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Parchi, industrie, condono
I tre “schiaffi” della manovra
La legge finanziaria sferrà tre colpi devastanti all’economia reale, quella che corre nei binari della legalità e produce beni invece di speculazioni
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA – Il condono che i giorni pari entra in Finanziaria e i giorni dispari esce. I parchi con i fondi che vengono dimezzati annullando 30 anni di sforzi e di successi anche economici. Le industrie rinnovabili bloccate a metà corsa, punendo gli imprenditori che hanno scommesso sul futuro. Tre colpi devastanti. Dritti sul bersaglio dell’economia reale, quella che corre nei binari della legalità e produce beni invece di speculazioni.
L’aspetto ambientale della manovra finanziaria ha un potenziale talmente rovinoso da aver creato un’onda di rigetto che ha spinto più volte il governo a fare un passo indietro. Ma a ogni passo indietro sono seguiti due passi avanti. Risultato: le minacce restano ancora lì. Ecco i rischi principali.
Condono. Siamo all’ennesimo replay. Replay dell’effetto diretto e dell’effetto annuncio. Il condono Berlusconi del 2003 ha prodotto 40 mila nuove case illegali nel corso dell’anno e 82 mila case nei due anni precedenti, quelli di attesa dell’evento annunciato. Il ripetersi dei colpi di spugna finisce per cancellare il senso della normativa rischiando di creare assuefazione e abitudine all’illegalità e di consegnare un’altra quota di potere alle ecomafie. Inoltre, come nota il responsabile green economy del Pd Ermete Realacci, i condoni rendono tutti meno sicuri: “I morti per la frana ad Ischia che ha spazzato via una casa abusiva su un costone ad alto rischio di smottamento prefigurano uno scenario in cui il malgoverno del territorio si traduce in un aumento secco del pericolo”. Andiamo incontro a un periodo in cui, a causa dei cambiamenti climatici, il rischio di dissesto territoriale aumenterà e invece di ridurlo si esaspera ulteriormente.
Articolo 45. Smantellare il meccanismo dei certificati verdi non porterà un euro nelle casse dello Stato ma ne toglierà parecchi. Ci sono impianti di rinnovabili per 4,6 miliardi di euro già realizzati e altri per 2,7 miliardi in fase di completamento: bloccando i certificati verdi si bloccano i pagamenti. “E’ come se si rendesse impossibile pagare le rate del mutuo di una casa”, spiega Simone Togni, segretario dell’Anev, l’associazione dei produttori eolici. “Vorrebbe dire consegnare gli impianti alle banche, che non avrebbero la possibilità di gestirli e li chiuderebbero. Tradotto in termini energetici ed economici approvare l’articolo 45 porterebbe dunque a tre danni. Primo: si rinuncia a 3,5 miliardi di chilowattora di energia pulita. Secondo: si toglie dal bilancio dello Stato il gettito fiscale garantito dalle industrie che vengono chiuse; al 2020 saranno 8 miliardi di gettito fiscale mancante. Terzo: scatterebbero sanzioni da parte di Bruxelles per un valore complessivo di alcuni miliardi, e saremmo costretti a pagare per il mancato rispetto degli obiettivi europei”.
Parchi. Il dimezzamento dei fondi per la rete nazionale dei parchi (attualmente 50 milioni di euro) cancellerebbe il percorso che ha faticosamente portato il nostro paese ad avere più del 10 per cento di territorio tutelato ottenendo benefici non solo in termini ambientali ma anche per l’indotto creato da uno dei pochi segmenti turistici che in Italia continua a crescere. “Io utilizzo 500 mila euro per far funzionare i comandi della Forestale e 300 mila euro per le misure anti incendio”, fa presente Domenico Pappaterra, presidente del parco nazionale del Pollino. “Se me li toglieranno si perderà il beneficio che riesco a garantire, circa 500 ettari l’anno di bosco salvato. Questi 500 ettari valgono 3 milioni di euro e assorbono 500 mila tonnellate di anidride carbonica. Il taglio del governo non è un buon affare da nessun punto di vista”.
°°° Che Silvio Berlusconi sia un delinquente legato a doppio filo alle mafie lo sanno anche le pietre (tranne poche scimmiette decerebrate da rete 4).
Ma che la sua arroganza nel fare soltanto ddl e leggi, finanziarie comprese, così sfacciatamente mafiose superi ogni giorno nuovi limiti, questo lascia davvero perplessi. Sapete perché può continuare a fare queste porcate devastanti? Perché, amici miei, SIAMO IN UN REGIME BELLO E BUONO!
A destra, infatti, non c’è un solo parlamentare eletto dai cittadini, ma soltanto dei ligi servitori scelti tra i più corrotti e ricattabili e NOMINATI dal gangster in persona.
Ecco perché siamo nella merda, amici.
Ecco perché le mafie non hanno badato a spese per comprare tutti i voti necessari, per fare brogli a manetta, e piazzare a palazzo Chigi il loro ominicchio. Ma io me la prendo con quei cialtroni poltronisti e/o collusi della sedicente sinistra, che ha favorito in tutti i modi questa situazione aberrante, che pagheremo cara nei decenni a venire. Basti vedere cos’è il Pd sardo per mettersi le mani nei capelli…
PARCHI CHE VERRANNO CEMENTIFICATI DALLE MAFIE E DALLA CRICCA