Election day e ricatti

Election day, la confessione: «Bossi ha minacciato la crisi»
di Marco Bucciantini

Berlusconi ammette: «Utilizzare i soldi del referendum? Lega Irremovibile, rischiavamo brutto». La confessione è stata fatta a Poggio Piceno dove il premier ha inaugurato una scuola tra i bambini sfollati. Dopo il vertice del Pdl La Russa dice: il 21 giugno o rinvio al 2010.

°°° Questa è una nemesi, amici: il ricattatore di professione… ricattato da un coglionazzo che si è beccato un ictus, mentre riceveva del sesso orale da una cantantina da strapazzo. E mentre questi due vecchi impotenti e cocainati giocano a braccio di pastafrolla tra di loro… noi ce la pigliamo nel culo.

Con 460 milioni si dava casa a 15mila sfollati
di Claudia Fusani

Non è la «lista di nozze» di cui parla il premier Silvio Berlusconi per far sponsorizzare da benefattori e amici stranieri la ricostruzione delle opere d’arte. Piuttosto è la «lista dei sogni», quello che sarebbe stato possibile costruire subito, o quasi, con i 460 milioni di euro che lo Stato avrebbe potuto risparmiare con un unico election day per il voto amministrativo e quello referendario. Case, soprattutto, e poi strade, scuole, libri, giusto per fare qualche esempio. Cose concrete, il quotidiano che gli aquilani hanno perso nella notte tra il 5 e il 6 aprile. Una lista dei sogni, appunto, perché la Lega ha puntato i piedi e ha «convinto» il Pdl a dire no all’election day.

Quattrocento sessanta milioni sono, tanto per cominciare, il 4 per cento di una ricostruzione che è stata stimata dal ministro dell’Interno tra i 10-12 miliardi. Un buon modo per cominciare ad orientarsi in una terra che ancora trema duecento volte al giorno. Quattrocentosessanta milioni potrebbero essere la risposta abitativa per almeno i due terzi di quei 20 mila aquilani rimasti senza casa perché inagibile, distrutta o crollata. La Provincia ieri mattina si è riunita per un consiglio straordinario. Il presidente Stefania Pezzopane (Pd) ha tentato con tecnici e assessori una prima stima dei danni e ha concluso la riunione con la seguente certezza: «Con 460 milioni risolvo tutti i problemi della Provincia, dalle strade alle scuole».

Nel dettaglio la lista dei sogni della Provincia prevede: 25 milioni per rimettere a posto le strade; 60 milioni per le scuole superiori e professionali (quelle di competenza della Provincia) di cui 5 solo per il Conservatorio dove insegnano docenti che arrivano da tutta Italia; cento milioni per gli edifici di proprietà e le sedi storiche della Provincia; 15 milioni per recuperare il fondo librario andato perduto e restaurare la collezione di quadri di Patini, quotatissimo pittore abruzzese.

Ma sono le case il vero nodo della ricostruzione e l’emergenza per questa gente. L’ultima stima del sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso parla di «20 mila persone senza casa», abitazioni distrutte, da ricostruire. È un terzo della popolazione della città di L’Aquila che conta 60 mila abitanti. Tabelle alla mano di ingegneri e architetti è possibile fare una botta di conti al metro quadrato. Speculazioni e bolle edilizie a parte, oggi una casa costa mille euro al metro quadrato al metro e può costarne anche 800 se si tratta di edilizia popolare. Con queste premesse si arriva a stimare che una casa di cento metri quadrati, ampiezza media per una famiglia di tre persone, può costare dagli 80 ai 100 mila euro.

Significa che con i famosi 460 milioni che lo Stato “sta per buttare giù dalla finestra dandola vinta alla Lega questa volta sì ladrona” come dice Pezzopane, potevano essere costruite 4.600 abitazioni da centomila euro o 5. 800 da ottantamila euro. Contando che in ognuna di queste case possono abitare fino a tre persone, all’incirca quindicimila aquilani avrebbero potuto risolvere il problema abitativo. Il più urgente.

Ma è un libro dei sogni, appunto. Perché quei soldi saranno invece spesi per allestire i seggi del referendum.
17 aprile 2009

oscenita1

stupido

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Il cazzaro oltre il 70%

… sì, MA CONTRO DI LUI!
E’ da un anno che controllo tutti i sondaggi dei giornali e de La 7, ebbene, dopo ogni minchiata di Mafiolo il 70/80% dei cittadini esprime il suo netto NO ai deliri di questo regimetto da avanspettacolo. Ma silvio dice di avere oltre il 70% del gradimento del pubblico (come se i cittadini fossero tutti telespettatori del tg4), e silvio è “uomo d’onore”.
Mandiamolo a cagare IN FRETTA!!!

Meglio riedificare i vecchi centri abitati o costruire le new town?

[3028 voti totali]
Meglio riedificare i vecchi centri abitati (2293)
75%
Meglio costruire le new town (735)
24%
ATTENZIONE:
Gli instant poll online de LaStampa.it non hanno un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l’unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

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Ultime dall’Abruzzo

L’Aquila, 16:23
TERREMOTO: ANZIANI TRUFFATI NELLE ZONE DEL SISMA

Le Forze dell’ordine hanno reso noto che nelle zone terremotate ci sono state delle truffe, prevalentemente ai danni di anziani. A tale riguardo si precisa che non esistono persone autorizzate per conto di banche o di Poste Italiane che si incaricano della raccolta di fondi da destinare alle popolazioni colpite dal sisma. Eventuali attivita’ di questo tipo dovranno essere comunicate immediatamente alle autorita’ competenti, Carabinieri 112, Polizia di Stato 113, Guardia di Finanza 117.

L’Aquila, 16:08
TERREMOTO: SCHIFANI, TURISTI CURIOSI VADANO ALTROVE


°°° Giusto! A cominciare da lui e dal suo capocosca. Ma che cazzo di turisti potrebbero andare lì? Gli stessi idioti, come i succitati, che vanno in ferie a Cernobyl e a Seveso?

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Io ho conosciuto i vecchi

Sì, amici: IO HO CONOSCIUTO I VECCHI. Quei bei vecchi della Barbagia che mi raccontavano storie epiche dei balentes conosciuti in gioventù. Quel vecchio di Fonni che scriveva lettere d’amore, di sei parole, alla sua bella… intingendo una spina di prugnolo selvatico nel proprio sangue: dato che allora non esistevano le biro. Quei vecchi pescatori dello stagno del mio paese, che facevano gli scherzi al prete o quelli che mandarono il nuovo parroco, coi paramenti viola dell’estrema unzione, a casa del vecchio comunista di S,Giusta. E quando il comunista aprì e si trovò davanti questo spaventapasseri coi chierichetti, non si perse in salamelecchi: “Che cazzo vuoi?” gli sbraitò sul muso. “Ma… mi avevano detto che lei stava morendo… ” balbettò il pretino. “Morrendi, deu?! Ehia. Morrendi sì, ma de coddài!” (Morendo, io? Si, ma dalla voglia di scopare!)
Ho conosciuto i vecchi bellissimi che, nelle lunghe serate estive, seduti sugli scalini del vicinato a “spisai” (mangiare semi di anguria e di melone), raccontavano e ridevano – tra una vernaccina e l’altra – di quando mio nonno era capitano dei barracelli e nessuno si permetteva di rubare un capo di bestiame o frutta o carciofi. Nonno Francesco era talmente rispettato e temuto che, quando c’era in giro lui, persino i corvi riportavano indietro la frutta rubata l’anno prima. Ho conosciuto vecchi leggendari, amici miei. E li ho amati. Tutti i ragazzini della mia età amavano e rispettavano i vecchi. “Quando un vecchio muore è come se un’intera biblioteca prendesse fuoco.” scrivevo in gioventù. Ora non c’è più nessun rispetto per i vecchi. Ora i vecchi sono un peso… Un peso per la famiglia e un peso per la società dei consumi. E’ anche vero che la gran parte dei vecchi di oggi non hanno più nulla dei vecchi gagliardi e tosti di una volta.

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