Famiglia di camperisti minacciata con una pistola
Costa Paradiso: padre, madre e figlia di dieci anni sotto choc hanno denunciato un vigilante ai carabinieri
di Antonello Palmas
TRINITÀ D’AGULTU. Una gita in camper si è trasformata in un autentico incubo per una famiglia di turisti campani: padre, madre e una bambina di dieci anni hanno raccontato ai carabinieri di Santa Teresa di essere stati minacciati con una pistola da un vigilante al villaggio Costa Paradiso.
«Sembrava in stato di alterazione – dice il capofamiglia, Giuseppe Reccia, operaio di Arzano di 57 anni -, per mandarci via da un’area nella quale non potevamo sostare mi ha puntato l’arma alla tempia. Siamo choccati, credo che andremo subito via dalla Sardegna». Ai militari teresini, che trasmetteranno la denuncia alla stazione di competenza di Valledoria, la famigliola campana ha raccontato un episodio inquietante avvenuto due notti fa. La moglie di Reccia, in stato di agitazione dopo lo spavento, ha dovuto ricorrere alla guardia medica di Vignola, che le ha prescritto tranquillanti. E all’operaio, nel raccontare l’accaduto, trema la voce.
«Martedì siamo andati a vedere Costa Paradiso con il camper – racconta Reccia -. Mi sono fermato in una zona che sembrava un parcheggio. Verso le 22, mentre stavamo cenando, è arrivato un uomo che
vestiva un’uniforme con camicia bianca e pantaloni scuri, tipo vigilante. Avrà avuto 35 anni, un metro e ottanta, capelli molto corti. Con una torcia ha illuminato l’interno del camper, come nei film polizieschi americani. Ci ha detto che dovevamo andare via, che eravamo in un’area privata. E quando gli ho detto che per problemi agli occhi non posso guidare di notte, la risposta è stata: «Come sei venuto, te ne vai».
Reccia, scosso, dice di aver obbedito spostandosi in una zona indicatagli dallo stesso vigilante, più a monte. Si sono fatte le 23 circa. «Mentre stavamo per andare a dormire – dice il turista – abbiamo udito dei forti colpi sferrati alla carrozzeria e abbiamo sentito la voce dello stesso vigilante di prima che urlava di andarcene. Sono uscito e ho avuto l’impressione che non fosse in sé».La situazione è precipitata: «Ha estratto la pistola, forse una semiautomatica, e dopo aver messo il colpo in canna me l’ha puntata alla fronte. Un gesto incomprensibile, data la situazione, ero impietrito». La moglie è uscita e ha spinto il vigilante che per tutta risposta le ha sferrato uno schiaffo con il dorso della mano.
«Quell’uomo – dice Reccia – ha puntato la pistola contro mia figlia, che piangeva, dicendole di togliersi da davanti. Quindi ha indietreggiato, impugnando la pistola con entrambe le mani e urlando: “Vi ammazzo tutti e tre, vi faccio un c… così». E dopo aver parlato con qualcuno con la ricetrasmittente, è partito su una Punto bianca ripetendo le minacce. Abbiamo chiamato il 113, poi il 112, ma non c’erano pattuglie disponibili». Ieri mattina la famiglia è andata dai carabinieri. «Vogliamo andare in fondo alla storia – dice Reccia – e credo che ripartiremo: abbiamo paura che abbiano annotato la nostra targa. Mi dispiace per mia figlia: è stata lei a insistere per vedere quella Sardegna che conosco e di cui le avevo tanto parlato».