BOLOGNA. “Rossella libera”. L’appello è scritto nella grande foto, esposta da oggi sul palazzo della sede dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che ritrae Rossella Urru, la cooperante italiana rapita la notte fra il 22 e il 23 ottobre, assieme a due colleghi spagnoli, mentre si trovava in un campo profughi Saharawi nei pressi di Tindouf, in Algeria.
Originaria di Oristano, studiosa del mondo arabo e laureata a Ravenna, la 29enne ha avuto modo in passato di collaborare con la Regione Emilia-Romagna ed era in Nord Africa per il Cisp. La gigantografia è una delle richieste contenute nella risoluzione approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa nella seduta del 15 febbraio, documento che auspica una “mobilitazione istituzionale” a favore della liberazione.
“Da parte nostra – ha detto il presidente dell’assemblea Matteo Richetti – c’è il pieno sostegno al lavoro dell’unità di crisi del ministero degli Esteri. Allo stesso tempo però vogliamo far sentire forte la voce e l’attenzione dei cittadini e delle istituzioni dell’Emilia-Romagna sulla vicenda di Rossella, affinché la nostra connazionale e i suoi colleghi possano tornare liberi al più presto”. Nessuno, ha proseguito, “deve pensare che il tempo trascorso dal rapimento, avvenuto, ricordiamolo, ormai quattro mesi fa, possa determinare un calo d’attenzione da parte nostra sulla sua prigionia, o che il nostro impegno possa diminuire”.