Il governo dimentica la bomba agli Uffizi e non si costituisce parte civile al processo di strage

Vuoto di memoria Lo Stato dimentica la bomba agli Uffizi

di Maria Vittoria Giannotti

Lo Stato si è dimenticato delle vittime delle stragi di mafia. A differenza del Comune di Firenze e della Regione Toscana, lo Stato non si è costituito parte civile nel processo per le stragi di mafia del ’93 – i Georgofili, ma anche Milano e Roma – che si è aperto ieri mattina a Firenze. Sono le dieci quando la voce del boss Francesco Tagliavia rompe il silenzio dell’aula bunker di Santa Verdiana. In realtà il capo della famiglia palermitana di Corso dei Mille si trova a centinaia di chilometri di distanza, nel carcere di Viterbo, dove sta già scontando due ergastoli: seguirà le udienze che lo vedono imputato in videoconferenza.

Ma i grandi assenti in aula, ieri mattina, erano gli avvocati dello Stato. E la loro mancanza non è di quelle che passano inosservate. Il primo a sottolinearla, con ironia velata di amarezza, è il procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi. «Non so se l’avvocatura dello Stato è in ritardo» commenta, nella

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