1997, anno della biasimata eurotassa di Prodi).

Berlusconi Tremonti Manovra – Nonleggerlo

Crisi internazionale e l´effetto algebrico della caduta del Pil, si difende il governo: la pressione fiscale è un rapporto – si dice – se cala il denominatore (cioè il Pil), non può che aumentare. Tuttavia le cose non sono andate proprio così perché, come ricostruisce un dettagliato studio del Nens, è vero che il Pil è diminuito (di 3 punti nel 2008-2009), ma il gettito è diminuito di meno (ovvero 2,4 punti percentuali). Insomma il gettito fiscale si è ridotto meno di quanto si sia ridotto il Pil, ovvero abbiamo pagato tasse come se la recessione fosse stata meno dura, tasse non giustificate dal livello del Pil. Sono crollate l´Iva e le imposte sulle società, ma una tantum e imposte sostitutive hanno continuato a drenare risorse.

VINCENZO VISCO

Basterebbe, ma c´è da aggiungere che la nostra pressione fiscale, già ai vertici dell´Europa è più alta di quanto appare a prima vista. Ad essere onesti infatti bisognerebbe togliere dalla ricchezza prodotta la quota stimata di sommerso: in questo caso la nostra pressione – calcolata dal Nens e dalla Cgia di Mestre- raggiungerebbe i più alti livelli in Europa collocandosi al 51,7 per cento.

ROMANO PRODI

E il federalismo? Nell´intento iniziale sindaci e governatori si sarebbero dovuti responsabilizzare: solo chi taglia le spese può ridurre le tasse ed ottenere il consenso degli elettori. Sembra una formula magica, ma i punti di forza del decreto appena bocciato dalla «Bicameralina» sono proprio le tasse sui non residenti, dunque su quelli che non votano: seconda casa e tassa di soggiorno.

Così aumenta la pressione fiscale e i primi cittadini non ne subiscono le conseguenze. Nel marasma politico in cui è stata elaborato il decreto, è entrato anche il via libera alle addizionali comunali (dal 2011) e regionali (dal 2012). A regime, cioè nel 2015, secondo uno studio della Uil, la stangata per il cittadino medio se tutti i Comuni e le Regioni esercitassero l´opzione (il che date le condizioni delle finanze locali, non è da escludere) pari a 647 euro. Senza contare che l´argine all’aumento della pressione fiscale introdotto con la clausola di salvaguardia nel decreto sul federalismo regionale – nota un esperto come Salvatore Tutino del Cer – è caduto: cancellato con un colpo di penna dall´ultima versione del provvedimento. Aumento della pressione, senza rete di protezione.

bossi calderoli

Infine l´Ici: uscita dalla porta per la prima casa rischia di rientrare fragorosamente dalla finestra della seconda con una aliquota media che sale dal 6 per mille al 7,6 (e la possibilità per i Comuni di portarla al 10,6). Ne fanno le spese i proprietari ma soprattutto i piccoli imprenditori che lavorano direttamente nei locali di proprietà: per costoro nella prima versione del decreto era previsto uno sconto sull´imponibile del 50%. Ora per trovare le risorse per ridurre l´aliquota Imu, dovranno pagare sulla rendita catastale piena. Uno scherzetto che moltiplica il malcontento. E che secondo la Cgia di Mestre costerà come minimo mezzo miliardo alle imprese.

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Il gangster di Arcore (proprietà rubata)

LA STAMPA ESTERA. Nuovi articoli in Gran Bretagna sullo scandalo delle ragazze a pagamento

Altri interventi anche sul Times, Guardian e Independent, dove Ezio Mauro spiega:

“Perché agli italiani non importa”

Berlusconi-escort, paragone del Telegraph

“Come Al Capone, preso per le tasse”

E in un’intervista al Journal de dimanche la D’Addario annuncia

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