Due cimiteri

FRANCESCATO: I SOLDI PER IL PONTE VADANO PER LA LOTTA AL DISSESTO IDROGEOLOGICO
E tornano i dubbi sul Ponte:
c’è il rischio sismico

Di Pietro attacca. Ma Lombardo: ogni occasione è buona per depredare il Sud

ROMA – «Ma che senso ha investire nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina se non si riescono neppure a garantire i requisiti antisismici nelle abitazioni?». Nel giorno delle macerie, del sangue, dei morti, la domanda di Antonio Di Pietro scuote il buonismo politico. Il leader dell’Italia dei Valori la lancia dal suo blog, posticipando ogni polemica («oggi è il giorno della vicinanza anche al governo»). E si chiede «se invece di bruciare soldi in inutili opere faraoniche, non sia il caso di restituire i fondi sottratti ai Comuni affinché riescano a gestire la manutenzione, il restauro e la messa in sicurezza delle strutture pubbliche e private esistenti».

E’ un dubbio che ieri ha accomunato molti di fronte alle immagini delle case sbriciolate, le scuole pericolanti, i piloni stradali danneggiati e persino l’ospedale evacuato. Grazia Francescato, di Sinistra e Libertà, lo ha detto chiaramente: «Ci aspettiamo che il governo e il Parlamento destinino subito quanto stanziato dal Cipe per il ponte sullo Stretto di Messina, opera inutile e dannosa per l’ambiente, alla lotta al dissesto idrogeologico e alla messa in sicurezza degli edifici dal rischio sismico. È questa la vera priorità del Paese». Raffaele Lombardo, presidente dell’Mpa non vuole saperne: «Ogni occasione è buona per depredare il Sud anche di quello che non ha come il Ponte» accusa. E aggiunge: «Io prendo per buono l’impegno di Berlusconi a non mollare. Quanto alle risorse per i terremotati, si potrebbe rinunciare a una breve tratta dell’Alta Velocità al Nord, così adegueremmo gli orari del Nord ai ritardi delle ferrovie del Sud». Il vulcanologo Renato Funicello non entra nel merito della scelta: «Le tecnologie per costruire il ponte in maniera elastica e antisismica esistono. Decidere se e quanto spendere per realizzarlo è una decisione politica». Ma mette in guardia: «Lo Stretto di Messina è la zona a più alto rischio sismico d’Italia». Ed è proprio per questo che Mario Tozzi, il geologo divulgatore di Gaia, definisce «delittuoso» l’insistere nell’idea del Ponte. «A Messina — spiega — c’è ancora chi vive nelle baracche del terremoto del 1908. E lì, come del resto a Reggio Calabria, solo una casa su quattro è costruita con criteri antisismici. Se il Ponte da 6 miliardi di euro resisterà a un eventuale terremoto unirà due cimiteri».

°°° La stupidità e l’avidità dei destronzi come questo lombardo non finiranno mai di stupirmi. Riescono a sparare cazzate senza senso anche davanti a considerazioni inattaccabili di scienziati e fanno cadere le braccia, sciorinando idiozia pura, di fronte alle parole piene di buonsenso e pragmatismo della Francescato e di Antonio Di Pietro.

campata

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